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Autore: Akeryana    09/11/2014    6 recensioni
[Dal capitolo 1]
Era sperduta nella neve e le vennero in mente le parole che un giorno sentì da una persona a lei cara, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.
"E' così fredda"
"La neve è candida"
"Cos'è qualcosa di candido?"
"Qualcosa di non rosso"
"E cos'è qualcosa di rosso?"
"Un mostro che succhia il sangue delle persone. Un mostro che ha sembianze umane."
Vide avvicinarsi un uomo....Con gli occhi rossi....
< Ciao bambina, posso succhiare il tuo sangue? >
L'uomo cercò di prenderla ma venne fermato da un...ragazzo.
< Leon >
***
"Un vampiro. Sono creature oscure a cui non bisogna avvicinarsi e se lo farai, verrai catturata...."
Il ragazzo si avvicinò a quell'innocente creatura porgendole la mano che lei afferrò e lui la strinse a se.
"Da quegli occhi"
***
< Adesso basta Diego! >
< No Francesca, io non mi arrendo! Dimmi perché non vuoi stare con me >
< Perché tu sei un vampiro e io odio i vampiri, sei fortunato a non essere ancora morto >
***
< Violetta, dicci che cosa sta succedendo! >
< I vampiri parlano da giorni di un peccato che tu e Leon avete commesso >
< Un peccato che se venisse scoperto, per me e Leon sarebbe la fine >
Paring: Leonetta, Diecesca, Fedemilla
Genere: Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie di vampiri e umani'
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I Vampiri

Dietro il rosso,
rosso, rosso.
Un sogno,
sogno tremolante.
Era lì, in piedi, in quel bianco, una bambina di cinque anni tutta sola. Era sperduta nella neve e le vennero in mente le parole che un giorno sentì da una persona a lei cara, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.
"E' così fredda"
"La neve è candida"
"Cos'è qualcosa di candido?"
"Qualcosa di non rosso"
"E cos'è qualcosa di rosso?"
"Un mostro che succhia il sangue delle persone. Un mostro che ha sembianze umane."
 Vide avvicinarsi un uomo....Con gli occhi rossi....
<<    Ciao bambina, posso succhiare il tuo sangue?     >>
La bambina cacciò un urlo e cadde a terra quando l'uomo cercò di prenderla, ma venne fermato da un...ragazzo.
<<    Leon   >>   balbettò l'uomo appena lo vide.
<<   Sei un disonore per tutti noi vampiri   >>     gli occhi di quel ragazzo da verde smeraldo diventarono rosso cremisi. Dopo i suoi abiti, con quelli dell'uomo e della bambina, iniziarono a volteggiare mentre la neve si alzava e ricopriva l'uomo, che gridava pietà al ragazzo. Ma fu tutto inutile.
Dopo la neve ricadde sul terreno ma dell'uomo non c'era traccia, erano rimasti solo i suoi abiti. Anche gli occhi del ragazzo tornarono normali.
"Un vampiro. Sono creature oscure a cui non bisogna avvicinarsi e se lo farai, verrai catturata...."
Il ragazzo si avvicinò a quell'innocente creatura porgendole la mano che lei afferrò e lui la strinse a se.
"Da quegli occhi"
 
Quante volte abbiamo rinunciato
per colpa di questa forte pressione?
Questi sentimenti
che non portano da nessuna parte
stanno iniziando a chiudere i loro occhi.
Camminarono in quella tempesta, mano nella mano, fino a che davanti a loro non si intravide un umile casa con un camino, la bambina lo capì perché da dietro la casa si intravedeva del fumo. 
Una volta davanti la porta il ragazzo bussò, per poi abbassare il viso verso la piccola.
<<   Come ti chiami?   >>   le chiese con un dolce sorriso.
<<    Violetta   >>    rispose con filo di voce   <<   Quanti anni hai?   >>   gli chiese.
