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Autore: ShannaInLuv    09/11/2014    3 recensioni
L'Akatsuki è una famiglia ricchissima che offre aiuto ai bisognosi in cambio della partecipazione a un gioco.
Un gioco che metterà alla prova dure sfide.
Ad un certo punto della vita non è la speranza ultima a morire ma morire è l'ultima speranza.
-Cosa sceglie signor Hyuga, il martello o la manovella arrugginita ?- domandò Pain,sospirando teatralmente. Fece un sorrisetto di scherno.
Neji s'irrigidì. -Il martello...- rispose a voce secca.
Sasuke|Sakura|Ino|Suigetsu|Karin|Kiba|Naruto|Hinata|Neji|Shikamaru|Chouji.
Spero che vi incuriosisca, la mia mente è bacata, lo so.
Enjoy it! Shanna.
Genere: Angst, Malinconico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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questa storia non è a scopo di lucro.


Would do you rather... ?
 
Capitolo 1: A game.

 
Premette il dito senza indugi sul campanello dell'appartamento 129 ,Haruno, il quale trillò di un solo suono.
Il complesso era situato nella periferia di Tokyo, dove si elevavano i palazzi popolari, i quali erano pagati dallo stato giapponese.
La famiglia Haruno viveva, per l'appunto, in uno di quelli.
Da quando la figlia dei proprietari aveva quella brutta malattia... perlomeno.
Da quando lui aveva iniziato a recarsi lì tutti i giorni, per la sua migliore amica sin dai loro dodici anni- fino ad allora, ai diciassette.
La porta si spalancò quasi subito, rivelando il volto segnato dal tempo e dallo stress della signora di casa, i capelli biondi erano arruffati in una crocchia e aveva indosso il grembiule sporco di farina, ciò indicava che stava preparando un dolce.
Mebuki Haruno era un ex poliziotta, fino a quando la malattia della figlia non le aveva fatto bloccare i ponti con qualsiasi altrà attività all'infuori di sua figlia e le aveva fatto crescere un'improvvisa volontà di imparare a cucinare,stirare,cucire a mano, eccetera.

"Sas'ke-kun" cinguettò la donna con un sorriso affidabile. Si pulì velocemente le mani un po' biancastre sul grembiule e aprì di più la porta, scostandosi per far entrare il giovane. "Sakura è nella sua stanza... come sempre" mormorò.
"Grazie signora Haruno" le rivolse un cenno frettoloso e si diresse verso il corridoio a destra, il quale portava alla dimora della sua amica.
"Sas'ke-kun, sto preparando un dolce alla crema, resti per merenda?" gli chiese entusiasta.
Sasuke le rivolse un sorriso leggero, come dire di no ai dolci della mamma di Sakura? E beh, nonostante non avesse più dodici anni erano comunque deliziosi.
"Va bene" disse, bussando poi con le nocche alla camera di Sakura.
"Avanti." la voce di Sakura era roca e ridotta in un sussurro.

Sasuke aprì la porta per vedere la ragazza: era seduta in ginocchio accanto alla finestra, con le testa appoggiata sulle tende rosa e tra le mani teneva il suo mp3.
La vide sospirare e chiudere gli occhi.
Sasuke accosto la porta dietro di sè e si sedette sul puff davanti al letto della ragazza che, non appena lo vide, sobbalzò e s'affrettò a togliere le cuffie.

"Oh,Sas'ke-kun sei venuto!" esultò come una bambina.
"Non fare la noiosa" l'ammonì. "Tanto sai che vengo sempre. Allora, questo Dottor-come-si-chiama cosa dice?"
"Il dottor Yus'ke Kyoshito è un grande dottore di fama internazionale,Sas'ke-kun" ribattè quasi offesa. Sakura sfoderò un sorriso. "Ha detto che posso uscire" cinguettò.
Sasuke battè le palpebre,incredulo. "Da-davvero?" balbettò.
Sakura annuì pomposamente. "Devo solo... prenotare una visita prima,ecco. Mamma ha detto che aspetta papà per andare a prenotarla. Poi potrò uscire"
Kizashi Haruno era il vice-capo dello stesso ufficio in cui lavorava la signora Mebuki anni addietro e, tra l'altro, l'ufficio il quale suo padre Fugaku Uchiha era il capo.
Ebbene si, Fugaku e Kizashi erano spalla a spalla nel settore Polizia e,anche, in quello amichevole. Si conoscevano da anni.
Però... beh, Sasuke conosceva a memoria gli orari del padre e sapeva che quel giorno, il Venerdì,era un dannatissimo tiraggio sino alle due di notte e la signora Haruno non poteva andare a prenotare quella dannata visita prima di Lunedì.
Quindi si rimandava la cura di Sakura e gli dava fastidio.
"Aspetta un attimo" mormorò alla rosa.

