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Autore: Nana_Hale    10/11/2014    1 recensioni
La pericolosità delle missioni non è una novità per Tony e Steve. Ma quando ,per un malaugurato caso, Steve causa il ferimento, forse permanente, di Tony entrambi reagiscono in un modo che non si sarebbero mai aspettati, capendo di essersi cambiati l'un l'altro più di quanto avevano mai realizzato. (Steve/Tony)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Mistake
 
"Avanti, sigilliamo questo posto e andiamocene a casa!"
Stark mandò un messaggio molto chiaro attraverso quella comunicazione per tutti gli Avengers da dentro l'armatura: dovevano finire in fretta e filarsela prima che accadesse qualcosa di irreparabile.
Qualche ora prima, un allarme di emergenza di JARVIS era scattato all'Avengers Tower facendo subito schierare in posizione di allerta tutti i presenti, tranquillamente intenti a godersi uno dei rari momenti di pace e calma.
Con un rapido aggiornamento, JARVIS aveva informato la squadra che una strana fuga di gas aveva scatenato il panico in un grosso edificio delle Stark Industries e tutti si era subito precipitati in soccorso.
Arrivati sul posto avevano isolato la zona senza difficoltà mettendo in salvo tutti i presenti nella struttura, e ora, grazie ad un optional improvvisato dell'armatura di Iron Man combinato con il principio di una troba d'aria scatenata da Thor avevano quasi finito l'operazione di contenimento del gas azzurro che fino a qualche secondo prima riempiva l'intero palazzo. Una squadra sarebbe tornata il giorno dopo a decontaminare la zona e bonificarla.
Hulk e Thor dal piano terra portavano al sicuro quelle poche persone rimaste nei dintorni, Black Widow e Hakweye passavano in rassegna ogni piano, stanza o corridoio per assicurarsi che il luogo fosse completamente sgombro, mentre Stark finiva di incanalare il gas nella stanza blindata al centro dell'edificio con l'aiuto di Cap.
Il getto a ghiaccio secco dei propulsori imbastiti da Iron Man riusciva in qualche modo a contenere quel evidentemente non terrestre nube indirizzandola nel caveau refrigerato dei materiali chimici, che Cap aveva sgomberato completamente.
"Come facciamo a chiuderlo?"
Domandò Cap ad altissima voce, per via del rumore del ghiaccio secco in espulsione e della maschera filtrante, uguale all'elmo della sua armatura, solo completamente trasparente, che Stark aveva fatto indossare a tutti. 
"Appena ti faccio cenno spingi il portello, ruota quel perno, e sigilla la stanza!"
Rispose Iron Man, e Rogers immediatamente si portò dietro la porta di metallo della stanza blindata, le braccia pronte a spingere con tutta la forza che possedevano.
Quando l'ultimo rivolo di fumo si rapprese su se stesso colpito dal getto gelato ed entrò nella camera, Stark spense i propulsori saltando all'indietro.
"ORA!"
Cap ringhiò colpendo quasi con una spallata la porta e sbattendola contro la parete più in fretta che potè, sigillando la stanza.
Il rimbombo riecheggiò per qualche secondo nell'edificio svanendo poi pian piano nel vuoto e lasciando come unico suono i respiri affannati di Rogers.
Dall'interno dell'elmo, Stark fece un rapido scan del corpo di Cap, come faceva subito dopo ogni scontro, per controllare le sue funzioni vitali. 
Tutto a posto.
"Woo... che fatica! Usciamo di qui prima che mi si liquefacciamo le mani per il surriscaldamento dell'armatura."
Disse la voce metallica superando Cap e dandogli una pacca col gomito sul braccio.
"Dobbiamo prenderne un campione."
Lo incalzò Rogers voltandosi per seguirlo con lo sguardo.
"Ci penseranno domani quelli che verranno a ripulire questo casino."
Rispose Stark continuando ad avviarsi verso l'uscita.
"Non sono un esperto, Tony, ma mi sembra un gas decisamente instabile. Come sappiamo che domani non si sarà già dissolto?"
A quelle parole, Iron Man si fermò scuotendo la testa irritato.
"Quanto odio quando hai ragione."
Disse tornando sui suoi passi ed estraendosi da una placca sul polso una piccola provetta lunga circa 10 centimetri con un beccuccio in cima simile ad una chiavetta USB. Passò di nuovo accanto a Rogers, che sorrise non avendo nemmeno bisogno di immaginarsi la faccia annoiata e stanca di Stark sotto all'elmo, che lo malediceva per la sua capacità di portarlo sempre a fare le cose per bene fino alla fine.
"Ogni minuto che perdo qui me lo restituirai in minuti di diritto sul telecomando."
Si lagnò Stark afferrando la provetta fra le dita e inserendola in una piccola fessura nella porta di metallo appena sigillata.
"Andata."
Gli rispose Cap risistemandosi meglio il laccio del casco protettivo sotto al mento.
Iron Man premette un paio di comandi sul portello e uno sportellino si aprì all'altezza della fessura in cui aveva inserito la provetta.
Lentamente, come un filo di fumo azzurro, il gas entrò dal foro nel contenitore riempiendolo; Stark pigiò qualche altro pulsante e la fessura si richiuse con uno scatto. Estrasse la provetta e si voltò di nuovo verso Rogers sollevandola accanto all'elmo, soddisfatto.
"Fatto! Ora, per favore, ce ne andiamo a casa e finiamo di vede..."
Stava per finire la frase quando la voce gli si spense nel momento in cui o sguardo gli cadde sulla provetta.
Come se avesse una sua propria vita, il gas sembrò iniziare a vibrare, come se il calore dei guanti dell'armatura di Iron Man gli avessero mandato in corto le molecole; vibrava sempre più velocemente, sempre più intensamente, fino a colorarsi di un rosso vivido e scuro.
Rogers lo fissò da un paio di metri di distanza non capendo che cosa stesse succedendo e cosa lo avesse distratto.
"Ma che diavolo..."
Appena un secondo prima che la mano di Stark si aprisse per lasciar cadere la provetta, questa esplose come un petardo facendolo indietreggiare di un passo.
I vetri rimbalzarono sull'elmo senza danni, ma gli ci vollero un paio di secondi per rendersi conto che qualcosa stava letteralmente corrodendo il metallo dell'armatura all'altezza dei suoi occhi.
Riuscì a sentire la voce di Cap gridare il suo nome appena prima che un dolore lancinante lo colpisse al viso.
Aveva già provato una sofferenza simile, e allora aveva pregato con tutta la sua anima di non doverla provare mai più, in una caverna in Afghanistan, mentre ancora il rumore delle esplosioni gli rimbombava nelle orecchie e la sua vita veniva messa a repentaglio da una manciata di schegge.
L'urlo che risalì dalla sua gola fu tanto forte quanto le tremende fitte che anni prima, quella notte, gli aveva provocato l'orribile squarcio aperto nel suo petto.
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Buonsalve! Eccomi con una nuova fic su uno dei miei fandom preferiti: the Avengers! (in particolare la Stony :3 )
L'inizio non è roseo, lo so, ma che storia sarebbe senza dramma  e conflitto?
Spero vi piaccia e vi incuriosisca!
Al prossimo capitolo!
Bacio!
-Nana

 
  
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