<<    Io ne ho quattordici e tu?   >>  
<<    Io ne ho cinque    >>   
Ad interromperli fu lo stridulo rumore della porta che si apriva e mostrava un uomo molto giovane. Aveva i capelli castani e corti, gli occhi castano scuro, la pelle chiara e la parte inferiore del viso era ricoperto da un piccolo strato di barba. Indossava una camicia blu a righe, con le maniche alzate fino ai gomiti,  una cravatta blu scuro sopra, un paio di pantaloni neri e delle scarpe nere.
<<   Leon, cosa succede? Chi è questa bambina?   >>    chiese l'uomo preoccupato dalla visita del ragazzo.
<<   Pablo ho bisogno di un favore   >>     disse semplicemente il ragazzo e l'uomo intuì cosa volesse.
<<    Entrate, non è sicuro parlarne qui   >>   
I tre si sedettero nel salone, dove c'erano due divani bianchi e un tavolo di legno al centro tra i due, con sopra un mazzo di fiori, appassiti.
L'uomo intanto aveva portato un pezzo di torta al cioccolato alla bambina.
<<    Chi è lei?    >>    chiese Pablo.
<<    Il suo nome è Violetta, l'ho trovata nel mezzo della tempesta     >>    spiegò Leon.
<<    Sai se ha nulla a che fare con...    >> 
<<   Pablo è solo una bambina!    >>   gridò Leon.
<<    Hai ragione! Scusa.   >>    si scuso l'uomo.
Dopo l'attenzione venne spostata sulla bambina, che fissava la torta incuriosita, come se non ne avesse mai vista una e dopo nel mezzo infilò un dito per poi ritrarlo.
<<   E' come se non si ricordasse come si mangia una torta   >>   disse Pablo.
Violetta guardò Leon, che gli sorrise, prese la forchetta, prese un pezzo di torta e glielo avvicinò piano alla bocca.
<<   Si mangia così. Fai "a"   >>   gli disse aprendo la bocca per farle vedere come si faceva.
Ma la bambina fu attratta da...quei canini. Avvicinò il dito a quei denti sporgenti e lui non fece nulla per fermarla, ma appena li toccò...alla piccola venne in mente l'immagine dell'uomo vampiro che la stava per assalire e cacciò un urlo. Ritirò la mano e si rannicchiò, nell'angolo tra il bracciolo e il cuscino, spaventata.
Leon chinò di poco il viso e il ciuffo sporgente gli coprì gli occhi.   <<   Forse è meglio che io ora vada   >>   si alzò dal divano per dirigersi verso la porta, ma si fermò senza guardarsi indietro   <<   Pablo ti occuperai di lei?   >>  
<<   Si, lo farò   >>  
Leon uscì e Violetta andò ad affacciarsi alla finestra che dava sul giardino e lo vide...stava andando via.
Quel sorriso senza impurità
si è perso nella crudeltà?
So che stiamo solo trascorrendo le nostre esistenze.
Nonostante le nostre ferite invisibili
mi stanno mangiando il cuore.
***
Passò un mese e Violetta era ancora lì a fissare la finestra, non si era spostata nemmeno per mangiare.
Allora Pablo chiamò Leon per un aiuto, ma appena la piccola lo vide arrivare si tolse da lì per poi andarsi a sedere a tavola e mangiare dei biscotti.
Leon andò nuovamente alla porta senza guardare l'uomo, che sull'orlo della porta riuscì a fermarlo.
<<    Mi avevi detto che era una cosa grave. Adesso come posso fidarmi di te?   >>    chiese Leon.
Pablo andò verso la porta della stanza della piccola e appena l'aprì gridò euforico   <<   Presto Leon vieni!   >>  
Il ragazzo corse verso di lui e vide la piccola Violetta dentro un cumolo di vestiti che cercava di mettersi un vestito rosa.
<<   Sta cercando di vestirsi da sola   >>   disse l'uomo con gli occhi che gli brillavano, lui aveva sempre desiderato una figlia ma il destino non aveva voluto accontentarlo.
