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Autore: Adeia Di Elferas    07/11/2014    4 recensioni
Brienne, mentre è in viaggio con Podrick, ricorda una conversazione avuta con Jaime durante il loro periodo di prigionia.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Podrick Payne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nei Sette Regni e al di là del Mare'
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 “Te lo ricordi l'ultimo inverno?” le aveva chiesto Jaime, gli occhi chiusi e la voce torbida. Brienne non aveva fatto in tempo a rispondere, che lui aveva ricominciato a parlare: “Io sì. Ero un bambino. Mio fratello Tyrion è nato in inverno.”
 Il corpo di Jaime scottava per la febbre e Brienne cominciava a trovare fastidioso tutto quel calore. Non quanto la mano che penzolava appesa al collo dell'uomo. Il tanfo era ormai insopportabile, ma Brienne non poteva fare altro che stringere i denti e non pensarci.
 “Non è una cosa poi così brutta, sai, l'inverno...” continuava a farneticare Jaime, un po' addormentato un po' preda dello sproloquio: “Forse hanno ragione gli Stark e i loro metalupi. L'inverno sta arrivando... Non dovrebbe essere una frase da mettere paura, ma qualcosa di bello...”
 Brienne sussurrò: “Non stai bene, cerca di dormire.” In tutta risposta, Jaime sorrise, tra lo sporco e il dolore e trovò la forza di commentare: “Vuoi solo farmi tacere...”

 “Podrick...” chiamò Brienne, mentre controllava la sella del cavallo. “Sì, milady... ser...” disse subito il ragazzo, con la sua solita confusione.
 Brienne ormai non faceva più molto caso a questa carenza di Podrick, anche se non era esattamente una cosa piacevole.
 “Dobbiamo muoverci. Voglio cavalcare ancora un paio d'ore, prima che sia buio.” annunciò la donna, rimontando in sella.
 Si erano fermati per far riposare gli animali, che si erano dimostrati insofferenti per tutto il giorno, ma non potevano sprecare ancora delle ore di luce. Ogni momento di attesa fermi in un posto, allungava la distanza tra loro e la giovane Stark.
 “Sì, milady, ser.” annuì subito Podrick, preparandosi a partire.
 Arrivarono sulla strada in un momento e Brienne fu felice di non vedere nessuno all'orizzonte. Avrebbe dovuto chiedere a qualcuno maggiori informazioni, indagare, ma non aveva voglia di parlare con nessuno.
 Il vento autunnale scompigliava la criniera del cavallo. Faceva sempre più freddo... Solo i maestri della Cittadella potevano dire se si era già in inverno o meno. Per quel che poteva capirne Brienne, era già inverno eccome.
 “Milady, ser...” fece Podrick, affiancandosi alla donna. “Dimmi Podrick.” concesse lei, benché non avesse desiderio di chiacchierare. “Questo sarà già l'inverno?” chiese il giovane, con una sorta di pallida ingenuità.
 Brienne scrollò le spalle: “Non lo so dire, Podrick. A noi adesso interessa solo la nostra missione. Inverno o estate, per noi non fa differenza.” “Giusto, milady. Ser.” annuì Podrick, con convinzione.
 Già, era davvero quello l'inverno? Forse non ancora...

 “In inverno nevica.” diceva Jaime, ormai ignorato anche dai loro carcerieri, che lo lasciavano parlare a vuoto.
 “Ma non sono... Non sono le nevicate estive...” tossicchiò: “Che ci possono essere a Grande Inverno. Sono nevicate vere...” ridacchiò, con schiocchi secchi e un'espressione sofferente negli occhi: “Cersei odiava la neve. Scommetto che la odia ancora.”
 Brienne non diceva nulla e lo osservava. Era smagrito, il volto scavato e non sembrava più l'uomo che aveva tenuto sotto scacco i migliori spadaccini dei Sette Regni. Era solo un uomo senza una mano, ridotto ad uno sraccio, senza nemmeno la forza di provare a ribellarsi.
 Eppure aveva ancora in sé quella fierezza tipica dei leoni, quella capacità di incurvare appena le labbra, pur se pieno di dolore e privo di speranza...
 “Allora, donzella, non mi hai ancora risposto: te lo ricordi, l'ultimo inverno?” “Mi chiamo Brienne.” aveva allora detto lei, stancamente. “E intanto non mi rispondi...”

