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Autore: ___Page    11/11/2014    4 recensioni
"Nami non ha mai mancato un mio compleanno, mai! C’è sempre stata!
Da sempre, anche da prima che ci mettessimo insieme, organizza tutti i suoi impegni del mese intorno all’11 novembre per essere libera, per me, per festeggiarmi.
Ma quest’anno no. Quest’anno non c’è."
*In onore del compleanno di Zoro: tanti auguri Marimo!!!*
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell’autrice:
Vi racconto una storia.
Tanto tempo fa c’era un’autrice che ebbe un’idea per una fanfiction, la scrisse e poi si accorse che al compleanno del protagonista mancavano ancora parecchi mesi. Così la mise da parte ma non riuscì a smettere di rimuginare sulla storia. Così la adattò un po’ meglio e con la stessa idea di base scrisse una long piena zeppa di balletti e song-fic che, inaspettatamente, non uccise di noia i lettori.
Okay tutto questo è per dire che questa storia è da dove è nata “Shall we dance”, in pratica mi sono auto-plagiata, ma soprattutto ci tengo a sottolineare che risale al tempo in cui non avevo ancora compreso il potenziale di Perona, arrivando ad amarla alla follia!
Detto questo, è davvero una delle prime che ho scritto e spero possa piacervi leggerla quanto a me ha divertito scriverla. Se qualcuno vuole tentare di indovinare l’identità del collega di Nami, al primo che azzecca scriverò una One Shot su richiesta (ma non Yuri! Scusate ma non mi vengono proprio!).
Buona lettura e buon compleanno Zoro!!!
Piper.
 
 
 
BUON COMPLEANNO?!? 
 



-Grazie mille e buona serata- grugnisco guadagnandomi l’ennesima occhiata scioccata.
Lo so, non è il modo di comportarsi ma non posso farci proprio niente.
Già di mio non sono molto socievole, stasera poi…
Non parliamone va!
-Ehi Marimo!!!-
Mi volto verso Sanji, il mio socio, infastidito come non mai.
-Che vuoi cuocastro?!- lo apostrofo senza preoccuparmi che i clienti mi sentano.
-Secondo te che voglio?! Che non ci fai scappare i clienti magari!-
-Io non faccio scappare proprio nessuno Torciglio! Semmai sei tu che devi stare attento! Non vorrei beccarmi qualche denuncia per intossicazione alimentare o, peggio, per molestie!-
-Ehi!!! Come ti permetti?!?! Io cucino solo cibi di ottima qualità e…-
-Sbavi dietro a qualunque donna che metta piede qui dentro insieme a quell’altro pervertito!- concludo indicando con un cenno della testa Brook, un vecchio amico che abbiamo assunto come cameriere nel nostro locale, a metà tra un ristorante e un fast food.
-Sanji lascialo stare. Non è serata- interviene dalla zona bar Law, anche lui amico di lunga data e anche lui proprietario del ristorante, insieme a me e questo imbecille biondo con le sopracciglia strane che millanta di essere un cuoco.
Vorrei indirizzargli uno sguardo di ringraziamento ma tutto quello che i miei occhi riescono a lanciare oggi sono fulmini e saette, così lascio perdere. So che lui sa e che non se la prende per queste cose.
Stasera siamo qui tutti e tre anche se io, in teoria, avrei avuto la serata libera. Ma non ce l’ho fatta, avevo bisogno di tenermi impegnato.
Certo venire al lavoro non è stata una brillante idea ma, all’inizio, credevo mi avrebbe aiutato.
D’altra parte, come potevo immaginare che stasera ci sarebbe stata un’invasione di coppiette felici e innamorate al posto delle solite chiassose tavolate di amici?!
A saperlo me ne stavo a casa a guardare un film o una replica di un qualche vecchio torneo di Kendo.
Soffio dal naso, rancoroso.
