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Autore: Mrs_Nella    06/11/2014    1 recensioni
Ero seduta su quei maledetti gradini. Ero stata una stupida a pensare che tra me e Greg potesse esserci qualcosa. Improvvisamente sentii una presenza al mio fianco e mi voltai. Non potevo credere che proprio lui, con quei suoi occhioni azzurri e capelli biondi, fosse venuto a cercarmi, anche se ci conoscevamo da qualche ora appena.
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*dalla storia*
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"Il primo che arriva al tronco vince e si fa offrire qualcosa dall’altro, ci stai?” chiese, illudendosi di poter vincere. [...]
“Non ti lascerò vincere!” le ultime parole famose.
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“Sediamoci un attimo e ascoltiamo un po’ di musica” e mi trascinò sul divano facendo partire lo stereo. Era solo la base musicale, e lui iniziò a cantare. [...]
“…Never felt like this before, are we friends or are we more?” nell’udire queste parole sentii un brivido di piacere lungo la schiena. Quella frase descriveva alla perfezione quello che c’era tra di noi.
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"È una sensazione diversa da quella che provo quando bacio le altre ragazze. Mi hai colpito subito, e non so perché. C’è qualcosa di diverso in te”. Lo disse in una maniera tale da farmi sentire davvero diversa, speciale. Nessuno mi aveva mai detto una frase del genere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo più o meno a metà del viaggio di ritorno, su una strada secondaria non molto frequentata, quando me ne uscii con: “Ehi, è un po’ che non guido, posso fare qualche chilometro?”
“Cosa? Non se ne parla! Nessuno tocca la mia piccolina” mi riprese lui.
“Anche tu con questa storia che la macchina è la tua piccolina? Non dirmi che sei come quell’idiota di Harry!” dissi roteando gli occhi al cielo.
“Piano con gli insulti, non paragonarmi a quel criceto in prognosi riservata!” esclamò lui mantenendo lo sguardo sulla strada. “Al primo spiazzo ci fermiamo e guidi tu, ma solo per poco, ci tengo alla mia incolumità! Sai come si dice: donna al volante, pericolo costante” scherzò.
“Sempre molto fiduciosi voi ragazzi, eh! Accosta, c’è una piazzola di sosta” e seguì il mio consiglio.
Dopo appena 200 metri, gettai l’occhio sul cruscotto. “Niall, da quanto tempo è che non fai benzina? Sai com’è, quella è la spia della riserva, ed è già da un po’ che è illuminata.”
“Uh, non ci ho fatto caso... tra poco dovrebbe esserci una stazione di servizio, faccio subit...” non ebbe il tempo di finire la frase che la macchina si bloccò, senza dare cenno di voler ripartire.
“Oh, ti prego! Parti! Ancora un chilometro, e poi ti diamo da bere, stupida macchina!” imprecai io, alquanto seccata dal fatto che un ragazzo non avesse notato la spia della riserva, accesa da circa un centinaio di chilometri.
“Non insultarla, può risentirne!” disse lui accarezzando il volante, da perfetto ragazzo idiota.
“Sicuramente” commentai sarcastica mentre scendevo dall’auto sbattendo la portiera e mi incamminai a piedi verso la zona di rifornimento.
Niall scese a sua volta, con le chiavi del veicolo, e mi seguì.
“Dai, amore, torna indietro, troviamo un modo per farla ripartire!”
Io continuavo ad andare dritta per la mia strada, ignorandolo, avanzando con passo deciso. Sfiga vuole che in quel momento non passavano macchine, così dovetti farmela tutta a piedi, senza nemmeno un cristiano che potesse andare a prendere un litro di benzina, giusto per arrivarci noi con la macchina a fare il pieno.
“Stefy, vieni qui, aiutami a spingere la macchina, magari c’è ancora qualche goccia di carburante che serve a metterla in moto!” continuava a urlarmi, ma io, imperterrita, proseguivo dritta, braccia conserte e testa alta.
“Problemi tuoi” risposi fredda. E che cavolo, dimentica di fare benzina e poi io devo spingere la macchina? Non se ne parla!
Eccolo che aveva iniziato a seguirmi correndo, fino a quando mi raggiunse poco dopo cingendomi i fianchi con un abbraccio e biascicando qualche scusa per farsi aiutare.