Si alzò e si diresse in cucina dalla signora dai capelli biondi che stava impastando allegramente un dolce.
"Signora,"la chiamò "Sakura mi ha parlato della... cura"
Non appena ebbe pronunciato quelle parole vide gli occhi verdi della donna rattristarsi un po', tuttavia continuò a tenere basso lo sguardo.
"Potrei andarla io a prenotare o posso restare con Sakura..."
"Grazie caro,ma..." Mebuki sollevò lo sguardo e guardò dritta negli occhi color pece dell'Uchiha. "Credo che la cura di Sakura dovrà aspettare. E' una cura particolare e per fare la visita si debbono pagare diecimilioni di yen. Ahimè non ne abbiamo i soldi e lavora solo mio marito...."

Sasuke sentì un sonoro crack dentro al petto. Quella situazione andava avanti da troppo.
"Sakura potrebbe non farcela" aggiunse la donna in un sussurro roco, conseguenza del pianto trattenuto.
Questo fu il colpo decisivo al suo cuore.
Sakura... la sua migliore amica Sakura... che lo faceva innervosire,imbestialire,annoiare...
La sua petulante Sakura.
Deglutì ingoiando il groppone amaro. "Capisco...io...vado di là..." mormorò.
"Non dirlo alla mia bambina,ti prego" singhiozzò Mebuki.
Sasuke annuì impercettibilmente.

***
 
Non appena fu nel giardino della sua villettina, mollò un calcio ad un vaso azzurro che gli era sempre stato un po' antipatico e che quindi lo trovò gustoso.
Grugnì e non lo fece apposta. Si trattenne dal piangere solo perchè lui era troppo duro per farlo.
Si passò una mano tra i capelli corvini e inspirò l'aria della sera. Socchiuse gli occhi.


 
-Sas'ke-kun, lo sai, questo sarà il mio ultimo giorno a scuola. Continuerò in privatista,credo- avvisò una quattordicenne Sakura, con i capelli sulla spalla arruffati e ricoperti di un po' di fieno.
Erano sdraiati nel cortile del liceo Konoha ed erano circa le undici, la prima ricreazione.
Sasuke la scrutò, cercando un segno di scherzo sul suo volto. Tuttavia non ne trovò.
-Perchè?- chiese in un sussurro.
Sakura attese qualche secondo prima di parlare. -Sono malata. Una di quelle malattie molto brutte- disse solo.
Sasuke sobbalzò internamente, guardò la ragazza che sembrava triste. -Andrà tutto bene-
-Non smetterai di essermi amico?-
-Non fare la noiosa- sbuffò.


Erano passati tre anni. Di lotte. Pianti. Rassicurazioni. Visite.
Tre anni di tortura.
Si lasciò scivolare contro un vaso, uno di quelli enormi e bianchi che reggevano non si sa quanti chili di piante. Poggiò la testa sulle ginocchia premute contro il petto.
"Sakura potrebbe non farcela"
 

Le parole gli rimbombarono dentro la testa e il cuore martellò nel petto. Le lacrime minacciavano di farsi strada.
"Sas'ke-kun" chiamò suo fratello uscendo in giardino. "Cosa ci fai qui? E' quasi pronta la cena,sbrigati,su"
Itachi si voltò dandogli le spalle.
"Morirà" mormorò flebilmente Sasuke.
Itachi arrestò la sua camminata e sospirò. Poi si voltò verso il fratello e andò da lui, accovacciandovisi vicino.
"Povera Sakura-chan,mi spiace Sas'ke-kun" disse. Gli accarezzò i capelli ma Sasuke se lo scrollò quasi subito,infastidito.
"Ed è tutta colpa mia" mormorò Sasuke.
"No che non lo è" ribattè Itachi.
"E invece sì. Glil'avevo promesso, che l'avrei aiutata che..." emise un sospiro mozzato.
Itachi mise una mano sopra la spalla del fratellino. "Ascoltami onii-chan, tu hai fatto di tutto. Va così,purtroppo".
"Non capisci" ribattè spezzante Sasuke.
Itachi guardò il fratello e provò un moto di dispiacere per lui, sospirò nuovamente ed estrasse dalla tasca una lettera. "E' arrivata una lettera oggi,per te" gli riferì tendendogliela.
"Cosa vuoi che me ne importi ora?!" ruggì il più piccolo.
Itachi poggiò la lettera vicino al fratello a terra. "Ti conviene leggerla invece" gli consigliò. "Potrebbe tornarti utile" mormorò prima di alzarsi ed andare a cenare.
Sasuke sollevò lo sguardo e guardò la lettera: al centro c'era una nuvola rossa e nera. La afferrò e la girò, per vedere il mittente.