Il mio disappunto, che somiglia molto a un’incazzatura coi fiocchi, deve trasparire chiaramente dalla mia espressione, perché la ragazza che si è appena avvicinata alla cassa sembra un po’ spaventata. Ha i capelli verdi proprio come me, tagliati a caschetto, e sembra molto a disagio.
Inveisco mentalmente contro me stesso, cercando di tirare fuori qualcosa che assomigli ad un sorriso ma tutto quello che ottengo è una roba a metà tra un ghigno sadico e una smorfia da colica renale,  così lascio perdere e batto veloce il conto del suo tavolo.
-Il dessert lo offre la casa- le dico, restando impassibile e allungandole lo scontrino.
-Oh! Grazie!- dice sorpresa e imbarazzata, accennando un timido sorriso.
Forse ho appena salvato capra e cavoli.
La osservo allontanarsi a braccetto del suo ragazzo e sento una fitta d’invidia all’altezza dello stomaco.
Distolgo lo sguardo e noto, con sorpresa, che il locale si sta già svuotando nonostante siano solo le nove. È piuttosto strano essendo un venerdì sera e non posso fare a meno di aggrottare le sopracciglia.
Sto per farlo notare a Sanji e Law ma il campanello della porta richiama la mia attenzione.
Una ragazza mora e una dai capelli turchini entrano dalla porta, ridendo felici e, non appena individuano i miei due soci, si illuminano ancora di più.
Fantastico!
Ci mancavano solo le fidanzate di sti due!
Con una serata così tranquilla non faranno altro che sbaciucchiarsi e scambiarsi moine per tutto il tempo!
-Bibi-chwaaaaaaan! Come sei bella mia deaaaaaaa!-
Sospiro e mando gli occhi al cielo, mentre assisto per la milionesima volta al Sanji-show.
Ogni volta che un soggetto femminile entra nel suo campo visivo è sempre la stessa storia, comincia a volteggiare come un deficiente, emanando cuoricini e perdendo sangue da naso.
Lo so, è poco igienico ma cosa ci devo fare?!
-Cuoco non t’azzardare- lo minaccia Law con un coltello facendolo immobilizzare con il busto piegato verso Bibi e le labbra a culo di gallina a pochi centimetri dalla sua guancia, pronte a scoccarle un bacio.
-Ciao Sanji-kun!- lo saluta lei, dolce come sempre, piazzandogli una mano a palmo aperto sulla faccia per spingerlo via e correre tra le braccia del suo Torao.
Ora che Bibi si è spostata, si ritrova di fronte Violet, la sua ragazza.
Perché stia con lui, per me, è un mistero.
Fatto sta che si amano alla follia e a Sanji basta un “ciao principessa” detto con voce suadente e una carezza per farla sciogliere nonostante abbia appena fatto il cascamorto con un’altra davanti a lei.
C’è da dire che, nonostante sia un casanova depravato, non la tradirebbe mai e poi mai, per niente al mondo.
Sono fidanzati dai tempi del liceo e la leggenda vuole che per lei Sanji abbia declinato le avance della professoressa Hancock, il sogno erotico di qualunque studente della Raftel High School.
La prende tra le braccia e comincia a mangiarle la faccia a labbra piene.
 Non sto scherzando!  Sembra l’inizio di un film porno!
O di un horror incentrato sui cannibali, dipende dai punti di vista.
-Ehi!!! Dai per favore!!!- protesto, agitando le mani davanti alla faccia.
-Sanji puoi evitare di fagocitare mia sorella davanti a me, gentilmente?- mi da manforte Law, mentre tiene abbracciata Bibi, che lo sbaciucchia sul collo.
Giuro che mi si stanno per cariare i denti.
-Ehi Zoro! Buon compleanno!- mi dice Bibi staccandosi da Trafalgar giusto il tempo di riprendere fiato, non di più, per carità!
-Ah già! Auguri!- mi sorride radiosa Violet, senza mollare un attimo il cuocastro.
Ma che, ha paura che scappi?! 
-Grazie…- grugnisco abbassando lo sguardo, visibilmente abbacchiato.
