-Capitolo
5-
Come corpo
morto cadde sul letto della propria stanza mentre tra le mani stringeva
saldamente il suo cuscino.
Gli occhi celesti chiusi ripercorrevano gli eventi di quella battaglia.
Quei demoni, come li aveva definiti
Argenta, non avevano una struttura definita come gli altri che aveva conosciuto
nel corso delle lunghe battaglie per proteggere la Terra.
Nei loro corpi nebulosi si potevano intravedere dei frammenti di carne, pelle
umana, forse, attraversare quel manto di oscurità.
Argenta guidava l’attacco.
Rispetto a qualche giorno prima, quando l’aveva vista usare quel suo misterioso
potere, in questa occasione si limitava a colpire i demoni con il suo bastone.
Il suo corpo sembrava muoversi come il vento, agile e silenziosa, scuotendo
l’oscurità che stava circondando il tempio.
Lei guardava, incapace di fare qualunque cosa.
Le mani
spingevano il cuscino verso l’interno per premerlo con maggiore forza contro il
proprio viso.
« Usagi … »
La voce di Luna giungeva con una nota vivida di preoccupazione, la stessa che
si poteva scorgere nei suoi occhi felini, incapace di dare un valido aiuto alla
sua più cara amica e principessa in un momento così delicato.
Si limitava a guardare, seduta sul bordo della finestra fino a quando,
interrompendo quel silenzio pesante, non giunse il bussare alla sua porta.
« Odango … »
Seiya.
« Vattene! »
La sua voce giungeva soffocata dal cuscino che premeva contro il suo viso.
Riusciva quasi ad immaginare l’espressione affranta di Seiya in quel momento,
la nuca poggiata contro la porta e l’anima in frantumi.
Perché?
Perché riusciva ad immaginare quella scena così bene?
Alcuni demoni si erano staccati dal
gruppo principale e si dirigevano nella sua direzione.
Mamoru aveva estratto la spada dal fodero da qualche minuto ormai, respingendo
alcune di quelle creature che avanzavano verso di loro, ma il lato dal quale
combatteva era occupato e non poteva trattenere anche quella seconda “ondata”.
Non sopportava di essere così impotente soprattutto quando avrebbe potuto fare
qualcosa, combattere al fianco del suo compagno e proteggere il tempio della
sua amica.
Fu Seiya ad arrivare.
Il suo attacco veloce, luminoso e distruttivo, aveva spazzato via anche quei
demoni che cercavano di avvicinarla.
Era provata, almeno quanto le altre guerriere, ma trovò la forza di sorriderle
mentre si girava per andare ad aiutare Mamoru.
« Andrà tutto bene … »
Queste furono le parole che le sussurrò prima di riprendere a combattere al
fianco di tutti gli altri.
Passarono i minuti e Seiya non udì
nessun’altra riposta.
La fronte era poggiata contro la porta come la mano che aveva bussato, ma
nessuno, nemmeno la voce di Luna, la gatta di Usagi, arrivarono da oltre quello
stipite per smuovere quel silenzio che la opprimeva come un pesante mantello.
« Si è chiusa dentro? »
Il viso e lo sguardo di Seiya scattarono in direzione di Argenta, poggiata con
la schiena alla fine del corto corridoio del piano, il bastone, legato da una
sottile corda, pendeva dal suo braccio a diversi centimetri da terra; teneva le
braccia conserte.
Il suo tono ironico e non curante risultava essere difficile da sopportare,
specialmente per Seiya in quel momento.
« … Sta zitta. »
La sua voce uscì bassa e sibilante, sentiva il proprio corpo pervaso da una
strana carica di energia tant’è che lo sentiva tremare; partiva dai polsi per
poi salire fino alla mente.
Si staccò dalla porta e andò incontro alla donna che sembrava non curarsi delle
sue reazioni, rimaneva calma, poggiata contro la parete, gli occhi celesti
fissi avanti e senza esitazioni.
« Perché non mi hai detto cosa avevi in mente, Argenta?! »
« Non fraintendermi … » la calma di lei era il contrasto con la rabbia della
giovane Sailor Starlight. « Mi fido ancora di te, Seiya, ma sapevo che non
avresti approvato. Anche se sapendo la verità dovresti comprendere le mie
ragioni … »
Per un momento esitò, indietreggiando di un passo e mordendosi il labbro
inferiore.