Da: Akatsuki
A: Sig. Sasuke Uchiha, via Osaka 14.

Invito cordiale.

A leggere l'emittente, Sasuke sobbalzò: era proprio quella famiglia!
Non sapeva molto a riguardo,su di loro, sapeva solo che erano una famiglia che, attraverso un Talent Show molto richiesto, donavano soldi o fama o qualsiasi cosa.
Sapeva che suo padre Fugaku Uchiha vi aveva partecipato e aveva vinto, così come Itachi. E naturalmente volevano anche lui.
Itachi e suo padre glil'avevano detto che prima o poi sarebbe toccato pure a lui.
Ma Sasuke si chiedva come mai non avesse mai visto quel Talent Show alla tv. Fugaku aveva liquidato la questione con il fatto che il capo della famiglia non voleva che si divulgasse il suo gioco. E quindi copiasse.
Aprì la lettera e tutto ciò che vi trovava dentro era un unico tesserino bianco con su scritto un banale invito al gioco che si sarebbe tenuto a Villa Akatsuki e, il luogo dell'incontro.
C'era anche un numero in evidenza,per chiamare.

Senza che il suo cervello indulgiasse ancora si diresse in camera sua, prese il cellulare dalla tasca e digitò il numero.
Il telefono squillò un paio di volte, prima che una voce femminile gli rispondesse. "Pronto? Sono Konan."
"Salve signora, ho ricevuto la lettera e... vorrei scambiare un paio di parole con il signor Pain" disse.
Potè giurare di aver sentitò una lieve risata della donna, prima di un "Okay."
La voce che rispose subito dopo non era grossa ma imponente e rispettabile. "Signor Uchiha" ridacchiò.
"Salve. Mi chiedevo in cosa consisteva lo show"
"Oh, ma è facile. E' uno scambio di sfide, in cui, il vincitore indiscusso, avrà tutto quello che vorrà. Soldi. Fama. Lavoro. Stima. Tutto."
"Capisco. Come un Contest" disse Sasuke.
Aveva voti alti e pensava di vincere ad un Contest.
"Un gioco" lo corresse quasi malignamente Pain. "E' semplicemente un... gioco" mormorò.
"La via è questa?" domandò Sasuke.
"Certamente, tutto corretto" rispose Pain.

Sasuke deglutì. Quanto mai poteva essere difficle un gioco?
Se avesse vinto... avrebbe potuto curare Sakura e sistemarsi, senza dover fare lo stesso lavoro di suo padre che non gli piaceva proprio.
Era solo un gioco,dopotutto.

"E se non vinco?" era una domanda stupida,alla fine e si diede anche dell'imbecille.
"Pazienza,no?" rise Pain. "Allora, signor Uchiha, mi onorerà della sua presenza o no?"
Sasuke si rigirò il cartellino tra le mani. "Andata" accettò. "A domani"
"A domani,signor Sas'ke Uchiha"

AngolinoAutrice(?)
Sono qui, tornata con una nuova storia.
Allora premetto che quest'idea mi è venuta mentre guardavo un film che in italia non è uscito, chiamatesi appunto Would do you rather...? e per chi fosse una capretta in inglese significa: cosa preferisci (anche se nei sub del film è tradotto con cosa scegli).
Come avete ben capito Sakura è malata e Sasuke vuole aiutarla essendo amici da tanto tempo.
Forse direte che Sasuke è uscito un po' OOC in questa fic, ebbene vi spiego: pensate a Sasuke, senza che i genitori siano morti, senza le cose brutte,come uscirebbe? beh, secondo me così. Freddo,distaccato ma comunque più umano dell'originale (ahaha, scherzo Sas'ke caro :') ).
La copertina l'avevo fatta ma il demente del pc non l'ha salvata e quindi la devo rifare daccapo, quindi l'avrete al prossimo chappy.
Nel prossimo capitolo si entra già nel gioco è.é sì, questa volta ho deciso di affrettare le cose... mhuauau.
Mi faccio publicità, nel caso vi piace Harry Potter, ho fatto un'Hunger Games anche con quello e nel caso vi piace Harry Potter ho fatto una long sulla next-gen. Se vi interessa,passate!
Che dire? Ringrazio in anticipo chi recensirà e soprattuto vi prego fatemi sapere di quest'idea.
Un saluto,Shanna che la domenica mattina non ha altro da fare che rompervi le pluffe.
   
 
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