-È ancora depresso eh!- fa Bibi, rivolgendosi al mio socio e indicandomi con il pollice da sopra la spalla.
Law si limita a stringersi nelle spalle. Mica serve una risposta, a parte che è evidente come la luce del sole e poi quella di Bibi era una constatazione.
-Ehi ehi ehi!!! La sorella azzurra e la sorella flamenco sono quiiiiii!!! SUUUUUUUUPER!!!-
-Yohohohohohoho!!! Violet cara di che colore porti le mutandine stasera?!-
Mi spiaccico una mano sulla faccia, esasperato.
Eccoli lì, i due camerieri!
Il tizio fissato con le pose strane e il feticista delle mutandine!
Ma come fa sto posto a essere ancora aperto?!
No perché quella domanda l’ho sentita rivolta anche alle clienti e Franky non manca mai di mettersi in una delle sue pose trionfali ogni volta che finisce di servire a un tavolo, manco avesse appena vinto l’oro alle Olimpiadi!
Guardo Brook cadere a terra, messo k.o. da un pugno fumante di Violet, che ha preceduto solo di pochi secondi Sanji, con la gamba già tesa in aria pronta a colpire.
Razza di ipocrita incoerente! Di solito si unisce a lui, condividendo le sue perversioni! Però se si tratta della sua donna guai eh!
Sospiro ancora mentre una nuova ondata di malinconia mi assale nel soffermarmi sulla tipica posa post-cazzotto – braccio piegato ad angolo retto e pugno fumante proteso in aria – assunta da Violet.
Cerco conforto nel piccolo Chopper, il peluche che si trova accanto al battitore di cassa e che è diventato la nostra mascotte. Sembra un procione con il naso blu ma ha le corna da renna, non ricordo nemmeno da dove arriva. So solo che, essendo inanimato, è l’unico ad essere normale qua dentro.
Ricambia il mio sguardo sconsolato coi suoi occhioni.
Francamente, a volte penso che sia il mio solo vero amico. Stasera è di certo una di quelle volte.
Tutti, e dico tutti, nessuno escluso, hanno cercato di convincermi a festeggiare o hanno tentato di tirarmi su il morale, senza capire che, una volta tanto, volevo solo starmene da solo e crogiolarmi nel rhum e nella malinconia.
Solo lui non mi ha detto nulla, mi ha ascoltato e basta, leale e fidato!
Certo questo dipende dal fatto che è solo un pupazzo ma poco importa.
È stato un grande sostegno per me!
-Volete mangiare qualcosa?!- sta chiedendo Sanji alla sua donna mentre si perde nei suoi occhi avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca, minacciando di ricominciare con le loro esagerate moine.
-Suppongo che se anche hanno fame, preferiscano un hamburger!- intervengo sarcastico, alzandomi per recuperare le loro bibite preferite dal frigo, accanto alla porta.
Quando sento il campanello sono ancora piegato verso l’ultimo scaffale, ragion per cui non riesco a vedere chi sia il nuovo arrivato finché non ritorno in posizione eretta.
Ma, non appena mi tiro su, vorrei risprofondare giù e nascondermi dentro al frigo.
Dannazione! Ci mancava solo lei!
Quella pazza allupata dell’assistente personale di mio padre!
Che ci fa qui?!
Sono consapevole che il mio volto è una maschera di puro terrore.
Indietreggio mentre la guardo setacciare il locale alla mia ricerca, pregando un Kami non meglio definito e nel quale in ogni caso non credo, affinché mi faccia diventare invisibile.
Ma naturalmente non accade e anche il mio tentativo di inglobarmi nella parete fallisce miseramente quando il suo sguardo incrocia il mio e si illumina.
-Eccoti qui, Zoruccio bello!- si mette a urlare con quella sua vocetta stridula prima di scoppiare in quella sua insopportabile risata.
Ma come fa papà tollerarla?! Io al suo posto l’avrei già affettata!
