Gli saltai al collo. Fu l’unica cosa di cui fui capace in quel momento. Sapevo bene che nessuno dei presenti, tanto meno Artemide, aveva approvato il mio gesto. Ma alle mie gambe non importava. Si mossero da sole.
Un unico scatto. Gli corsi in contro cingendo le braccia intorno al suo collo. Ero al settimo cielo e distrutta allo stesso tempo. Il mio cuore eruttava di felicità, facendomi male.
Mi scollai da lui solo quando pronunciò il mio nome – T Thalia… – Silenzio. Non riuscii ad aprire bocca. Sapevo che con quel gesto avrei detto addio alla mia vita umana, poiché la pena che mi avrebbe inflitto Artemide sarebbe stata tale da farmi assumere sembianze animali perdendo la mia immortalità. Sapevo di aver infranto il giuramento, ma non me ne importava. L’unico pensiero che popolava la mia mente era che finalmente lo avevo di nuovo accanto a me. Era tornato. Luke stava lì immobile, a fronteggiare il mio sguardo con i suoi occhi chiari. Non ci credevo. Era lui, davvero lui.
Jason mi riportò alla realtà con uno strattone e una breve parola, interrompendo quel silenzio tombale – Andiamo – Mi prese per un braccio trascinandomi via, ma mi opposi con tutte le forze che avevo in corpo. Arrivai al punto di ferire mio fratello con una freccia pur di rimanere con il Ladro di Fulmini, il mio Ladro di Fulmini. Mi voltai, dando uno sguardo alla Dea della caccia con la coda dell’occhio, e notai che aveva lo sguardo fisso a terra, lo strato più interno degli Inferi, il terreno del Tartaro. Era delusa, sicuramente, e indignata. Ma io non potevo farci niente se la Dea dell’amore aveva deciso di complicarmi la vita. Non ero mai stata una “Vittima dell’Amore” e non avevo intenzione di esserlo in quel momento, ma la verità mi si era presentata davanti in tutta la sua chiarezza, e io non ho potuto fare altro che accettarla.
Il desiderio di rimanere per sempre luogotenente delle Cacciatrici era svanito nel nulla. Ora desideravo soltanto lui, e le sue labbra. Non ho mai pensato a Luke come un traditore. Forse se non avessi preso il posto di Zoe l’avrei persino appoggiato.
Neanche a me era mai andato tanto a genio di essere una pedina-e ciò che pensavo era di essere un inutile pedone-nelle mani degli Dei, ma da quando conobbi davvero Apollo, molte cose cambiarono. Non è vanitoso e sciocco come si può pensare. E’ un grande maestro di tiro con l’arco, e molto intelligente e colto. E in più è il Dio della musica, cioè, parliamone. Non è facile trovare un Dio che capisca e apprezzi i tuoi gusti musicali, soprattutto se si tratta di Metal.
Sapevo che anche lui fosse in quel momento molto deluso da me. Ma in quel momento non m’importava di Apollo, né di Artemide, né di Jason, o di Annabeth e tanto meno di Percy anche se negli ultimi mesi, in cui avevo avuto una specie di periodo di riposo al campo, avevamo rafforzato il prima debole, ora molto più forte,  legame di amicizia che ci lega.
Staccai gli occhi da loro, rivolgendoli a Luke. Basta. Ora avrei espresso apertamente ciò che pensavo. E ciò che pensavo era che amavo Luke. Capivo che ormai provavo qualcosa di superiore alla fratellanza, e non m’importava nemmeno che lui ricambiasse o no quel mio sentimento. Avevo bisogno di sentirlo qui, con me.