Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy
Segui la storia  |       
Autore: addict_with_a_pen    10/11/2014    0 recensioni
Patrick deglutì un paio di volte a vuoto prima di alzare lo sguardo verso lo sconosciuto in mutande. Era davvero un bel ragazzo: capelli neri, occhi marroni ma assolutamente stupendi ed il sorriso più bello che avesse mai visto. Gli diede la bottiglietta e stette a fissarlo imbambolato per tutto il tempo in cui bevve. Cosa gli aveva preso?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come volevasi dimostare quel pomeriggio si ritrovò accoccolato su di un divano con la testa poggiata sul petto di Pete e con le sue mani che lo accarezzavano dolcemente; una gli disegnava percorsi sul braccio e sulla spalla mentre l’ altra era poggiata sulla sua coscia, pochi centimetri più su del ginocchio. La sua testa si muoveva regolarmente seguendo il suo respiro e la sue mente era cullata dal battito del suo cuore. Stranamente stavano guardando il film preferito di Patrick, ovvero Le Pagine della Nostra Vita. Era ovvio che lì c’ era lo zampino di Joe e di un ipotetico discorso tra lui e Pete mentre Patrick li aveva lasciati assieme per andare un attimo in bagno a scuola. Sorrise e si strinse meglio contro il suo petto, creandosi il suo rifugio. Pete gli diede più baci a distanza ravvicinata sulla testa e la sua mano si spostò, andando ad accarezzare dolcemente la sua guancia. Patrick pensò che se davvero esisteva il Paradiso non poteva essere altro che quello.
“Il mio innamoramento sta avanzando a grandi passi Pattycake...” Patrick sorrise dolcemente.
“Il mio a passi da gigante.” Si guardarono negli occhi e le loro labbra si sfiorarono appena, prima che Patrick si ritirasse per ritornare al suo posto.
“Prima o poi quelle labbra saranno mie, ricordalo.”
“Voglio solo aspettare il momento giusto...” Stettero così accoccolati per alcuni fantastici minuti, prima che i genitori di Pete tornassero a casa e rovinassero tutto.
“Pete il dottore ci ha dato altre pillole. Con queste non dovresti più stare male e non dovresti più pensare a quella cosa e...” La donna comparve sulla porta del salotto ma si bloccò all’ istante appena vide la scena. Sapeva benissimo dell’ omosessualità di suo figlio, sapeva altrettanto bene della sua lotta contro essa e contro sè stesso e della sua sofferenza per accettarsi, ma non pensava di trovarlo con un ragazzo, assieme sul divano, proprio in quel momento. Patrick si ricompose e salutò imbarazzato la donna con un cenno.
“Salve...” bisbigliò impacciato. Pete, da parte sua, assunse un’ espressione che Patrick non conosceva e che gli spezzò il cuore. Erano lacrime quelle nei suoi occhi??
“Mamma, cazzo che tempismo...” Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare prima di scappare in camera sua a piangere, lasciando Patrick da solo, triste, confuso e perso in quella stanza improvvisamente troppo fredda...
“P-Perchè si è messo a piangere?” Non sapeva nemmeno lui se lo avesse chiesto a sè stesso o alla madre di Pete, fatto sta che la donna rispose.
“Pete non sta bene... È depresso. È in terapia da così tanto tempo ormai...” disse con voce inespressiva e distaccata per poi proseguire “Ti sto dicendo queste cose perchè lui ci ha parlato molto di te e ci ha detto anche di fidarci totalmente di te. Sei... Patrick, giusto?” Patrick annuì, non capendo però, o forse non volendo capire, ciò che la donna aveva appena detto.
“Depresso? Pete?? Parliamo della stessa persona?” Patrick non poteva crederci. Lui era sempre così solare, sorridente ed estroverso, come poteva essere allo stesso tempo depresso? La donna annuì tristemente ed invitò Patrick a sedersi nuovamente sul divano.
“Da quattro anni ormai, da quando ha la tua età. Un po’ per colpa dell’ omosessualità e delle prese in giro piuttosto pesanti, una volta abbiamo pure dovuto denunciare un gruppo di ragazzi che lo avevano preso di mira, e un po’ per vari aspetti che ora non sto a dirti. Circa cinque giorni fa ha avuto una crisi e ha preso troppe pillole... A volte capita, quando le dosi sono sbagliate o quando il farmaco è inappropriato...” Patrick si sentì morire ed una lacrima bagnò il suo viso.
