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Autore: livia_    09/11/2014    0 recensioni
Ormai mangiamo emozioni in scatola piene di conservanti, che non sanno proprio di un cazzo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Viviamo in gabbie di cemento con grate alle finestre e muoviamo in scatolette di lamiera, lavorando la quasi totalità del giorno per poter mangiare. E tamponiamo tutta questa merda con malriposti sfoghi di apparente libertà. Ormai mangiamo emozioni in scatola piene di conservanti, che non sanno proprio di un cazzo. Uno ci si affoga ma il sapore rimane sbiadito, non colma niente, rimane la fame. La quantità, la quantità ci sazia per sfinimento, perché uno ci vuole credere. Perché ci si strafoga, e non c’è niente. E se c’è questo mondo te lo rovina, te lo strappa dalle mani. E qui tocca accontentarsi, se no non si gode per un cazzo. Passi la vita a scambiare, a mettere a nuovo, sperando che quella cosa che vedevi bellissima, fatta in una maniera diversa, non arrivi a saturarti. Pieno di vuoto, finisce che ti annoia pure il sesso, la nutella, i tramonti. Finisce che tutto diventa grigio, e ti piaci solo quando sei fatto. Fatto di goduria per la macchina nuova, per le vacanze al mare,dalla la giacca nuova dalla casa figa, dal cucciolo di cui hai le foto sul cellulare di mezzo stipendio. Fatto di droga, di adrenalina, di alcool. Di emozioni che sembrano sembrano sembrano. Ma tanto, qualsiasi cosa ti compri, qualsiasi donna ti scopi, qualsiasi amico ti abbracci, ogni stramaledettissima droga ti spari, devi andare a dormire nella tua gabbia di cemento e grate, e domani mattina prendere la tua scatoletta di lamiera puzzolente e lavorare. Anche facendo qualcosa che ti piace. Ma lavorare otto ore del giorno per poter mangiare, continuare ad esistere. E uno si aggrappa che se diventa ricco si salva da questa cosa, i soldi tipo salvagente. Ma non so di un ricco felice, non ci credo. So che fine farei ad avere tanti soldi da pulirmici il culo. Mi annoierei ancora di più, comprerei macchine che vanno a 300 all’ora, mi calerei qualsiasi cosa fino a che non sono di nuovo punto e a capo.
E a pensarci così tutte le cose belle che ti emozionano sanno di plastica sottovuoto. E tutte hanno la data di scadenza già scaduta da un pezzo.
   
 
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