Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: momo_no_hana    09/11/2014    1 recensioni
"Agii, senza valutare le conseguenze di quel gesto. In seguito avrei avuto tutto il tempo per pentirmene, ma non ora"
l'intera trama prende forma nella mia testa giorno dopo giorno, ed è in continua evoluzione, ma questo piccolo spezzone riassume bene l'intero filo conduttore del racconto.
Eren, Rivaille, decisioni giuste o sbagliate, imposte dall'alto o rifiutate, in un continuo alternarsi di chiaro scuri, sensi di colpa e verità taciute per troppo tempo. Spero di avervi incuriosito almeno un pò, e se passaste gradirei un vostro commentino, anche piccolo piccolo e/o pieno di critiche, che si sperano costruttive ;)
Rigorosamente Ereri
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Hanji Zoe, Irvin Smith, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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La follia di quando si ha tutto da perdere

 

Non pensai, semplicemente agii. Semplicemente d'istinto, come respirare, come sbattere le palpebre, come se fosse un qualunque gesto inconscio che scorre lentamente al di sotto della vita.
Agii, senza valutare le conseguenze di quel gesto. In seguito avrei avuto tutto il tempo per pentirmene, ma non ora; ora non avevo un solo attimo da perdere, non dopo l'ultima immagine che avevo registrato con i miei occhi umani e che era stata marchiata a fuoco dentro la mia mente: il Capitano Rivaille che cadeva. Sì, cadeva. Le sue ali lo avevano tradito.

Nella foga di quello scontro, che si stava svolgendo per lo più in un ampio spiazzo aperto -fatta eccezione per alcuni sporadici alberi nei dintorni, decisamente troppo pochi per garantire un buon utilizzo del dispositivo 3DM- Rivaille aveva ucciso un numero impressionante di giganti, rapido e preciso come sempre, volteggiando nell'aria come se l'assenza di appigli solidi non intaccasse le sue capacità nemmeno lontanamente.
Ma poi era successo; nella mischia, dopo aver decapitato l'ennesimo nemico, il corpo di quest'ultimo precipitò goffamente al suolo e, nel delirio di braccia e gambe che accompagnava la caduta, le funi del 3DM si ritrovarono calpestate da quel corpo grottesco, e Rivaille in una frazione di secondo venne sbattuto violentemente a terra, il respiro mozzato a causa dell'impatto.
Fu un attimo, prima che i giganti smettessero di essere interessati agli umani che volteggiavano sopra le loro teste e si lanciassero verso il corpo inerme del Capitano, le bocche spalancate in espressioni deformi, travolti dalla smania di dilaniare quella facile preda.


Non aspettai ordini, non cercai con lo sguardo l'approvazione di nessuno, non pensai. Mi portai la mano alla bocca e la morsi con una foga e un'urgenza mai provate prima. I canini affondarono nella carne morbida e, prima ancora che una singola goccia di sangue potesse toccare il terreno, un lampo accecante mi avvolse.
Il mondo sembrò fermarsi per un attimo, un solo singolo istante in cui mi sentii come all'interno di una gigantesca bolla di sapone: i suoni mi giungevano ovattati, i contorni e i colori delle cose erano sfuocati, qualsiasi cosa intorno a me era deformata dalla rabbia e dalla disperazione.
Più veloce, più veloce, più veloce era il solo pensiero che mi martellava nel cervello, mentre mi lanciavo contro l'ammasso di corpi deformi davanti a me. Colpivo, spezzavo, dilaniavo, squarciavo qualsiasi giganti si parasse di fronte a me; se non altro la mia trasformazione sembrava aver deviato la loro attenzione dal Capitano.

“Eren!”, il grido di Mikasa distrusse il silenzio surreale in cui mi sentivo inglobato, ma sordo a qualsiasi richiamo, continuai ad avanzare, riducendo a brandelli anche l'ultimo giganti che mi separava dal mio obiettivo. Lo colpii con un poderoso pugno, staccandogli di netto la testa e con un balzo gli fui addosso: con un rapido e preciso schiocco della mandibola affondai i canini nella tenera carne della collottola, smembrandola. Il sapore metallico e dolciastro di quel sangue vischioso mi inondò la bocca e fui scosso da un tremito di pura estasi. Di più, di più, stavo perdendo il controllo dei miei pensieri, mentre sentivo l'istinto primordiale del Titano venire a galla sconquassandomi le viscere, bramando più sangue, più morti. Caddi in ginocchio scosso dai tremiti, mentre dentro di me infuriava la lotta tra l'uomo e la bestia, tra la ragione e l'istinto animale che minacciava di sopraffarmi.
Poi mi voltai e lo vidi, a terra, innaturalmente più pallido del solito, eccezion fatta per il sangue cremisi che imbrattava la giacca della divisa e le sue mani, ancora strette spasmodicamente intorno all'impugnatura delle lame. Quelle mani. Bastò quel fugace sguardo per far sì che una tempesta di ricordi mi investisse, mettendo a tacere quell'impulso bestiale di morte.


