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Autore: maavors    11/11/2014    3 recensioni
E se le cose fossero andate in modo diverso? *FINALE ALTERNATIVO tra Rosy e Domenico*
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Domenico Calcaterra, Rosalia/Rosy Abate
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"I know we didn't work out the first time.
and I know it doesn't make any sense.
But I can't shake the feeling that we belong together"

(How I met your mother)
"Lo so che non ha funzionato la prima volta
e lo so che non ha alcun senso.
Ma non posso togliermi di dosso la sensazione che noi ci apperteniamo"

(E alla fine arriva mamma)
 
Il dolore era insopportabile, le gocce di De Silva stavano cominciando a non fare più effetto. Sentiva, nel profondo, che la sua ora stava arrivando. Era pronto ad andar via, era pronto ad abbracciare sua moglie, Claudia, la bambina che aveva in grembo... Leonardo. Rosy, chissà cosa avrebbe fatto senza di lui, avrebbe continuato la sua vita, ovviamente. Si ritrovò, in quelli che lui pensava fossero i suoi ultimi momenti in questo mondo, a pensare alla donna che amava. Sì, perché infondo, lui l'amava. L'aveva sempre amata, sin dal primo momento, alla festa di beneficenza. C'era stato qualcosa in lei, qualcosa di diverso dagli altri, perfino da Claudia.  
Si ritrovò a pensare alle sue mani, che avevano tirato botte per tutta la vita, ma che erano state sempre gentili verso di lui. E si ritrovò a pensare ai suoi occhi: marroni, scuri, come i suoi capelli. Dio com'era bella. 
Quando stai per morire, dicono, vedi tutti i momenti più belli della tua vita, e lui stava pensando a lei.  
Il dolore iniziò ad affievolire, e si ricordò di come aveva fissato la sua faccia, mentre con ago e filo ricuciva la sua pelle, e di come non aveva provato dolore.  
La vibrazione del telefono lo tirò fuori da quei pensieri, e il dolore tornò a farsi vivo.  
Portò l'apparecchio vicino l'orecchio "Rosy" la voce disse "sta prendendo i voti." In quel momento il dolore si spostò. Non sentiva più l'addome tirare, era più in  alto. Era come se il cuore si stesse spaccando. Automaticamente portò i piedi fuori dal letto e iniziò a camminare. "Un altro passo" si diceva "un altro passo e sei da lei". Il dolore era insopportabile, stava cadendo a pezzi. Un altro passo, arrivò fino alla macchina. Guidò fino alla chiesa. Il cuore ormai era arrivato in gola. Un altro passo, scese dalla macchina. Un altro passo e tocchi i suoi capelli. Un altro passo e senti il suo odore. Un altro passo e vedi i suoi occhi. Un altro passo, aprì il portone.  
Tre donne erano davanti l'altare, il parroco parlava con quella al centro.  
"No" disse debolmente, non l'avevano sentito. "Fermi" ripeté, e questa volta la donna al centro si girò. "Domenico" furono le ultime parole che sentì, poi un vortice nero lo avvolse e lo portò giù.  
 
Quando si svegliò si trovava in una camera bianca e azzurra. La luce penetrava insistente dalle finestre, sbatté gli occhi un paio di volte per farli abituare al bagliore.  
Nella sedia accanto al letto c'era lei. Indossava un paio di jeans e una felpa, la tonaca bianca appoggiata alla spalliera del letto, dormiva.  
Si mise di fianco, per ammirarla meglio. Il petto si abbassava e si rialzava regolarmente; la fissò così intensamente che i loro respiri si coordinarono.  
Si riaddormentò, ce l'aveva fatta.  
 
Un dito stava percorrendo il profilo della sua guancia, aprì gli occhi già sapendo a chi appartenesse. Aveva un sorriso stampato sulla labbra ancor prima di vederla in faccia. "Ciao sbirro" disse lei con il suo solito tono, la voca rotta dall'emozione. "Sei qui" rispose bloccando la sua mano e baciando le sue dita.  
"Non sarei stata credibile come suora. Suor Rosalia, e chi ci crederebbe?"  
"Non io" disse Domenico sorridendo.  
Ci fu un momento impercettibile di silenzioso imbarazzo e fu lei a romperlo "Hai fatto una bell'entrata plateale, eh?"  
Domenico rise "Non potevo permetterlo"  
disse, facendosi incredibilmente serio. "Perché? Sarebbe stato più facile per te"  
"Hai ragione, ma non sarebbe stato lo stesso senza di te" Domenico abbassò gli occhi. Stava per dirlo. Lo sentiva.  
"Ma perché? Perché io? Sono una criminale. Ho ucci..." "Perché ti amo" Domenico la bloccò. Sapeva chi era, cosa aveva fatto. Lo sapeva, le aveva dato la caccia per anni. Lo sapeva ma non gli importava. Lui l'amava, questo era quello che contava. "Sei proprio uno sbirro" rispose lei ridendo. "Mi aspettavo un'altra risposta" disse Domenico. "Lo sai quello che provo per te Domenico. O non sarei stata qui, quindi stai zitto e baciami" rispose tutto d'un fiato avvicinandosi al letto.  
Quando le loro labbra si toccarono non fu come la prima volta. La prima volta non furono loro a parlare, fu la passione, la rabbia. Ora erano i loro cuori. Le loro anime.  
"E ora?" disse lei dopo un po'. "Ora ce ne andiamo" rispose lui con un sorriso che mostrava i denti bianchissimi, continuò "prendiamo il primo volo. Lontani da qui. Ricominciamo." Aveva gli occhi sognanti e distanti. "Sì, ma prima rimettiti in sesto sbirro" rise. 



 
Innanzitutto volevo scusarmi per eventuali errori ma ho scritto veramente di getto e non ho nemmeno riletto bene, la delusione è troppo grande. Hanno veramente fatto La Cavolata, lo so che la Michelini voleva lasciare la serie ma così no. No, non ci sto. Dire che è stato OOC è poco. Vabbè comunque, le cose sono state fatte e non serve a niente piangere sul latte versato. Come avrete notato questa è la mia versione del finale, che è MOLTO meglio del finale stesso ahahahaha! L’ho pensata come una one shot ma se a voi piacesse (cosa che non succederà mai) potrei continuare magari qualche altro capitolo(?). Fatemi sapere, un bacio.
 
  
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