 “Ecco, qui va bene.” sentenziò Brienne, smontando da cavallo. Ormai c'era buio e non era prudente continuare.
 Non c'era nessuno nei paraggi ed era il momento di mettere qualcosa sotto i denti e fare il punto della situazione.
 “Farà freddo questa notte, milady. Ser.” fece Podrick, legando i cavalli al troco più vicino. “Sì, Podrick, farà freddo.” concordò Brienne: “Ma se siamo fortunati non pioverà.”
 Podrick la guardò un momento, speranzoso, come se dalla donna che avesse di fronte potesse dipendere il clima. Quando lei lo invogliò, con un gesto della mano, ad accendere un fuoco, lui scattò subito e si mise al lavoro.
 Brienne si mise a sedere contro un albero davanti a quello a cui avevano legato i cavalli. Prese Giuramento e ne ammirò il filo, splendente anche nella pallida luce della luna. 'Manterrò le mie promesse, ser Jaime.' pensò.
 Cominciò ad affilare la lama con metodo, mentre Podrick andava avanti e indietro come un'ape operosa, desideroso di rendersi utile come meglio poteva.
 Brienne lasciò la sua mente libera di rilassarsi, ma, come per tutto il giorno, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era un ricordo che il vento autunnale le rendeva impossibile dimenticare.

 “La cosa migliore è stata la fine, dell'inverno. C'erano ancora giornate in cui nevicava e faceva freddo, ma poi, quando meno te lo aspettavi... C'era una giornata di sole.” stava vaneggiando Jaime: “Allora era bello. Malgrado tutto...” ghignò: “Sarebbe stato bello perfino se avessi avuto davanti la tua brutta faccia...”
 Brienne finse di non sentire, mentre sentiva la mano amputata dell'uomo sbattere avanti e indietro. Stavano attraversando un tratto accidentato e il cavallo faceva del suo meglio per stare in piedi. Il risultato era che sia lei, sia Jaime, sia la mano putrefatta, continuavano ad ondeggiare avanti e indietro, a destra e sinistra, sbattendo l'uno contro gli altri in modo grottesco.
 “L'estate, poi, quella la conosciamo tutti...” fece Jaime, con un velo di tristezza: “Pensa a quante cose belle ci ha dato...” per un istante parve sul punto di svenire, ma si riprese: “Prigionieri e senza futuro. Noi probabilmente un altro inverno non lo vedremo...” appoggiò involontariamente la testa sulla spalla di Brienne. Era troppo esausto per tirarla su.
 Il cavallo per poco non scivolò, ma Jaime, seppur scosso dal movimento improvviso dell'equino, non si spostò. Brienne sentiva il suo respiro sul collo e per un momento ebbe la sensazione che l'uomo stesse piangendo. Il suo volto era umido. Forse era solo sudore...  I leoni non piangono, nemmeno quando si tagliano loro gli artigli.
 “Allora, donzella. Mi vuoi rispondere o no?” aveva poi detto, la voce soffocata contro Brienne: “Te lo ricordi, l'ultimo inverno?”

 Brienne stava per rispondere sul serio, senza nemmeno sottilizzare su come lui l'apostrofava sempre, ma non ne ebbe il tempo.
 Jaime fu scosso da un brivido, difficile dire se di freddo o di dolore e poi disse, lentamente: “L'ultimo inverno...” sollevò appena il capo, tanto da guardarla in volto: “Che stupido che sono... Tu non eri ancora nata, ci scommetto. A volte mi dimentico di quanto sei giovane... Ah, che peccato allora...” si rimise con la testa giù: “Non ne vedrai nemmeno uno, allora...”

 Dopo di che, un'ennesima mezza scivolata del cavallo, gli fece sbattere il moncherino contro la sella e l'uomo svenne sul colpo per il troppo male.

 Podrick dormiva, mentre Brienne montava la guardia. Teneva in pugno l'elsa di Giuramento, mentre con la punta torturava il terreno davanti a lei.
 Jaime si era sbagliato... L'inverno stava arrivando ed erano ancora tutti e due vivi. L'avrebbero visto, questo leggendario inverno. L'avrebbero vissuto. L'avrebbero affrontato.
 E alla fine dell'inverno, come diceva lui, sarebbe arrivato il meglio. Se gli Dei lo avessero voluto, si sarebbero anche rivisti.
 Brienne lanciò un'occhiata al cielo, talmente nero da fare paura e si chiese quando sarebbe cominciato a nevicare con l'insistenza che aveva descritto Jaime.
 Le sue labbra si incurvarono verso il basso: lui avrebbe visto la neve assieme alla regina Cersei. Anche se lei l'avrebbe odiata, lui sarebbe stato felice di essere accanto a lei mentre i fiocchi cadevano dal cielo.
 La regina Cersei era una donna affascinante, non lo si poteva negare, però...
 Tirando su col naso, Brienne si chiese se Jaime si ricordasse quanto lei del loro periodo di prigionia. Lei non se lo sarebbe mai scordato, per almeno altri mille inverni.

   
 
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