“Quindi non aveva la febbre, ma ha... tentato il suicidio?” Era nel panico.
“Oh no! Quella era solo una crisi come altre. Il suicidio è da diversi mesi che non lo tenta. Noi questi episodi non li consideriamo tentati suicidi, sarebbero troppi...” si fermò qualche istante “Aiutalo Patrick, ti prego. Tu puoi salvarlo. Non puoi immaginare come si illuminava mentre ci parlava di te.” Patrick si sentì mancare e decise che c’ era solo una cosa che avrebbe potuto fare in quel momento: abbracciare forte a sè Pete. Corse anche lui in camera sua e lo trovò lì, seduto sul letto abbracciato ad un cuscino che piangeva a dirotto. Era una scena troppo dolorosa e Patrick non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a trattenere le lacrime.
“Ti ha detto tutto, non è vero?” Patrick annuì.
“Glielo avevo detto io di fidarsi di te, ma non volevo che lo scoprissi così ed ora, per Dio! Adesso non vorrai più vedermi... Proprio ora che mi stavo abituando alla tua presenza!” Patrick si sedette sul letto e gli accarezzò piano una guancia, mentre faceva cenno di no col capo.
“Io rimango qui, non me ne vado proprio da nessuna parte.” Si sforzò di sorridere, per poi farlo stendere sul letto assieme a lui ed abbracciarlo da dietro, baciandogli piano il collo.
“Grazie Pattycake...” Patrick lo coccolò fino a quando pian piano si addormentarono entrambi non più con le lacrime, ma col sorriso.
_
Due ore dopo la madre di Pete venne a svegliarli e ad avvertirli che era pronta la cena, così Patrick si ritrovò automaticamente invitato pure a cena, nonostante avesse provato ad opporsi e a convincerli che doveva tornare a casa sua.
“È tardi e domani c’è scuola... Mia madre sarà già in pensiero, poi non ho ancora finito di studiare e...”
“Dai Pattycake solo per stasera. Fallo per me... Chiama a casa e dici che rimani qui. Anche in questo caso non accetto un rifiuto.” Patrick roteò gli occhi al cielo e sorrise.
“Tu non accetti mai rifiuti Pete.” Pete fece spallucce e Patrick si arrese. Non poteva e non avrebbe mai potuto il nessun caso non accontentarlo. Poi dopo le rivelazioni di quel pomeriggio si sentiva come in dovere di proteggerlo, di prendersi cura di lui. Era strano da pensare: un sedicenne che consolava ed accudiva uno di venti e che si ritrovava a comportarsi da adulto in sua presenza. Per una volta nella vita Patrick si era sentito utile ed indispensabile per qualcuno ed era stata la sensazione più bella del mondo. A tavola Patrick conobbe un po’ di più i due genitori e li trovò delle persone meravigliose ma totalmente diverse da Pete: lui era unico. Quando però il suo sguardo si posava sul suo volto doveva sempre sforzarsi di ricacciare indietro le lacrime e di non correre ad abbracciarlo; i suoi occhi erano ancora rossi, gonfi ed infinitamente tristi, mentre il suo sorriso, Dio che cosa non era! Raggiante, felice e dolce come sempre, come se non fosse successo nulla e, cosa più importante, era autentico. Patrick si chiese come fosse possibile, ma sapeva che non c’ era una spiegazione, poichè lui era Pete, ed era un bellissimo ed intricato mistero.
Appena finita la cena Pete accompagnò Patrick fuori casa e lo strinse forte a sè. Patrick capì cosa significasse essere amati e scoprì quanto fosse meraviglioso affondare il viso nello spazio sotto il suo collo, dove c’ era la clavicola, e pensò che quel posto sembrava esistere solo per lui. Inspirò a fondo il suo profumo e si godette ogni singola piccola sensazione che quell’ abbraccio gli dava. Lui da parte sua strinse forte Pete, ormai il suo Pete, con l’ intenzione di non lasciarlo più andare.
“Pattycake dopo oggi credo di essermi innamorato quasi completamente di te. Grazie per essere restato, nessuno lo aveva mai fatto, ma soprattutto grazie di esistere.” Patrick strinse sempre più forte il busto del ragazzo e gli diede un bacio leggero sulla clavicola, prima di parlare a sua volta.