-P-Perona!- sarebbe un tentativo di ammonizione, per far sì che non si avvicini troppo ma non riesco a controllare la mia voce malferma. -Che c-ci f-fai qui?!-
Lo so, lo so, è imbarazzante ma la verità è che questa tizia mi terrorizza. A volte temo che potrebbe drogarmi e violentarmi tutta la notte, legandomi alla testata del letto.
-Ma che domande!- prosegue avvicinandosi, tentando inutilmente di apparire sensuale. -Cercavo te! Volevo farti gli auguri di compleanno!- ammicca mentre mi passa un dito sul petto, disegnando un’immaginaria serpentina sulla mia maglietta di cotone.
Lancio un muto SOS agli altri, cercandoli con lo sguardo e non riesco a trattenere un ringhio quando li becco a ghignare sotto i baffi.
Gran begli amici che ho!
-In realtà…- riprende a parlare risalendo lungo il mio petto, simulando una camminata con due dita, quasi fossero delle piccole gambe, e obbligandomi a riportare il mio sguardo terrorizzato su di lei -… avevo altri programmi per la serata , ma tu me li hai scombussolati un po’…- conclude mettendo un finto broncio.
-M-ma davvero?! Beh… mi… mi spiace ma… c-come vedi sono al lavoro e…- mi bloccò sgranando gli occhi all’inverosimile quando poggia una mano a palmo aperto sul cavallo dei miei pantaloni, avvicinandosi pericolosamente e schiacciandosi contro di me.   
Ma levati di dosso, dannata bambolina voodoo!
Deglutisco rumorosamente per il panico e l’imbarazzo ma lei lo scambia per un moto di eccitazione, lo capisco dal suo sorrisetto soddisfatto.
Eh no! Questo è troppo!
Va bene lasciarle pensare che un giorno o l’altro io sarò suo, tanto anche a cercare di farle capire che non succederà mai non serve a niente, ma lasciarle interpretare come meglio crede le mie reazioni proprio no!
Con un gesto deciso me la scrollo di dosso.
-Perona! Falla finita! Quante volte devo ripeterti che non sono interessato?!- le dico scandendo le ultime tre parole, mentre la tengo per i polsi a distanza di sicurezza.
-Uff Roronoa… ti piace proprio farti desiderare!- ricomincia ad ammiccare, tornando alla carica.
-Certo che mi piace farmi desiderare ma dalla mia fidanzata!- replico truce, soffiando infastidito.
Finalmente la sento rilassare i muscoli e smettere di spingere per tornarmi vicino.
Le lascio i polsi aspettandomi che se ne vada offesa ma invece si mette le mani sui fianchi e mi squadra assottigliando lo sguardo.
-Ma sei proprio certo di avercela ancora, la fidanzata?!- mi domanda facendomi ringhiare.
Questo non doveva dirlo!
Sto per gridarle di levarsi di torno, brutta gallina starnazzante!, ma lei mi precede.
-Oh beh…- sospira -Aspetterò! Non potrai resistermi in eterno!- afferma suadente, passandomi un dito sulla mandibola e avviandosi finalmente verso la porta.
Prima di uscire mi lancia un bacio che si schianta sul pavimento e un sorriso malizioso che ignoro bellamente.
Torno verso lo sgabello dietro la cassa, su cui mi lascio cadere pesantemente, consapevole che tutti mi stanno fissando, ammutoliti.
Inutile negarlo, le parole di Perona mi hanno colpito.
Sì, perché anche se ufficialmente io ce l’ho ancora la fidanzata, da un po’ di tempo a questa parte convivo con l’atroce dubbio che forse la mia mocciosa non è più mia.
Mi ritrovo a digrignare i denti di fronte a questa considerazione e sento, come un sottofondo ai miei pensieri, la voce di Law che assegna un tavolo a fidanzata e sorella e trova qualcosa da fare agli altri tre, disperdendo tutti e lasciandomi da solo nella mia depressione.
