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Autore: __iriis    11/11/2014    1 recensioni
“... prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita.”
-
enjoy (:
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Liam non aveva chiuso occhio quella notte. Il cuore aveva continuato a martellargli nel petto senza dargli tregua. Alla fine si era alzato che fuori era ancora buio e, con in dosso solo i pantaloni della tuta calati sui fianchi, era uscito in giardino e si era accomodato sul dondolo con una sigaretta tra le dita.
Era incredibilmente nervoso da settimane ormai e man mano che il grande giorno si avvicinava l'agitazione saliva a dismisura. Era sicuro di quella scelta che aveva preso sei mesi prima, e avrebbe preferito morire piuttosto che tirarsi indietro perché solo adesso iniziava ad avere paura, paura di tutte le responsabilità, paura di quella nuova vita di cui non conosceva assolutamente nulla, paura di sbagliare. Ma lui aveva accanto l'unica certezza di cui avesse mai avuto bisogno ed era così che doveva essere.
Mentre continuava ad aspirare dal filtro della sua sigaretta e tutta una cappa di fumo gli si era formata attorno, gli tornò alla mente il ricordo limpido di quel tardo pomeriggio di primavera passato su una piccola spiaggia a sud dell'Italia.


«E' bellissimo qui» Osservò Liam, perdendosi ad ammirare il tramonto lontano e le piccole barche a vela che lentamente ritornavano al porto.
«Per me è sempre come la prima volta» disse Rose con un sorriso sulle labbra che stava ad esprimere tutto il suo amore per quel luogo, il suo luogo.
Avevano deciso di passare qualche giorno a sud dell'Italia, lì dove la ragazza era nata e cresciuta.
Da quando era andata via di casa per colpa del lavoro non aveva avuto modo per farvi ritorno se non per il Natale e qualche compleanno. I ragazzi si concedevano davvero pochissime pause, non avevano mai preso più di due settimane di stop per staccare la spina e rilassarsi. La felicità delle loro fans era diventata una priorità ormai.
Erano sei anni che lavoravano duramente, senza sosta, spostandosi da un angolo all'altro del pianeta assieme al loro numerosissimo staff. Avevano perso anche il conto di quanti concerti avessero fatto. Per i primi anni avevano tenuto un conto, promettendosi che avrebbero continuato a portarlo avanti per uno stupido capriccio di Louis. Ma adesso era diventato praticamente impossibile.
«Lunedì abbiamo il volo per Londra» disse ad un tratto Liam, dopo un lungo periodo di silenzio.
«Di già?» Lo stupore nella voce della ragazza stava ad indicare che ritornare alla solita routine, dopo quella breve sosta in Italia, sarebbe stato ancor più complicato delle altre volte.
«Lo so, anch'io vorrei restare qui ancora per po'» L'assecondò, poggiando il mento sulla sua spalla minuta e stringendola al suo petto più forte.
Rose era entrata a far parte del loro staff due anni prima, e l'inizio della loro storia d'amore risaliva proprio a quel periodo.
Un vero colpo di fulmine a detta di tutti, ma entrambi sapevano che ce ne avevano messo di tempo per rendersi conto della realtà dei loro sentimenti. Non era stato facile far funzionare la cosa, soprattutto per Liam che aveva dovuto fare i conti anche con quella che era convinto fosse la sua anima gemella, fino a quel momento. Per non parlare delle assurde ostilità che vi si erano create tra lui e quell'irlandese da strapazzo per la ragazza in questione.
Non era stato per niente facile.
«Secondo te Niall ce l'ha ancora con me per quella storia?» domandò improvvisamente, condizionato da quei pensieri.
«Liam, sono passati due anni. Credi davvero che a Niall importi ancora di me?» chiese lei con ovvietà. «Adesso siamo una specie di migliori amici, -spiegò, gesticolando- come con tutti gli altri» parve pensarci su per un istante e poi continuò «A parte con Zayn, lo so. Ma è lui che continua lanciarmi quelle occhiate tutte strane da quando ci siamo conosciuti» fece spallucce, totalmente immersa in quella discussione più con se stessa che con Liam. «Se non sopporto la sua fidanzata non è un mio problema» terminò infine, borbottando qualcosa in dialetto.
Liam scoppiò a ridere, non potendo fare altro se non continuare ad amarla giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.


