Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: AliNicoKITE    07/11/2014    4 recensioni
{ Partecipante al contest "Fino alla Fine" indetto da SunlitDays sul forum di EFP }
Tutti sanno che fu una promessa fatta da ragazzo che salvò il mondo e l’anima di Luke Castellan. Ma nessuno sa che aveva sempre avuto un’altra promessa da rispettare.
‘’Vedere il carro dorato di uno spostato fissato con gli haiku correre nel cielo darebbe una parvenza di vita, qui dove la vita è l’unica cosa che manca. Il sole non è sorto, e io non sono vivo. (…)
Mi chiamavo Luke Castellan, e sono morto. La mia vita è stata una caduta, con un finale che ha lasciato l’amaro in bocca. (…) Dopo Talia, dopo l’infanzia che avevo vissuto, feci ciò che le Parche avevano predetto. E nonostante tutto ciò che ho da ricordare c’è una scena che brucia più delle altre nella mia mente. E’ un ricordo che parla di biscotti carbonizzati che cadono. ’’
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Castellan, May Castellan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick: AliNicoKITE (sul forum e sito)
Titolo: La caduta dei biscotti
Personaggio scelto: Luke Castellan
Pacchetto scelto:
La mia operazione di salvataggio finisce parecchio male. Utilizzato sia l’obbligo che il prompt.
Genere: Introspettivo,Malinconico,Angst
Rating: verde
Avvertimenti:
Conteggio parole:1111
Introduzione:

Tutti sanno che fu una promessa fatta da ragazzo che salvò il mondo e l’anima di Luke Castellan. Ma nessuno sa che aveva sempre avuto un’altra promessa da rispettare.
Vedere il carro dorato di uno spostato fissato con gli haiku correre nel cielo darebbe una parvenza di vita, qui dove la vita è l’unica cosa che manca. Il sole non è sorto, e io non sono  vivo. (…)
Mi chiamavo Luke Castellan, e sono morto. La mia vita è stata una caduta, con un finale che ha lasciato l’amaro in bocca. (…)      Dopo Talia, dopo l’infanzia che avevo vissuto,  feci ciò che le Parche avevano predetto. E nonostante tutto ciò che ho da ricordare c’è una scena che brucia più delle altre nella mia mente. E’ un ricordo che parla di biscotti carbonizzati che cadono. ’’
Note dell’Autore:  Quando ho scelto Luke sapevo che mi sarei andata a cacciare in un missing moments triste, e magari poco originale, ma era da tanto che l’inizio di questa storia giaceva inutilizzato nella mia mente quindi ecco qui...La ‘’caduta dei biscotti’’  del titolo rimanda al ricordo di un Luke ormai nell’Elisio ( che nella mia mente non è andato subito a rinascere,spero non sia OC) che gli dà la forza di dimenticare la sua vita e sperare di meritare l’Elisio una seconda volta magari in un modo migliore e più felice.  La fine che ho trattato è la fine dei rimorsi che Luke Castellan ha sicuramente provato al termine della sua (triste e desolata) vita. Ah,spero che la Taluke, appena accennata, non sia OC: da come Talia nella ‘maledizione del titano’ parla di Luke, dicendo di aver litigato con Zoe Nightshade per rimanere con lui, mi sono permessa di dare per IC la bellissima coppia che costituiscono.  Hope you’ll like it J
La caduta dei biscotti
Mi piacerebbe dire che il sole sta sorgendo, ma non è così. Osservare l’alba mi ricorderebbe la presenza di un cielo dove perdersi con lo sguardo, le stagioni, il sentire la pelle bruciata dal sole o sferzata dal vento.
Vedere il carro dorato di uno spostato  fissato con gli haiku correre nel cielo darebbe una parvenza di vita, qui dove la vita è l’unica cosa che manca.
Il sole non è sorto, e io non sono  vivo. Attorno a me, la anime dell’Elisio ricominciano il loro paradiso quotidiano, alcuni felici, per quanto possano esserlo da morti, e altri meno.
Impiego poco tempo a ricordare chi sono stato: non sono ancora riuscito a lasciarmi tutto alle spalle, così da dimenticare tutto e vivere una nuova vita come ho promesso ad Annabeth.
Mi chiamavo Luke Castellan, e sono morto. La mia vita è stata una caduta, con un finale che ha lasciato l’amaro in bocca. Perché nonostante abbia meritato l’Elisio, nonostante, chi più chi meno, quasi tutti mi abbiano perdonato, la mia vita è stata maledetta, destinata a completarsi in modo tragico come era cominciata. Avevo sempre visto attorno a me, fin da quando ero tra le braccia di mio padre avvolto in una copertina azzurra, il dolore e lo spezzarsi irrimediabilmente delle vite a cui ero legato.
Ero avvolto in una copertina azzurra quando, senza saperlo, persi per sempre ciò che May Castellan era stata. Io e mio padre la vedemmo scomparire per sempre una volta varcata la soglia della Casa Grande. Di lei, dopo, della ragazza con la Vista bella e dolce che aveva attirato Ermes in persona, rimase solo un guscio vuoto. 
Avevo i vestiti strappati e logori in più punti quando persi l’unico amore della mia vita. Talia Grace, figlia di Zeus, occhi blu elettrico, capelli corvini e una tempra d’acciaio che amava mostrare  al mondo,a tutti tranne che a me.  Si sacrificò guardandomi dritto negli occhi e dicendomi di scappare con Annabeth e Grover.