È un grande amico, non c’è che dire, anche se non gliel’ho mai confessato ne mai lo farò. Non sono per noi queste sdolcinatezze.
Io e Nami stiamo insieme da sei anni anche se ci conosciamo dai tempi dell’asilo.
Ci abbiamo messo secoli a capire i nostri sentimenti ma, ehi, meglio tardi che mai!
Solo che l’anno scorso ha ricevuto una promozione importante e l’hanno spedita a Weatheria per istruire il reparto design della nuova succursale della Ivankov&Co., l’azienda per la quale lavora.
Suddetto soggiorno ha una durata prevista di due anni e mancano ancora sei lunghissimi, interminabili mesi prima che torni a casa, da me, tra le mie braccia.
Il punto è, lo farà?
Che tornerà qui non ci sono dubbi ma che tornerà tra le mie braccia…
Non è da me essere così insicuro, ma anche voi lo sareste se la vostra fidanzata mozzafiato fosse andata a vivere a chilometri di distanza con un collega che, prima di diventare capo del reparto stampanti e macchinari, faceva il modello per racimolare qualche soldo.
Senza contare che da qualche tempo a questa parte, la sento fredda e distante.
Sostiene di essere solo stanca ma sono tre mesi ormai che non torna a casa e nemmeno sembra desiderarlo più di tanto.
Mi dice che le manco e che non vede l’ora che sia tutto finito sempre più raramente.
Poi, settimana scorsa, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
-Non riesco a tornare per il tuo compleanno… mi dispiace così tanto…-
Anche gli occupanti dell’ultimo tavolo rimasto si sono alzati per avvicinarsi e pagare. Dopo di loro non resterà nessuno nel locale a parte noi.
È stato un ben magro venerdì sera ma non m’importa. Non m’importerebbe nemmeno se il ristorante prendesse fuoco all’istante, figuriamoci.
Nami non ha mai mancato un mio compleanno, mai! C’è sempre stata!
Da sempre, anche da prima che ci mettessimo insieme, organizza tutti i suoi impegni del mese intorno all’11 novembre per essere libera, per me, per festeggiarmi.
Ma quest’anno no. Quest’anno non c’è.
Mi accorgo che sto stringendo i pugni fino a farmi sanguinare i palmi.
Cerco di calmarmi quando sento il campanello e, con mio sommo stupore, vedo  quel che rimane della mia compagnia di amici fare il loro ingresso nel locale.
-Ehi Zoro! Che faccia!- mi saluta mia sorella Robin, un po’ preoccupata dal mio cipiglio incarognito.
-Che ci fate qui?!- domando facendo vagare gli occhi sulle due coppie.
-Che domande! Siamo venuti a mangiare!!!- afferma gioioso Rufy, battendo le mani.
Razza di fogna ambulante!
-Proprio qui?!- non riesco a trattenermi dal domandare.
Non fraintendetemi, io adoro i miei amici ma stasera proprio…
Insomma, non c’è più nessun cliente, sarò obbligato a unirmi a loro e di certo insisteranno per festeggiare.
Anzi, mi sto rendendo conto che non è affatto un caso, Law deve aver preso prenotazioni solo fino alle nove meno un quarto così da avere il posto libero per noi.
 E dire che ero venuto al lavoro apposta per evitare una dannata festa a tradimento!
Sì, lo so che si dice festa a sorpresa ma dato che le sorprese dovrebbero essere qualcosa di piacevole…
Va beh, lasciamo stare.
-Auguri Zoro!- interviene Kaya, sorridendomi dolce.
Non provo nemmeno a ricambiare, so che finirei per spaventarla.
-Ehi amico! Non avrai mica pensato che non sarei stato presente al tuo compleanno vero?! So che senza il grande Usop non è lo stesso!- afferma il nasone mettendosi in una posa da supereroe e facendomi grugnire.
-Gli altri sono già al tavolo, arrivo subito- dico atono, indicando con il capo il resto della combriccola.
