La luce del sole filtrava
attraverso i buchi delle persiane, illuminando le coperte colorate del letto di
Tifa. Dopo qualche minuto i raggi raggiunsero il viso della ragazza, che pian
piano si stropicciò gli occhi e si alzò sui gomiti per vedere che ore
fossero.
6:17. E’ presto, pensò,
però è meglio si mi preparo.
Questo perché, essendo
martedì, il bar che la ragazza gestiva (il 7th Heaven) sarebbe stato pieno di
gente fin dal primo mattino.
Si stiracchiò per bene e si
alzò, si lavò e indossò i vestiti da lavoro, legando i lunghi capelli castano
scuro in una coda bassa, carcando si sistemare il meglio possibile i ciuffi
ribelli.
Scese al piano terra della
sua casa, dove si trovava il salone del bar. Sistemò tutto e aprì la porta
girando il biglietto sul quale c’era scritto CHIUSO su APERTO. Dopo un po’
iniziò ad arrivare gente, tutti lavoratori, a cui preparò la colazione.
Il tempo passò in quel modo
velocemente finchè arrivarono le 10. Ormai il bar era vuoto e quella era l’ora
della sveglia di Denzel e Marlene. Tornò al piano di sopra e, aprendo la porta
della camera da letto dei ragazzi, si meravigliò di trovarla
vuota.
- Marlene?
Denzel?-
Tifa aprì tutte le altre
porte del piano fino ad arrivare alla cucina. Al centro il tavolo era
apparecchiato e imbandito di ogni prelibatezza. Sopra di esso penzolava uno
striscione fatto con un vecchio lenzuolo dei ragazzi con scritto: “Alla mamma
migliore che c’è, buon compleanno!”.
Buon compleanno? Oddio,
pensò la ragazza, me ne sono completamente dimenticata... Oggi è il mio
compleanno!
- Brutte pesti... Venite
fuori!- esclamò allegramente Tifa.
Da dietro al bancone
sbucarono i due ragazzini, i quali corsero ridacchiando verso la ragazza che li
accolse a braccia aperte.
Schioccò in bacio sulla
guancia di ciascuno dei due e infine si sedettero tutti insieme al tavolo a fare
colazione. Solo una sedia rimase vuota. Cloud... Una fitta di dolore attraversò
il cuore di Tifa, ma lei sorrise e fece finta di niente.
Una volta finito tutto
suonò il campanello del bar e il terzetto si precipitò di sotto per vedere chi
fosse.
Tifa non poté credere ai
suoi occhi: davanti a lei stavano sulla porta d’ingresso i suoi amici più cari.
Yuffie, Vincent, Barret, Reno e Rude. Sembrava in tutto e per tutto una
rimpatriata!
Ognuno aveva in mano un
pacchetto incartato e, alla vista della ragazza, esclamarono in coro: -
Auguri!!-
Tifa, con le lacrime agli
occhi, abbracciò uno ad uno accettando sorridente anche se controvoglia i
regali.
Il gruppo di gente, dopo
l’apertura dei doni, iniziò a confabulare del più e del meno, facendo partecipi
gli altri delle novità e dei successi che li riguardavano.
Ad un certo punto Vincent,
che come al solito se ne stava per i fatti suoi ascoltando gli altri, disse: -
Non vedo Cloud, dov’è?-
Ricevette immediatamente
una gomitata nello stomaco da Yuffie, mentre Tifa si rabbuiava, riuscendo però a
sostenere il suo sguardo.
- E’ via da una settimana e
non abbiamo più avuto sue notizie...- rispose la ragazza.
Calò un silenzio
imbarazzante, interrotto da Yuffie che scattò in piedi e, prendendo Tifa
sottobraccio, la trascinò verso l’uscita.
- Oggi è la giornata di
Tifa, quindi io e lei ce ne staremo in giro tutto il giorno mentre voi baderete
al bar, capito?!-
- Ehi, perché proprio tu?
Non ci posso andare io con Tifa?- esclamò Reno.
- No, mi dispiace. Giornata
tra donne!- rispose sorridendo fiera Yuffie, mentre inceneriva con lo sguardo i
quattro ragazzi.
- Sì, signora!- esclamarono
quelli in coro.
Il sorriso di Yuffie si
trasformò in un ghigno di soddisfazione mentre usciva dal locale, portando con
sé Tifa che fece appena in tempo a ringraziare di nuovo e salutare
tutti.
- Dove stiamo andando? E
soprattutto.. con cosa?- chiese preoccupata Tifa.
- Ihih...
