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Autore: Little_Crazy    10/11/2014    2 recensioni
''Mi scusi lei chi è? Che ci fa qui?'' mi voltai di colpo e...
***
''...questa ragazza è vissuta circa duecento anni fa, non puoi averla vista di persona...''
***
'Caro Endou MAmoru, mi dispiace ma non posso mantenere la promessa fatta.'
...
Spero di avervi incuriositi.
Un saluto a tutti e buona lettura.
Kiss kiss Nami-chan
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mark/Mamoru, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Correvo con il pallone sotto braccio per i vicoli senza una via precisa, non sapendo dove andare, l’unica cosa che riuscivo a pensare era che se fossi arrivato sano e salvo all’appuntamento sarei tornato a casa con qualche livido. ‘’Oh mio calcio, dove sono ora! Mi sono perso, lo sapevo non dovevo andare a destra. Ora sono ancora più in ritardo di prima, come farò... dai forza e coraggio, andiamo a sinistra, devo farcela per il calcio.’’, riepiloghiamo cosa è successo per arrivare in questo punto...
Piacere a tutti sono Mark Evans e oggi, precisamente domenica, dovevo vedermi al campo da calcio in riva al fiume con i miei amici per gli allenamenti.  Ieri sera però  sono andato a letto tardi perché mi sono messo a vedere un programma sul calcio e stamattina non ho sentito la sveglia suonare e ora sto correndo per le vie della città, facendo lo slalom tra la gente, cercando di arrivare in tempo per non essere rimproverato dai miei compagni. Per la strada ho deciso di prendere una scorciatoia e per mia sfortuna mi sono perso.
‘’Ecco un altro vicolo cieco.’’ ritornando nei miei passi mi accorsi che dopo una strada stretta c’era un cancello di ferro e un sentiero di pietra che portava ad una casa non tanto grande, la cosa che mi incuriosì è che non aveva una crepa, era come nuova.
Ero troppo curioso di sapere cosa ci fosse in quella strana casa, come se una forza oscura mi attirasse ad essa. ‘’Tanto sono già in ritardo, una sbirciatina per vedere com’è dentro non mi farà mai male.’’
Percorsi il sentiero di pietra fino al grande portone principale. Non sembrava per niente una casa abbandonata, era più una di quelle case dell’ottocento. Bussai tre volte, ma non ricevetti nessuna risposta.
‘’Forse è una casa abbandonata, oppure il padrone è uscito a fare compere.’’  
Stavo per girarmi e andarmene via quando la porta si aprì da sola. Era strana la cosa, ma non ci feci molto caso ed entrai dentro.
Appena misi piede nella casa i miei occhi e la mia bocca si spalancarono. Dentro sembrava ancora più grande, era decorata in stile ottocentesco e vi erano molti quadri raffiguranti delle persone di alto rango.
Alla mia destra c’erano due porte chiuse e alla mia sinistra le scale che portavano al piano di sopra, per terra c’era un tappeto rosso che arrivava dell’altra parte della stanza dove c’era una porta a vetri aperta che portava in giardino.
Varcai la porta a vetri e mi trovai su una terrazza con un tavolino da the con due sedie accanto e di lato le scale che portavano all’immenso giardino. Era una distesa di erba,circondata  da alcuni alberi di ciliegio in fiore. Rimasi un attimo rapito da quel panorama e mi accorsi di una figura che si avvicinò a me solo quando questa parlò.
‘’Mi scusi lei chi è? Che ci fa qui?’’ mi voltai di colpo e rimasi affascinato dalla bellezza di chi avevo davanti. Una ragazzi si e no della mia età, alta quasi quanto me, magra, indossava un paio di pantaloncini corti neri, una maglietta aderente bianca con dei fiori di ciliegio disegnati sopra e un paio di ballerine anche quelle nere, aveva i capelli lunghi neri con un ciuffo argentato davanti all’occhio destro, la pelle ambrata e gli occhi azzurri.
‘’Scusami, mi chiamo Endou Mamoru, dovevo andare a giocare a calcio con i miei amici... mi sono perso... ho trovato questa casa e... non volevo entrare ma la porta si è aperta da sola...’’ Fui interrotto dalla sua risata cristallina.
‘’Perché ridi,ho detto qualcosa di divertente?’’
‘’No scusami è solo che sei diventato rosso e hai iniziato a balbettare, eri troppo divertente.’’
‘’Eh eh... scusami sono un po’ agitato.’’
Iniziammo tutti e due a ridere finché una ventata di vento non mi fece cadere la palla che avevo sotto braccio.
