Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Lory221B    09/11/2014    3 recensioni
John, giovane mutante, è costretto dai suoi genitori ad andare alla scuola di Charles Xavier dove incontra un insolito ragazzo che gli cambierà la vita. Intanto qualcuno trama nell'ombra.
Johnlock
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 9 - Vivi e lascia vivere

Gli sembrò di cadere a rallentatore, sapeva che non stava cadendo davvero, che era solo finzione olografica, ma la sensazione era reale come lo era le ferita, quel proiettile che gli aveva trapassato la carne e macchiato la sua divisa. Non poteva finire così, non doveva finire così: tante, troppe volte era stato vicino alla morte, tutte le volte che aveva usato, anzi abusato della cocaina. Per un attimo gli venne quasi da ridere al pensiero di Microft che lo credeva più al sicuro chiuso nella scuola che in giro a sperimentare nuovi pericolosi modi per non annoiarsi. In quei pochi secondi di lucidità prima dello schianto la sua mente si rifugiò nel suo mind palace  in cerca di una soluzione per restare vivo.

Sherlock si guardò attorno nel suo palazzo insolitamente silenzioso.
- Eccolo qui il mio fratellino, stai per morire - "Non così silenzioso se è apparso Mycroft" pensò Sherlock..
- Non sono ancora morto - constatò in maniera fredda ma  spaventata la mente di Sherlock.
- La pallottola ti ha trapassato, è uscita, ma l'emorragia? Come farai? - chiese in maniera canzonatoria il fastidioso Jim che era apparso nella sua testa.
Sherlock sentiva freddo e sapeva che la fine era vicina, che il Jim nella sua testa aveva ragione, non sarebbero mai riusciti a portarlo in tempo all'ospedale, sarebbe finito tutto. Sentiva che stava tremando in maniera incontrollata, era sopraggiunto lo shock. Improvvisamente si rese conto che non stava più cadendo, doveva aver toccato terra, "in realtà ho toccato subito il pavimento, è realtà virtuale"si corresse da solo. Si chiese come erano riusciti a sparargli nonostante fosse invisibile, ma poi si rese conto che il fumo era stato determinante, sicuramente il suo passaggio creava una scia, un vuoto nel fumo che lo rendeva individuabile.
Non poteva fare niente, tutta la sua intelligenza sarebbe stata sprecata; gli avevano sparato, era caduto, stava perdendo sangue. Si sentiva impotente come mai prima di quel momento. Presto anche la ragione lo avrebbe abbandonato.
Tante cose gli sarebbero mancate dopotutto, mai come in quel momento si rese conto che alla fine una parte di lui era "umana" e lo trovò fastidioso. Anche in prossimità della fine non voleva ammettere di poter avere dei sentimenti umani, non voleva ammettere che gli sarebbe mancato il suo insopportabile fratello, che gli sarebbero mancate le attenzioni quasi asfissianti dei suoi genitori, che gli sarebbe mancato trascinare John in giro per la scuola  nelle sue indagini per poi addormentarsi sulla sua spalla. Gli sarebbe mancato John e basta, l'amico che si fidava di lui, che era sempre al suo fianco. Forse aveva cominciato solo nelle ultime settimane a vivere davvero e non a esistere pigramente considerando inferiori tutti quelli con cui aveva a che fare, ad esplorare un mondo che lo avrebbe reso vulnerabile ma anche felice, come non lo era mai stato,
- Non tutto è perduto - intervenne Molly - c'è ancora una speranza Sherlock, devi fidarti -

Sherlock capì a cosa si riferiva la Molly nella sua testa quando sentì gridare il suo nome dalla voce del suo migliore amico; aveva quasi perso conoscenza del tutto ma prima di svenire si rese conto che era disteso sulla schiena nel freddo pavimento della stanza del pericolo, ogni ologramma era scomparso e John era in ginocchio accanto a lui, le mani verso la sua ferita e gli occhi blu del biondo che incontravano i suoi semichiusi. John stava parlando ma Sherlock non riusciva a capire una sola parola, gli sembrò di aprire la bocca e far uscire qualche suono, ma in quelle condizioni non poteva essere niente di coerente. Chiuse gli occhi stanco e debilitato fidandosi completamente, John lo avrebbe salvato come aveva sempre fatto da quando era entrato nella scuola.