Heichou...” ero scosso dai brividi, mentre un paio di candide mani, delicate, eppure così forti allo stesso tempo, percorrevano una scia immaginaria dalle mie clavicole fino all'ombelico, mandandomi in estasi.
Ssh” soffiò il Capitano direttamente nel mio orecchio, causando un'altra scarica di brividi che dalla spina dorsale mi attraversò tutto il corpo.
Cosa.. cosa sta facendo?” balbettai, non riuscendo ad impedirmi di arrossire nel sentire il mio respiro ansimante.
Sto facendo la scelta per la quale penso mi pentirò di meno” rispose, mentre la sua lingua calda iniziava a suggere lentamente il mio lobo destro.


Venni bruscamente riportato alla realtà dal grido terrorizzato di Sasha; un gigante si stava avventando sul Capitano, la mano spalancata pronta ad afferrare la preda e gli occhi ricolmi di insana follia. Riuscii ad intercettarlo un secondo prima che la presa si chiudesse sul suo corpo e, dopo aver bloccato il braccio della creatura lo torsi al limite possibile concesso dalle giunture per poi, con un colpo secco, spezzarlo con una leva al gomito. Senza nemmeno controllare la sua reazione affondai la mano destra nella morbida carne alla base del collo e artigliandola la lacerai in un colpo solo.
Il gigante cadde ai miei piedi, iniziando subito ad evaporare, mentre molti altri si avvicinavano ciondolando grottescamente. Sentivo il respiro pesante e iniziavo a percepire in modo sfuocato tutto ciò che mi circondava, mentre una debolezza sempre più spossante faceva rapidamente presa sul mio corpo. Non posso cedere, non adesso, dannazione, mi avventai nuovamente sui nemici, ma i miei sensi e le mie azioni erano ormai sconnesse ed imprecise, e a malapena riuscivo a mettere a segno un paio di colpi. All'improvviso sentii un fitta lancinante alla spalla sinistra che mi fece ululare di dolore: un gigante mi aveva addentato, conficcando i canini nella carne fino a lacerare muscoli e tessuti. Il fatto che avessi un potere rigenerativo straordinario non implicava il fatto che non provassi dolore quando me ne veniva inflitto.

Me lo strappai di dosso con il braccio destro, visto che dopo il danno subito mi era ormai impossibile anche solo sollevare quello sinistro. La situazione però degenerava secondo dopo secondo: quei mostri schifosi sembravano apparire dal nulla, sbucando all'improvviso in mezzo alle nuvole di vapore sprigionate dai cadaveri riversi sul terreno, e io mi sentivo sempre più debole.
Ma non potevo mollare, cazzo, no; la sua morte mi avrebbe fatto uscire completamente di senno. Sarei impazzito, lasciandomi distruggere da quel fuoco mostruoso che mi ribolliva nelle vene, minacciando di incendiarmi giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Quelle fiamme ustionanti che solo lui era in grado di placare; solo le sue mani sembravano riuscire a spegnere quel fuoco malsano per dare vita ad un altro tipo di calore. Un calore che anelavo da tempo, che mi scaldava senza bruciarmi, che mi avvolgeva senza schiacciarmi, che mi confortava senza sopraffarmi.

 

Così feci l'unica cosa che in quell'istante di follia e disperazione mi appariva come la sola via di salvezza possibile: con un ultimo sforzo estremo, sentendo gli ultimi residui del braccio lacerarsi, mi lanciai su Rivaille e, spalancando la bocca, la serrai intorno al suo corpo.





Note dell'autore:
premetto che è da tanto, tanto (troppo) tempo che non scrivo nulla, quindi vi prego in anticipo di socchiudere un occhio sulla patina di ruggine della mia scrittura ^^" Solo che è da settimane che questa storia (o per lo meno questo primo capitolo) mi martella nella testa e mi implora di essere scritto.. avrei potuto fare di meglio, lo so, ma l'urgenza di mettere qualcosa nero su bianco era troppo impellente, soprattutto dopo essere rimasta completamente invischiata in questo fandom <3
Prometto che per il prossimo capitolo (sperando di riuscire a postarlo il prima possibile, impegni universitari permettendo) sarà migliore ;)
Detto ciò chiunque avesse voglia di lasciarmi anche solo un commento piccolo piccolo sarebbe assolutamente ben voluto (ovviamente sono aperta anche alle critiche, sempre utili per migliorare ^^).
Byeee!
momo_no_hana

  
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