E ancora oggi non si capacitava del fatto di come avesse trovato il coraggio di staccarsi improvvisamente da lei per poi inginocchiarsi sui quei sassi umidi con una scatolina di pelle rossa poggiata sul palmo della mano che conteneva l'anello con il quale le aveva fatto la sua proposta.

Rose continuava a guardarlo boccheggiando, con la vista ormai già offuscata malamente a causa delle lacrime ed il battere assordante del suo cuore che le risuonava nelle orecchie.
«C-cosa...»
«Mi vuoi sposare?» aveva ripetuto Liam una seconda volta, sorridendo dinanzi a tutta quella meravigliosa tenerezza e spontaneità. Un attimo prima stava imprecando contro Zayn perchè lui la odiava poiché lei non sopportava la sua ragazza e adesso era in un mare di lacrime.
Lei annuì con veemenza, gettandosi tra le braccia del suo uomo, incapace di proferire parola. Le lacrime sgorgavano a fiotti dai suoi occhi scuri.
Non se lo sarebbe mai aspettato, aveva sempre pensato al matrimonio come un tabù ed invece adesso non desiderava altro che potersi unire in matrimonio con quel ragazzo splendido che era il suo fidanzato.
«Voglio supporre che queste siano lacrime di gioia» disse lui cercando di scacciarle via dalle sue gote senza riuscirci.
«Ti pare che piango dalla tristezza perché tu mi hai appena chiesto di sposarti?» chiese lei con una nota di sarcasmo che fece sorridere Liam ancora di più.
«Ti amo e voglio poter passare il resto della mia vita con te al mio fianco come marito e moglie» sorrise «Perché tu -si interruppe, raccogliendo con le labbra le sue lacrime salate- sì, proprio tu, sei la cosa più bella e vera che sia mai stata mia» sussurrò, sfiorandole il naso con il suo e baciando poi quella bocca rossa come una bellissima rosa che aveva bramato come non mai in quelle poche occasioni che li avevano visti separati.



Era stata una delle emozioni più forti che avesse mai avuto il piacere di provare fino a quel momento e ormai dubitava del fatto che si potesse essere più felici di come lo era lui.
Fece un ultimo tiro dalla ormai consumata cicca e la spense nel posacenere in legno.
Tra poche ora avrebbe sposato la creatura più bella del mondo ed era sempre più convinto della sua decisione. L'amava.
L'amava a tal punto da impazzire.