“No, no, e ancora no! Dammi i soldi, devo prendere una tanica di benzina, se vuoi tornare a casa” dissi sciogliendomi dal suo abbraccio e tendendo una mano verso di lui. Dopo alcuni istanti in cui capì che non avrebbe avuto speranza di farmi cambiare idea, con sguardo rassegnato, tirò fuori dalla tasca dei jeans il portafoglio e mi sganciò alcune banconote.
“Grazie” dissi prendendole dalla sua mano, e voltandomi di nuovo. “Inizia a spingere la macchina, magari i folletti la mettono in moto” dissi ironica e ripresi la marcia, mentre lo sentivo sbuffare.
“Molto gentile” e andò nel verso opposto al mio.

POV’S NIALL
 
“Grazie” disse prendendo i soldi dal mio palmo, e voltandosi di nuovo. “Inizia a spingere la macchina, magari i folletti la mettono in moto” aggiunse sarcastica, continuando il cammino, mentre sbuffai esasperato.
“Molto gentile” commentai dirigendomi verso l’auto.
Chiamai Harry per avvertirlo del nostro ritardo.
“Harry, senti, non aspettateci per cena, siamo senza benzina e a quanto sembra Stefania non ha la minima intenzione di spingere la macchina per un chilometro, e ora sta andando a piedi fino al distributore” dissi appena il riccio rispose.
“Muovetevi, che qui c’è Carlotta che ha deciso di cucinare, e non mi sembra una buona idea! Se quando tornate sentite di una casa esplosa, sapete il motivo” esclamò lui, quasi supplicandomi.
“Ehi, ti sento!” udii Charlie urlargli contro, poi un gemito di dolore del riccio, causato probabilmente da uno scappellotto che la sua ragazza gli aveva tirato.
“Seriamente, muovetevi, che stasera siamo da Liam” e riattaccò.
Intanto mi misi a spingere la macchina, mentre Stefy diventava sempre più piccola all’orizzonte. Questa volta devo ammettere che se ne intende di macchine, o almeno delle cose basilari. Poco per volta, riuscii a far avanzare l’auto, ma dopo venti minuti avevo percorso appena 100 metri, le braccia indolenzite, i rivoli di sudore sulla fronte e sulle guance. Finalmente mi sembrava di intravedere la sagoma della mia ragazza in lontananza.
 
POV’S STEFY
 
Con passo veloce, in circa 10 minuti ero arrivata alla stazione di servizio, e, dopo aver pagato, mi riavviai alla macchina, che stranamente Niall era riuscito a smuovere un po’ e farla avanzare.
“Ecco la benzina, ne abbiamo abbastanza fino a Londra, ma fermiamoci a fare il pieno prima di entrare in città, che non voglio di nuovo fare questa fine” lo ripresi io porgendogli la tanica piena e pesante.
“Grazie. Gira la chiave” feci come mi disse. “Funziona! Finalmente si riparte!” commentò cercando di salire al posto del conducente.
“Dove pensi di andare, caro? Guido io” esclamai bloccando il volante.
“Cosa? Oh, no, la macchina è mia, quindi guido io” ribatté, imitando il mio gesto.
“Senti, sono andata io fino a fare rifornimento, non mi faccio problemi a scendere e andare di nuovo a piedi. Potrei tornare a casa in autostop. Sono una ragazza, faccio in fretta a trovare un passaggio” dissi prendendo la mia valigia come provocazione e avviandomi (per l’ennesima volta) lungo quella strada.
Eccolo che di nuovo mi seguiva, e questa volta mi feci fermare, quando bloccò la mia valigia.
“Hai vinto tu. Sali in macchina, che ci aspettano due ore di viaggio. Sbrighiamoci, Harry ha detto che Charlie sta cercando di cucinare qualcosa, ed era un po’... preoccupato per la sua casa” disse abbozzando un sorriso. Ok, se Charlie si era messa ai fornelli, dovevamo salvare quel pover’uomo da una possibile intossicazione o esplosione.
“Dammi le chiavi, che siamo a Londra in meno di un’ora e mezza” annunciai, girandomi con un ghigno soddisfatto sulla faccia, ma anche un po’ preoccupata per l’incolumità del riccio.
“U-un’ora e mezza? Ce ne vogliono almeno due! E non sai la strada!” esclamò, agitato per quello che avrei potuto fare.