“Grazie a te Pete. Sono quasi sicuro di amarti pure io.” E bastò solo quello. Due semplici frasi per far nascere un altro sorriso spontaneo sulle labbra di Pete e per far andare via tutti i brutti ricordi. C’ erano solo loro. Pete diede un bacio sulla fronte di Patrick che per una volta nella vita non era imbarazzato. Fu un bacio lento e bruciante che concluse alla perfezione la giornata.
“Ci vediamo domani. Buonanotte.” Patrick annuì e si incamminò verso casa con una sensazione di calore e leggerezza nel cuore, diversa però da quella che aveva provato fino ad allora; questa era una sensazione molto più profonda, intima e Patrick era quasi sicuro che quello fosse ciò che la gente chiama amore. Rise e cominciò a camminare a passo spedito, ripetendosi nella mente una frase, urlandola nella sua testa:
“Io amo Pete Wentz!” Ed andava bene così. Arrivato a casa, sua madre non gli disse nulla nonostante fosse parecchio tardi. Non ebbe il coraggio di parlare perchè per una volta nella vita Patrick era felice, realmente felice, e le importava solo quello.
_
I tre giorni successivi Patrick e Pete divennero inseparabili, sempre insieme, mano nella mano, infischiandosene dei commenti alle spalle, delle critiche e delle prese in giro perchè sì, erano gay e sì, erano follemente e totalmente innamorati l’ uno dell’ altro. Joe e Pete fecero presto amicizia e scoprirono di avere tantissime cose in comune, tra cui anche la musica. Pete non lo aveva ammesso subito, ma sapeva suonare il basso e scrivere testi più che apprezzabili e aveva pure fatto parte di varie band.
“Nessuno me lo aveva chiesto, che motivo avevo di dirlo?” Patrick e Joe rimasero a bocca aperta e, dopo averlo insultato a dovere, Joe tirò fuori un’ idea pazza che tutti avevano in testa ma che nessuno aveva avuto il coraggio di dire:
“Creiamo un gruppo! Io suono la chitarra, Patrick canta, Pete scrive i testi e suona il basso e... Cazzo la batteria!”
“Possiamo chiedere ad Andy!” Joe e Patrick si guardarono interrogativi e Pete spiegò:
“È un mio amico che suona in una band da quattro soldi di cui facevo parte anch’ io. Io già l’ ho lasciata e sono sicuro che lui farà lo stesso. Che ne dite?” I due ragazzi sorrisero entusiasti e cominciarono ad ipotizzare nomi per il gruppo. Pete bloccò i loro discorsi confusi e si rivolse a Patrick:
“Per creare il gruppo però dobbiamo assicurarci che Patrick sappia cantare per davvero...” Lo disse con finto tono provocatorio e Patrick accettò l’ invito, poichè non poteva essere altro che quello.
“Oggi pomeriggio vedrai se non so cantare...” Incrociò le braccia al petto ed aspettò la reazione di gioia di Pete, che arrivò molto presto.
“Grazie Pattycake!” Gli diede un bacio sulla guancia e lo strinse forte a sè per qualche istante.
“Venite, vi presento Andy.” I due ragazzi lo seguirono e conobbero il loro futuro batterista. Finite le presentazioni si misero tutti e quattro a parlare del loro futuro e a fantasticare sul successo che avrebbero avuto. Solo da quella breve conversazione i ragazzi capirono che sarebbero andati più che d’ accordo e che non vedevano l’ ora di cominciare. Mentre Joe ed Andy continuavano a parlare, Pete prese da parte Patrick, tirandolo per la manica.
“A che ora oggi pomeriggio?” Si appoggiò all’ armadietto alzando un sopracciglio e facendo un sorriso che doveva sembrare provocante, anche se in realtà era adorabile. Patrick scrollò le spalle.
“Per le cinque?”
“Alle quattro da te, perfetto.” Odiava quando faceva il finto tonto e quando prendeva scelte da sè, ma non si oppose.
“Alle quattro da me...” Rise appena e scosse la testa.
“Pattycake preparati. Probabilmente oggi pomeriggio riceverai il tuo primo bacio. Ci vediamo alle quattro.” E se andò, lasciando Patrick con quella frase nel cuore. Quello sarebbe stato davvero il suo primo bacio, e a darglielo sarebbe stato Pete! L’ infarto era imminente. Tornò in classe per la lezione di matematica ma non riuscì a seguire una sola parola. La frase di Pete gli rimbombava nella testa e nel cuore.
“Io amo Pete Wentz!” Ed andava sempre bene così.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy / Vai alla pagina dell'autore: addict_with_a_pen