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Autore: Valu Valonsa    07/11/2014    0 recensioni
Ci si può innamorare di qualcuno attraverso le parole? Conoscere una persona attraverso ciò che scrive?
E' quello che spera Pierfrancesca, ma Amerigo cosa ne penserà?
Entra anche tu nelle loro vite e prova a conoscere la loro storia attraverso le loro lettere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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SOLO SCRIVIMI....

 
                                                                                    A tutti quelli che,
nonostante le tecnologie avanzate,
credono ancora nella scrittura.



   Diario di Amerigo
 07/02/2012


 
Ciao,
è molto strano trovarmi di fronte a questo foglio e non avere quasi nulla da scrivere. In realtà di cose da dire ce ne sarebbero milioni, ma sono appunto da “dire”…non credo che da “scritte” manterrebbero lo stesso valore.
Comunque da qualche parte bisogna pur iniziare e perché non farlo così?
Non puoi vedermi, ma potresti conoscermi.
Non puoi ascoltare la mia voce, ma le mie parole giungeranno a te in ogni caso.
Non puoi sapere se ti piaccio oppure no, ma potrebbero piacerti le cose che ti scriverò.
Mi conosceresti senza mai avermi conosciuto realmente…
Certamente non è la tecnica più leale, visto che io posso vederti, ascoltarti, capire se ti piaccio fisicamente oppure se mi ignori.
Non è né giusto né leale, ma non ho mai detto che tu lo sia con me!
Ti chiedo la possibilità di farmi conoscere così, attraverso le mie parole, scritte nero su bianco.

Ps.: Se per qualche strana ragione, a me ignota, tu voglia realmente darmi questa possibilità puoi lasciare le tue lettere dietro la porta del bagno. C’è una mattonella che si solleva, lascia lì sotto una tua possibile risposta.

Bacio






Ecco, l’avevo fatto per davvero! Avevo davvero scritto una lettera e l’avevo realmente lasciata sotto il suo banco quando eravamo usciti per educazione fisica…
Quanto tempo avrei dovuto aspettare prima che la consapevolezza della stronzata fatta mi paralizzasse?
Fortuna che era l’ultima ora, così potevo scappare a casa!
Sarebbe meglio partire dall’inizio!!!
Ciao a te! Io mi chiamo Pierfrancesca  Ostuni, all’epoca avevo 18anni  e frequentavo l’ultimo anno del liceo scientifico “Pierpaolo Pasolini”. Non sono figlia unica, ma condivido casa e genitori con mio fratello Dario, di un anno più piccolo di me, ma sarebbe giusto dire che non c’è mai stata differenza di età visto che lui ha sempre frequentato molti dei miei amici. Nella sua lista non poteva mancare Amerigo Tullisano. Amerigo al liceo non era il bello e dannato, non era sensibile e incompreso, ma era un normale ragazzo del 21° secolo: un po’ stronzo; a tratti gentile ed educato, tranne quando giocava a tennis e lasciava l’educazione fuori dal campo; simpatico e a tratti intelligente; gli piacevano le ragazze, ma lungi da lui averne una fissa, perché si annoiava delle loro chiacchiere (almeno secondo il cretino di Dario). Io presi una leggera cotta per lui al secondo anno di liceo, quando per la prima volta lo vidi varcare la soglia della mia classe. Si presentò come il miglior amico di Michele Mussi, compagno di classe della mia migliore amica. Riuscì a legare con tutti in un batter d’occhio, tutti tranne me. Io restavo in disparte e lui non si avvicinava. Con il tempo quella lieve ed insignificante cotta diventò qualcosa di più. Nonostante avessi avuto alcune storie, quando le cose si facevano serie abbandonavo tutto, perché l’unica persona che realmente desideravo non era mai accanto a me al cinema, non era quella che mi teneva stretta la mano passeggiando per strada.
I rapporti con Amerigo non erano molto migliorati in quegli anni, avevo provato a conoscerlo, ma lui non era molto incline ad accontentarmi.
E così fino a quel maledetto martedì, quando la sottoscritta aveva deciso di fare un passo verso il buco dell’inferno. Avevo pensato per mesi, anni oserei dire, alle ragioni che non gli avevano permesso di legare con me. L’amicizia con Dario? Mio fratello lo reputava un ottimo amico, ma non il suo miglior amico, perché anche con lui risultava a volte distante. Forse lo aveva traumatizzato il mio atteggiamento di chiusura verso di lui i primi giorni di scuola? Nonostante però mi fossi scusata per la mia timidezza lui non aveva mai ceduto. Così m’infuriavo sempre di più, perché anche io meritavo un’occasione per farmi conoscere e se lui non era disposto a concedermela nel modo tradizionale avrei trovato altri sistemi. L’unico che ero riuscita ad escogitare era quello delle lettere. Poteva non rispondere se non gli andava, io potevo continuare fin quando volevo o smettere quando più lo desideravo. Nessuno era obbligato a fare nulla, né io né tanto meno lui.
Con queste convinzioni quel martedì gli lasciai la prima lettera. Le nostre classi, cioè 5T la mia classe e la 5S quella della mia migliore amica, Michele e Amerigo, erano poste una di fronte all’altra ed entrambe erano fuori per andare in palestra. Io come sempre ero  rimasta indietro(perché evitavo di tornare in classe ogni volta dopo l’ultima ora e così raccoglievo tutto prima di uscire!), e colsi l’occasione per posizionare la bomba ad orologeria sotto il suo banco, vicino il diario. Quando sarebbe tornato in classe l’avrebbe trovata e deciso in seguito sul da farsi. Io per allora sarei stata già in macchina diretta verso casa, ma tutto sommato se anche fossi stata di fronte a lui, nuda e con una mutanda in testa, lui non mi avrebbe notata.
Come già detto: avevo l’impressione che quello sarebbe stato il primo passo verso l’inferno!
   
 
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