‘’Che cos’è?’’ mi chiese la ragazza prendendo in mano la sfera bicolore.
‘’Questo è un pallone da calcio, non l’hai mai visto uno?’’ mi sembrava una cosa strana, ma non volevo essere invadente.
‘’No, è la mia prima volta, vedi, non esco molto di casa e non ho amici.’’
Non usciva spesso, questo vuol dire che non ha mai visto una partita di calcio, che non ha mai provato la sensazione di calciare un pallone, forse sono il primo con cui parla, o che va a casa sua.
Voglio diventare suo amico e farle vedere come è bello giocare a calcio e avere degli amici.
‘’Che ne dici se ti insegno io a giocare? Dai è divertente.’’ feci uno dei miei sorrisi a trentadue denti, lei all’inizio mi guardò impaurita ma poi sorrise anche lei.
‘’Va bene Endou Mamoru, sarei felicissima di conoscere il tuo calcio.’’
Siamo andati sul prato per giocare e le ho insegnato come calciare la palla col piede e a dribblare. Inizialmente era una frana, non riusciva a tenere la palla col piede, ma imparò molto velocemente anche a calciare in porta.
‘’Lo sai che sei molto brava, non mi aspettavo un miglioramento in così poco tempo.’’
‘’Grazie Endou, ma il merito lo devo a te che mi hai insegnato come giocare, avevi ragione è proprio divertente.’’
‘’Ora facciamo uno contro uno, quei due alberi laggiù sono la tua porta e quelli di là sono la mia, tu devi cercare di rubarmi la palla e fare goal nella mia porta mentre io non devo farmi rubare palla e cercare di centrare la tua, tutto chiaro?’’
‘’Riuscirò a rubarti palla e a fare goal!’’
Detto questo iniziammo a giocare. Lei cercava di rubarmi la palla ma senza riuscirci. Abbiamo continuato così per tutto il pomeriggio.
Il sole stava calando dietro la collina, eravamo tutti e due con il fiatone ma non volevamo arrenderci.
‘’Allora che c’è non riesci a prendermi la palla? Non volevi farmi vedere come facevi goal’’ la stavo stuzzicando, sentivo che non ci metteva tutta la sua forza e ogni suo tentativo di rubarmi palla era invano.
‘’Ora vedrai!’’ un raggio di luce mi arrivò dritto negli occhi, lei con uno scatto riuscì a rubarmi palla e correre verso i due alberi.
‘’Hai perso Endou Mamoru, non dovevi abbassare la guardia’’ il vento raccolse petali di ciliegio caduti dagli alberi e si formò un piccolo tornado intorno a lei e alla palla, calciò la palla con il piede destro, i petali volarono via nel cielo. Non avevo mai visto tanta potenza in un colpo, ma non potevo arrendermi.  Mi misi sulla traiettoria del pallone e feci la mia tecnica micidiale, la mano di luce, riuscì a deviare la traiettoria del pallone che andò a schiantarsi contro un albero piegandolo leggermente. Guardai l’albero stupito da quanta forza c’era in quel tiro, poi guardai lei che come me aveva lo sguardo sull’albero.
‘’Wow, sei stata bravissima, come hai fatto? Non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere, sei proprio portata per giocare a calcio. Che ne dici di iscriverti nel nostro club e diventare una calciatrice? Saresti la numero uno.’’
I suoi occhi smisero di guardare l’albero per guardare me.
‘’Grazie Endou ma non ti sembra di esagerare è stata solo fortuna.’’
‘’Che ne dici se domani ritorno e porto anche i miei compagni di calcio? Almeno giochiamo tutti insieme.’’
Prese la palla tra le mani e si avvicinò a me.
‘’Sei sicuro? Vuoi veramente tornare qui?’’ nei suoi occhi lessi molta insicurezza.
‘’Certo siamo diventati amici e gli amici giocano a calcio insieme’’
‘’Davvero?’’ tutta l’insicurezza che emanava  sparì in un attimo lasciando solo la felicità.
‘’Si. Ora però si è fatto tardi devo tornare a casa. Ti prometto su questo pallone da calcio che domani tornerò e giocheremo di nuovo insieme. E visto che questa è una promessa non posso infrangerla. Ti lascio pure il mio pallone così ti ricorderai per sempre di me e della giornata di oggi.’’
‘’Allora a presto Endou Mamoru, non mi dimenticherò mai di te.’’ dopo questa frase mi diede un bacio sulla guancia e mi accompagnò alla porta.