Un sorriso, seppure non di felicità ma di gratitudine, allungò gli angoli delle
sue labbra mentre spostava il proprio peso in avanti per sollevare la schiena
dalla parete.
« Le parlerò io.
Non dimenticare mai Seiya: è tutto parte di un progetto più grande. »
La cosa peggiore in tutta quella faccenda era proprio sentirsi impotente,
incapace di fare qualsiasi cosa di concreto per la persona che amava, ma le
parole che Argenta aveva pronunciato al loro incontro risuonavano nella sua
mente ed erano la sua unica consolazione e certezza per gli avvenimenti futuri.
Argenta si era avvicinata alla porta e senza bussare, senza aspettare una
qualsivoglia forma di consenso da parte di Usagi entrò nella stanza e colpendo
delicatamente la porta con il dorso delle dita e guardandola dallo stipite.
Luna fu la prima a reagire alla presenza nella camera della ragazza, un balzo e
scese a piedi del letto pronta ad attaccare, graffiare per lo più, la
malaugurata che avesse osato avvicinarsi alla sua protetta.
« Argenta … ! » aveva solo pronunciato il suo nome ma la tensione, la rabbia e
non celata anche un poco di paura. Sì, Luna non conosceva il vero potenziale di
quella donna misteriosa e quel poco che aveva visto, osservandola combattere
contro i demoni che li avevano circondati, non era rassicurante.
Gli occhi celesti della donna sembrava schernissero il tentativo di Luna di
difendere Usagi, in realtà, sarcasmo a parte, era colpita dalla fedeltà di
quest’ultima verso la propria padrona.
« Dunque … intendi stare sdraiata su quel letto a piangerti addosso ancora per
molto? »
Le parole di Argenta colpirono il bersaglio senza nessuna difficoltà.
Quando Usagi alzò il viso le rivolse un occhiata severa, uno sguardo raro che
raramente riservava a qualcuno, e fu allora che la vide mentre si accomodava
sul letto accanto a lei. Il materasso si abbassò solo un istante mentre la mano
della donna andava a poggiarsi con il palmo sulla guancia di Usagi.
« Non è questo lo sguardo che una futura regina dovrebbe avere. »
« Argenta … ! »
« Sei arrabbiata? Vorresti colpirmi per quello che ti ho fatto? » mentre
parlava si sporgeva in avanti con il viso, sorridendo beffarda dell’espressione
contrita di Usagi.
Luna, dal canto suo, era indecisa se aggredire Argenta oppure intimarle ancora
di stare lontana.
Se avesse attaccato e lei reagito? Non sapeva ancora quale potere portava con
se, ma solo guardarla combattere nel tempio le aveva trasmesso un brivido; se
avesse fatto sul serio, pensò, il mondo avrebbe rischiato la distruzione.
« Lasciala stare, Argenta! »
« Mi meraviglio di te, Luna, per essere stata inviata sulla Terra per assistere
la futura regina non hai svolto un lavoro poi così decente. »
« Ora basta! »
Finalmente Usagi parlò.
Il suo corpo era attraversato da una sottile corrente elettrica tanto da farla
tremare un poco. Nei suoi occhi cristallini si poteva leggere un profondo
rammarico, o forse era solamente tristezza mista a delusione, prima di
aggiungere qualcosa si morse le labbra come a cercare le parole giuste da dire
anche se era difficile.
« Non ti capisco … »
Luna e Argenta si erano placate alla voce velata di tristezza di Usagi.
« So che posso fidarmi di te, lo sento, ma … perché? Perché mi hai lasciato
guardare mentre le altre si battevano per difendermi? »
Dopo la battaglia con Galaxia si era ripromessa una cosa: nessuno dei suoi
amici sarebbe più morto per cercare di proteggerla. Nessuno.
Non voleva essere una principessa tragica, come in passato, voleva essere
artefice del suo destino e combattere per proteggere le persone che amava.
Argenta le rivolse una lunga e seria occhiata prima di riprendere a parlare,
rispondendo così alla sua domanda senza nessuna esitazione.
« Usagi … Una regina non protegge solamente il suo popolo e le persone a cui
tiene.
