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Autore: GoodnightGoodbye    08/11/2014    2 recensioni
[Sam Smith]
Sam Smith è un giovane inglese, con la passione per il canto. Vorrebbe solo comporre musica e cantare, ma non è così semplice, quando non si ha qualcosa di cui scrivere.
Cos'ha portato Sam a diventare quello che conoscono tutti ora?
L'amore per un ragazzo, con i suoi alti e bassi. Corrisposto? Non corrisposto? Questo è da tutto da vedere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Speriamo che tutto questo lavoro venga ripagato." pensò Sam mentre si stropicciava gli occhi con le mani. Erano ormai ore che lavorava con il computer ad alcune idee per il proprio album di debutto, che avrebbe voluto far uscire entro massimo due anni. 
Era una fredda giornata invernale, precisamente gennaio, 2012.
Decise di non stare un minuto di più davanti a quel computer, per quella giornata. Non aveva stimoli, non sapeva di cosa scrivere. 
Amore? Non aveva mai avuto una storia, né si era mai innamorato.
Soldi, sesso, droga? No, non era un rapper.
Sogni? Sarebbe bastato per una canzone, non di certo per un intero album.

Sam sospirò e si alzò dalla sedia di legno, stiracchiandosi subito dopo.
Rimase fermo in piedi per qualche secondo, alla ricerca di qualcosa da fare. La propria migliore amica era fuori città. Al cinema non c'era nulla di interessante. Il bowling è noioso, da soli.
Gli balenò per la mente una strana idea. Non sapeva nemmeno lui come gli fosse venuta, ma era successo.
Sarebbe andato in un locale. Non un locale qualsiasi, ma al rinomato "Icarus".
L'Icarus era un locale gay. In realtà non era propriamente quello, ma era un punto di riferimento per la comunità gay di Londra, dato che c'erano spesso spettacoli di drag queen e tanto altro. Quando un ragazzo voleva trovare qualcuno con cui uscire o, molto più brutalmente, fare sesso, quello era il posto perfetto.

Sam non aveva mai avuto una storia. Era uscito con un paio di ragazzi, i quali si erano dimostrati interessati esclusivamente al sesso. Volevano solo quello, senza complicazioni. Semplice. Ma a lui non stava bene. Non aveva ancora avuto la sua prima volta, non si era innamorato e di sicuro non si sarebbe abbassato a donare la propria "verginità" al primo che passava.  Era consapevole di essere fin troppo romantico. Ormai il concetto di amore era quasi superato, la maggior parte dei ragazzi non voleva impegnarsi e lui non era nemmeno, a proprio parere, tanto bello da meritarsi "quello giusto". 
Aveva sempre evitato quei locali pullulanti di lussuria, ma aveva deciso di provare, per una volta, l'ebrezza di andare in quel posto.

Guardò l'orologio per qualche secondo. 20.30.
Era troppo presto per il locale, ma non troppo presto per prepararsi. Salì nella propria camera da letto, dove entrò dopo aver spalancato la porta. 
Iniziò a frugare nel proprio armadio mentre canticchiava "Back To Black", di Amy Winehouse, che adorava.
Dopo un quarto d'ora buono, riuscì a trovare qualcosa di, a proprio parere,  perfetto. Un paio di pantaloni neri, stretti, una camicia a fiori, verde, una giacca abbinata e un paio di Nike bianche. 
Convinto della propria scelta, posò i capi di abbigliamento sul letto e andò, sempre canticchiando, a crogiolarsi sotto il getto di acqua bollente della doccia. Una volta uscito da essa, guardò l'orologio del bagno e rise tra sé e sé, dato che era stato lì dentro per quarantacinque minuti. 
Si asciugò subito i capelli e li sistemò con del gel. Si vestì e non perse nemmeno tempo a guardarsi allo specchio, da quanto era impaziente di andare.

Alle 22.30 entrò all'Icarus. Era proprio come se lo immaginava: drag queen piene di lustrini che ballavano e intrattenevano i clienti da vicino, uomini muscolosi e belli sulla pista da ballo che cercavano di conquistare qualcuno per la notte e ragazzi più "normali" seduti al bancone del bar.
Rimase subito affascinato dall'atmosfera festante di quel posto,  non sapendo tuttavia cosa fare.
Optò per andare a sedersi al bancone del bar, non voleva buttarsi nella mischia, timido com'era.
Si perse a guardare due drag queen che si strusciavano addosso a un uomo per convincerlo a far loro una mancia, il quale affermava però di non avere soldi.
"Ehi, sei nuovo?" chiese una voce abbastanza alta, dietro di lui. 

Sam si voltò e vide che, a parlare, era stato il barista. Si prese qualche secondo per osservarlo con attenzione e ne rimase subito colpito: aveva una pelle color caffè e dei grandi occhi castani. Era alto e magro, vestito in jeans e T-shirt. I suoi capelli erano cortissimi e neri, ricci.

"Ehm.. Sì, è la prima volta che vengo qui." rispose, piuttosto imbarazzato. Non si aspettava che qualcuno gli avrebbe effettivamente rivolto la parola, ma d'altronde quello era il barista, avrebbe dovuto essere cordiale con tutti i clienti, no?