 
*
 

«Cazzo, cazzo, cazzo!!»
In casa delle due ragazze quella mattina la sveglia era suonata decisamente troppo tardi, e c'era ancora decisamente troppo da fare ed il tempo a disposizione sarebbe stato decisamente poco.
«Rose, alza quel tuo cazzo di culone! Devi sposarti! L'hai forse dimenticato??» La ragazza dai capelli corti e decolorati sulle punte aveva iniziato a sbraitare come una scaricatrice di porto non appena si era resa conto che aveva rimandato la sveglia più volte, forse troppe. «Devi essere in chiesa fra tre fottutissime ore!» gridò questa volta ancora più forte fermandosi nel bel mezzo del corridoio per poter inspirare più aria possibile e sbraitare insulti.
Rose era in bagno ormai che già non ne poteva più. «Non urlarmi parolacce!» urlò lei in risposta, cercando di placare quel mal di testa con movimenti circolari alle tempie.
La sera prima lei e la sua fidatissima migliore amica ormai da anni, avevano avuto la brillante idea di dare il via ad un addio al nubilato dell'ultimo momento e così si erano ritrovate nel loro locale di fiducia, al centro di Londra, dove avevano buttato giù per l'esofago litri di alcol fino a stare male.
«Dov'è Lou? L'hai già chiamata? Sta venendo?» chiese una volta che fu fuori dal bagno, raggiungendo Riika che si stava già scolando la seconda tazza di caffè. «Non guardarmi con quella faccia ti prego, non riesco ancora a connettere bene il cervello» si lamentò, sedendosi all'isola della cucina. Lasciò cadere un aspirina nel bicchiere d'acqua e lo bevve avidamente.
«Un sbronza la sera prima del matrimonio. Dio, non posso ancora crederci...» disse l'altra. Si era stranamente calmata, o forse era solo il caffè.
«Non una parola con Liam o con Harry. Sai com'è, peggio di una pettegola mi dicevano» scoppiarono entrambe a ridere e nello stesso istante il campanello del loro appartamento, piccolo ma accogliente, suonò.
Louise fece il suo ingresso carica di valigette e borsoni. Ne aveva per tutti.
«Buongiorno tesori!» poggiò tutto il suo materiale in un angolo e corse ad abbracciare Rose. «Ed auguri alla nostra sposina!» le schioccò due baci sulle guance e non si persero in chiacchiere più di tanto.
Lou seguiva i ragazzi in tour e ovunque questi erano richiesti praticamente da prima ancora che si formassero come band. Era mamma e moglie ma comunque riusciva a lavorare perfettamente per loro. Ma quel giorno avrebbe dedicato se stessa a Rose, rendendola perfetta per quel giorno tanto speciale.
«Qui ho quasi terminato» annunciò improvvisamente la ragazza che stava in piedi di fronte a Rose ed armeggiava con ombretti e pennelli vari. Alla fine Louise aveva ricevuto carta bianca dalla ragazza che mai si era fidata così ciecamente di qualcuno in vita sua, dopo Riika e Liam.
La truccatrice aveva optato per una leggera sfumatura con toni naturali ed una semplice linea di eyeliner nero, proprio come piaceva a Ros.
«Perfetto. Adesso voltati che ti lego i capelli» la mora aveva obbedito e si era voltata nella direzione opposta, dando le spalle all'amica. Lou avrebbe raccolto quelle ciocche castane e dorate in modo morbido e poco sofisticato, adattandosi alla personalità della ragazza.
«Voi siete pronte?» Riika era sbucata dal bagno che ancora teneva in una mano lo scovolino del mascara ed un pennello nell'altra. Lei era sempre stata brava con i trucchi.
«La sposa sì. Io ci metto pochissimo per fare te e me» Louise aveva attaccato nella presa una piastra per lisciare i capelli dell'altra, che aveva preso il posto di Rose non appena questa glielo aveva ceduto.
«Il vestito! Riika, dov'è il mio vestito??»
«Nella mia camera imbecille!» Riika aveva scosso la testa, socchiudendo gli occhi e sorridendo. Louise a stento si tratteneva.
La loro amicizia era iniziata in modo strano, inusuale. Si erano conosciute attraverso i social e poi erano diventate inseparabili già dal primo momento. C'erano sempre state l'una per l'altra, anche attraverso lo schermo, in qualsiasi momento, mai una volta che una delle due si fosse rifiutata di aiutare l'altra.
Se non fosse stato per Riika, Rose era sicura che non ce l'avrebbe mai fatta, in tutti i sensi. Con il lavoro, con Liam ed i litigi, con il suo grande giorno. Era il suo bellissimo angelo custode.
«Perchè il mio vestito è nella tua camera?» ci fu una breve pausa che non durò poi così tanto. «E come diavolo si infila?» Le grida isteriche della ragazza risuonavano per tutto l'appartamento e, sicuramente, anche per l'intero condominio. E pensare che fossero solo le nove del mattino.
«Ma perchè non sai fare una ceppa senza di me?» In quel preciso istante Louise aveva terminato con i capelli della graphic designer che lavorava anche lei per i ragazzi, permettendole di correre in soccorso all'amica.
«Aiutami e sta' zitta!» E mentre Rose e Riika continuavano a litigare, discutendo su quale fosse l'alternativa più valida su come infilare il vestito, e Louise si era velocemente spogliata e ri-vestita con il suo abito per la cerimonia, il tempo scorreva velocemente, senza che loro se ne rendessero realmente conto.


