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Autore: _Rouge    07/11/2014    2 recensioni
Tratto dal testo: - "Maledetto!" ripeté ancora il baldo giovane con rabbia, agitando minaccioso il pugno sotto il suo naso e non esitando a colpirlo nuovamente, quando il coetaneo aprì la bocca per esprimere l'ennesima, Buggy ne era certo, sciocca considerazione, "Perchè devo essere proprio io a chiedere al Professor D. Roger di spostare per la terza volta il test di psicologia?!".
"Perchè non riusciresti a studiare le centoventi pagine che ti mancano per terminare la prima parte del programma: ti ricordo che la verifica è tra due giorni, Buggy-chan~" -
[ShanksBuggy] [University AU!]
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bagy il clown, Shanks il rosso
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Biblioteche rumorose e divieti di entrata.

"Maledetto!"

La bibliotecaria inarcò per l'ennesima volta un sopracciglio e fissò da sopra gli occhiali dalle lenti spesse come fondi di bottiglia il chiassoso duo, seduto alle postazioni per lo studio, di quelli completi di lampada accecante e un esiguo piano di lavoro da ricoprire di matite sbeccate e quaderni scarabocchiati; la donna, i capelli mori leggermente sfibrati da una dose massiccia di lacca e un vistoso neo sotto il labbro inferiore imbrattato di rossetto color mattone, si portò un dito rachitico davanti alla bocca, pronunciando un lungo sibilo in direzione del fastidioso ridacchiare e delle bestemmie masticate a fatica.

Il ragazzo appollaiato comodamente sullo sgabello davanti agli scaffali ricolmi di libri sulle scienze umane indirizzò lo sguardo vivace e giovanile al suo, scoprendo le gengive in un sorriso cordiale ed ammiccando con un cenno della testa all'amico: "Lo perdoni, ma a quanto pare è nel suo periodo del mese." trillò con voce squillante, per poi lasciarsi andare ad una fragorosa risata, cosa che ne l'arzilla vecchietta, tornata alle scartoffie sparpagliate sulla scrivania con un'ultima ed eloquente occhiataccia alla coppia rumorosa, ne il compagno di avventure del suddetto giovanotto gradirono. Un pesante tomo sulle origini della filosofia percorse infatti la breve distanza tra la libreria e la sua testa rossa in mezzo secondo.

"Maledetto!" ripeté ancora il baldo giovane con rabbia, agitando minaccioso il pugno sotto il suo naso e non esitando a colpirlo nuovamente, quando il coetaneo aprì la bocca per esprimere l'ennesima, Buggy ne era certo, sciocca considerazione, "Perchè devo essere proprio io a chiedere al Professor D. Roger di spostare per la terza volta il test di psicologia?!".

"Perchè non riusciresti a studiare le centoventi pagine che ti mancano per terminare la prima parte del programma: ti ricordo che la verifica è tra due giorni, Buggy-chan~" rispose Shanks con disumana naturalezza, appoggiando un gomito al ginocchio ed affondando poi il mento nel palmo aperto della mano, e non poté che gongolare visibilmente quando colse un rossore sospetto imporporare di stizza e vergogna le guance dell'altro.

"S-Smettila di chiamarmi così, stronzo." sputò con i nervi a fior di pelle, agguantando un secondo tomo dalla parete e lasciandosi cadere di peso sulla sedia scricchiolante di plastica, che provocò una fastidiosa strisciata sul pavimento e fece rizzare nuovamente le orecchie alla perfida vecchina, la quale emerse repentina la cofana cotonata dal mucchio di carte per lanciare un altro dei suoi sguardi inceneritori -a cui il ragazzo dalla coda azzurra rispose con un dito medio e un sorriso sprezzante, non appena "quel reperto archeologico vivente" –sue testuali parole- si fu voltato a riprendere le noiose mansioni.

Il rosso ridacchiò, questa volta in maniera più composta, e dondolò le gambe dalla seduta imbottita, tornando allegramente al principale argomento della discussione: un eroico sacrificio per salvare la classe dall'imminente compito in classe sulla meccanica della mente, ad opera del Professore dei Professori, ed una conseguente strage. "Daaai," mormorò Shanks in tono mellifluo, mentre si sporgeva  in direzione del secondo ragazzo e arricciava le labbra sottili in una espressione vagamente maliziosa e pericolosa, "Se lo fai, poi ti do un premio."

