Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Yeppo    09/11/2014    0 recensioni
La storia vorrebbe essere una light novel ma essendo incapace di disegnare mi limito a tentare di descrivere la nuova vita di un ragazzo di 17 anni, Aki tra situazioni divertenti e romanticismi vari ~
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


Yeppo

Ai no Tabi

Capitolo 1 - La fine di un viaggio, l'inizio di uno nuovo.

 

 

Era tutto così triste, così buio, non c'era più felicità nei suoi occhi, nè vitalità sul suo viso. Ma non poteva finire così.

Aki era all'ennesima crisi, la sua vita non lo soddisfaceva per niente, era circondato di falsi amici, da una quotidianità che lo annoiava, sognava un cambio radicale della sua vita e della sua personalità, priva di paure, preoccupazioni, tristezza. Desiderava solo essere una persona felice, sicura di sé, voleva ricordare tutto quello che stava vivendo come una semplice esperienza formativa, ed era proprio ciò di cui si trattava. Era necessaria una svolta.“Basta” disse davanti lo specchio della sua vuota camera “è il momento di cambiare, il momento di partire.” Aveva qualche soldo da parte ma non poteva bastare per rimanere all'estero un lungo periodo, non rimaneva che convincere i suoi genitori a lasciarlo trasferire dagli zii di Tokyo che tante volte avevano espresso il desiderio di poter stare un po' con il nipote. “Non puoi partire” gli disse il padre “hai appena 16 anni” “ma ne compirò 17 a Maggio” ribattè Aki. “Non è questo il punto” intervenne la madre che fino a quel punto era rimasta in silenzio e con le braccia incrociate ad ascoltare, “non sei pronto per un viaggio del genere, non sei neppure mai uscito dal Paese, se ne riparlerà tra qualche anno.” Aki che aveva le braccia distese lungo i fianchi, strinse i pugni, strinse i denti ma non riusci a stringere abbastanza i suoi occhi che lasciarono cadere delicatamente delle lacrime sulle sue guance. “Io...non posso...no, io non voglio... sprecare la mia vita qui come tutti gli altri, tra i falsi sorrisi della gente, la noia di questo paese. Io voglio andarmene, conoscere un mondo nuovo e ricominciare a sorridere come facevo da bambino, quando la vita era molto più semplice e tutto ciò che avevo intorno mi sembrava meraviglioso. Qui non c'è più niente per me, non c'è gioia, non c'è amicizia, non c'è amore se non il vostro. Vi prego, lasciatemi andare! Lasciatemi tre mesi di prova e se la mia vita non sarà abbastanza soddisfacente neppure là oppure se mi sarò messo in qualche pasticcio tornerò e non chiederò più niente a riguardo, ma vi prego, datemi una possibilità!” I due, che per la prima volta sembravano scorgere qualcosa di nuovo, come una luce nel figlio che aveva sempre vissuto in modo ordinario e senza mostrare un apparente interesse per qualcosa se non per la musica e per il suo pianoforte, decisero di lasciargli scegliere la sua strada. “Ok, Aki” disse il padre dopo un rapido cenno alla moglie “3 mesi. Se ti comporterai in modo onesto come ti abbiamo sempre insegnato, non avrai problemi, non ti metterai nei guai e magari potrai rimanere lì per molto più di un trimestre; d'altra parte, se dopo questo periodo avrai combinato qualcosa, sappi che tornerai a casa e senza storie” Il ragazzo, alzò la testa china per il pianto, e con gli occhi luccicanti andò ad abbracciare il padre e la madre. “Grazie, grazie, grazie ! ! !” ripetè Aki con un enorme sorriso. “Chiameremo i tuoi zii che sicuramente saranno felici di ospitarti e gli chiederemo di mettersi in contatto con la nuova scuola." 1Aprile 2014, partenza, direzione: Tokyo. La sveglia suonò, non che questo servisse a molto, Aki era rimasto sveglio tutta la notte. Fece un bel sospiro e con gli occhi gonfi dal sonno e le mani tramanti cariche di agitazione, si alzò lentamente, strizzò un po' le dita sugli occhi e si avviò verso la cucina per fare una leggera colazione . Così, completamente noncurante del fatto che la mattina si dovrebbe spegnere l' abat-jour e aprire le finestre in particolare quando fuori il sole splende e l'aria fresca e leggera di primavera riempie le stanze di allegria, tirò fuori dal cassetto un pacchettino di fette biscottate, prese un succo di frutta, si sedette a tavola, indossò le sue cuffiette collegate al cellulare e con il cuore pieno di speranza e la fantasia galoppante come i soli veri sognatori sanno fare, cominciò a mangiare canticchiando ciò che di più allegro aveva nella sua playlist. A fianco dello stipite della porta comparve il padre il quale gli disse “ Cerca di fare una bella esperienza, conosci nuove persone, nuove personalità, nuovi amici e sii felice per piacere, appassionati alla vita che stai per vivere, sono sicuro che avrà molto da offrirti.”

“Lo farò senz'altro papà. Ti ringrazio, per tutto. Sappiate che mi mancherete tantissimo e vi penserò ogni giorno fino a quando non ci rivedremo.” “Non preoccuparti figliolo, non ti liberarai così facilmente di noi” ribattè il padre “ci sentiremo regolarmente grazie alle magie di internet!”

I due scoppiarono in una risatina e si abbracciarono con la dolcezza di chi sa che un saluto attraverso uno schermo non basterà a coprire la nostalgia di casa. Preparatosi per uscire e salutati tutti i suoi familiari si mise a sedere in giardino aspettando il taxi che l'avrebbe portato all'aeroporto “Una nuova vita... sto arrivando Tokyo ! ! !” Gridò con quanta più forza trovava nella sua profonda voce. A quel punto il taxista suonò per richiamare l'attenzione del ragazzo. Prese le valige, salì sull'auto e arrivato all'aereoporto corse verso il check-in, verso quella linea che lo separava dalla sua felicità.

12 Ore di estenuante viaggio ma finalmente si scorgeva la terra. L'aereo atterrò. Ma non era un semplice atterraggio, era un nuovo inizio. La fine di un viaggio ma l'inizio di uno nuovo. “Ciao Aki!” Gridarono gli zii del ragazzo che lo attendevano in aereoporto. Si stava avvicinando ai due fino a quando... SBAM fece in tempo solo a vedere una manica color pesca prima di cadere al suolo. Con le valige sparse intorno a lui, si alzò e dopo essersi grattato la testa guardò di fianco a lui e... E TU CHI SARESTI ? ? ?”  

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Yeppo