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Autore: FairySweet    07/11/2014    0 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                Lei è Luce




 “Come ti senti?” sorrise appena senza muoversi, se ne restava così, sdraiata su quel divanetto all'ombra di una grande quercia ad osservare i giochi dei suoi figli mentre un uomo preoccupato le parlava, cercava in lei qualcosa che assomigliasse alla sicurezza o alla passione o a qualsiasi altro sentimento purché parlasse.
“Anna?” “Devi smetterla di preoccuparti così Gregorio” gli sfiorò una mano tirandolo leggermente in avanti “Sto bene, sono …” “Una bugiarda” mormorò inginocchiandosi nell'erba fresca, il viso così vicino al suo da poterlo quasi sfiorare e gli occhi persi in lei “Sei una bugiarda sposa mia” “Oh ti prego” “Ti nascondi dietro a sorrisi che non ho mai visto, ti stanchi quando passeggi in mezzo alle rose amore mio e tu ami da morire i fiori ma quante volte ti ho visto immobile sulla scala? Quante volte hai riflettuto sulla fatica di quei gradini che ti tolgono il fiato ogni giorno un po' di più! Pensi che non me ne accorga? Pensi che …” “Penso …” inizò divertita “ … penso che sia solo un periodo, penso che la stanchezza che provo sia solo passeggera. Penso che mio marito mi ami a tal punto da vedere il male in ogni cosa. Se qualcosa non va amore mio saresti il primo a saperlo ma ti prego, ti prego non smettere di essere l'uomo meraviglioso che sei sempre perché non posso preoccuparmi per te, non ora” un debole sorriso, un bacio delicato sulle labbra e tra le dita i suoi capelli così dannatamente belli e profumati da incatenarlo a lei ogni secondo di più “Perché sei ancora qui? Tuo padre sarà in ansia per te” ma l'indecisione sul volto di suo marito la costrinse ad alzarsi leggermente dal divano “Gregorio? Cosa …” “Il medico  pensa che non ci sia molto più da fare per lui” “Stava bene la volta scorsa e … tuo padre è l'uomo più forte che io abbia mai conosciuto. Si riprenderà anche questa volta” “Il cuore si indebolisce sempre di più” si alzò in piedi di colpo trattenendo il fiato “Ehi, no, dove credi di andare?” “Da tuo padre” “Sei impazzita? Anna non puoi … sei appena tornata da un viaggio, dovresti riposare e non correre ovunque” “Tuo padre merita un viaggio ancora” esclamò decisa piantando gli occhi nei suoi “Maria” la serva al suo fianco fece un leggerissimo inchino avvicinandosi a lei “Quando i bambini avranno finito i loro giochi portali dentro, servi loro la cena e mettili a letto, dì loro che la mamma tornerà domani mattina perché è andata a trovare il nonno e che presto, molto presto li porterò con me” “Come desiderate signora” “Andiamo?” esclamò voltandosi verso il marito. La stanchezza era sparita di colpo dal suo viso, non c'era più quel dolore a velarle gli occhi, niente paura, niente sonno troppo a lungo represso.
Era sorridente e fresca come quelle rose che tanto amava e senza aggiungere più una parola corse via da lui costringendolo a seguirla lungo il viale alberato come una farfalla insegue il profumo dei suoi fiori preferiti, perché quel fiore che tanto amava stava combattendo contro qualcosa che non poteva cambiare.