Sherlock si svegliò alcune ore dopo, era disteso in un letto dell'infermeria. Come in un flashback ricordò tutto, lo sparo, la pallottola che lo trafiggeva causandogli un dolore indescrivibile, la sensazione di cadere nel vuoto. Se la caduta era solo frutto della simulazione del computer unita al suo stato di shock, la pallottola era vera, lo aveva quasi ucciso. Poi era intervenuto John. Guardò verso la ferita, o meglio dove doveva trovarsi la ferita, ma non c'erano né cicatrici né bende. John aveva fatto un ottimo lavoro. Sorrise debolmente, riflettendo sul fatto che pur curando la ferita il dolore era stato troppo forte, per questo si trovava in infermeria.
Si guardò intorno e trovò il pallido volto di suo fratello che lo fissava preoccupato.
- Ci sei andato vicino questa volta -
- Non così tanto - sorrise pigramente Sherlock.
- E' stata arrestata la signorina Morstan, ha confessato di essere entrata nella stanza e averti sparato - Solo Sherlock poteva apprezzare che il fratello gli rivelasse quelle informazioni in quel momento e non in un momento successivo, con calma, dopo che si era ripreso e magari aveva mangiato qualcosa.
- Mary? Perché? - chiese il minore degli Holmes.
- Sono certo che è stata lei a spararti - affermò Microft quasi infastidito dalla curiosità del fratello.
- Cosa sta succedendo Microft? -
- Niente Sherlock, Mary Morstan non è un tuo problema, è stata prelevata e portata via -
Sherlock e Mycroft restarono a fissarsi, c'era qualcosa che il fratello gli stava nascondendo, era evidente. -Bene - continuò Mycroft - visto che posso riferire a mamma e papà che stai bene la mia visita finisce qui -
Sherlock lo salutò con un cenno del capo mentre ragionava velocemente su cosa era successo. Quando Microft arrivò alla porta si girò un'ultima volta, come per dire qualcosa, ma poi tirò la maniglia ed uscì.

Il ragazzo non rimase a lungo solo con i suoi pensieri, qualche minuto dopo l'uscita del fratello qualcuno bussò alla porta dell'infermeria. John entrò timidamente guardando verso l'amico, disteso sul letto nella tipica posa di riflessione che tante volte gli aveva visto fare.
- Ciao John- salutò allegro Sherlock.
John si avvicinò piano al letto e poi inaspettatamente lo abbracciò. Il biondo lo strinse forte, lasciandolo senza parole e cercando di godersi lo stupore del suo migliore amico. Sherlock era indeciso se abbracciarlo a sua volta o rimanere fermo nella sua posizione: decise per una via di mezzo, utilizzando il solo il braccio destro per circondare la schiena dell'amico. Per un attimo Sherlock tremò, non aveva mai avuto un contatto del genere. Era talmente concentrato sulle sensazioni di quell'abbraccio che si era trovato con gli occhi chiusi a riflettere su quanto era piacevole stringere John. Anche il biondo aveva gli occhi chiusi, avrebbe voluto spostare la testa dall'incavo della spalla di Sherlock per girarsi verso di lui e baciarlo, almeno sulla guancia, ma c'era ancora qualcosa che lo bloccava. Erano talmente presi da quell'abbraccio che non si erano accorti che la porta si era aperta nuovamente ed era entrato Logan che li fissava tra lo stupito e il divertito.Wolverine diede un colpo di tosse per palesare la sua presenza e John si staccò di scatto imbarazzato.
- Tranquilli, il mio motto è vivi e lascia vivere - fece pratico - salvo che non si tratti di un combattimento - aggiunse.
John sentiva di dover ribattere che non era quello che pensava ma non era del tutto sicuro che si trattasse di un fraterno abbraccio innocente.
 - Volevo solo  controllare come stava il nostro ferito, ma direi bene. John sei in gamba, il tuo potere è davvero utile -.
John sorrise tra se soddisfatto, voleva dire qualcosa, anche un banale grazie, ma Logan era già uscito dalla stanza con un "vi lascio soli" che sembrava sottointendere molte cose.
John si voltò di nuovo verso Sherlock - Allora stai bene? -
- Si, e credo di doverti ringraziare - fece con un sorriso.
- Sempre disponibile - strizzò l'occhio John.
- Bene, adesso raccontami esattamente cosa mi sono perso -
John sospirò rassegnato, doveva immaginare che Sherlock si sarebbe rimesso subito ad indagare e nemmeno per un secondo avrebbero parlato di quello che si erano detti mentre John cercava di guarirlo, anche se non era del tutto sicuro che il moro ricordasse qualcosa.

