La mattina è il momento della giornata che Kuroko preferisce. E’ quel piccolo spazio solo per sé, senza doveri e responsabilità.
Svegliarsi accanto a Ogiwara-kun, che durante la notte – specialmente estiva – diventava un qualcosa di simile a una piovra, era parte di quel piacere. Kuroko non disprezzava affatto quelle manifestazioni d’affetto, almeno fino a quando erano in privato. Shigehiro sapeva rivelarsi un poco espansivo, a detta di Kuroko, e molto in momenti inopportuni – come le visite di un certo ex capitano, teatro di scenette discretamente esilaranti.
Allora la sveglia, i tentativi maldestri di entrambi nel tentare di spegnerla, le risate che Ogiwara tratteneva malamente nel vedere i suoi capelli alla mattina – e i suoi tentativi di sistemarglieli.
I baci, le carezze, quelli non mancavano mai quando si concedevano qualche minuto in più. Così come, puntuali, le raccomandazioni a Tetsuya per non avvicinarsi alla cucina mentre lui andava a preparare la colazione.
Quindi la doccia, l’ennesimo personale tentativo di domare i suoi capelli, vestirsi. Ormai erano anni che lo faceva, eppure ogni mattina era speciale. Come la prima volta che aveva dormito tra quelle quattro mura.
Nessuno sapeva che erano una coppia. Agli occhi di tutti, sembravano solo due giovani che abitavano semplicemente insieme – in attesa di incontrare la ragazza giusta. E, in fondo, nessuno dei due ha mai cercato di smentire l’idea che i vicini si erano fatti di loro.
Colazione insieme, chiacchiere mattutine, lievi risate, scontento per le previsioni del tempo.
La loro vita scorreva tranquilla, senza scosse, intrisa della calma più genuina. Ed entrambi se lo facevano bastare.
Seguiva l’attesa per Kuroko, perché il compagno si dimostrava sempre un enorme ritardatario. E spesso l’insegnante d’asilo ha desiderato lasciarlo da solo al suo destino e avviarsi verso la stazione. Per poi rinunciare.
Anche fare la strada verso la stazione, cercando di essere vicini, era parte della loro mattina. Avevano poco tempo da passare insieme, e desideravano soltanto trascorrerne il più possibile uno accanto all’altro. Prima di separarsi, per poi incontrarsi nuovamente su quella metro per tornare a casa.

« Passa una buona giornata, Kuroko. »
« Anche tu, Ogiwara-kun. Buon lavoro. »