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Autore: Oh_darling_beatles    10/11/2014    3 recensioni
L’università era chiusa già da un po’ e tutte le aule erano completamente deserte. Persino le luci della portineria erano spente, segno che l’edificio sarebbe dovuto essere inaccessibile a chiunque. Eppure loro erano proprio lì, a correre per i corridoi di quella grande scuola, come se niente fosse.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Andiamo, John… mi fai male!” piagnucolò Paul, cercando di liberarsi dalla presa del maggiore.
John infatti era tutto intento a trascinare malamente Paul verso un luogo ignoto a quest’ultimo, ma ovviamente da lui ben designato.

“Smettila di lamentarti e seguimi piuttosto!” insistette John, continuando a tirarlo per la manica della giacca e cercando di non dargli maggiori pretesti per lagnarsi più di quanto già non stesse facendo.

“Credo di non avere altra scelta…” rispose allora Paul rassegnato.

L’università era chiusa già da un po’ e tutte le aule erano completamente deserte. Persino le luci della portineria erano spente, segno che l’edificio sarebbe dovuto essere inaccessibile a chiunque. Eppure loro erano proprio lì, a correre per i corridoi di quella grande scuola, come se niente fosse. Ed era esattamente questo ciò che Paul non riusciva a spiegarsi: come John fosse riuscito ad infiltrarsi lì, e insieme a lui per di più.

“Scusa, ma tu come diamine hai fatto a ritrovarti le chiavi di questo posto?” chiese allora il più piccolo.

“Certo che non ti sfugge niente eh? Diciamo che le ho semplicemente prese in prestito da Cristina..” rispose John sorridendo furbamente al solo ricordo di lui e delle suppliche alla donna.

“Ah certo, e da quando la bidella prende in considerazione le tue richieste?” chiese Paul incuriosito.

“Povero piccolo ingenuo, nessuna donna può resistere al fascino del grande John Lennon” rispose John sicuro di sé ed enfatizzando il tutto con drammatici gesti delle mani.

Nel frattempo Paul continuava a seguirlo, seppur controvoglia, attraverso quei corridoi bui e silenziosi. L’unico rumore udibile era quello dei loro passi, che si affrettavano sul pavimento e rimbombavano in tutto l’ambiente circostante, facendoli di tanto in tanto rabbrividire. Le classi scorrevano veloci alla loro destra da un tempo che sembrava essere infinito e gli antichi lampadari che pendevano dal soffitto sembravano quasi incutere timore a chiunque li guardasse. Quella parte della scuola era quasi sconosciuta per i due, le loro lezioni infatti si svolgevano nella parte opposta del palazzo, eppure John sembrava piuttosto sicuro di dove stesse andando e continuava a camminare spedito. Questo almeno fino a quando non svoltò verso sinistra, facendo quasi sbattere Paul contro la parete.

“Diamine John, e stai più attento!” replicò allora quest’ultimo vedendosi la parete ad un soffio dal volto.

“Ops.. scusami” rispose ridacchiando John “Sai com’è… mi sono lasciato prendere la mano. Ti sei fatto male?” chiese accarezzando dolcemente il volto dell’amico.

“No” rispose Paul scostandosi dalla sua mano calda “Piuttosto, siamo arrivati?”aggiunse spazientito.

“Si, possiamo dire di sì!” disse John deluso abbassando il suo braccio.

“E mi potresti anche spiegare il motivo per il quale siamo qui?” chiese ancora una volta il più piccolo sbuffando.

“Cercavamo un posto in cui mi avresti potuto dare lezioni di chitarra, giusto? Diciamo che... l’ho trovato” rispose John accennando un sorriso beffardo.

“Ma sei serio?” ribatté Paul con una smorfia.

Un attimo di silenzio pervase la stanza.

“Mai stato più serio di così” continuò il maggiore, accentuando quel diabolico sorriso che da pochi secondi a quella parte sembrava caratterizzare il suo volto.

“E quindi dove sarebbero le chitarre?” chiese Paul mettendo alla prova l’amico.

“Chitarre dici? Oggi è il giro di prova, dobbiamo assicurarci della qualità del posto” rispose John avvicinandosi lentamente al più piccolo e facendolo indietreggiare all’interno di una stanza totalmente avvolta dall’oscurità.

“J-John ma che stanza è questa?” chiese Paul tremante continuando ad indietreggiare.

John, dal canto suo, continuava ad avvicinarsi al più piccolo, finché quest’ultimo non si scontrò con un grande tavolo che si trovava alle sue spalle.

“Mmm… credo sia la biblioteca” rispose allora aiutando Paul a salire sul tavolo.

“M-ma cosa stai facendo?” disse Paul scostandosi e cercando di indietreggiare sulla superficie liscia sotto di lui.

John allora salì su quella solida lastra di legno e si avvicinò a Paul. Poggiò con cautela le mani sulle sue ginocchia, guardandolo con aria di sfida, ed iniziò a disegnare dei piccoli ghirigori sulle sue cosce, provocando tanti piccoli brividi di piacere lì dove le sue dita tracciavano quei percorsi immaginari. Paul cercò, seppur invano, di sottrarsi al suo tocco, ma John, invece di desistere, prontamente immobilizzò il più piccolo.

“Dove credevi di andare, principessa?” disse sussurrando vicino all’orecchio del più piccolo, ora immobile sotto di lui.

“J-John” cercò di replicare Paul, ma fu tutto quello che riuscì ad articolare prima che il maggiore si fiondasse sulla sua bocca, chiudendogliela con un lungo bacio, intriso di passione e sapore di tabacco. Con il passare dei secondi il bacio si fece sempre più intenso, la lingua di John riuscì a schiudere le labbra dell’amico, dando vita ad un'ardente danza umida e calda, che fu però subito interrotta dal più piccolo, il quale era notevolmente imbarazzato dalla situazione.

“Se non sbaglio prima ti avevo detto di stare zitto” disse deciso John al più piccolo seguendo il contorno delle sue labbra con l’indice.
“Anzi... cosa ne pensi?” chiese indicando l’ambiente circostante con la mano che non era alle prese con il suo viso.

Paul, sospirando, riuscì a formulare una risposta...
“Sapevo che queste lezioni non avrebbero portato a nulla di buono” singhiozzò, continuamente scosso dai gemiti.
Poi avvolse le proprie gambe intorno ai fianchi di John e lo attirò su di sé per un altro lungo bacio.

Povero John, lui non lo sapeva, ma era Paul a comandare quel gioco.







ANGOLO AUTRICE:
Bene bene, la mia prima storia slash! (Non pensavo che lo avrei mai detto..)
Ovviamente non poteva che essere una McLennon, ma ci tengo a precisare che Paul e John non mi appartengono (se se... magari!) e che i fatti narrati non sono realmente accaduti.
L'ispirazione poi non poteva che nascere a scuola, visto che sono rinchiusa lì quasi tutta la giornata!
Spero che come prima McLennon non sia così tanto orribile... in caso contrario mi auguro non abbiate torce e forconi a portata di mano ;)
Inoltre ringrazio vivamente 'paulmccartneyismylove' per avermi aiutata correggendo la storia, davvero un aiuto preziosissimo :D
Alla prossima,
Oh_darling                                                                                                                                                                                                                                      
   
 
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