John prese una sedia e sistematosi comodo iniziò a raccontare del fumo, che aveva sentito uno sparo, che lo aveva visto cadere nel vuoto. John non poteva dimenticare la fitta al cuore quando aveva visto la scena, in quel momento non gli era stato possibile distinguere la realtà dalla finzione olografica, aveva solo visto Sherlock riapparire subito dopo lo sparo e una chiazza rossa sporcargli il torace;  pochi secondi dopo  Sherlock era caduto nel vuoto. John non si era mai sentito così inutile, se avesse avuto un potere attivo avrebbe potuto aiutarlo, volare da lui o correre alla velocità della luce, invece lo aveva visto precipitare impotente.
Poi gli ologrammi erano spariti, lui si era gettato su Sherlock mentre Logan aveva atterrato qualcuno, ma in quel momento a John non era importato molto chi fosse, voleva solo salvare Sherlock e così aveva fatto, il suo potere aveva guarito una ferita da proiettile, non era mai stato così felice.
Nonostante il repentino salvataggio Sherlock era comunque svenuto a causa del dolore, così mentre John lo stringeva forte, quasi ad evitare che cadesse di nuovo, Logan minacciava con gli artigli la persona che era entrata nella stanza e aveva sparato, l'unica che possedeva il potere di assorbire i metalli e tramutarli in proiettile che sparava dalle mani.
John non riusciva a crederci, aveva visto finalmente chi era la persona nella stanza oltre a loro: Mary era stata atterrata da Logan che sembrava altrettanto sorpreso che la colpevole fosse un'adolescente; lei intanto piangeva e chiedeva, anzi supplicava, di non essere uccisa, che avrebbe confessato tutto.
John raccontò poi a Sherlock quello che aveva appreso dalle chiacchiere nei corridoi della scuola, Mary era stata portata dal professor Lestrade che l'aveva chiusa nel suo ufficio e interrogata finché non  erano arrivati un gruppo di agenti capeggiati da Microft e l'avevano portata via. Di quanto avesse confessato si sapeva solo che lo aveva fatto come atto di ribellione nei confronti della scuola, ma la motivazione sembrava piuttosto scarna e molte voci avevano cominciato a girare su presunte affiliazioni di Mary con gruppi sovversivi.

Alla fine del racconto John non poté evitare di sentirsi idiota per essersi interessato a Mary quando Sherlock aveva capito dall'inizio che qualcosa non quadrava, ma mai avrebbe pensato una cosa del genere. Alcuni studenti, Anderson in particolare, avevano suggerito che Mary era gelosa del tempo che John passava con Sherlock e per questo aveva tentato di farlo fuori. John sperava davvero che non fosse lui la causa di tutto questo, non voleva sentirsi ancora più in colpa e stupido.
- Tu non c'entri John - affermò Sherlock.
-.Scusa? -
- Ti stai chiedendo se Mary mi ha sparato per colpa tua e la risposta è no -
- Ma come hai..?! - fece John, ma poi lasciò perdere, non aveva mai capito come Sherlock riuscisse a dedurre i suoi pensieri e si era arreso di fronte all'evidenza.
- Mio fratello c'entra invece, Mary è stata portata via velocemente, nessun contatto con altri professori, strano non trovi? Almeno il professor Xavier avrebbe potuto interrogarla. Ma avranno giustificato l'azione con "sicurezza nazionale" o qualcosa di simile. E poi era evasivo, qualcosa non va, Mary non ha fatto tutto da sola, Moriarty è sicuramente coinvolto -
- L'ho detto a Logan e a Lestrade, ma Moriarty ha un alibi, era molto lontano dalla stanza -
- L'avrà sabotata prima o l'ha fatto Moran, o Mary stessa. Quale alibi comunque? -
- Mike, l'ha visto in biblioteca -
- Ragioniamo, sappiamo che Mary, Jim, Sebastian e Irene si conoscevano da prima della scuola e presumibilmente sono parte del medesimo piano. Ora Mary si è consegnata, non sappiamo se qualcosa è andato storto o era intenzionale ma lei è fuori dal gioco -
- Quindi? -
- Quindi il gioco è iniziato John!!! Aspettiamo le prossimo mosse, fino ad adesso sono stati sempre un passo avanti a noi ma ora hanno commesso un errore -

Angolo autrice
Ciao a tutti, forse un po' breve ma altrimenti non sarei riuscita ad aggiornare. Un abbraccio a tutti e alla prossima!!!



   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B