 
*

Liam stava camminando su e giù per tutta la stanza, fermandosi di tanto in tanto davanti allo specchio. Era tesissimo come non lo era mai stato, le mani gli sudavano che era una cosa incredibile e stava iniziando a sentire caldo.
Si passò un dito all'altezza del colletto della camicia bianca, cercando di allentare la stretta, senza ottenere grande successo. Aprì la finestra che dava sul giardino dove aveva passato l'intera notte in bianco, viaggiando indietro nel tempo attraverso i ricordi e fumando sigarette.
Sentiva un chiasso assurdo provenire dal piano di sotto, ma non se ne curò poi tanto, pensando che fossero semplicemente i suoi amici e parenti che litigavano con il fotografo -suo amico- per chi avrebbe dovuto fare le foto per primo.
Improvvisamente la porta bianca si spalancò, rivelando la figura scura e minuta di Zayn.
Il moro aveva accidentalmente dimenticato le fedi nuziali a casa sua ed era dovuto tornare indietro per recuperarle. Aveva il fiatone quasi e la fronte leggermente imperlata di sudore.
«Le hai prese?» chiese Liam avvicinandosi velocemente.
«Le ho prese» rispose l'altro, con la gola che gli ardeva. Aveva fatto tutto in fretta e furia credendo di non riuscire ad arrivare in tempo, ma poi era riuscito a fare tutto in quindici minuti. «Ricordami di non propormi mai più come testimone per qualsiasi matrimonio» Zayn si accomodò sulla poltrona a fianco del letto, gettandosi a peso morto sulle imbottiture.
Liam rise e si passò una mano alla nuca, come suo solito. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma la verità era che non riusciva a spiccicare parola.
«Ehy, Payno» il moro si alzò, e si avvicinò all'amico, poggiandogli una mano sulla spalla. «Sei un fascio di nervi! Rilassati, -suggerì, come se Liam non ci avesse già provato- andrà tutto bene. Non stai mica andando alla ghigliottina» cercò di sdrammatizzare, riuscendo a strappare all'altro solo un altra risata nervosa.
Nemmeno lui era mai stato bravo con le parole e con l'esternare i sentimenti soprattutto, ma se per tranquillizzare uno dei suoi migliori amici sarebbe stato necessario iniziare a tirare fuori qualcosa dal profondo del suo cuore, allora l'avrebbe fatto.
«Dài, siediti» lo spinse verso il letto e Liam vi si sedette emettendo un sospiro «Lo sai che non sono mai stato un tipo da cose sentimentali e roba del genere, ma, andiamo Payno! Hai accanto a te una delle ragazze più belle che io abbia mai conosciuto -Liam gli rivolse un occhiata accusatoria ma al contempo divertita- e tra un paio d'ore lei sarà tua moglie perchè tu hai deciso che così doveva andare a finire» fece una pausa, guardando l'orologio «Non so proprio come ci si sente a dover portare sulle spalle il peso di un matrimonio, una famiglia, ma voi non avete nulla da temere brò. Siete fatti l'uno per l'altra, insieme formate la OTP di milioni di ragazzine -Liam sorrise, questa volta davvero più rilassato- Non c'è nulla per cui essere così nervoso» Gli accarezzò ancora una spalla, sicuro di avergli trasmesso almeno un po' di sicurezza e coraggio in più, anche se ormai il più grande era già passato.
«Gli altri coglioncelli ci aspettano di sotto, andiamo!» lo tirò per la cravatta, ricevendo qualche cazzotto, e finalmente, tutti insieme come era loro solito, si infilarono in macchina.

 
*


«Ros, sei pronta?» Riika entrò nella camera dell'amica, avvertendo un senso di malinconia e nostalgia iniziare a farsi spazio dentro di lei, bloccandosi all'altezza dello stomaco.
La sposa dell'anno se ne stava seduta all'estremità del suo letto piccolo passando più volte una mano sulla tenera trapunta a stampe floreali che la fece sorridere all'istante.
Erano sempre state così loro due, così diverse, gli opposti, eppure l'amore che le legava aveva saputo sempre essere più grande di tutto, perfino più potente della distanza.
«Ehy -la richiamò- dobbiamo andare» disse con voce dolce, avvicinandosi e sedendosi accanto a lei. Le prese una mano tra le sue, accarezzandone il dorso. «A cosa pensi?»
«Tutto questo mi mancherà» sospirò, alzando lo sguardo da quella cornice che aveva in grembo. La foto le ritraeva entrambe. Era stata scattata qualche anno prima, all'inizio di tutto quello che era la loro vita insieme.
«Liam sarà tuo marito da oggi in poi, questo è vero, ma tutto il resto non cambierà» disse.
«Mi mancherà anche questa camera, -si guardò attorno- di più la tua, dove praticamente passavo la maggior parte del tempo quando ritornavamo dai tour e quelle orribili coperte dai colori tetri.» La sua voce incominciava ad incrinarsi man mano che andava avanti ma il sorriso sul suo volto non accennava a muoversi da lì. I ricordi che quelle quattro mura raccoglievano erano così tanti e forti che faceva quasi male pensare di doverli lasciar andare.
Lo stereo sul comò mandava in riproduzione una canzone di Ed che avrebbe preso parte al ricevimento e Ros sperava tanto che avrebbe accettato di cantare qualche canzone per lei.
«Non piangere che sennò Lou ci uccide!» l'ammonì non appena una lacrime rotolò velocemente giù dalla sua guancia.
Entrambe risero di cuore e si abbracciarono per un istante che sembrò infinito.
«Ti voglio bene, poo».
«Te ne voglio anch'io, boo bear».
Il momento di andare era arrivato, niente e nessuno avrebbe impedito quel matrimonio. Liam la stava aspettando all'altare e un po' le dispiaceva farlo attendere tanto, ma un ultima cosa andava fatta.
«Devo dirti un ultima cosa, e poi possiamo andare» Riika sbuffò e si fermò con la mano che stringeva già la maniglia della porta e si voltò nuovamente verso Rose. Quest'ultima quasi non si staccava le unghie finte con i denti per il nervosismo misto alla felicità.
«Sono incinta» sorrise. Gli occhi lucidi ed una mano poggiata delicatamente sul ventre.


