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Autore: antirockstar    11/11/2014    0 recensioni
Quando sono stretti, Louis passa tantissimo tempo con le labbra sulla pelle di Harriet. Gli manca la sua pelle, gli fa quasi male certe volte, per quanto gli manca. Harriet si addormenta con il respiro di Louis addosso, e dormono sempre senza coperte. (Louis/fem!Harry) #perzeroschiuma (MAYA)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, ci siamo.
Dopo aver capito alla lettera l'hint della dolce Sara, ho deciso di scrivere la Harry/Fem!Louis!, che, visto che ho capito talmente bene, è una Louis/Fem!Harry!
Quando uno non connette bene, c'è poco da fare.
Ma chi se ne frega, right? Io ho scritto #perzeroschiuma perchè le voglio bbbene con tre b, e ora leggiti 'sta cosa.

Scusate se Harry è una femmina ogni giorno, scusate se Liam è rumeno perchè somiglia a un mio parente, scusate se Zayn è Zayn, scusate se questa ma sopratuttoquesta canzone sono nella storia (ascoltatela altrimenti bruciate), scusate se Niall è una ciambella non vergine, scusate se gli One Direction esistono e non mi appartengono, scusate se Sara è stupenda.

Tvb Sara, tua Pat.


 
DAISY.




Since she return from her stay to the moon
She listens like spring and she talks like June
(Drops Of Jupiter - Train)


Louis suona il pianoforte da quando aveva cinque anni. Suo padre, Mark, adorava metterlo davanti al pianoforte a corda che avevano in salotto, fargli ascoltare le sigle dei cartoni animati e fargliele risuonare. Louis aveva orecchio, era musicale e adorava lo sguardo di Mark quando azzeccava la nota giusta. Con il passare degli anni, per Louis, suonare è diventato come respirare, come mangiare e come bere: un bisogno primario. Può uscire di casa senza felpa, senza merenda o senza biglietto per l’autobus, ma non può andare a dormire senza aver suonato.
Le sue sorelle, una alla volta, nate come fiori in un giardino, gli chiedevano di suonare le canzoni di Rihanna e Justin Bieber, mentre i parenti a Natale trattavano Louis come un musicista affermato.
 
 
Al Conservatorio si è iscritto solo da un anno: il divorzio della madre è stato difficile da affrontare, sopratutto per Louis, che senza la guida e lo sguardo di Mark non ha piu’ suonato come prima. Il suo rendimento scolastico, mediocre già da prima, stava cominciando a demotivarlo, e passava le giornate dormendo o disegnando con le sue sorelle. Appena ritrovata la stabilità, sua madre, Johanna, non ha perso tempo e ha pensato di trovare uno sfogo per tutti i suoi figli: il karate per le gemelle, il nuoto per Fizzy e Lottie, la musica per Louis.
 
Sedici anni sono tanti per cominciare il Conservatorio, Louis se n’è accorto a proprie spese. Quello è un mondo assurdo: pieno di vecchi e di bambini. Niente vie di mezzo. 
Oltre al suo strumento, il pianoforte, deve seguire altri corsi obbligatori: canto corale e solfeggio (si è sempre ritenuto fortunato: il pianoforte è un corso complementare per tutti gli altri strumenti, ma lui lo suona come strumento principale e ne è esonerato).
Canto corale è divertente, tutto sommato: una massa di alunni, di tutte le età, chiusi in una stanza a cantare vecchie canzoni per voci bianche (data la maggioranza di bambini).
Cantare è bello perchè l’armonia si sente subito, non è come con gli strumenti nell’orchesta, che vanno accordati e sistemati. A Louis piace tanto perchè si sente bene, quando la sua voce non si sente, ma è essenziale al gruppo.
 
