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Autore: Tryskell    07/11/2014    1 recensioni
Ancora una volta, lui. Tutto girava intorno a lui: ogni cosa, ogni suo pensiero.
“No! Assolutamente così non va, Molly Hooper!! Devi smetterla di pensare a lui.”
Cercava di autoconvincersi. Quella mattina Sherlock non doveva assolutamente offuscare i suoi piani: quella era la SUA mattina libera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Hooper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ne è proprio sicura? Sono così belli….”
Molly si guardò nello specchio. “Sì. Tagli”
La donna in piedi dietro lei cominciò, allora, a lavorare con le forbici.
La ragazza non sapeva bene come arrivò a prendere quella decisione, ma voleva cambiare, sentirsi diversa…sentirsi più bella.

Quella  mattina aveva chiesto un permesso dal lavoro, così decise di uscire per una passeggiata al parco, giusto un giretto per godersi appieno i primi raggi di un pallido sole primaverile che cominciava a farsi strada tra le cupe atmosfere londinesi.
“Prima” si disse alzandosi da letto “arriverò a piedi fino ad Hyde Park, poi mi riposerò un po’; un panino al volo e via! Taxi fino al Bart's”.
Così, compiaciuta per l’insolita decisione presa (non era sua abitudine dedicare del tempo a se stessa), uscì e si incamminò lungo la via, lasciando che un soffio di vento le scompigliasse i capelli.
“Ah, non avrei dovuto lasciarli così sciolti! Arriverò al parco e al lavoro, completamente spettinata!”
Si specchiò nel negozio di una vetrina, inorridendo per lo stato in cui versava la sua folta chioma. Sospirò, come sconfitta da un nemico troppo potente: il suo aspetto, che non le piaceva per niente.
“….ecco, come rovinare una giornata che poteva essere la migliore degli ultimi anni. Se dovessi arrivare al Barth’s in queste condizioni, chissà cosa penserà…”
Il flusso dei suoi pensieri si interruppe, come se si ridestasse da un breve momento di trance.
“uff… Non so nemmeno se oggi lo vedrò…”
Ancora una volta, lui. Tutto girava intorno a lui: ogni cosa, ogni suo pensiero.
“No! Assolutamente così non va, Molly Hooper!! Devi smetterla di pensare a lui.”
Cercò di autoconvincersi: quella mattina Sherlock non doveva assolutamente offuscare i suoi piani; quella era la SUA mattina libera.
Si sistemò con le mani e in modo approssimativo i capelli, per poi incamminarsi di nuovo.
“Certo che però, cambiare un po’…. Lo farei per me, naturalmente! Certo! Solo un piccolo cambiamento che farebbe bene al mio spirito. Ecco si’… una piega, magari una spuntatina, ma giusto appena appena… non se ne accorgerà nemmeno!”
Questa volta non si accorse che, come al solito, lui, il grande detective, era entrato abusivamente nei suoi pensieri.
Arrivata all’entrata principale del parco vide un salone di parrucchieri dall’altro lato della strada e pensando che fosse un segno del destino entrò, decisa a farsi fare una bella e nuova acconciatura. E magari quella spuntatina.
“Tagli fino al collo, ma non più sù, giusto una sistematina per togliere le punte più sfibrate”.
“Veramente, signorina, se taglio fino al collo, sarà un taglio drastico… come minimo saranno 20 cm di capelli in meno….”
Molly si incupì, si guardò nello specchio, fissò il suo sguardo ai capelli ma ormai aveva deciso: quella spuntatina poteva aspettare.
Oggi, per la SUA mattinata libera, aveva deciso di cambiare radicalmente.
Oggi sarebbe nata una nuova Molly Hooper: libera da capelli sempre difficili da ordinare, libera di godersi appieno qualche ora di riposo, libera di pensare a se stessa. Libera dal pensiero fisso di Sherlock Holmes.
“Sì, tagli pure”
*
La scopa stava ormai raggruppando tutte le ciocche cadute.
“Sa una cosa? Questo taglio le dona moltissimo”
“Sì, penso anche io”.
Ed era davvero così. Un taglio corto sulla nuca, appena sopra la linea delle spalle, i capelli scalati ai lati e leggermente più lunghi in avanti. Un taglio che risaltava la forma del suo viso, donandole una luce diversa. Si’, ora si sentiva bella davvero.
“All’inizio ero un po’ preoccupata ma devo dire che ha fatto bene a tagliarli, sono un incanto. Il suo fidanzato non potrà che esserne felice” la parrucchiera le strizzò l’occhio.
“Veramente…ecco… io.. non ho il fidanzato…” disse con un certo imbarazzo, perché temeva che, anche se impossibile, si materializzasse l’immagine che la sua mente aveva automaticamente creato alla parola fidanzato.
La donna sorrise.
“Non per molto ancora, mia cara… e io sono una che ci prende, sa? Oggi, sicuramente, lo troverà! Creda a me”.
Molly sorrise per la gentilezza che la donna mise in quelle parole, come a volerla consolare. Sapeva bene che queste erano frasi fatte, ma le faceva piacere sentirsele dire.
Uscì dal salone, dopo che la parrucchiera insistette per donarle un nuovo tipo di rossetto e dopo averle steso un leggero velo di fard, e si incamminò per il parco.
*
Il sole cominciava a scaldare l’aria e Molly tolse il giacchino mettendoselo in vita, come faceva ai tempi dell’università. Il parco ormai era pieno di gente.