Vedrai!-
Yuffie condusse l’amica
fino al garage della casa. Lì era parcheggiata la mitica moto di Cloud, che
nella sua ultima uscita non aveva portato con sé. Tifa si rabbuiò per l’ennesima
volta in quella giornata.
- Eddai, non fare quella
faccia! Oggi è il tuo compleanno. E non pensare a lui... Su, sali sulla moto, so
che sei l’unica che può guidare questa meraviglia!-
Dopo aver parlato, Yuffie
indicò la moto del biondo. Tifa rimase immobile per qualche secondo, poi prese
il casco che era appoggiato su un tavolo lì vicino e si avvicinò alla moto.
Indossò il casco, salì sulla moto, tolse il cavalletto e la tirò fuori dal
garage.
- Dai, vieni su- disse
all’amica, indicando il sedile posteriore. La ragazza gridò un “Yuppie!!”, mise
il casco e agilmente si sedette dietro e Tifa, aggrappandosi ai suoi fianchi.
Tifa accese la moto e la fece partire pian piano, procedendo sulla strada
principale.
- Destinazione?- gridò
all’amica dietro di lei.
- Andiamo da Aerith?-
chiese dubbiosa Yuffie.
Tifa sorrise. –
Volentieri!- rispose, accelerando di colpo e dirigendosi verso il posto
scelto.
Dopo quasi un’ora di
viaggio le due giunsero ai margini di un bosco. Tifa parcheggiò la moto ed
entrambe scesero. Si addentrarono nel bosco seguendo un sentierino e, dopo
qualche minuto, raggiunsero una radura dove il cielo si specchiava in un bel
laghetto. Appena le due raggiunsero il posto si sentirono avvolgere da un
bellissimo calore.
- Ciao, Aerith...- sussurrò
Tifa.
Una leggera brezza
scompigliò i capelli della ragazza. Fu certa che quello era il modo di Aerith di
farle gli auguri.
-Grazie...-
Tifa guardò il lago e vide
che qualcosa si stava avvicinando lentamente alla riva. La ragazza si avvicinò e
vide un fiore stupendo galleggiare sul pelo dell’acqua. Avanzò nel lago finchè
non raggiunse il fiore, dopodichè lo raccolse e lo portò al cuore. Non era molto
grande, stava completamente nel palmo della mano, aveva però grandi petali
bianchi con riflessi rossi e rosa. Le lacrime si affacciarono sui suoi occhi, ma
lei le ricacciò indietro, mentre il solito venticello le colpì il viso. Sembrò
sussurrarle qualcosa, al quale Tifa rispose: -Non so proprio più cosa fare, con
lui-
Di nuovo il vento la
investì.
- No, non lo farò
mai...-
Questa volta la colpì
violentemente.
- Ehi!- esclamò Tifa.
Subito, però, abbassò il viso.
- Hai ragione, ci proverò.
Grazie ancora. A tutti e due-
Detto questo indietreggiò
senza voltare le spalle all’acqua, finchè non ritornò sulla terra. Yuffie non si
era mossa e sorrideva allegramente verso Tifa. La ragazza si girò per l’ultima
volta verso il lago.
- Ah, Zack. Gli manchi
tanto, anche se non lo vuole ammetere...-
La brezza leggera le
accarezzò la pelle e l’accompagnò fino a Yuffie.
Le due ripresero il
sentierino e se ne tornarono alla moto.
- Ora, dove si va?- esclamò
Yuffie, interrompendo ancora una volta il silenzio che si era
creato.
- Non saprei, scegli tu- le
sorrise Tifa.
La ragazza ninja si fermò a
pensare ad una possibile destinazione fissando Tifa.
- A giudicare da come sei
vestita, direi che l’unica alternativa è... Shopping!-
Tiffa scoppiò a ridere,
sostenendo poi che quelli erano i suoi amati abiti e non li avrebbe cambiati per
nulla al mondo. Lo stesso annuì, salendo sulla moto e proteggendo il bellissimo
regalo di Aerith e Zack nel tascone che aveva sul grembo.
Questa volta diminuì la
velocità, per non rovinare il fiore e perché la destinazione era piuttosto
vicina.
Centro Commerciale Jenova
Center.
Cento e più negozi sempre
strapieni. Non che Tifa adorasse questi posti, ma non voleva contraddire Yuffie
in quel momento, cercando di apparire felice nonostante non lo fosse, per paura
di mostrare, nonostante fosse la sua migliore amica, i suoi
sentimenti.
Ciò che provava in quel
momento era un misto tra odio e tristezza, tutto per colpa di quel ragazzo che
la faceva tanto dannare e a cui non gliene fregava niente di
lei.