Questa volta fu il turno di Buggy di sollevare la capoccia blu dal blocco appunti annerito da continue cancellature e portare le antenne al più completo e sentito ascolto, la matita sospesa sopra il foglio e un ghigno che si faceva largo sul suo viso corrucciato precedentemente in una smorfia di ira ed abbattimento. "Oh, un premio?" insinuò lascivo lo studente, facendo aderire completamente la schiena alla fredda consistenza della plastica e ondeggiando la gamba destra, accavallata sulla gemella, "E di che genere di premio stiamo parlando?".

"Ormai hai imparato qualcosa sul mio conto, pagliaccetto, dovresti sapere in che modo mi piace ringraziarti della tua adorabile benevolenza e della tua indole cavalleresca" proferì allora l'altro sibillino, scendendo dal trespolo e avvicinandosi a lui, per alzare una mano verso il suo viso e prendere la guancia tra due dita, tirandola.

"Ho imparato che non posso imparare niente, rosso, sei troppo imprevedibile" e questa era per Buggy una delle poche certezze in un'età in cui si è vittime innocenti di un vortice di indecisioni e sospetti: pensava di saperne abbastanza sul suo conto, quando ha difeso strenuamente un imbranato e debole moccioso dalla ridicola capigliatura rosa confetto, minacciato dal bullo dell'istituto; credeva che ormai non avesse più segreti, eppure il vederlo consolare con particolare dolcezza una compagna di classe reduce da quelle che lui stesso definiva "sciocche relazioni amorose" l'aveva stupito; era certo di conoscerlo come le sue tasche, ma poi lui l’ha baciato, in bilico su un motorino, uno con quel maledetto cappello di paglia calato sul volto sorridente e l'altro con il casco sollevato sulla fronte, con Buggy che si spolmonava e lo rimproverava con sdegno per essere saltato giù dal motociclo senza aver prestato attenzione ad un'automobile sfrecciata troppo velocemente al loro fianco e il sapore improvviso delle labbra di Shanks sulle sue. Oh, sì, sapeva benissimo che quello era un tipetto impossibile da gestire.

Shanks sghignazzò divertito, evidentemente soddisfatto della risposta, e si limitò a poggiare con estrema, bambinesca innocenza un bacio sulla fronte del ragazzo, sorridendo genuino quando avvertì la mano di Buggy infilarsi fra i suoi capelli ed accarezzarli con una premura non quotidianamente sua.

"Beh, io vado, altrimenti perdo l'autobus!" esclamò all'improvviso il rosso, lasciando di stucco l'altro, che si dipinse in volto una miserevole espressione da cucciolo bastonato, e arraffando lo zaino stinto da un'insenatura nella parete scrostata, "Mi raccomando, ricordati di indossare un elmetto, domani. Preferirei che il pugno del professore non ti facesse diventare più scemo di quanto tu non sia già: non voglio un ragazzo con un ancora maggiore livello di demenza senile, quello che hai è abbastanza."

Il rosso fece appena in tempo a sparire dalla porta prima che una gomma lanciata a tutta velocità verso l'uscita lo colpisse, ma purtroppo Buggy
non fu altrettanto rapido: un portapenne schizzato dal banco della bibliotecaria lo colpì in mezzo alla fronte.
 

**
 

Seguire il consiglio di Shanks era stato vitale: il manrovescio dell’insegnante si era rivelato micidiale e, fortunatamente, Buggy si era premunito di indossare un caschetto giallo limone, arraffato da un cantiere aperto nei paraggi dell’Università. Non che fosse comunque riconoscente al compagno, ci mancherebbe altro -d’altronde lo aveva costretto a costituirsi ed accollarsi tutta la colpa, per quanto una promessa succulenta era stata fondamentale per decidere di lanciarsi nel braccio della Morte-, ma la precauzione caldamente suggerita gli aveva impedito un trauma cranico.

Purtroppo, complici la foga e la furia con le quali aveva abbandonato la biblioteca il pomeriggio precedente -non dopo aver giustamente riempito la borsa della perfida vecchina di viscidi vermi di gomma a mò di tremenda vendetta-, si era scordato il libro di chimica organica su una delle scaffalature, con una conseguente strigliata da parte della professoressa di scienze. Con due bernoccoli pulsanti in bella mostra sulla testa -il casco non aveva comunque impedito alla botta di generare sulla pelle un ematoma ben visibile-, era stato dunque costretto a fare un’esigua deviazione verso la biblioteca.

Quando però scese dallo scooter, non fece in tempo ad assicurare la ruota anteriore con il lucchetto, che notò con la coda dell’occhio un cartello bizzarro affisso sulla porta a vetri: era forse la sua faccia, quella coperta da un segnale di divieto di sosta? Buggy imprecò. Maledetta bibliotecaria.
  
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