Leon rise di gusto e Pablo ne fu felice, era da tanto che non lo vedeva ridere, mentre Violetta trovò quella risata molto carina.
<<   Devo andare, si sta facendo tardi   >>   disse il ragazzo per poi dirigersi verso la porta, ma si sentì tirare per la camicia.
Girò lo sguardo e vide che a tenerlo era Violetta, lui si chinò davanti a lei.
<<   Te ne vai?   >>   gli chiese.
<<   Si, devo andarmene   >>   rispose lui.
<<   Ma domani torni, non è vero?   >> 
<<  Purtroppo non posso venire tutti i giorni   >>  
<<   Ma allora quando torni?   >>   chiese la piccola con un espressione di tristezza sul volto.
Lui le accarezzò la testa scompigliandole di poco i capelli   <<   Facciamo così, tornerò il giorno del tuo compleanno   >>  
<<   Ma io non mi ricordo quando è il mio compleanno   >> 
<<    Come no? Un mese fa Leon ti ha portata qui e hai iniziato la tua nuova vita quindi io lo riterrei un compleanno   >>    si intromise Pablo.
<<   Allora verrai? Me lo prometti?   >>   chiese Violetta.
Leon le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sulla fronte   <<   Te lo prometto    >>  
***
Anche ora
Mentre rimango nell'oscurità
I pensieri su di te
Non smettono di opprimere la mia mente
Due anni dopo, Leon aveva continuato a mantenere la sua promessa e per il compleanno di Vilu andava in quella casa, ma non solo in quella occasione, anche per Natale o per altre festività.
Era di nuovo il compleanno di Vilu, ma questa volta, lei lo era andato a prendere, senza dirglielo. Era troppo impaziente per aspettare. Così andò al paese vicino e percorse la strada che faceva sempre Leon, ma davanti a lei si fermò un ragazzo.
Aveva i capelli neri e corti, gli occhi castano scuro, la pelle abbastanza chiara. Indossava una maglia bianca con sopra una camicia a jeans, un paio di pantaloni beige e delle scarpe marroni.
<<   Ciao piccola. Sembri smarrita   >>   ghignò il ragazzo mostrando i canini e gli occhi rossi.
Violetta non rispose, era troppo spaventata per dire o fare qualsiasi cosa, intanto lui si avvicinava a lei. La piazza era deserta. Lei chiuse gli occhi aspettando il fatidico momento. Ma lo riaprì subito dopo quando vide di fronte a se Leon.
<<   Leon, non intrometterti!   >>   gridò l'altro vampiro infuriato dalla sua presenza.
<<   Tomas, non ti permetterò di fare del male a questa dolce creatura   >>   gli disse calmo e freddo.
Tomas rise di gusto   <<   Va bene, proteggila da me, per ora, ma dopo la dovrai proteggere anche da te   >>  
<<   Stai delirando   >>  
<<  No Leon, io sto benissimo. Forse sei tu che non sai più chi sei. Se vuoi ti rinfresco io la memoria?   >>  
<<   So chi sono, non c'è bisogno che uno come te me lo venga a ricordare   >>  
<<   Mi sembrava che l'avevi dimenticato da quando conosci questa, come la chiami tu "dolce creatura"     >>   rise ancora.
<<   Cosa ci trovi di tanto divertente?   >>    chiese Leon irritato da quella risata.
<<    Trovo divertente il fatto che ti stia dando tanto da fare per proteggere quella bambina, quando sai benissimo che un giorno potresti essere tu quello a farle del male   >>  
Violetta ascoltava in silenzio, aspettando che Leon si liberasse di quel ragazzo.
<<   No, io non lo farei mai   >>   disse Leon, ma forse stava cercando di convincere più se stesso che Tomas.
<<   Andiamo, lo sai anche tu che un giorno i tuoi canini affonderanno nel collo di quella bambina e...   >>    Tomas non terminò la frase che...
<<   Sta zitto!   >>  gridò Leon per poi alzare la mano e l'altro si sollevò in aria per poi sbattere contro il muro.