“Sali in macchina. E ora, chiamami Stefania Diesel!” esclamai decisa, drizzandomi tutta, mento alto e sguardo fiero, da condottiera. Avevo sempre voluto dire una battuta del genere, a effetto. Ma l’unico effetto che ottenni fu una preghiera silenziosa, scherzosa, di Niall. Portiere chiuse, chiave inserita, motore su di giri. Anche se era strano guidare con la guida a destra, mi ci abituai subito. Un rombo di motore, e via, con acceleratore a manetta, mentre il biondo era impanicato attaccato al sedile, che scriveva un messaggio a Harry per avvertirlo del nostro ritorno.
 
Come previsto, dopo nemmeno un’ora e mezza eravamo finalmente arrivati a Londra, sfrecciando per le strade della città, con Niall che continuava a rimanere appiccicato al sedile. Giungemmo sotto casa di Harry più o meno per le 8 e mezza, e, quando sbattei le portiere, lo vidi uscire di casa e venirci in contro lungo il vialetto.
“Vedo che siete vivi” scherzò il riccio dandomi un bacio sulla guancia.
“Per forza, con Stefania Diesel al volante, tutti sono interi e in anticipo” esclamai, sempre con il mio atteggiamento pomposo.
“È da quando ha iniziato a guidare che si fa chiamare così, chissà per quanto andrà avanti con questa storia” bisbigliò Niall a Harry, stringendomi poi un braccio attorno alle spalle.
“Beh, vedo che la casa non è saltata in aria” commentai avviandomi verso la porta di ingresso, dove c’era già Charlie ad aspettarmi con le braccia aperte, un grembiule e la faccia sporca di farina.
“Avevi dubbi??” disse lei sentendo il mio commento.
“Si!” esclamai buttandole le braccia al collo, gesto che lei non ricambiò, e poi mi allontanò da lei.
“Ah la pensi così? Bene, allora questa sera per te niente torta!” disse lei fingendo il broncio.
“Nooooo! Lo sai che scherzo!” e allora ci abbracciammo come si deve.
“Mi cambio e arrivo, tra mezz’ora dobbiamo essere da Liam” annunciò dirigendosi verso il piano di sopra.
Dopo appena qualche minuto eravamo di nuovo in macchina di Niall, che ormai si era affidato alle mie mani per la guida.
“Ora hai anche l’autista personale, biondo?” disse il riccio stuzzicandoci.
“Strano effetto farsi portare a zonzo dalle proprie ragazze, eh?” mi difese Carlotta. Era tutto il viaggio che continuava a lanciarmi occhiatine, avevo capito che voleva sapere, perché c’erano cose che DOVEVA sapere.
Arrivati a casa di Liam, notammo che c’erano già tutti gli altri nell’appartamento, così salutammo uno a uno tutti i ragazzi, ma io andai per ultima dal padrone di casa. Quando fu il suo turno, gli saltai in braccio avvinghiandomi come un koala, e mi fece fare un paio di giri. Ancora in braccio, mentre Niall era impegnato negli altri saluti, Liam mi sussurrò all’orecchio: “Trovato tutto?”
“Sì, sì” risposi io, sapendo a cosa si riferisse.
“Andato tutto bene?”
“Meglio del previsto” dissi scoccandogli un bacio sull’orecchio, anche se gli dava parecchio fastidio. Era il mio modo per ringraziarlo.
“Avete finito di amoreggiare voi due? Qui ci sono delle persone gelose” disse Niall avvicinandosi a Sophia.
“Parla per te, sono dolci, quei due” commentò lei, che ormai aveva imparato che non doveva essere per niente gelosa della mia amicizia con il suo ragazzo.
“L’hai avuta tutta per te per tre giorni, fammela coccolare un po’” disse Liam facendomi scendere e cingendomi spalle e collo da dietro.
“Chissà come l’ha avuta tutta per sé, il nostro biondo” commentò a bassa voce Louis a Liam, ma in modo che lo sentissero tutti, il che gli costò solo un paio di occhiatacce da parte mia, di Eleanor e di Niall, per poi scoppiare a ridere. Se non c’erano queste battute pessime di Louis, non poteva dirsi una serata al completo.