 
*


«Hai finito?» sbuffò esasperata la ragazza, alzandosi da quel divano. C'era stata seduta sopra per due ore, adesso iniziava a sentirsi il fondo schiena totalmente piatto, se poi ci si metteva anche Harry con le sue idiozie era tutta un altra storia. Continuava a parlare con la sua pancia lievitata enormemente negli ultimi mesi con una vocina stupida che le dava sui nervi. Si era rimbambito completamente, l'avevano perso ormai.
«Hai rotto i coglioni Hazza! Mi hai alitato sulla pancia per due ore!» si lamentò, dirigendosi vero il mini frigo per prendersi una lattina di Diet Coke. L'aprì e ne bevve una grossa sorsata.
Il medico le aveva sconsigliato praticamente tutto ciò che avrebbe potuto far male al suo bambino ma di tanto in tanto non riusciva proprio a frenare le sue voglie.
«Ma lui mi ascolta! -protestò- Questo è sicuro, scientificamente provato, cento su cento!» si difese, raggiungendola ed imitandola, prendendo però una bottiglina d'acqua minerale.
Rose gli fece il verso, e in quel preciso istante fecero il loro ingresso dalla porta del backstage i restanti membri della banda.
Quella sera avrebbero tenuto l'ultimo concerto del tour che aveva avuto la stessa durata della gravidanza di Ros. Lei l'aveva seguito comunque, nonostante le fosse stato severamente sconsigliato. Una donna incinta avrebbe dovuto starsene a casa e fare la brava moglie in attesa che il proprio marito sarebbe ritornato, ma non lei.
Erano partiti insieme, loro due, come sempre, dopo il primo mese di matrimonio. C'erano stati alti e bassi, così come avevano previsto, e tanti sacchetti per il vomito riempiti dalla stessa Ros, ma non si erano mai lamentati.
L'importante era essere sempre insieme, loro tre.
«Ciao piccola» Liam si avvicinò a lei non appena l'ebbe inquadrata nella sua visuale. Erano andati tutti a controllare che il palco fosse a posto per il concerto che avrebbero tenuto tra poche ore e Ros era rimasta nei camerini, sotto l'attenta sorveglianza di Harry. O forse era stato il contrario?
«Hey» ricambiò il saluto lei, lasciandosi stringere dalle braccia del suo uomo. Gli sfiorò la punta del naso con il suo, prima di poggiargli la testa sul petto tonico. Inspirò il suo profumo e per un attimo le parve di essere a casa, nella loro umile dimora appena poco distante dal centro della grande Londra. Una deliziosa villetta a due piani -di cui non conosceva ancora il prezzo d'acquisto-, che lei e Liam avevano arredato nel modo più semplice possibile. Era casa loro e l'adoravano.
«A cosa pensi?» chiese lui ad un tratto, come se potesse capire tutto ciò che avveniva all'interno del suo corpo e saperlo leggere dall'esterno.
«Alla nostra casa» ammise, senza perdere la concentrazione.
«Ti manca tanto?»
Ros scosse la testa. Alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Liam, caldo, confortevole, pieno di amore.
«Non mi mancherà nulla fino a quando tu sarai con me, -sorrise teneramente- con noi» si corresse, accarezzandosi la pancia. Avrebbe partorito tra un mese, in una clinica a Londra. L'ultimo volo che l'avrebbe nuovamente portata oltreoceano l'attendeva a breve.
Il ragazzo sorrise, alzando poi una mano all'altezza del suo viso, carezzandone la superficie morbida con il dorso delle sue dita. Scese verso la mandibola e poi si soffermò sui lobi che ospitavano gli orecchini di brillanti a forma di stella che lui le aveva regalato per natale. Le stavano d'incanto, e non perchè fosse sua moglie, ma per il semplice motivo che lei era davvero la donna più bella che avesse mai avuto il piacere di conoscere, così come gli aveva suggerito Zayn la mattina del matrimonio.
