1° capitolo: UN INCONTRO INASPETTATO

"La mia vita sta per tornare ad essere quella di 8 mesi fa, quella che svolgevo prima di essere partita per quello stage" penso' Elisabeth. La ragazza odiava gli aerei. O meglio, odiava l’idea di dover salire su un aereo per due motivi principali: primo, salire su un aereo le faceva pensare ai suoi genitori,morti in un incidente mentre tornavano a casa il giorno del suo 7 compleanno ; secondo, aveva paura di volare. Le turbolenze la facevano entrare nel panico più totale nonostante le rassicurazioni dell' unico membro rimanete della sua famiglia,l'adorata nonna Mindie: “è solo una piccola turbolenza”,”vedrai che passa tutto non c’è nulla da temere”. Ma Elisabeth non ci poteva fare nulla, era più forte di lei…”Si avvisa i gentili viaggiatori che è possibile imbarcarsi per il volo per Londra al gate 22."E ora andiamo ad imbarcarci…”. Un’ora dopo si trovarono sull’aereo. “Nonna vado a prendere un bicchiere d’acqua al distributore in fondo all’aereo” disse Elisabeth alzandosi. Proprio mentre si dirigeva al distributore ci fu un attimo di turbolenza, la ragazza perse l’equilibrio e cadde letteralmente addosso ad uno dei passeggeri, un ragazzo che stava dormendo. Questo si svegliò e si ritrovò a due centimetri dal viso di lei. Non poté non rimanere incantato dalla sua bellezza, dai suoi capelli castani, da quello sguardo così dolce. “Scusami” disse lei con evidente imbarazzo, cominciando ad arrossire senza controllo. “Figurati può capitare e inoltre non mi è affatto dispiaciuto svegliarmi in questo modo” affermò il ragazzo sorridendo. Elisabeth fissò gli occhi verdi del ragazzo;  in quel momento il suo cervello si era completamente disconnesso, si sentiva come ipnotizzata, non riusciva  a fare a meno di quello sguardo, di quel sorriso. –Ma cosa vado a pensare?! Nemmeno lo conosco..- pensò in quel momento rendendosi conto di fare la figura dell’imbecille. “Sono davvero un maleducato non mi sono nemmeno presentato. Mi chiamo Marcus…Marcus Vargas, piacere”. Silenzio. Ah,doveva rispondergli, ma in quel momento non avrebbe saputo dire nemmeno il suo nome. “I-io mi chiamo Elisabeth” rispose imbarazzata; “non che mi dispiaccia ma che ne dici di alzarti dalle mie ginocchia?” “Oh, si, giusto, scusa, scusa davvero” fece lei alzandosi di scatto, “Ma no figurati Elisabeth, come ti ho già detto non è stato affatto un dispiacere, anzi…” ma non riuscì a finire la frase,in quel momento si sentì qualcuno che a voce alta chiamava preoccupato la figlia “Elisabeth!Elis! Che fine hai fatto?”. “Ti stanno chiamando,credo” disse Marcus. “Si è vero, ehm ciao allora e scusami ancora.”.Elisabeth corse subito dalla nonna che la stava chiamando. “Tutto bene? Ci hai messo tanto mi hai fatto preoccupare…” chiese la anziana donna. “Si,si tutto bene” rispose lei con le guance ancora arrossate.
-Non mi sento tranquilla, il cuore mi sta per scoppiare e non riesco a spiegarmelo- penso' tra se' e se'...e subito dopo inizio' a farsi 1000 domande sul ragazzo che aveva appena conosciuto: "ho fatto la figura peggiore della mia vita...gli saro' piaciuta...di sicuro una cosa per me questo e' stato un amore a prima vista...ma cosa vado a pensare io sono felicemente fidanzata col ragazzo migliore che conosca..."Si ripete' nella sua mente.