Il viaggiatore partì, esiliato dal nirvana
Un crimine non commesso gravò su di lui
Nell'abisso giunse, sentì aria malsana
Il "perchè" stava nel cuore altrui
Quei frammenti di luce, ormai logori,
si incastonavano perfettamente nell'oscuro
vuoto creatosi nell'essere dell'impuro figuro,
ma che, ormai, rifiutavano di uscirne fuori
L'inferno rise crudele, la sua pena eterna
fu apparentemente una prova sopportabile:
un viaggio infinito nella sua terra natia
Per un condannato ciò parve ammissibile
Ma il viaggiatore si sbagliò, subito si stancò
Nella sua testa risuonò un canto angelico
Tutti i ricordi ritornarono, a terra arrancò
Alzo lo sguardo, vide un cielo di nuvole
Una fievole luce trapassò quel muro di cella
che si dissolse e lasciò spazio ad una stella
La speranza ritornò nell'uomo che in piedi si mise
"Forse non rimedierò, ma nulla è perso". Egli sorrise.
Note dell'autore:
Ciao a tutti ragazzi, questa è il mio esordio sul sito. Ho poco da fare in questo periodo e ho pensato che potrei provare a scrivere qualcosa. Per adesso mi viene più facile scriver le poesie, perchè sono emozioni vissute in prima persona e facili da trascrivere. Questa poesia l'ho scritta in circa venti minuti, dopo un vagabondare serale dove cercavo di mettere ordine nella mia testa. Non sono considerabile per niente un cultore della scrittura, ci tengo a precisare. Sono piuttosto ignorante in ambito letterario e se la mia poesia ricorda opere famose o meno, mi scuso a prescindere, ma non è voluto. Inoltre mi scuso per la banalità dell'opera, per lo schema rimico piuttosto classico e tutto il resto. Sentitevi liberi di criticare e di darmi consigli, ci tengo.
Un crimine non commesso gravò su di lui
Nell'abisso giunse, sentì aria malsana
Il "perchè" stava nel cuore altrui
Quei frammenti di luce, ormai logori,
si incastonavano perfettamente nell'oscuro
vuoto creatosi nell'essere dell'impuro figuro,
ma che, ormai, rifiutavano di uscirne fuori
L'inferno rise crudele, la sua pena eterna
fu apparentemente una prova sopportabile:
un viaggio infinito nella sua terra natia
Per un condannato ciò parve ammissibile
Ma il viaggiatore si sbagliò, subito si stancò
Nella sua testa risuonò un canto angelico
Tutti i ricordi ritornarono, a terra arrancò
Alzo lo sguardo, vide un cielo di nuvole
Una fievole luce trapassò quel muro di cella
che si dissolse e lasciò spazio ad una stella
La speranza ritornò nell'uomo che in piedi si mise
"Forse non rimedierò, ma nulla è perso". Egli sorrise.
Note dell'autore:
Ciao a tutti ragazzi, questa è il mio esordio sul sito. Ho poco da fare in questo periodo e ho pensato che potrei provare a scrivere qualcosa. Per adesso mi viene più facile scriver le poesie, perchè sono emozioni vissute in prima persona e facili da trascrivere. Questa poesia l'ho scritta in circa venti minuti, dopo un vagabondare serale dove cercavo di mettere ordine nella mia testa. Non sono considerabile per niente un cultore della scrittura, ci tengo a precisare. Sono piuttosto ignorante in ambito letterario e se la mia poesia ricorda opere famose o meno, mi scuso a prescindere, ma non è voluto. Inoltre mi scuso per la banalità dell'opera, per lo schema rimico piuttosto classico e tutto il resto. Sentitevi liberi di criticare e di darmi consigli, ci tengo.