Odia il solfeggio perchè leggere la musica è per lui innaturale: non è mai stato abituato, non gli piace dover leggere per suonare. O impara a memoria, o improvvisa. Per questo è in difficoltà, sempre, durante le lezioni di solfeggio.
Si è fatto anche degli amici però. Sono tutti con lui a solfeggio, di pomeriggio, due giorni alla settimana per tre ore, e Louis pensa che non sarebbe capace di affrontare quello stress senza di loro.
Niall ha un anno piu’ di lui, suona la chitarra ed è un raggio di sole: è biondo e indossa sempre felpe dell’Abercrombie che sua madre gli compra e che lui mette perchè ‘scegliere come vestirsi è faticoso, ma con le felpe griffate non si sbaglia mai’. Fanno merenda insieme perchè Louis arriva sempre in anticipo e Niall ha sempre fame. E’ una presenza necessaria nella vita di Louis perchè è la persona che puoi chiamare per fare un giro di sera, fumando e bevendo birra.
Zayn è strano: parla solo per dire cose intelligenti e giuste, non dice mai ‘si’ o ‘no’, ma scuote solo la testa. E’ silenzioso e ha l’orecchio assoluto. Louis lo ha osservato molto prima di considerarlo un amico. Zayn canta, eppure non parla mai. Però sorride: sorride molto spesso, sembra che tutto quello che veda sia bellissimo. Sorride sopratutto all’uscita, dopo solfeggio, quando fuori fa buio e le sue mani sono intrecciate a quelle di Liam, appoggiato a un muretto appena fuori dall’Accademia.
Liam è un cantante come Zayn, e Louis non sa bene da quanto tempo stiano insieme, ma sembra sia una cosa destinata a durare. A lezione non siedono neanche accanto, a malapena di guardano, ma quando escono non hanno tempo neanche di parlare, per quanto i loro corpi abbiano bisogno di toccarsi.
L’umorismo di Liam è pessimo, ma scrive dei testi magnifici. Non che li abbia mai fatti leggere a Louis: un giorno, quando Louis stava finendo di trascrivere la scala di Sol minore sul quaderno, i suoi occhi erano caduti su un libro dimenticato su un tavolo. Senza volere, ovviamente, l’aveva aperto, e, ancora senza volere, aveva letto i due fogli che erano dentro: Ochi căprui Piele de matase. Il rumeno Louis non lo conosceva, ma i testi erano in inglese e ai lati del foglio c’erano disegni e scritture che Louis riconosceva: appartenevano a Zayn e a Liam. Questo lo aveva portato a pensare che forse Liam scrive poesie per Zayn, poi le leggono insieme, si baciano e fanno l'amore.
Questi, bene o male, sono gli amici del Conservatorio. Hanno cominciato a passare molto tempo insieme, anche se Zayn lavora spesso il sabato pomeriggio (voglio andarmene da questo buco di culo il prima possibile) e Liam, ovviamente, preferisce la sua compagnia a quella di Louis e Niall, che se non finiscono a ubriacarsi all’Irish Pub, si ubriacano a casa di Niall. Però escono quando possono, e Louis è contento.
 
Un’altra persona fa parte del gruppo di Louis, o meglio, dei suoi pensieri: si chiama Harriet e ha i capelli ricci. Anzi, non solo ricci: ha i capelli morbidi, profumati, lunghi e lucenti. Sono i capelli piu’ belli che Louis abbia mai avuto modo di vedere, attenzione, vedere, non toccare. La verità è che Louis non ha mai parlato con Harriet. Per parlare si intende scambiare qualche idea, magari qualche domanda, ma Louis non ha mai detto piu’ di due parole a Harriet. L’ha guardata tanto, però: ha guardato i suoi vestiti lunghi, le sue Doc Martens fiorite, i fiori che mette sugli elastici quando si lega i capelli in trecce, le sue labbra sempre rosa, i suoi occhi grandi, liquidi e verdi, le sue gambe lunghe e il suo corpo privo di curve, lungo e stretto, i suoi denti un po’ troppo grandi, le sue fossette, la sua voce roca e bassa.
Harriet suona il violoncello, odia leggere la musica, adora cantare e indossa spesso bandane. Durante le lezioni, mentre il Maestro suona scale interminabili per mettere alla prova gli alunni, Louis la guarda, e non riesce a capirla: Harriet sorride sempre a bocca chiusa, abbassa la testa, scrive qualcosa su un foglio, alza la testa di nuovo e guarda l’unica finestra della stanza. Anche quando parla sembra assente, ma Louis adora guardarla ridere.
 