Si avviano per salutare gli altri e io mi trattengo giusto il tempo di chiudere la cassa e cercare di assumere un’espressione se non felice, per lo meno non infastidita. In fondo sono qui per me.
Sento il campanello che suona ancora una volta ma non sollevo la testa, concentrato a contare i soldi della serata.
Il nuovo arrivato si avvicina, noto un ombra nel mio campo visivo che mi avverte che è fermo davanti alla cassa, in attesa.
-Mi spiace ma il ristorante chiude prima, stasera, c’è un compleanno- dico mantenendo la testa bassa e gli occhi fissi sul contante tra le mie mani.
-Veramente, sono qui per il compleanno!- risponde una voce cristallina, facendomi immobilizzare nel bel mezzo dell’operazione.
Sgrano gli occhi, incredulo, e lentamente sollevo la testa fino ad incrociare lo sguardo caramello di Nami.
Che è proprio qui davanti a me, sorridente e bella come non mai.
Non riesco a muovermi né a parlare. Riesco solo a fissarla, estasiato e a bocca aperta.
-Buzzurro?!- mi chiama sbuffando una piccola risata, un po’ perplessa. -Ehi! Non ci avrai creduto davvero quando ti ho detto che non sarei tornata per il tuo compleanno?! Sai che non me lo perderei per niente al mondo!-
Il corpo si muove da solo.
Mi alzo dallo sgabello e in mezzo secondo sono oltre il banco della cassa, Nami tra le braccia e le mie labbra sulle sue, impegnate in un bacio appassionato.
Sono tre mesi che non l’assaggio, che non respiro il suo profumo.
Kami, quanto mi è mancata!
Non do il minimo peso alle risatine, fischi, applausi e ovazioni proveniente dall’unico tavolo occupato.
-Vai Zoro!!! Vai così!!!-
-Yohohohohohohoh!!!-
-Dai fratello!!! Più lingua!!! Mettici più lingua su!!!-
Mi stacco solo perché mi ritrovo sull’orlo dello svenimento per la mancanza d’aria e la fisso per un tempo indefinito, riempiendomi gli occhi di lei.
Non posso credere che sia qui!
È il regalo più bello che potesse farmi, la sua presenza, la sua calda presenza tra le mie braccia!
-Ciao anche a te!- mi dice, sorridendo maliziosa, le guance arrossate che tradiscono l’emozione provata nel rivedermi dopo tutto questo tempo.
Adesso che la sento sotto le mie mani, contro il mio petto, mi chiedo come ho fatto a dubitare di lei, di noi.
È ovvio che è mia e che lo sarà sempre, si capisce da come mi guarda e non riesco a trattenere un sorriso di pura gioia.
-Ehi!- mi richiama -Zoro ascolta… Mi dispiace se ultimamente ti sono sembrata un po’ distante. È un periodaccio al lavoro! Non vedo l’ora che sia tutto finito, di tornare qui da te e…-
-Non preoccuparti!- la interrompo portando le mie mani tra i suoi capelli e addossando la mia fronte alla sua. -Sono solo sei mesi, passeranno in un baleno vedrai-
Mi sorride, annuendo convinta.
La prendo per mano e mi dirigo dai nostri amici.
Vorrei portarla da ben altra parte ma non posso certo ignorarli!
La sento che mi trattiene e strattona leggermente, facendomi voltare con uno sguardo interrogativo negli occhi. Avvicina la bocca al mio orecchio, facendo tintinnare i tre pendagli che ci sono appesi.
-Senti…- sussurra con il suo tono più sensuale, facendomi rabbrividire -… io il regalo te lo do dopo, okay?!-strabuzzo gli occhi quando sento la sua mano accarezzarmi tra le gambe e stavolta sì che è un segno di eccitazione.
-O-okay- rispondo con voce roca.
Si stacca da me e mi precede al tavolo, voltandosi per farmi l’occhiolino e tirarmi la lingua.
Ho come l’impressione che questo sarà il miglior compleanno di sempre.
 
 
  
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