Guidò con questi pensieri
in testa e raggiunse velocemente il posto. Parcheggiarono la moto ed entrarono:
era enorme!
Per tutto il resto della
giornata Tifa corse dietro a Yuffie da un negozio all’altro, comprando un sacco
di cose inutili solo per fare felice l’amica.
Ad un certo punto Yuffie
guardò l’ora: erano le 18:38.
- E’ tardissimo, dobbiamo
muoverci!- esclamò la ragazza trascinando Tifa e tutti i pacchi verso la
moto.
- Mi spieghi perché è
tardi? E come facciamo a portarci tutta questa roba in moto?- chiese preoccupata
Tifa.
- Don’t worry, chiamo un
taxi. Tu vai a casa intanto-
Detto questo, Yuffie
raccolse i tremila pacchi e se ne andò verso una macchina gialla ferma lungo il
ciglio della strada.
Tifa non fece in tempo a
dire: - Non hai risposto alla mia domanda!- che l’amica era già all’interno del
veicolo, pronto alla partenza.
La ragazza sbuffò e salì
sulla moto. Due ragazzi lì vicino le fecero dei fischi di apprezzamento ma lei
non ci fece caso, partendo a tutta velocità verso casa. Il fiore all’interno
della tasca non si rovinò, sembrava fragile ma in realtà era molto resistente.
Superò agilmente il traffico finchè non arrivò a casa, dove trovò la luce del
garage accesa. Magari Yuffie ci aveva messo meno tempo di lei e la stava
aspettando.
La ragazza entrò, spense la
moto, mise il cavalletto e si tolse il casco. Poi si guardò intorno per vedere
chi ci fosse. La sua attenzione fu attirata da un colpo di tosse alle sue
spalle. Appena si girò, spalancò gli occhi e rimase a bocca leggermente
aperta.
- Cloud...- sussurrò
deglutendo a fatica.
- Da quando si prendono le
cose degli altri chiedere?- domandò quello sorridendo maliziosamente, appoggiato
allo stipite della porta.
Tifa non rispose ma si
avviò a testa bassa verso il portone del garage,
chiudendolo.
- Ehi,
rispondi-
La ragazza non aprì bocca
e, sempre con lo sguardo a terra, si avviò verso la porta dove c’era lui. Appena
furono vicini Cloud le prese un braccio, costringendola a guardarlo. Gli occhi
di Tifa erano lucidi.
Il biondo sgranò i suoi
occhi azzurrissimi e rimase a bocca aperta.
- Che c’è?- le
chiese.
- Lasciami andare- sussurrò
Tifa.
- Cosa?- chiese lui non
avendo capito.
- Lasciami andare!- gridò
la ragazza liberandosi dalla presa e correndo in camera
sua.
Appena arrivò nella stanza
prese il bellissimo fiore e lo appoggiò sul comodino, gettandosi poi sul letto
con lo sguardo rivolto verso il regalo.
- Niente va come voglio...-
singhiozzò Tifa. Un calore improvviso la avvolse.
- Aerith... non posso
farlo-
Il calore si trasformò in
un caldo insopportabile, mentre la ragazza non riuscì più a trattenere le
lacrime, scoppiando sonoramente in un pianto.
Poco dopo bussarono alla
porta. La ragazza si tirò a sedere ascigandosi le lacrime, riprendendo la
maschera che portava davanti agli altri, quella di una tipa dal carattere forte
e deciso, che non si lascia condizionare da nulla e non piange
mai.
- Avanti- disse, nonostante
fosse convinta di avere ancora un aspetto stravolto.
Sulla camera si affacciò
Vincent.
- Psso entrare?-
Tifa annuì. Il ragazzo
entrò e chiuse la porta dietro di sé. Si avvicinò al letto e si sedette di
fianco a Tifa.
- E’ successo qualcosa?-
Lei
annuì.
- Vuoi
parlarne?-
Tifa fece di no con la
testa.
- Ok... Oh, ma guarda che
bel fiore! Scommetto che è un regalo di Aerith e Zack-
La ragazza accennò un
sorriso.
- Indovinato-
disse.
Vincent si allungò per
prendere il fiore, spostò i capelli di Tifa dietro all’orecchio e le appoggiò
sopra il fiore, sorridendo.
- Ehi, festeggiata...
Preparati che la cena è pronta!-
-
Cosa?!-
- Beh, era una sorpresa, ma
visto che altrimenti non usciresti di qui te lo dico. Noi quattro maschioni oggi
ci siamo fatti il culetto per mandare avanti il bar e per preparare una cena da
principe e principesse. Quindi... Vedi di sorridere e mettiti in tiro per noi!