«Ti amo tantissimo» sussurrò, per non farsi sentire da nessuno che non fosse lei. «E ti prometto che torneremo presto a casa nostra, e tu potrai finalmente mettere al mondo nostro figlio, che -alzò un dito come per puntualizzare- sarà il bambino più bello dell'intero universo».
«E questo solo perché è tuo figlio, Liam» disse continuando un po' il discorso del ragazzo. Si alzò sulle punte per lasciargli un fugace bacio sulle labbra dischiuse e poi si incamminò nella direzione opposta, dove una chitarra era stata abbandonata contro la parete grigia del muro.
Il ragazzo sorrise, avendo già capito cose avesse intenzione di fare.
«Siete pronti?» chiese lei, accomodandosi sul divano e posizionando la chitarra sulla sua gamba fasciata dal tessuto morbido del leggings. «E che sia l'ultima volta, almeno per il prossimo anno» tutti gli altri ridacchiarono e lei cominciò a strimpellare le corde con le sue dita affusolate.
Niall le aveva insegnato a suonare la chitarra non appena era entrata a far parte del gruppo, e non era stata per niente una cosa facile riuscire a coordinarle entrambe le mani con il suo cervello e successivamente con la voce. Era intonata, e la sua voce piaceva a tutti.
«Sei magnifica» disse Liam, mimandole poi un bacio, dopo di ché una melodia iniziò a diffondersi per tutta la stanza, unita al battere delle mani dei ragazzi e alle loro voci che facevano da sottofondo.
Cantare prima di ogni concerto era diventato ormai un rito, una specie di portafortuna per i ragazzi.
Ricordava ancora quanto fosse furioso Liam quella sera in cui si era rotto il braccio nel bel mezzo di un concerto. Si ostinava a dire che fosse successo per colpa sua e perchè non aveva voluto cantare per loro. Da allora lo aveva fatto praticamente sempre.
Concluse, dando un ultimo colpo alla chitarra, e tutti l'accompagnarono con un applauso. Si divertivano così tanto insieme che quasi le dispiaceva dover tornare a casa. Ma era la consapevolezza che sarebbero ritornati presto in ogni singolo posto a rincuorarla.
Posò lo strumento ai suoi piedi, facendo attenzione che nessuno lo schiacciasse, maldestri com'erano, ed alzò gli occhi a Liam sorridendo.



 
“... prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita."













 
-
writer's corner.
Okay, dopo essere stata assente su questo tipo da non so quando, mi sono decisa a postare questa tenera OS che avevo scritto tempo fa.
Allora, ci terrei a precisare due cose. L'ho scritta per la mia bellissima migliore amica, gliela dedico tutta, perchè lei è davvero qualcosa di speciale e raro. Spero davvero che una parte di questa storiella si possa avverare un giorno perchè so che è il sogno di una vita di entrambe. Ovviamente ho dei dubbi sulla parte in cui Liam Payne si innamora di me e che mi chiede di sposarlo e che io rimango incinta di lui. lol 
Ma più o meno questa è una delle mie maggiori fantasie, alimentata anche dalla pazza che è Lilac che non perde un solo secondo a ricordarmi quanto io e Liam Payne siamo bellissimi insieme (la sua OTP) e che lui mi ama già nel profondo del suo cuore. Ceeerto uwu 
Quindi sappiate solo che è una follia hahaha ma l'ho scritta davvero con piacere (:
Spero vi sia piaciuta e.... ci rivedremo molto presto poichè a breve inizierò a postare la mia nuova fanfiction.
Love y'all.

Iriis. 

 
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