Dopo aver camminato per un po’ lungo i sentieri all’interno dell’area verde, si sedette su una panchina, e cominciò a mangiare un panino acquistato poco prima in uno dei tanti bar dell’area.
“Uff.. il mio tempo sta per scadere, vorrei prendermela con più calma, ma….. “
Guardò l’orologio: la sua mattinata di libertà sarebbe finita dopo esattamente un’ora e trenta.
“Meglio che mi sbrighi” e addentò il suo sandwich.
“Se mangi così in fretta poi non digerisci bene e ti viene mal di pancia, almeno così dice la mia mamma”
Molly si girò di scatto. Non sapeva né quando, né come, né perché,  ma un bambino si era seduto di fianco a lei sulla panchina e la guardava con curiosità.
“E tu chi sei? Come mai sei solo? Ti sei perso?”
Il bimbo con occhi sempre più curiosi, le fece una domanda del tutto inaspettata
“Perché sei triste?”
“Cos… io non sono triste!” e sorrise.
Il bimbo non volle mollare la presa.
“Prima hai sbuffato, poi hai dato un morso arrabbiata al tuo panino, ma solo dopo aver guardato l’orologio. Vuol dire che sei triste perché devi andare a scuola e non hai più tempo per mangiare, vero?”
Molly, incredula, rabbrividì. Quel bambino le ricordava terribilmente qualcuno che lei conosceva fin troppo bene. Certo, essendo un bambino le sue ipotetiche deduzioni erano semplici e ingenue, ma… terribilmente precise.
“Beh, ho smesso da un po’ di andare a scuola ma.. in un certo senso, sì, sono triste anche per quello! Tu … quanti anni hai? E soprattutto dov’è la tua mamma?”
“Ho 8 anni, la mamma sta parlando alla caffetteria laggiù con le amiche e poi hai detto che sei triste ANCHE per quello, quindi vuol dire che c’è qualcos’altro. Secondo me stai bene con i capelli corti. Però anche a me non piace andare dal barbiere, è noioso, così quando la mamma mi ci porta poi mi porta qui a passeggiare e a prendere un gelato”
Molly non sapeva se essere divertita o spaventata.
“E’ una candid camera, non può davvero esistere un bambino così. Un ALTRO bambino così, per lo meno” pensò tra se e sé.
“Va bene, mi arrendo! Sono un po’, ma solo un pochino, triste, perché i capelli lunghi mi piacevano ma adesso tu mi dici come…”
“Come lo so? Facile: hai il profumo che si sente dalle parrucchiere dove va la mamma” (Molly in effetti si accorse di profumare ancora di lacca)
“E poi hai qualche capello tagliato sulle spalle, quindi vuol dire che prima erano lunghi. Mentre cammini, e poi mentre parli, ti tocchi spesso il collo: come se volessi ancora spostare i capelli di lato, quindi il taglio è recente, perché non ti sei ancora abituata a non averli sulle spalle”.
Era decisamente spaventoso. Molly rabbrividì e  si sentì parte di un tremendo scherzo del destino: proprio mentre cercava di non pensare all’ossessione della sua vita, gli era capitato  un mini detective (con del talento, ammise) pronto ad assillare la sua ultima ora di pausa.
Sospirò. “La storia della mia vita…”
“David! Ti ho detto mille volte di non allontanarti!! Santo cielo, tu e le tue manie di partire  per non so quali avventure! E soprattutto ti ho sempre detto di non infastidire le persone!” La donna prese il bimbo per mano e si profuse in mille scuse verso Molly
“Mi scusi signorina, è una vera peste! Gli ho detto tante volte di non scocciare le persone con le sue manie di investigatore. Non so cosa si è messo in testa, ogni volta è sempre la stessa storia”
“No, no signora, non si preoccupi, anzi… devo dire che è un bambino molto sveglio e in gamba! Potrebbe diventare davvero un ottimo poliziotto da grande!”
“Io non voglio diventare un poliziotto! Io da grande farò il detective! E diventerò come Sherlock Holmes!”
A quelle parole per poco Molly non si strozzò con la sua bibita.
“E’ uno scherzo vero? Conosci Sherlock Holmes?”
“Lo conoscono tutti, non leggi i giornali? E’ il mio preferito e io da grande diventerò come lui! “
Poi, con estrema innocenza il bimbo l’abbracciò “Non essere triste, quando sarò grande come Sherlock Holmes ti faccio lavorare con me e andremo a vivere nella stessa casa, così prenderemo tutti i cattivi insieme, come Sherlock e il suo aiutante! ”
Si allontanò con la madre, che continuava a rimproverarlo per l’estrema ed estenuante maleducazione.
Molly non potè fare altro che mettersi a ridere a quella improvvisata “promessa”,  divertita dalla semplicità e in un certo senso ingenuità del bimbo, e si avviò  verso l’uscita del parco.
Attraversò la strada, chiamò un taxi e si voltò in direzione della vetrina del salone dove era stata qualche ora prima, distante solo pochi passi.
La parrucchiera la vide, si affacciò e le disse: “Allora, signorina, ha già trovato il fidanzato?”
Molly ci pensò su, poi rispose:  “Beh, in un certo senso…”
Sorrise e salì sul taxi.


**

Note:
avevo pubblicato questa piccola storia qualche tempo fa, ma poi l'ho cancellata perchè volevo sistemarla un po'.
Non ho ritoccato molto, e in realtà non credo nemmeno sia un granchè, però volevo condividerla :)
Grazie per ogni critica (anche negativa, purchè costruttiva) ^_^
   
 
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