“Dai, è stato un weekend di miele, si può dire. Tutto coccole e sdolcinatezze, sempre a pensare male!” esclamò l’irlandese ridendo.
“Sì, peccato che poi il miele sia stato leccato via” commentò, ottenendo la risata di tutti e il cinque di Louis, Carlotta.
“E non solo quello” cercò di bisbigliare Harry a Tomlinson, risultato non ottenuto perché proprio in quel momento era calato il silenzio. E poi, diciamocelo, il suo vocione non è fatto per i sussurri!
Così tutti lo sentimmo. Risultato: uno scappellotto da parte mia, una gomitata in pancia da parte della sua ragazza e un calcetto nel culo da parte di Niall.
“Ehi, cos’ho detto di male? Gli altri fanno battute, anche più squallide delle mie, e non gli dite niente, mentre ve la prendete sempre con me!! Solo perché sono il più piccolo!” esclamò lui massaggiandosi i punti dove lo avevamo colpito io e Carlotta.
“Sì, perché le tue sono le peggiori!” esclamò Charlie.
“Tu piccolo?? Ma quando mai!” commentò Louis dandogli una pacca sulla spalla.
“La pensate così? Bene! Me ne vado!” e così facendo sbatté la porta di casa e iniziò a scendere le scale.
“Dai, forse abbiamo esagerato...” provai a dire, perché è vero che le battute erano squallide, ma un po’ mi dispiaceva per lui. Ma Zayn mi zittì alzando una mano.
“5.. 4.. 3.. 2.. 1...” disse Louis, ma io non riuscivo a capire a cosa si riferisse.
Din don.
Il campanello della porta. Liam, come bravo padrone di casa, andò ad aprire.
“Ci sono le pizze” disse Harry nascosto dietro le scatole di cartone con la nostra cena.
“Ma come...?” chiesi a Niall, e vidi che anche Charlie la pensava come me.
“Semplice, conosciamo Harry. Si arrabbia sempre, fa un po’ l’offeso, sbatte la porta di casa, e immancabilmente quando esce trova sempre chi fa le nostre consegne a domicilio” rispose con una scrollata di spalle.
“Gente, si mangia!” esclamarono Louis e Zayn fiondandosi sul povero riccio per cercare le loro pizze.
Mangiammo sparando cavolate, come tutte le volte. Devo essere sincera: mi era piaciuto stare tutto il weekend con Niall, altroché se mie era piaciuto! Ma mi mancavano gli altri ragazzi.
“Allora, raccontateci un po’ di questo fine settimana di fuoco e passione” disse Zayn, ma anche lui questa volta fu colpito da Perrie.
“Zayn, un po’ di ritegno! Saranno fatti loro di quello che fanno? Noi mica andiamo in giro a raccontare quello che facciamo a casa o in vacanza!” esclamò lei, tappandosi subito la bocca per la gaffe che aveva detto, avvampando immediatamente.
“Poi ci racconterete anche di questo, voi due, ma ora vogliamo sapere della nuova coppia di piccioncini!” li zittì Louis, concentrandosi su di noi. Eleanor alzò gli occhi al cielo.
“Cosa volete sapere? Siamo stati un weekend al lago, senza rompi palle impiccioni tra i piedi” disse Niall fissando uno per uno i suoi amici che fecero immediatamente facce da angioletti, “giri in barca, le ho insegnato un po’ a suonare la chitarra, ci siamo scannati per una partita di calcio... cose normalissime, insomma.” Peccato che durante tutto il racconto Liam e Zayn facessero gesti osceni, mimando quello che secondo loro (e anche in realtà, ma shh! è un segreto) avevamo fatto, e Louis aggiunse con uno di quei bisbigli per farsi sentire: “Hanno scopato!” rivolto a Harry. Ma anche in questo caso El, esasperata dal comportamento adolescenziale del suo ragazzo, gli diede un pizzicotto nell’interno della coscia, vicino al ginocchio, dove fa più male, procurandogli un urletto stridulo, come quando si pesta la zampa di un cagnolino.
“Ah-ah! Ben vi sta!” esclamò Harry indicando Louis, Liam e Zayn, come un bambino vendicativo, colpiti dalle loro ragazze per il loro comportamento.
“È il momento del dolce. Chi vuole un po’ di torta fatta in casa?” chiese battendo le mani Charlie, entusiasta di poter finalmente servire la sua creazione.