Ai mostri ci penso io, voi andate.
Dopo Talia, dopo l’infanzia che avevo vissuto,  feci ciò che le Parche avevano predetto. E nonostante tutto ciò che ho da ricordare c’è una scena che brucia più delle altre nella mia mente.
E’ un ricordo che parla di biscotti carbonizzati che cadono.
La caduta dei biscotti
Quando ero bambino, nel Conneticut, in quella casa piena di peluche di mostri mitologici e statue di Ermes, avevo imparato ad amare le abitudini. Per ogni cosa che succedeva avevo una lista,breve perché così me la ricordavo, di cose da fare.
Se i miei compagni di scuola mi chiedevano che fine aveva fatto mio padre avevo due punti da seguire, elaborati quando avevo otto anni: 1-contare fino a dieci per mantenere la calma. Erano solo degli stupidi.           2- dire: ‘’mio padre è morto’’ prima di correre via.
La cosa peggiore era quando arrivavo a casa, quando dicevo ‘’mamma, sono arrivato’’. Lì  le abitudini dovevano essere rispettate alla lettera, perché dopo che la avevo vista urlare per sette anni gli incubi non accennavano a diminuire,soprattutto se la ascoltavo quando i suoi occhi diventavano verdi.
Incominciava tutto se ponevo la domanda sbagliata o dicevo qualcosa che sarebbe dovuto rimanere nella mia mente. Oppure succedeva senza preavviso o motivo, e lì sentivo accartocciarsi il mio cuore come carta stagnola. Si irrigidiva e smetteva di parlare o muoversi. E le abitudini dovevano essere rispettate. Dovevo alzarmi e non guardarla negli occhi. Dovevo tapparmi le orecchie con le mani fino ad attutire ogni rumore. Dovevo correre fino alla mia stanza e rifugiarmi nell’armadio. Dovevo sentire l’odore della stoffa e dello stantio dei panini che nascondevo lì mentre la tempesta infuriava. Unico divieto: non dovevo piangere.
Quel giorno sembrava dover andare contro le abitudini, stava andando tutto bene. Mamma era tranquilla e i panini del pranzo migliori del solito. A scuola i miei compagni erano stati zitti quando ero passato loro davanti, e a me era andata benissimo così. Avevo nove anni.
Stavo per fare merenda con i soliti biscotti neri quando le parole mi erano uscite di bocca.
-Cos’è il destino terribile che mi attende? C’entra con mio padre?
Ero stato pronto a iniziare a correre quando mia madre aveva fatto l’ultima cosa che mi sarei aspettato: aveva fatto cadere i biscotti. Non era mai successo, al massimo ammuffivano sul lavello della cucina. Il suono del metallo della teglia era stato più eclatante di una esplosione per me,  che avevo la mente rivolta alla familiare accoglienza dei vestiti nell’armadio. Le gocce di cioccolato risaltarono sul pavimento mentre i biscotti si rompevano a terra.
May Castellan mi aveva inchiodato a terra con il suo sguardo azzurro come il mio. I suoi occhi non erano verdi, realizzai sollevato. Ma piangeva. Le lacrime scendevano silenziose e non accennavano a diminuire.
-Mi …dispiace tanto Luke.Tu sei il mio bambino. Non sarebbe dovuta andare così.
Ero rimasto bloccato. Avevo paura, un panico sottile che mi ancorava al pavimento. Mia madre sembrava normale, umana. Sembrava sapere veramente ciò che diceva: sembrava, sopra a tutto, veramente sapere cosa mi attendeva .Volevo andare via,realizzai, in quel momento più che mai. Volevo smettere di ignorare l’attaccamento di mia madre per la statuetta del dio Ermes, il suo parlare dei miei occhi azzurri e del mio ‘’essere bello come lui’’, volevo smettere di trovare un approdo sicuro solo in camera mia cercando di non piangere. Ero sul punto di rottura.
Mia mamma continuava a parlare a bassa voce, quasi delirando. Chiedeva aiuto ad Ermes. Diceva ‘’come posso dirgli che sei sempre stato qui ?’’.
Le parole acquisirono senso solo alcuni giorni più tardi,quando feci combaciare i pezzi e decisi di lasciare mia madre al suo destino. Mi avrebbe aspettato ad ogni pranzo come avevo detto, ne ero certo: non avrebbe mai capito non era più una casa dove tornare volentieri. Avevo giurato a me stesso di non mettervi più piede. Probabilmente, le promesse infrante erano il mio tallone d’Achille. Anzi, sicuramente.
Quando le lacrime nel volto di mia madre si arrestarono il suo sguardo sembrò di nuovo lucido: non la rividi mai più con quella antica luce negli occhi.
-Mi prometti di essere forte Luke? Mi prometti di non rimpiangere nulla?
Non risposi mai.
Sentivo ancora l’eco della teglia dei biscotti che cadeva.
Mi chiamavo Luke Castellan, e sono morto. Ma non per questo non devo rispettare un’altra promessa.
Non devo avere rimpianti.
Sì mamma, te lo prometto.
Non l’ho più rivista con quella luce negli occhi ma so che in quel momento vidi la mia prima famiglia, una famiglia umana. Una famiglia composta da una donna che aveva sofferto la visione dell’oracolo così tanto proprio perché mi amava. Mi ama ancora.
Sì mamma,te lo prometto. I rimpianti sono finiti.
Le acque del fiume Lete si infrangono a riva: mi stanno già aspettando.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AliNicoKITE