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Autore: Chigaku    08/11/2014    0 recensioni
Non seppe dire quando la bocca dello sconosciuto si era separata dalla sua, ma quando si riprese dal suo stato inerme, tutto ciò che vide fu la sua sagoma fattasi ormai scura, che scompariva tra la neve.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Love at first sight.

 

 

-Hailey, dove vai?- gridò una voce proveniente dalla cucina.

-Vado in biblioteca mamma, te l'ho già detto.-

Hailey sospirò, si mise lo zaino in spalla e sgusciò fuori dalla porta d'ingresso.

 

L'aria invernale la investì di colpo in pieno viso, costringendola a socchiudere gli occhi.

Affondò con gli scarponi nella neve, si tirò su il peloso cappuccio del cappotto e si diresse a passo svelto verso lungo il viale di betulle completamente imbiancato.

Dopo circa 20 minuti di cammino giunse di fronte all'imponente portone in legno di noce della biblioteca cittadina. Dunque spinse la grossa maniglia in ferro battuto ed entrò.

Scrollò la neve dagli scarponi su di un lurido tappetino annacquato e raggiunse la sala di lettura.

La stanza era pressoché deserta. Hailey pensò che gli unici esseri viventi al suo interno potessero essere il bibliotecario, due senzatetto entrati per ripararsi dal gelo e le famiglie di topi.

Come chiamato in causa un piccolo ratto sgattaiolò poco lontano dai suoi piedi, ma lei non ci fece caso.

Si sedette ad uno dei numerosi tavoli, si spogliò del soprabito ed estrasse dallo zaino un volume dalla copertina color porpora, spesso quanto un mattone.

Lo aprì alla pagina contrassegnata da un consumato segnalibro e cominciò a leggere.

 

Hailey guardò l'orologio appeso alla parete di fronte a lei: segnava le 18.42.

Aveva letto per circa 2 ore emmezza.

Avvertì un languorino acuto allo stomaco, il che segnalava che a breve sarebbe stata ore di cena.

Velocemente si rivestì, spostò il segnalibro a pagina 631 e dopo aver salutato il bibliotecario fu di nuovo in strada.

Oramai si era fatto buio e Hailey decise di prendere l'autobus, più per svogliatezza che per altro.

La fermata era situata proprio di fronte all'edificio, e la ragazza si sedette sulla panchina sotto la pensilina. Si infilò un paio di auricolari e fece partire Schubert.

 

Casa sua si trovava a sole tre fermate dalla biblioteca, ma a causa della forte nevicata ci stava mettendo il doppio del tempo.

Hailey non se ne curò e continuò imperterrita a scrutare il vuoto fuori dal finestrino. Non riusciva a distinguere nulla che non fossero piccoli fiocchi di neve e grigia nebbia inconsistente.

Sul mezzo di trasporto vi erano solo lei e l'autista. Dopotutto, pensò, chi aveva voglia di uscire in una giornata del genere?

Nemmeno lei sarebbe uscita se non fosse stato per il fatto che a casa sua era praticamente impossibile riuscire ad ottenere un minimo di silenzio o di privacy.

Udì la portiera dell'autobus aprirsi e una voce tossire pesantemente.

Si voltò a guardare chi avesse avuto la sua stessa bella idea di uscire con un tempaccio del genere, e quel che vide la lasciò folgorata.

 

Mancavano pochi minuti alla sua fermata e Hailey non riusciva a smettere di fissare il ragazzo seduto a meno di un metro da lei, e ad avvampare ogni volta che lui si voltava a sorriderle.

Dal momento in cui aveva posato gli occhi su di lui, come un fulmine a ciel sereno, una sensazione mai provata le aveva colpito il petto con una forza inaudita.

 

-Ehi, allora... Dove stai andando?- chiese lui all'improvviso. Un po' imbarazzato, ma sorridente.

-Ehm io... io sto andando a casa- Hailey dovette impegnarsi per mettere in fila le parole nel modo giusto.

-Ah, allora dove sei stata di bello? Se si può chiedere- continuò lui.

-In bibliot...- mentre finiva la frase Hailey si rese conto che aveva appena perso la sua fermata.

-Accidenti!- sbottò -Era la mia fermata!-

Il ragazzo assunse subito un' espressione mortificata -Mi dispiace, ti ho distratta. Per farmi perdonare quando scendiamo alla prossima ti accompagno fino a casa.-

-Ehm, n-no, ce la faccio, davvero.- balbettò lei, arrossendo di colpo.

-Tranquilla, sul serio, voglio assicurarmi che arrivi fino a casa. Mi sento responsabile adesso.-

-Va bene...- acconsentì.

In cuor suo Hailey sentì una sensazione di profondo benessere, e come poche volte in vita sua si sentì emozionata.

 

Scesero alla fermata successiva e tornarono indietro a piedi.

Il vento si era alzato ulteriormente e ormai il buio era così intenso che le uniche luci che consentissero ai due ragazzi di vedere dove stessero andando erano le pallide luminescenze dei lampioni giallognoli.

 

Arrivarono finalmente davanti alla casa di Hailey e si arrestarono davanti al portone d'ingresso.

La ragazza si voltò per congedarsi dal suo accompagnatore, ma prima di parlargli lo fissò per qualche istante.

All'interno dell'autobus era talmente imbarazzata che non era più riuscita a guardarlo in volto, dopo che la sua vista le aveva provocato un tale rimescolamento di stomaco.

Osservandolo attentamente, non si poteva dire che non fosse un bel ragazzo.

Aveva capelli neri come la pece, la pelle chiara e pulita, ma non sembrava pallido. Invece i suoi occhi erano di un color nocciola intenso ed uniforme, senza traccia di sfumature.

La mascella leggermente squadrata stonava con quel suo sguardo dolce.

 

-Allora... grazie mille per avermi accompagnata.- disse Hailey, fissandosi le punte fradicie degli scarponi.

-Era il minimo, dopo averti fatto perdere la fermata.- rispose il ragazzo, accompagnando alle sue parole quel suo sorriso ipnotico.

-Beh grazie ancora, e ciao...- quindi Hailey tirò fuori dalla tasca del giaccone un mazzo di chiavi tintinnanti, ma prima che potesse girarsi per aprire la porta una mano forte, ma delicata le si poggiò sulla spalla obbligandola a voltarsi nuovamente.

In un istante un paio di labbra fredde e morbide si premette sulle sue.

Hailey spalancò gli occhi, incapace di reagire o semplicemente di realizzare ciò che le stava accadendo.

 

Non seppe dire quando la bocca dello sconosciuto si era separata dalla sua, ma quando si riprese dal suo stato inerme, tutto ciò che vide fu la sua sagoma fattasi ormai scura, che scompariva tra la neve.

 


Nota dell'autrice.
Vi ringrazio di cuore per aver letto questo primo capitolo!
Questa fanfiction mi aleggiava nella mente già da un po' e vorrei sapere come vi sembra così a primo impatto!
Fatemi sapere, grazie ancora! :3

   
 
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