Ti aspettiamo...-
Detto questo il ragazzo si
alzò e uscì dalla camera, sorridendo a Tifa.
La ragazza si alzò dal
letto e in quel momento la porta si spalancò nuovamente ed entrò Yuffie con gli
acquisti del pomeriggio.
L’aspetto orribile doveva
esserle passato perché l’amica non le fece domande.
- Non portarmi via Vincent,
eh?!- disse lei allegramente, mentre Tifa scoppiò a ridere
annuendo.
- Su, è ora di prepararsi.
Forza, non mi hai fatto mica spendere tutti quei soldi per niente! Metti questa,
questi e queste- continuò Yuffie, lanciandole una camicia a righe bianche e
rosse a maniche corte, jeans aderenti e ballerine bianche.
Dopo che Tifa fu pronta le
fece indossare una collana con una specie di sole e orecchini rossi come la
camicia.
- Ora che sei perfetta, mi
preparo pure io!- esclamò Yuffie dandole un bacio sulla guancia e scappando
fuori dalla stanza.
Tifa si guardò allo
specchio: stava davvero bene vestita in quel modo, nonostante si sentisse uno
schifo. Sistemò meglio i capelli e si appuntò il fiore dietro al’orecchio. Dopo
aver sorriso forzatamente a se stessa nello specchio e aver respirato
profondamente se ne andò di sotto.
Il bar aveva chiuso prima e
i tavoli di solito separati erano uniti in una tavolata con nove sedie, davanti
alle quali c’era scritto il nome di qualcuno. Lei era stata messa a capotavola,
vicino a Reno e Yuffie.
Quando arrivò al centro
della stanza i ragazzi, che stavano in cucina, scoppiarono in un boato intonando
un “Tanti auguri” piuttosto stonato. Tifa sorrise ringraziandoli e raggiunse
Marlene e Denzel che erano seduti sul dondolo all’esterno del locale.
- Allora, furbetti, che
avete fatto oggi?-
Denzel sorrise mentre
Marlene saltò in piedi e iniziò a raccontare.
- Lo zio Barret ci ha
portato in sala giochi, devi vedere quanto sono brava ad ammazzare la
gente!-
Tifa storse il naso
promettendo a se stessa che l’avrebbe fatta pagare a
Barret.
- E tu,
Denzel?-
- Ho sfidato lo zio Barret
sulle macchine e l’ho battuto almeno dieci volte!-
Tifa
sorrise.
- Bene, vedo che vi siete
divertiti!-
- Tifaaaaaaaaaaaaaaaa!-
gridò Yuffie dalle scale – Vieni un attimooooooooooo!-
La ragazza sbuffò e si
diresse verso l’amica, la quale, già pronta, corcava senza successo di
allacciarsi una collana. Tifa l’aiutò e infine scesero insieme nel bar, dove i
ragazzi erano già tutti a tavola.
Le due amiche si sedettero
ai propri posti e tutti iniziarono a mangiare.
Yuffie iniziò a flirtate
con Vincent, mentre Reno cercava in ogni modo di attirare l’attenzione di Tifa.
I due parlarono per tutta la cena, anche se Tifa era molto distratta, guardando
spesso in direzione di Cloud, il quale, però, non la degnò di uno
sguardo.
La serata passò velocemente
e, verso mezzanotte, quando ormai Marlene e Denzel erano troppo stanchi per
continuare a giocare, Tifa decise di metterli a dormire.
- Su, piccole pesti!
Andiamo...-
Nonostante i
“Noooooooooo...” i due si trascinarono fino in camera e, una volta fatti di
nuovo gli auguri a Tifa, le diedero la buonanotte. Appena la ragazza fu uscita
dalla loro camera si trovò faccia a faccia con la più bella creatura che avesse
mai visto: Cloud.
- Auguri...- le disse,
fissandola negli occhi.
Lei rispose un “Grazie”
sottovoce e si girò per andarsene, stringendo i pugni. Questa volta Cloud non la
fermò, ma la seguì e a metà corridoio le si parò davanti.
- Si può sapere che vuoi?!-
lo aggredì Tifa.
- Che voglio io? Che
cos’hai tu! E’ una settimana che non mi vedi e tutto quello che mi sai dire è
questo?- rispose Cloud aggrottando le sopracciglia.
Tifa non riusciva più a
trattenersi, la diga che fermava la sua rabbia era ceduta.
- Cosa dovrei dirti?!