Tomas lanciò uno sguardo pieno d'odio a Leon, che fece rabbrividire Violetta e dopo scomparve nel nulla.
Lui si girò verso la piccola, si inginocchiò di fronte a lei prendendole le spalle   <<   Le bambine di otto anni non devono andare in giro da sole   >>   la rimproverò.
<<   Perdonami! Ma volevo venirti a prendere   >>   si giustificò.
<<   Va bene, ti perdono. Ma non farlo più   >>  abbracciò la piccola stringendola tra le proprie braccia   <<   Non so cosa farei se ti succedesse qualcosa   >>  
***
Dietro il rosso,
rosso, rosso.
Un sogno, sogno tremolante,
noi due
dobbiamo incontrarci.
Pablo le aveva spiegato che i vampiri erano creature che vivevano in eterno, ecco perché Leon cresceva tanto lentamente. Quindi appena lei sarebbe stata più grande e si fossero messi insieme non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi. Le piaceva fantasticare su queste cose.
Pablo era uscito e lei stava preparando la cena. Ormai aveva undici anni e il padrino, così lo chiamava da ormai qualche anno, le aveva insegnato a cucinare.
Sentì suonare alla porta e sicura che fosse il suo padrino andò ad aprire, infatti, appena aprì la porta, vide l'uomo ma non era solo. Aggrappata alla sua gamba c'era una bambina della sua età. Aveva i capelli lunghi, neri e lisci, gli occhi castani, e la pelle bianca come la neve che stava cadendo dal cielo quel giorno. Indossava un vestito azzurrò con dei fiocchi blu scuro intorno alla gonna.
<<   Violetta, lei è Francesca. Da oggi mi prenderò cura anche di lei. La sua famiglia è stata uccisa da un vampiro cattivo.  >>   spiegò Pablo, spinse la piccola dentro   <<   Devo fare delle cose, tu falle fare un bagno caldo che ne ha bisogno   >>  
Violetta le fece fare il giro della casa. Quella bambina non l'aveva mai guardata e non le aveva mai sorriso, deve aver sofferto molto.
Dopo che Francesca fece il bagno Violetta finì di cucinare, appena entrata nel salotto vide l'altra rannicchiata in un angolo che, con le unghie, si graffiava il collo dove sopra aveva un segno. Vilu le si avvicinò, le tenne la mano per fermala e dopo notò che non era un segno, quello che aveva sul collo, ma un morso...di un vampiro.
<<   Fa male   >>   disse Francesca guardando Violetta per la prima volta.
<<   Ti aiuterò io, non ti lascerò mai sola   >>  

***
Il nostro destino sta cambiando.
Un segreto che nessuno,
nessuno conosce.

Venne il giorno del suo tredicesimo compleanno e come sempre, Violetta aspettava il suo arrivo davanti la porta di casa. Stava congelando ma non le importava, avrebbe fatto di tutto per Leon.
Dopo, finalmente, lo vide arrivare. Iniziò a correre verso di lui, ma si era scordata che il terreno era scivolosa a causa del ghiaccio e scivolò. Stava per cadere a terra ma non avvenne, guardò attorno e lo vide...Leon la stava tenendo tra le braccia e l'aveva anche salvata.
<<   Grazie Leon   >>  
Lui le mise una mano sotto le ginocchia e l'altra, che teneva la schiena, si strinse meglio al delicato corpo di lei. La sollevò a mo di sposa e la trasportò fino alla porta, intanto a vedere la scena c'erano Francesca e Pablo, dalla finestra, che erano sia divertiti che felici.
<<   Buon compleanno piccola Violetta   >>  
Lei intanto si rannicchiò tra le sue braccia e poggiò la testa sul suo petto riuscendo a sentire il suo cuore. Doveva avere paura, ma non ci riusciva. Tra le braccia di Leon si sentiva sicura e protetta.