Hai ancora molte cose da imparare e una di queste è il distacco: a volte devi
rinunciare a qualcosa per poterne salvare un’altra. »
« Cosa … ? »
« Il tuo desiderio di proteggere le persone che ami è una buona qualità, ma per
diventare una regina non basta e le scelte che farai non potranno essere
dirette solo per coloro a cui tieni … dovranno essere per l’intero pianeta! »
La voce di Argenta era strana e per
un momento Usagi sembrò persa, vacillante nella sua determinazione, catturata
da quegli occhi azzurri come il mare dopo la tempesta si sentì trascinare di
nuovo alla battaglia di qualche ora prima
La battaglia era terminata. I demoni erano stati sconfitti.
Le guerriere Sailor erano provate dallo scontro e ognuna di loro sembrava
sul punto di cadere a terra; anche le guerriere del sistema solare esterno
sembravano completamente esaurite dalla battaglia.
L’unica con ancora la forza di stare in piedi era Argenta, sostenuta da Seiya,
poggiata contro le colonne torii che segnavano l’ingresso al tempio.
Usagi guardava tutti sentendosi impotente, accanto a lei Mamoru la
sosteneva e le trasmetteva un profondo senso di tranquillità. Poggiando la mano
su quella di lui i suoi occhi indugiarono su Seiya, accanto ad Argenta, e sul
suo profilo illuminato dalla luce cremisi del sole al tramonto. La stretta
sulla mano del fidanzato si fece più intensa, tanto che lui la ricambiò
intrecciando le dita con quelle di lei e guardandola con un profondo affetto
che non veniva celato dai suoi occhi celesti.
« Ascoltatemi … »
La voce di Argenta irruppe nel silenzio dopo la battaglia catturando la
completa attenzione delle guerriere.
« Questa battaglia sarà diversa da tutte quelle che avete affrontato
finora. » Nel parlare si era spostata dalle colonne e da Seiya, lei si limitava
a guardarla con rispetto e in religioso silenzio come tutti gli altri. « Non
posso chiedere a nessuna di voi di farsi avanti, senza preoccupazioni e
combattere. Se qualcuna di voi si volesse tirare indietro, allora … » Argenta
prese un profondo respiro e continuò a parlare « … Allora potrete tornare alla
vostra vita di tutti i giorni. Una vita normale, senza più battaglie. E’ una
vostra la scelta, da essa dipenderà il vostro futuro. »
Se ripensava a quelle parole riusciva
ancora a ricordare la confusione, il dubbio e la sorpresa sul volto di tutti i
presenti. L’unica che non sembrava scossa da quelle parole era Seiya, perché
lei conosceva la vera ragione per la quale Argenta era lì, pensò Usagi, per
quel motivo non voleva parlarle in quel particolare momento.
« Argenta … tu chi sei veramente? »
Quella domanda nacque spontanea sulle labbra di Usagi, ipnotizzata dalla stessa
Argenta in un modo che lei non capiva. Luna, dal canto suo, era rimasta senza
parole e incapace di fermare il fiume di “assurdità” che la donna stava
propinando alla sua protetta.
Intanto, Argenta si accomodò sul
letto e carezzò con gentilezza la guancia della giovane donna sorridendole in
modo dolce e affettuoso. Era quasi un paradosso, considerando come ella si
rapportava solitamente.
« Sono solamente una sacerdotessa che serve da molti anni la famiglia reale. »
Non ebbe il tempo di fare nulla.
Argenta posò le labbra sulle sue sfiorandole con la delicatezza che si poteva
avere davanti a qualcosa di fragile. Usagi rimase completamente paralizzata,
gli occhi celesti completamente spalancati e l’animo in subbuglio.
« Argenta! »
La voce di Seiya irruppe nella stanza
senza celare la rabbia per quello che era accaduto costringendo Argenta a
ritrarsi, accennando una risata e mormorando poche parole che Usagi riuscì a
stento a capire.
Sulle guance era appena velata di rosso per l’imbarazzo creato dalla situazione
che sembrava non toccare minimamente Argenta, perfettamente tranquilla e
padrona della situazione; persino Luna era rimasta impietrita davanti a quel
bacio.
« Non c’era bisogno di arrivare a
tanto! »
« Rilassati, non l’ho mica morsa. »
Tenendo sempre in mano lo stilo che nascondeva il suo bastone superò con una
strana giravolta Seiya, sorridendo sorniona e poggiando una mano sullo stipite
della porta.