Le era sempre piaciuta quella tenuta, grande e luminosa, con bellissimi giardini fioriti e alberi secolari che brillavano di un verde quasi accecante.
Ricordava la prima volta che oltrepassò quei cancelli, la meraviglia che riempì i suoi occhi e poi l'amore di un uomo che l'aveva accolta come una figlia e che vedeva in lei tutto quello che per anni aveva sperato al fianco di Gregorio.
Tutto era luminoso in quella casa, perfino l'espressione sul volto della servitù sembrava irreale, qualsi scolpita, come se un'artista si fosse divertito a colorarvi sorrisi e dolcezza.
"Bentornata duchessa, il duca vi sta aspettando con ansia" mormorò il paggio aprendo dolcemente la porta.
L'ampia sala era profmata  e pultia, piena di librerie e di dipinti e sulla poltrona accanto alla finestra se ne stava un uomo dall'aria concentrata.
Gli occhi scorrevano veloci le pagine di un libro dalla copertina d'argento ma bastò il rumore della porta per scatenare in lui un enorme sorriso “Eccola qui la mia meravigliosa bambina” “Non alzatevi” sussurrò correndogli icontro “Vi prego, restate seduto, avete bisogno di riposare” “Non sono l'unico non è così?” Gregorio alle sue spalle ridacchiò appena “Figlio mio, questa tua visita è un piacere infinito” “Lo è molto di più per me padre” “Come state? Come vi sentite?” l'uomo borbottò qualcosa sfiorandole il viso, era alto, dal fisico robusto ed elegante.
Aveva gli stessi occhi di suo figlio, la stessa espressione seria e scontrosa ma c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa che fino ad ora non aveva mai visto “Scusate per l'interruzione” gli sguardi si inchiodarono al viso del servo che era entrato nella stanza con una lettera tra le mani “Il prefetto chiede di essere accolto alla presenza della signoria vostra” “Non se ne parla nemmeno” esclamò Gregorio “Non ti ho insegnato l'educazione?” “Padre voi avete bisogno di riposare e non ammetto che futili chiacchiere vi rovinino questo bel pomeriggio. Parlerò io con il prefetto” “Servirebbe a qualcosa il mio rifiuto?” “Credete sia mai servito?” ribatté divertito “E poi, vi lascio con la mia bellissima sposa. Forse voi riuscirete a farle cambiare idea sul riposo” l'uomo socchiuse gli occhi voltandosi verso di lei “Oh … sono solo sciocche preoccupazioni di vostro figlio” ma quel figlio non era più nella stanza con loro.
Come un uragano in piena potenza era corso fuori di lì deciso a prendersela con chiunque, con il mondo intero per aver interrotto così quell'attimo di pace “Mio figlio si preoccupa sempre troppo di cose che invece non hanno alcun valore ma per te...” studiò qualche secondo il viso della ragazza sospirando “ … per te Anna lui ucciderebbe, per te scenderebbe all'inferno, per te rinuncerebbe alla sua vita, a tutto quello che fino ad ora conosce. Tu sei stata la sua salvezza bambina, l'hai salvato da qualcosa che non riusciva a controllare. Perdere sua madre così presto è stato un dolore troppo grande per lui, per sua sorella. È cresciuto in fretta, ha rinunciato alla spensieratezza della vita per concentrarsi sugli affari” “Non voglio che si preoccupi per me” sussurrò sedendo accanto all'uomo "Non voglio vederlo così, non mi piace e non amo quella costante paura che gli invade lo sguardo" sorrise stringendo la mano alla sua “Non mi piace vederlo così …” “Non puoi cambiarlo Anna. Mio figlio è un uomo meraviglioso. Ho sempre visto in lui solo un tesoro prezioso, fin da quando era bambino sapevo che sarebbe stato un degno erede della nostra famiglia. È intelligente e pieno di ideali e se mi è permesso dirlo anche piuttosto bello” le fece l'occhiolino scatenando un sorriso delicato “Ma se da un lato ero così orgoglioso di questo figlio dall'altro ero preoccupato perché sapevo bene che il mondo che aveva scelto non era abbastanza grande per l'amore, non per quello vero e pieno che colora ogni cosa della vita e poi …” le sfiorò il viso sorridendo “ … poi ha incontrato te. Ha scoperto l'amore Anna, tu gli hai dato un motivo per ricominciare a vivere. Gli hai regalato un mondo colorato che fino ad ora aveva rinchiuso a chiave nei cassetti della memoria. L'hai reso padre e questo è qualcosa di immenso. Si preoccuperà sempre per te, anche se la stanchezza che vede in te è solo una semplice infreddatura o se ti graffi con le spine di una rosa lui si preoccuperà per te. Non puoi cambiarlo bambina mia, non puoi chiedergli una cosa del genere perché sarebbe un sacrificio enorme e lui non è pronto a questo” “Lo so” mormorò abbassando qualche secondo lo sguardo “E allora cosa c'è che non va?” “Avete mai l'impressione che il mondo vada troppo veloce per voi?” “Ogni giorno” rispose divertito “Ma io ormai sono vecchio, il mondo è cambiato, diverso da quello che conoscevo e troppo veloce in ogni cosa ma per te …” le sollevò il viso studiandone l'espressione a metà tra la malinconia e la stanchezza “ … per te non dovrebbe essere così. Sei sempre stata tu ad essere troppo veloce per il mondo” “E se il mio mondo fosse cambiato come il vostro?” “Per quanto ancora hai intenzione di nascondergli le cose?” “Non voglio vederlo piangere” “Non piangerà Anna, Gregorio ha scordato cosa sono le lacrime” “Quel prefetto è un'idiota!” sbottò irritato Gregorio irrompendo nella stanza “Come può presentarsi qui così?” “Si è seduto sulla tua poltrona preferita?” domandò confuso “No” “Davvero?” “No!” Anna sorrise scuotendo leggermente la testa “Poltrona preferita a parte, quando avevate intenzione di dirmi che avete redatto un testamento?” “Ho bisogno del tuo permesso per farlo? Mi ero scordato di questa regola. Vorrà dire che domani mattina cercherò nelle cronache di giustizia un modo per evadere a questa costrizione” “Non siete divertente! Mi ha chiesto di firmare al posto vostro!” “Cosa ti aspettavi? Che ti chiedesse di pregare per me?” “Ancora padre?” “Oh andiamo” mormorò Anna alzandosi dal divanetto “Non è niente di grave, solo la vidimazione di un atto giuridico tutto qui” “Quando fate idiozie del genere voglio saperlo padre!” “Non essere sciocco” borbottò alzandosi, la mano stretta al braccio della giovane e gli occhi carichi di allegria “Per tua fortuna, non ho intenzione di raggiungere nostro signore nei cieli per un bel po'” e poi, voltandosi verso la giovane esclamò “Dove sono i miei nipotini?” “Stavano giocando in giardino e …” “Il gioco è importante, li preparerà al grande gioco che è la vita ma la prossima volta che non li porti con te ti uccido figlio mio” Gregorio sbuffò appena passeggiando nervosamente avanti e indietro per la stanza “Venite ora, andiamo a bere qualcosa di fresco in giardino” che senso aveva protestare? Li seguì fuori dalla stanza senza più aggiungere una parola perché costringere il cervello a ragionamenti troppo complicati poteva solo creare maggiore confusione.
Suo padre era innamorato di Anna, era la sua bambina, la sua piccola e meravigliosa bambina adottata, accolta con amore nella propria casa quasi come se in realtà fosse sua figlia carnale,  figlia della vita, figlia regalata per caso.
Anna era stata un regalo, un regalo immenso, pieno di luce e d'amore, Anna era il suo regalo che di colpo aveva illuminato la vita di suo padre, Anna era luce.
  
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