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Autore: Fuuma    24/10/2008    3 recensioni
Questa è la storia di come tutto iniziò. O, banalmente, l'inizio della fine.
Al muro, un orologio ticchetta con le sue lancette, scorre al contrario e ad ogni giro si riprende un anno. Gira, gira, gira... Sino al momento in cui il tempo si fermerà per ricominciare da capo.
Cuccioli raminghi schiavi di una vita da randagi in un Mondo che li odia. Un genio bambino, dai grandi occhi di cielo in frantumi. E cinque infanti che hanno ancora tutti i sogni nei loro cassetti. Mentre un piccolo dolce Lucifero tesse silenzioso le trame di un Futuro senza speranza.
Questa è la Loro storia.
E da qui, comincerò.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Have you seen my Childhood

[MUKOU HOSHI]


[06.Una Bugia]

Teneva il fagottino tra le braccia ed un dito alle sue labbra, succhiato da quella boccuccia cianotica.
Lo guardava ricercando nel suo volto tratti del proprio.
Pallido. Incorniciato da una spolverata di cortissimi capelli castano chiaro, brillante nonostante tutto.
Aveva anche grandi orecchie.
Tutti loro le avevano.
Lunghe.
A punta.
Servivano per sentire meglio. Qualsiasi cosa. Molte delle quali avrebbe preferito non sentirle.
Camminò fino alla stanza adiacente in cui i muri sostituivano la roccia, senza però privarsi di quel loro triste cupore.
Pai si piazzò davanti a lui.
Aveva le braccia incrociate al petto e la fronte corrucciata, ma soltanto un po'. Era raro che il suo viso esprimesse una qualche emozione.
"Dove lo porti?" gli aveva domandato.
"Non lo so."
"Allora perché sei qui?"
"Perché di là ci sono gli altri."
"E allora?"
"Non mi piace stare con loro."
Pai osservò al di là dell'esile schiena di Kisshu, sondando gli sguardi indifferenti degli altri.
"Sono la nostra gente." commentò soltanto.
"Lo so." fece spallucce, il fagottino sempre tra le braccia, tenendolo saldamente per non farlo cadere, così piccolo eppure così grande tra le sue braccina di bambino "Mi piace di più stare da solo."
"Perché?"
Era raro che Pai parlasse tanto, di solito non faceva domande e se le facevano non erano "perché".
Kisshu arricciò le labbra ed il neonato mordicchiò senza denti il suo indice, tenendolo tra manine minuscole.
"Tu però puoi rimanere. Non mi dai fastidio."
Il Perché di Pai si perse, da qualche parte, dimenticato.
Non c'era una risposta a quella domanda.
Si sarebbe dovuti partire dal presupposto che Kisshu preferisse davvero rimanere da solo.

.UNA BUGIA END.

   
 
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