Dopo essere tornato a casa, dovetti subirmi i rimproveri dei miei amici, erano proprio arrabbiati, ma quando gli raccontai cosa mi era successo mi guardarono come se fossi diventato pazzo. Il giorno dopo li avrei portati in quella casa e li avrei fatto conoscere la ragazza misteriosa, di cui non so nemmeno il nome.
Come promesso dopo scuola io e la squadra andammo a casa della ragazza, ma quando ci fummo davanti quello che vidi mi fece raggelare.
‘’La casa è questa, ma ieri era come nuova mentre ora è quasi distrutta, non può essere, sembrano passati secoli da ieri. Come è possibile?’’
La mano di Kidou si posò sulla mia spalla destra, ‘’Forse ti sarai sbagliato, ieri sei venuto qui hai sbattuto la testa e ti sei sognato tutto.’’
‘’No non è vero non mi sono sognato niente lei era qui e abbiamo giocato tutto il tempo a calcio, gliel’ho insegnato io, le ho pure lasciato il mio pallone con la promessa che sarei tornato.’’
Entrai dentro la casa, era tutto distrutto, le scale erano solo un mucchio di macerie, i quadri non c’erano più e quelli rimasti erano caduti per terra, le porte erano distrutte e il tappeto rosso era stato tolto. Non era la casa che avevo visto ieri. Corsi in giardino, l’erba era cresciuta e gli alberi erano spogli.
‘’Endou abbiamo trovato una cosa interessante’’ i ragazzi mi affiancarono e Haruna mi diede il suo portatile con aperta una pagina riguardante la storia della casa e le foto della famiglia che ci abitava.
‘’Eccola è lei, non ci sono dubbi, la riconosco è proprio la ragazza di ieri.’’
Haruna mi guardò strano, ‘’Capitano questa ragazza è vissuta circa duecento anni fa, non puoi averla vista di persona, qui c’è scritto che la ragazza è morta per una malattia incurabile al cuore, è nata con questa malattia e per questo non è mai uscita di casa e non ha mai avuto degli amici, pure i suoi genitori dopo qualche anno l’anno abbandonata e lasciata solo in questa casa, nessuno è rimasto con lei, nessuno è mai andato a trovarla, è morta da sola sotto un albero di ciliegio.’’ Ci furono alcuni minuti di silenzio poi riprese a parlare ‘’Forse hai veramente battuto la testa e ti sei immaginato tutto.’’
‘’Forse avete ragione voi.’’ Mi girai per l’ultima volta a guardare il giardino e mi accorsi che c’era qualcosa di familiare. Un albero di ciliegio spoglio leggermente piegato, per terra tra l’erba alta c’era un pallone da calcio e una lettera ingiallita col tempo. Su quella lettera c’erano scritte queste parole:
Caro Endou Mamoru,
mi dispiace ma non posso mantenere la promessa fatta.
Sappi che in tutta la mia vita non mi sono mai divertita tanto, mi hai fatto sentire liberà e amata da qualcuno, mi hai fatto sentire cosa significa avere un amico, mi hai insegnato a giocare a calcio e te ne sono grata. Per una volta non mi sono sentita lasciata da parte per colpa della mia malattia, per una volta mi sono sentita libera di vivere, e questo grazie a te e al tuo amore per il calcio.
Quando leggerai questa lettera, semmai la leggerai, io non ci sarò più, ma sappi che il tuo ricordo e il ricordo della nostra amicizia vivrà sempre dentro di me.
Non ti ho mai detto il mio nome e penso che ora non servirà a niente dirtelo.
Sono felice di averti conosciuto.
Con questi ultimi righi mi spengo per sempre ma sappi che continuerò a vivere grazie a te perché finalmente ho capito che io non sono sola.
Grazie mille Endou Mamoru, grazie con tutto il cuore.



FINE
 
Angolo dell’ Autrice(?)
(Non so cosa dire...)
Ringrazio Ale_2001 per l’aiuto che mi ha dato, grazie davvero <3
Era da un po’ che dicevo di pubblicarla alla fine ci sono riuscita, in ritardo, ma ce l’ho fatta.
Non avevo mai scritto una storia così ‘tranquilla’, di solito chi mi conosce o chi ha letto le altre mie fic sono quasi tutte drammatiche. Scrivendo questo racconto mi sono anche divertita, la storia di Endou e la ragazza misteriosa.
Spero che vi sia piaciuta la storia, saluto tutti con un abbraccio grande
Kiss kiss Nami-chan

   
 
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