Dopo aver cenato e mangiato la torta i quattro si riunirono nel salone dove Pablo diceva di avere cose importanti da riferire. Leon e Violetta erano seduti in un divano mentre Francesca e Pablo nell'altro.
<<    Volevo aprire una scuola di canto e ballo. Dove si imparerà a ballare, cantare e a suonare degli strumenti. Lo voglio chiamare "Lo studio For Hope"   >>  
<<  For Hope? Se non mi sbaglio vuol dire "Per speranza"   >>   disse Leon.
<<   Si, infatti voglio che in questa scuola non ci siano solo umani ma anche vampiri   >>   spiegò l'uomo lasciando i tre sorpresi.
<<   Ma non è troppo rischioso?   >>    chiese Francesca.
<<   No, non dovete preoccuparvi ho già un piano. Per le lezioni faremo un giro di rotazione. La mattina studierà la "Day Class" cioè quella composta da umani, mentre la sera la "Night Class" quella composta da vampiri, mentre quando ci saranno gli spettacoli li faremo lavorare insieme.    >>   spiegò l'uomo.
<<   Quindi dormiremo anche nello stesso edificio?   >>   chiese Violetta guardando con la coda dell'occhio Leon che sembrava molto pensieroso.
<<   Si, ma da una parte ci saranno gli umani e dall'altra i vampiri   >>  
<<   Mi sembra un'ottima idea   >>   disse Leon.
<<   Davvero?   >>   chiese Pablo entusiasta.
<<   Si, anche a me  >>   disse Vilu.
<<  Per me va bene   >>   concordò Francesca.
<<   Leon, essendo che tu sei l'ultimo "Sangue puro" rimasto sei come un capo per loro, puoi convincerli a venire?    >> 
<<   Certo, questa idea di pacifismo tra i vampiri e gli umani mi piace molto   >>   
<<    Grazie, ma ragazze voi due non sarete solo delle comuni studentesse, sarete anche le "Guardiane". Sarete come delle guardie, però dovete controllare che i vampiri non facciano sciocchezze   >>  
Francesca e Vilu si guardarono e accettarono. Francesca odiava i vampiri, tutti tranne Leon. Lui era come un fratello maggiore e anche volendo non l'avrebbe mai potuto odiare. Ma accettò lo stesso e con lei Violetta.
***
Cadendo, cadendo, cadendo.
Non possiamo tornare come prima.
Non importa se mettiamo da parte i nostri peccati
Sicuramente!
Erano passati tre anni, ormai Francesca e Violetta avevano sedici anni e da due anni lo studio era aperto a tutti, sia vampiri che umani.
Tutto era come programmato da Pablo, ma Vilu e Fran non erano le uniche guardiane, infatti con loro c'era anche Ludmilla, era figlia della professoressa di ballo, Jackie, e suo padre era morto mentre cercava di proteggere un suo amico vampiro, lei si era ripromessa di proteggere tutti i vampiri come suo padre.
Ma ovviamente non potevano essere disarmate.
Essendo che tutte e tre portavano sempre gonne o vestiti, riponevano le loro armi in una fondina che tenevano nell'interno coscia destro.
Francesca aveva una piccola pistola che sparava proiettili creati con acciaio anti-vampiro.
Violetta aveva un bastone abbastanza lungo fatto sempre di acciaio anti-vampito. Si poteva ripiegare per tenerlo nella fondina.
Ludmilla aveva invece un pugnale sempre fatto con acciaio anti-vampiro.
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
Nota autore: Salve a tutti, eccomi con una nuova storia. So già cosa state pensando "ma questa non ha già abbastanza storie? Perché deve continuare a tormentarci?" Eh...non prendetevela con me ma con il mio cervello. Ma comunque, vi piace? Quanti di voi conoscono Vampire Knight? Spero in molti e spero che a questi gli piaccia la coppia di YukixKaname che io adoro! Sono fratelli e allora? Si amano! Comunque spero vi sia piaciuto e che mi continuerete a seguire. Un beso.
  
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