Prompt:
Saint Seiya,
Saori&Seiya, "La dea per cui mi batto ha rispetto per la
vita"
Titolo: Giustizia
divina
Autore: Alexiel
Mihawk (alexiel_hamona su LJ)
Pairing: Nessuno
Rating: PG, Verde
Avvertimenti:
Flashfic, Introspettivo
Conteggio parole: 269
Note: Eccomi di
nuovo con una sfilza di note introduttive, sì questa volta
le metto all'inizio per dare una chiave di lettura migliore. Come
potete capire la drabble è ispirata al prompt qui sopra, che
è preso da piscinadiprompt
(passate!), si tratta di una frase che Seiya dice nell'anime durante il
combattimento ad Asgard contro Orion e che secondo me racchiude un
ulteriore step nella maturazione di Saori/Atena. Allo stesso tempo
questo capitolo vuole analizzare il concetto di sacrificio sotto un
altro punto di vista, nella flash precedente Atena si muoveva come un
generale sul campo di battaglia, qui prende in considerazione un
aspetto diverso che è, appunto, il rispetto per la vita. Non
fatevi strani viaggi sul perché alla fine io abbia messo il
nome di Seiya, era solo per rispettare il prompt.
Saori
era stata, in passato, una giovane adolescente viziata, abituata a
trasformare
in realtà ogni suo desiderio. Unica erede di una delle
famiglie più ricche del
Giappone, la giovane era cresciuta nel lusso e nella bambagia; la sua
attitudine, poi, non era certo migliorata dopo avere scoperto di essere
la
reincarnazione di una divinità. Il suo ruolo, ai suoi occhi
poco allenati e
immaturi, era di vitale importanza: il mondo non poteva fare a meno di
lei, di
qualche cavaliere forse sì, di lei sicuramente no. Doveva
essere protetta,
difesa, onorata e se questo voleva dire che qualcuno sarebbe dovuto
morire al
suo posto, beh, così fosse. Ciò non la riguardava
di certo.
Col tempo era sopraggiunta la consapevolezza: la consapevolezza di avere torto.
La giustizia, quella vera, quella divina, non avrebbe mai dovuto richiedere la morte di coloro che lottavano per essa. Il sacrificio, qualora necessario, avrebbe dovuto essere suo. Questo i suoi Saint faticavano a concepirlo, ma lei aveva finalmente compreso, dopo una vita passata in cecità, ora era finalmente tornata a vedere.
Atena era una divinità, un ideale e non si può uccidere un ideale; lei sarebbe tornata, magari ci sarebbero voluti anni, ma avrebbe, un giorno, trovato un nuovo corpo nel quale reincarnarsi e sarebbe rinata a nuova vita.
I suoi cavalieri no, ai mortali nulla di simile era concesso, questo Seiya lo sapeva meglio di chiunque altro e, dentro di sé, sebbene fosse restio ad ammetterlo, era grato a Saori per il rispetto che dimostrava loro ogni giorno, per come lottava per le loro vite con la stessa forza con cui lottava per salvare il mondo.
Col tempo era sopraggiunta la consapevolezza: la consapevolezza di avere torto.
La giustizia, quella vera, quella divina, non avrebbe mai dovuto richiedere la morte di coloro che lottavano per essa. Il sacrificio, qualora necessario, avrebbe dovuto essere suo. Questo i suoi Saint faticavano a concepirlo, ma lei aveva finalmente compreso, dopo una vita passata in cecità, ora era finalmente tornata a vedere.
Atena era una divinità, un ideale e non si può uccidere un ideale; lei sarebbe tornata, magari ci sarebbero voluti anni, ma avrebbe, un giorno, trovato un nuovo corpo nel quale reincarnarsi e sarebbe rinata a nuova vita.
I suoi cavalieri no, ai mortali nulla di simile era concesso, questo Seiya lo sapeva meglio di chiunque altro e, dentro di sé, sebbene fosse restio ad ammetterlo, era grato a Saori per il rispetto che dimostrava loro ogni giorno, per come lottava per le loro vite con la stessa forza con cui lottava per salvare il mondo.