"Aaah, bella la prima volta. Preparati a ragazzi di ogni tipo che ti verranno a cercare." gli disse il barista, facendogli l'occhiolino.
"Non mi interessano. Poi dai, chi vuoi che mi cerchi?" rispose Sam, scrollando appena le spalle.
"Io ti cercherei. A proposito, che scortese, non mi sono presentato. Io sono Jack." disse il moro, rivolgendo un caldo sorriso a Sam che, dal canto suo, sorrise per la sua affermazione.
"Sam. Piacere." si limitò a dire, senza smettere di sorridere.

"Jack! Non ti paghiamo per chiacchierare, ci sono clienti che ti aspettano! Muoviti!" urlò un uomo nerboruto, sulla quarantina, in fondo al grande bancone.
"Ora ho da fare, scusa. Che ti porto?" chiese Jack.
"Fai tu, basta che sia abbastanza forte." gli ordinò il ragazzo.
Subito Jack si allontanò a preparare un misterioso drink e, dopo un minuto, tornò da Sam con un grande bicchiere verde contenente un liquido arancione.
"Questo è il mio preferito. Spero ti piaccia. Anzi, se ti va potresti dirmelo più tardi. Io stacco alle 3, quando arriva un altro ragazzo a darmi il cambio." disse Jack, sorridendo. Senza dire altro, si spostò e iniziò a servire altri clienti e a lavorare come se nulla fosse.
Sam rimase a mescolare il drink per qualche minuto con la cannuccia, osservando i movimenti di Jack.
Il suo era stato un invito implicito? 
Sorrise prima di bere un sorso del drink e subito dopo spalancò gli occhi: era delizioso! 
Bevve il drink lentamente, ascoltando la musica e osservando alcune scene interessanti intorno a sé, tra le quali drag queen che litigavano con le transessuali tirando le loro  extention.
Questa situazione tragicomica lo fece sorridere, senza un motivo ben preciso.
Dopo un'oretta in solitudine, gli si avvicinò un uomo dal fisico scolpito, alto e relativamente bello.
"Ehi. Vieni con me?" chiese egli con un tono di voce fin troppo da duro per essere vero.
"Ehm.. No? Scusa ma non mi interessa." rispose Sam con fare impacciato.
"Dai, beviamo qualcosa e poi ci divertiamo." continuò l'altro, imperterrito.
"Ho detto di no."
"Come osi? Ci sono un mare di troiette qui dentro che farebbero la fila per passare un'oretta con me. E tu mi rifiuti?" sbottò l'uomo alzando la voce, con arroganza. Prese Sam per il braccio e lo tirò giù dallo sgabello, con forza. 
"Ehi.. NO!" urlò Sam, scrollando il braccio come per levarselo di torno. Fatica sprecata, contro quel ceffo muscoloso. Continuò a dimenarsi, fino a che non arrivò un omone corpulento e altissimo, un buttafuori.
"Ci sono problemi?" chiese, guardando i due con fare sospettoso.
"Assolutamente no!" rispose l'uomo, accennando un sorriso falso.
"Sì invece! Vuole costringermi a andare con lui. E non voglio. E mi fa male!" si lamentò Sam, con il braccio dolorante a causa della stretta dell'uomo.
Il buttafuori non ci pensò due volte e subito staccò con una facilità stupefacente l'uomo da Sam e lo guardò in modo minaccioso.
Il "macho" scappò via con la coda tra le gambe, mentre il buttafuori sorrideva a Sam, che subito ricambiò quel sorriso, come a ringraziarlo.

Decise che quello non era decisamente un posto per lui. Era presto, considerando che mancavano circa tre ore all'uscita di Jack, quindi uscì dal locale e iniziò a camminare lentamente, alla ricerca di un bar più tranquillo in cui rifugiarsi. 
Fu presto accontentato, dato che a un quarto d'ora dall'Icarus c'era un piccolo bar deserto, nel quale entrò senza indugiare.
Il tempo passava lentamente, e Sam si chiese almeno un milione di volte perché stesse facendo questo per quel Jack, senza mai trovare una risposta. 
Arrivò al punto di addormentarsi col capo sul tavolino, svegliato dopo un bel po' di tempo dalla cameriera.
"Mi scusi.. Stiamo chiudendo."
Sam aprì gli occhi e si guardò intorno confuso, poi si voltò verso la donna e le chiese: "Ma che ore sono?"
"Le tre."
Sam spalancò la bocca e, dopo aver lasciato sul tavolo i soldi necessari a pagare il conto, si catapultò fuori dal bar. Camminò con passo veloce verso l'Icarus, schivando i passanti ubriachi sul marciapiede. Alle 3.10 era davanti al locale. Si fermò per prendere fiato e poi si guardò intorno. Guardò anche dentro, ma dietro il bancone c'era un altro ragazzo. Di Jack nessuna traccia.

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Ciao a tutt*!
Prendo questo piccolo spazio per precisare che questa storia è completamente inventata, mi sono basata solo su alcune dichiarazioni fatte da Sam ed è nata questa FF. Spero che vi piaccia e spero anche di ricevere un vostro parere.
Per oggi non ho nulla da aggiungere, grazie mille alle persone che la leggeranno. <3
  
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