Andò in cucina e tornò con un piatto con sopra una torta al cioccolato. L’aspetto non era dei migliori, ma devo ricredermi, il gusto era ottimo!
“E voi che dubitavate di me... tsè!” disse addentando la seconda fetta che si era servita.
“Ora abbiamo il nostro boss delle torte! Migliora la forma, e poi è uno spettacolo questa torta! Dove hai imparato? E soprattutto, quando?” chiesi io stupita dalla bravura della mia amica.
“Ho solo seguito la ricetta, improvvisando oggi per la prima volta.”
“Allora se ti applichi sei brava! Ma non aspettarti che ti lasci cucinare” dissi interrompendo tutte le sue possibili fantasie su un futuro da cuoca.
Il resto della serata lo passammo a guardare un film. Era ormai l’una passata, così tornammo a casa. Niall e Harry ci aiutarono a portare su le valigie, poi ripartirono subito, un po’ stanchi.
“Buonanotte, a domani!”
Dopo aver chiuso la porta mi gettai sul letto, e Carlotta su di me, facendomi trasalire. Ci sedemmo, e lei continuava a fissarmi con gli occhi da cerbiatto, quelli che sfodera quando vuole sapere o ottenere qualcosa.
“Parla, stronza! Ora non ci sono più gli altri, quindi, svuota il sacco e racconta tutto alla tua migliore amica che è curiosa di scoprire un po’ di cose!” disse lei a macchinetta.
Inizialmente restai sul vago: “Insomma, non è successo niente di che, quello che c’era da dire l’abbiamo detto davanti agli altri...” e così discorrendo. Quando vidi che la sua espressione mutò dall’entusiasta al deluso, decisi di raccontarle tutto, proprio perché ero stata brava a recitare la parte dell’angioletto, e ora pensava che le avessi detto tutto.
“Ok, è successo” annunciai all’improvviso in un momento di silenzio, con un sorriso a 32 denti. Non riuscivo più a tenermelo dentro, dovevo dirglielo.
“C-cosa? Davvero? Sei una stronza, perché non me l’hai detto subito?” esclamò lei, quasi più felice di me, facendomi il solletico.
“Effetto suspance!” dissi ammiccando.
“Svuota il sacco! Voglio sapere ogni minimo particolare” disse sedendosi come una bambina che vuole sentire la sua favola preferita.
“Fidati, di minimo non c’è niente” commentai con una linguaccia. Dopo aver visto la sua faccia, un misto tra lo scandalizzato per la mia battuta e il divertito, iniziai a dirle tutto, senza tralasciare niente. Lei cercava di farmi domande ogni due secondi, ma quando le dissi che se non fosse stata zitta non avrei parlato più io, diventò muta come un pesce.
Tutto ciò che riuscii a dire alla fine del discorso fu: “è stato troppo... wow!” per poi buttarmi sul letto con lo sguardo trasognante sul soffitto e un sorriso infinito sulla faccia.
“Non immagini quanto sia contenta. Era il tuo sogno, dopotutto, no?” disse Charlie sdraiandosi accanto a me e abbracciandomi.
“Un sogno che mai più avrei pensato potesse diventare realtà” dissi, sempre sorridente, verso di lei, fronte contro fronte, perse in un abbraccio fraterno che solo in poche occasioni vengono dati.



 
Giiiiirls! Sono tornataaaaa :D
Inizio con il ringraziare tutte quelle che continuano a seguirmi =) lo scorso capitolo ha avuto più di 100 visualizzazioni, molte di più di alcuni capitoli che ho pubblicato magari quasi due mesi fa! Volevo solo dirvi GRAZIE! **
La scena della macchina è epica, mi sono divertita troppo a scriverla (scena ideata durante scuola guida ahahah), mentre la scena sccessiva... Amo anche quella aahahahha
Dai, per una volta ho messo da parte il romanticismo per far spazio a un po' di comiche, perché alla fine una storia troppo zucchero fa venire le carie XD a proposito di zucchero... La scena del miele... L'ho pensata con una mia amica, più o meno a maggio.. E continuiamo a riderci ancora adesso ahahha
Ok, sono logorroica, me ne vado XD 
A presto girls, sperando di avere almeno un paio di recensioncine ;) xx
 
  
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