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Autore: darkrin    08/11/2014    1 recensioni
C’era una volta un drago, che era stato una principessa.
Voglio solo tornare umana, aveva sussurrato, davanti al patibolo, e la folla aveva riso e il drago aveva deciso che avrebbe divorato tutti i presenti. Poi lui le aveva detto: dimostramelo.
(Matt/Rebekah | future-fic | major character death)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Donovan, Rebekah, Mikaelson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Warnings: future!fic, accenni alla season finale della s1 di To, major characters death, introspezione a go-go e "everything is una metafora and nothing hurts" (semi-cit.)
 
 

But in my mind I'm havin' a pretty good time with you (wherever you go there'll be love)
 
 
 
C’era una volta una principessa che era stata trasformato in drago da una maledizione scagliata dalla donna che l’aveva messa al mondo. Per proteggerti, bambina mia, per proteggervi tutti, le aveva sussurrato, accarezzandole i capelli e costringendola ad aprire la bocca per ingoiare un miscuglio di erbe e sangue umano.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa con i capelli biondi e gli occhi azzurri luminosi come piccole stelle, che si era innamorato di un principe che aveva un sorriso oh così dolce e il drago aveva deciso che lo voleva tutto per sé. Con un possente colpo d’ali, l’aveva strappato alla sua casa e ai suoi figli e l’aveva portato nel suo palazzo, dove l’aveva rinchiuso nella torre più alta e gli aveva promesso: quando mi amerai, ti lascerò libero.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa e possedeva una torre in un palazzo pieno di scheletri che divideva con i suoi fratelli. Passavano le giornate a squartarsi e dilaniarsi la carne con unghie e artigli.
Aveva avuto uno o due amanti che erano morti sotto la presa delle sue zanne, quando avevano visto il suo vero volto ed erano scappati urlando, o erano stati scagliati nel vuoto da suo fratello perché sono umani, sorellina, non lo vedi? Non sono nient’altro che carne e ossa fragili. Nient’altro che cibo.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa che un giorno aveva perso il suo cuore e si era rinchiusa nella torre più alta del suo palazzo, mentre l’unico fratello che non era ancora caduto in letargo faceva la guardia al maniero in cui si erano rifugiati – per proteggerti, la cullava, mentre faceva la ronda sulle scale che portavano alla sua porta, per proteggervi tutti.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa, e che si era svegliato dopo un sonno lungo secoli per scoprire che il principe che pensava l’avrebbe svegliata – perché gli aveva sussurrato parole d’amore, carezzandole le scaglie e baciandole gli artigli – non si ricordava più di lei. Quando il drago si era alzato in tutto il suo splendore, il principe era inorridito ed era scappato a nascondersi dietro a una colonna.
Cosa sei?, aveva chiesto spaventato e il drago aveva esalato una risata tintinnante come oro frantumato.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa.
Chiameremo un cacciatore di draghi, le aveva detto il principe, per uccidere tuo fratello. Non è necessario che tu muoia, però. Puoi tornare nella tua torre e non uscirne mai più e il drago aveva accettato perché era così arrabbiata con suo fratello e con il principe e perché aveva pensato: non potrò mai essere libera, finché non sarò l’ultimo drago sulla terra.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa.
Dovrei ucciderti, le aveva gridato suo fratello, dopo aver divorato il cacciatore. E lei aveva riso: lo avete già fatto. Tu e nostra madre e queste scaglie e si era strappata parte delle squame che le ricoprivano la zampa anteriore con un morso. Suo fratello aveva urlato per l’oltraggio e il dolore, eruttando un inferno di fiamme che l’avevano avvolta e costretta al letargo.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa.
Voglio solo tornare umana, aveva sussurrato, davanti al patibolo, e la folla aveva riso e il drago aveva deciso che avrebbe divorato tutti i presenti.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa.
Dimostramelo, l’aveva invitata lo stalliere. Dimostramelo e il drago aveva ringhiato perché come osava quel minuscolo umano dare ordini a lei che aveva distrutto interi regni e messo a ferro e fuoco i palazzi più sontuosi mai esistiti. Dimostramelo, aveva mormorato ancora e il drago si era trovato a chinare, impercettibilmente, il capo per scrutarlo con i suoi occhi rossi come il sangue e il fuoco.
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa, e c’era uno stalliere che le aveva chiesto di mostrarle il mondo. Non posso amarti, le aveva detto subito, l’unica cosa che desidero è una vita normale. Non azzardarti a sentire la mia mancanza, aveva risposto lei e lui aveva riso, baciandola.
 
 
 
C’era una volta un drago, che era stato una principessa, pensa distrattamente. Sono passati decenni, aggiunge.
A volte il drago si è chiesto se lo stalliere avesse avuto una bella vita, si è chiesto se doveva volare a spiarlo per accertarsi che avesse una moglie e dei figli e un lavoro; a volte ha pensato di portargli in dono tutti i gioielli che aveva nascosto nella sua torre, ma sapeva che vedere un drago solcare il cielo avrebbe solo portato terrore e scompiglio e l’avrebbe privato della vita che desiderava. E il drago non poteva farlo. Non a lui.
 
 
 
Rebekah osserva le persone raccolte sul prato, ne studia le rughe e conta i bambini e pensa che ha la sua risposta, pensa che va bene così – che Matt ha avuto la vita che desiderava, che meritava e lei… lei ha avuto il suo cucciolo di drago di cui occuparsi, a cui raccontare favole.
Si volta e, con un possente battito d’ali, è già scomparsa oltre le nuvole che oscurano il cielo.
Il fantasma dello stalliere, seduto sulla sua tomba (Matt Donovan padre e marito, sarai ricordato – e quant’è ridicola come incisione? Quanto?, Rebekah si chiede distrattamente. Prima o poi lo dimenticheranno, perché moriranno e diventeranno polvere come lui e rimarrà solo lei, con le sue scaglie e le sue zanne da mostro, a ricordare e – non aveva bisogno un’incisione sulla lapida per ricordarsi di ricordare), sorride mentre vede il drago spiccare il volo un’ultima volta, come tanti anni prima, quando l’aveva portato sul suo dorso e gli aveva mostrato il mondo e Matt, solo per una sera, si era permesso di desiderare di vivere così, con lei, per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 

Note:
- IDEK doveva essere una cosa completamente diversa, con Rebekah che va a trovare la tomba di Matt e pensa che, in fondo, va bene così, ma poi sono stata divorata dalla storia del drago e idek. Non sono neanche convinta di essere soddisfatta, ma tant'è. Penso di essermi anche intrecciata con maschile/femminile qua e là e ho deciso di usare quello che mi suonava meglio perché la grammatica è un'opinione (non è vero) (non datemi retta) (ho problemi).
- Il titolo è un verso di una canzone di "5 years time" di Noah and the whale che sono tanto belli. 
- Prossimamente oltre alla terza flash-fic su Arrow, dovrei pubblicare anche un'altra Mabekah e LOSSO' che avevo detto che avevo in corso una long Klaroline, ma dubito che vedrà la luce prima che sia passato mezzo secolo perché a) non inizierò a pubblicarla fino a quando non sarà completata; b) sono un po' bloccata perché mi sembra tutto già detto/già scritto e uuuugh. Non c'è incubo peggiore che scrivere cose già viste, per me. 
   
 
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