“Quella si fuma tante di quelle canne, amico!” dice Niall mentre morde un pezzo di ciambella. “Dammi retta, gli hipster sono felici solo per quello”.
Louis si morde la labbra, invece, e lo guarda, senza sapere cosa rispondere.
“Tu per cosa sei felice invece, Niall? Per le ciambelle a pranzo?” chiede Liam, credendo di essere divertente.
Niall ci pensa un attimo, poi alza il dito medio pieno di zucchero a velo e risponde: “Almeno so che non mi tradiranno mai” con tono melodrammatico, mentre apre una lattina di Fanta.
Zayn ride, sopra al petto di Liam, con la sigaretta tra le labbra ancora spenta. Sta cercando un accendino da qualche minuto, ma Liam sta accendendo il suo, appena si accorge della difficoltà del suo ragazzo. Lo sguardo di Zayn è abbastanza per Liam, che si abbassa e lo bacia, dolce come una margherita, prima di sentire qualcosa colpirlo in testa.
“Vi ho detto di stare attenti alle manifestazioni di affetto, stronzi senza cuore” bofonchia Niall, scartando un pacchetto di M&M’s.
“Vedo che hai trovato una consolazione alla pari!” risponde Liam, per nulla scocciato, per poi baciare di nuovo Zayn, facendo attenzione a fare rumore.
“Vaffanculo” risponde Niall con la bocca piena di cioccolato.
Louis, seduto a gambe incrociate, sorride, ma è su Facebook e sta guardando le foto di Harriet.
“Niall, l’hai conosciuta al Pub e hai saputo il suo nome solo dopo averci fatto sesso” riesce a dire, mentre aspetta che si carichi una nuova pagina. “E poi, dai, non è stato cosi’ doloroso, siete usciti per due settimane e basta”
Zayn sorride tra i baci e morde le labbra di Liam, perchè non riesce a staccarlo in altro modo.
“Nialler, la simpatica Leigh-Anne ha mostrato seri segni di interesse nei tuoi confronti. Dovresti smettere di ingozzarti e chiederle di uscire. O chiedile di uscire per ingozzarti con lei, se proprio devi” dice, con le labbra bagnate e arrossate.
Niall sorride e si allunga verso Zayn, baciandolo sulla fronte.
“L’amico saggio è saggio” mette via la scatolina di cioccoalatini: “L’amico stronzo è stronzo” dice guardando Liam, che sta fumando la sigaretta di Zayn.
“Amico innamorato, sei pronto?” Louis quasi non le sente quelle parole, perchè Harriet ha condiviso una canzone che anche lui adora, ma alza la testa e, deciso e spaventato, annuisce.
 
Le passa un bigliettino con sopra scritto “Alle 4 PM, auditorium” 
E’ cosi teso che salta il pranzo, ma Niall gli porta un tè e Liam lo distrae raccontandogli di quanto abbia urlato Zayn la notte prima, ‘cosi forte che mia madre voleva chiamare l’ambulanza’. A Louis non importa molto, a dire il vero, ma qualsiasi cosa va bene pur di non stare cosi’: non si è mai emozionato per un concerto. Mai. E’ abituato al centro dell’attenzione, anzi, lo adora. Ha suonato davanti a platee piene: perchè diavolo trema al pensiero di suonare per una ragazza?
Harriet è puntuale, un po’ confusa, ma non spaventata. Si siede al mezzo della fila, e aspetta. Louis entra qualche minuto dopo, e Harriet sente chiaramente qualcuno urlare ‘non fare il coglione e spacca tutto bello!’ .
Louis si siede dopo averla guardata, per la prima volta negli occhi.
Comincia a suonare il grande e bellissimo pianoforte, per poi cantare.
Canta, la guarda, sta sudando tanto, trema, pure, ne è sicuro. Quando finisce e vede l’espressione di Harriet per poco sviene: è la stessa di Mark, suo patrigno, quando Louis finiva i suoi esercizi e quando gli faceva ascoltare una nuova canzone.
Passano dei minuti a guardarsi, prima che qualcuno, sempre dal retro, batta le mani e tossisca in modo molto poco naturale.
A quel punto Louis scende dal palco e si avvicina a Harriet, che oggi è vestita tutta di nero.
Gli sorride ancora, forse piu’ di prima, per poi dire: “Drops Of Jupiter è una canzone orrenda”
Louis ride e si sistema il colletto: “Non sono capace di cantare If You Wait”.
Harriet gli prende la mano, gli alza la manica e ci scrive sopra con un pennarello blu.
“Stasera pattiniamo” dice, voltandosi e chiudendo il pennarello, camminando fuori dalla sala. Louis è contento che non l’abbia chiesto.
 