Bentornato? Te ne vai senza dirlo, te ne stai in giro per chissà quanto tempo e
quando torni pretendi anche di trovare la servetta?? Ne ho abbastanza di questa
storia... Lasciami stare!-
La ragazza scoppiò
nuovamente in lacrime e scappò diretta verso la soffitta, dalla quale si
accedeva alla terrazza.
Una volta all’aria aperta
si calmò un po’, sedendosi per terra e guardando verso il cielo, illuminato da
migliaia di stelle e da uno spicchio di luna.
Sentì dei passi dietro di
sé ma non si voltò, voleva essere lasciata in pace. Quei suoi 23 anni erano
completamente da dimenticare, disastro totale.
Qualcuno si sedette di
fianco a lei ma Tifa non abbassò lo sguardo. In compenso si morse il labbro:
quel profumo che la circondava l’avrebbe riconosciuto tra mille, era quello di
Cloud.
Chiuse gli occhi e appoggiò
il mento sulle ginocchia.
-
Scusa-
La ragazza sentì un
sussurro che pareva simile a questa parola.
-
Scusa-
La parola fu
ripetuta.
- Ok...- disse lei a
bassissima voce, quasi inesistente.
- Vieni
qui...-
Sentì un braccio che le
avvolgeva le spalle e si lasciò trascinare verso il corpo caldo del
ragazzo.
- Sono uno stupido, Tifa.
Vuoi sapere perché me ne vado?- le disse.
- Per
Aerith?-
A Tifa venne una fitta al
cuore. Cloud era sempre stato innamorato di Aerith, e quando lei era morta era
caduto in una sorta di depressione senza uscita.
- No, quella è stata
un’infatuazione passeggera, è passata già da un po’ di
tempo-
Tifa inconsciamente
sorrise: ok, Aerith era una sua grande amica, ma qui si stava parlando del
ragazzo che lei aveva sempre amato.
Cloud le baciò i capelli,
scendendo poi fino alle guance.
- E’ da qualche mese che ho
capito una cosa-
Le diede un bacio sul
naso.
- Mi sono innamorato. Di
te-
Tifa alzò lo sguardo verso
di lui. Sicuramente stava mentendo. Ma, guardandolo, non sembrava affatto. Aveva
uno sguardo serio e fiero, non certo quello di un
bugiardo.
- Non è
vero...-
- Invece sì, Tifa, ma sono
stato così stupido da non riuscire a dimostrartelo, scappando come un codardo di
fronte all’evidenza-
- Oddio, Cloud... Io... Non
so cosa dire... Cioè... Non mi sarei mai aspettata di soffrire così tanto, per
un ragazzo. Sono stata malissimo quando eri via, sperando che tu tornassi
presto, e quando ciò avveniva il mio cuore si riempiva di gioia...
Insomma...-
- Mi farò perdonare- la
interruppe Cloud.
Poi, prendendole il mento
tra le mani e avvicinandolo a lui, appoggiò la sua bocca su quella della
ragazza, ancora schiusa, e iniziò a baciarla
appassionatamente.
Dapprima Tifa rimase
sorpresa, ma quasi subito si riprese e si lasciò andare, abbracciandolo e
avvicinandosi ancora di più a lui.
Questa volta lacrime di
gioia le rigarono il viso, mentre iniziò a pensare che, forse, quello non era
poi un brutto compleanno...
PRECISAMENTE UN ANNO DOPO
Tifa aprì gli occhi,
svegliata dal sole. Guardò l’ora: 6:38.
Si girò dall’altra parte e
vide che il ragazzo di fianco a lei stava ancora dormendo. Gli accarezzò i
capelli biondi e si avvicinò a lui per sentirne il profumo. Il ragazzo aprì gli
occhi e la attirò a sé dandole un bacio sulla fronte.
- Auguri
amore...-
Improvvisamente un urlo più
simile ad una sirena perforò l’aria: era Zack, che di certo non poteva essere
considerato un bambino tranquillo.
Tifa schioccò un bacio a
Cloud e si alzò per prendere il bambino dalla culla.
Zack aveva già svegliato
anche Marlene e Denzel, i quali si erano trascinati da Cloud per avere un po’ di
comprensione.
Tifa sorrise: certo, non era un buon inizio, come compleanno, però, viste le esperienze passate... poteva sempre migliorare. In più, questa volta, poteva contare su una meravigliosa famiglia!
E' da un po' che non scrivo più, anche perchè mi è mancata spesso l'ispirazione.. Va beh! Ho voluto scrivere una nuova storia su Tifa e Cloud perchè ultimamente questa è la coppia che preferisco.. Com'è secondo voi? fatemelo sapere!! Ciau a tuttiiiiiiiiii!! ^^