Harriet bacia piano e lentamente, aggrappandosi ai vestiti.
Fa freddo quel giorno e la musica del pattinaggio rimbomba nelle teste di Louis, che sta cercando di non gemere, perchè Harriet gli sta leccando il collo.
Daisy di Marc Jacobs” gli dice, quando smette, sempre con la bocca a contatto con la sua pelle “Se te lo stavi chiedendo” aggiunge, prima di alzarsi e di baciarlo a stampo, schioccando le labbra.
Le sue labbra ora sono rosse, non rosa, e gli occhi sono colmi di lacrime, non liquidi.
“Scusa, piango sempre quando mi emoziono” si scusa, asciugandosi con i guanti lilla.
Abbassa la testa e vede le mani di Louis, che tremano.
Le prende tra le sue e sorride ancora: “Vedo che ti succede qualcosa di simile”.
Si sbottona la giacca, toglie i guanti a Louis e mette le sue mani sulla sua pancia, caldissima. Louis la abbraccia, sorride a sua volta e affonda la testa nel suo petto, spostando le mani sulla schiena liscia e ossuta.
"Perchè ti piaccio?" gli chiede Harriet.
"Perchè sei bellissima" risponde Louis, con un po' di capelli in bocca.
"Non fare il cretino, dimmi perchè" lo guarda seria, ma le fossette la tradiscono.
"Okay" sospira Louis "perchè sei strana" dice, baciandola.
Harriet, soddisfatta, gli mette le mani sotto alla maglietta, facendolo urlare dal freddo.
Louis è cosi’ felice che quando arriva a casa suona tutta la notte.
 
Da quando escono insieme Louis sente profumo di fiori da tutte le parti. Si sveglia la notte, senza motivo, perchè vuole abbracciare Harriet e annusare la sua pelle. Quando sono stretti, Louis passa tantissimo tempo con le labbra sulla pelle di Harriet. Gli manca la sua pelle, gli fa quasi male certe volte, per quanto gli manca. Harriet si addormenta con il respiro di Louis addosso, e dormono sempre senza coperte.
Louis adora giocare con i capelli di Harriet: ha imparato, a causa delle sue sorelle, ad acconciarli. Raccoglie fiori e li lega insieme ai capelli di lei, che chiude gli occhi e canta If You Wait, mentre piange.
 
“E’ sempre primavera quando stiamo insieme” dice Harriet un giorno mentre si alza, nuda, per aprire la finestra. Louis è sul letto, nudo anche lui, e la guarda.
“Perchè?” chiede, anche se la risposta sarebbe arrivata comunque.
“Perchè io sono un fiore e tu sei il vento” glielo dice sul petto, mentre sale con le labbra bollenti e gli morde la mascella.
“Perchè sono il vento, fiore?” le prende le guance tiepide tra le mani e la guarda negli occhi.
Harriet, con un colpo di fianchi, stringe Louis tra le sue gambe e lo bacia.
“Perchè mi scopi sempre cosi’ forte che mi spettini”
Louis non ha mai riso tanto in vita sua, ma anche quella volta la scopa cosi’ forte da spettinarla.

 
 
   
 
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