« Io vado a divertirmi, non aspettatemi in piedi! »
E uscì, portandosi dietro la scia di una tempesta.
Seiya aveva ancora le mani serrate in
un pugno mentre guardava con rabbia il punto della porta in cui si era appoggia
Argenta, si morse le labbra cercando di trattenere tutte le parole che in
realtà voleva dire e posò lo sguardo su Usagi, ancora sconcertata da quel bacio
(sebbene non fosse il primo con qualcuno dello stesso suo sesso) e Luna che
cercava di farla tornare in se.
Guardandola le tornarono in mente le
parole che la donna disse dopo la battaglia di quel pomeriggio, ma soprattutto
quello che le aveva detto prima di partire per la Terra.
« Se sei davvero innamorata della principessa Serenity allora ti darò
l’occasione che non hai avuto in passato di farla tua, per sempre. In cambio,
Seiya, tu che sei l’unica a conoscenza della mia vera identità e della mia
missione ti chiedo di non farne parola con nessuno. Abbiamo un accordo? »
Era spregevole quel suo modo di
pensare? Quel suo desiderare la “sua” Odango nonostante fosse chiaramente
innamorata di Mamoru?
La vera ragione per la quale era
tornata, però, era solo quello di rivederla e mai l’avrebbe fatta soffrire.
No, non avrebbe mai fatto nulla che
le causasse dolore. Mai.
******
In quel momento, Argenta si trovava
sul tetto della casa di Usagi e osservava pensierosa il cielo farsi più scuro e
coprirsi di stelle. La luna splendeva sempre nel cielo e alla notte tornava a
mostrarsi agli occhi degli esseri umani, guidandoli nelle tenebre e vegliando
sui loro spiriti.
Appoggiato nello spazio tra il petto
e la spalla c’era il suo bastone, il suo scettro personale ora completamente
rivelato.
« E’ quasi ora … » mormorò a voce bassa mentre il primo vento della sera
muoveva le ciocche argentee dei suoi capelli.
Si alzò dal tetto e con un balzo
atterrò sulla strada poco distante dall’abitazione, indosso la sua divisa da
guerriera Sailor e un ghigno ironico che allungava gli angoli delle labbra
mentre reggeva nella mano destra il suo bastone.
« … Che i giochi abbiano inizio! »
Salute popolo di Efp,
sono riemersa dalle tombe più oscure.
No, scherzi a parte, ho solo trovato un momento per finire quello che avevo
cominciato tempo fa.
Non so davvero come ringraziarvi per tutti i
commenti e il supporto che state dando a questa storia, ma sono felice di
sapere che sta suscitando il vostro interesse.
Rispondendo ad alcune domande, in
particolare le mille e più di Shelly2010, purtroppo se ti spiegassi tutto
quanto ti farei uno spoiler enorme e non sarebbe corretto ma posso spiegarti
perché ho deciso di lasciare Seiya come donna.
Nell’anime, in realtà, il fatto che siano
uomini che si trasformano in donne è stata una specie di forzatura voluta dai
produttori e Naoko
Takeuchi, la sensei che ha
disegnato il manga, non fu soddisfatta di questo cambiamento. Quindi,
sebbene io usi la Seiya versione manga
mi rifaccio anche alla versione anime. Una via di mezzo, ecco. La ragione per
la quale è con lei ho cercato di esporla in questo capitolo e spero di avervi
dato altre idee.
Tranquilli, la storia non l’abbandono:
fatemi laureare e cercherò di aggiornare quanto più di frequente possibile.
Promesso.
Non vi posso garantire che non si “soffrirà”
un poco ma è il bello delle storie, giusto?
AH! Dal prossimo capitolo faremo le cose in modo diverso. Argenta incontrerà
una ad una le guerriere Sailor, quindi nel prossimo capitolo ci saranno solo
Ami e Argenta. Vi lascio questa immagine fatta con un dollmaker
online di Argenta versione guerriera Sailor. Il bastone è fatto male, ma
purtroppo non c’erano molti materiali di scelta, chiedo venia.
Bastone di Argenta: bianco, base rotonda e
con i cima una luna piena d’argento con in mezzo la mezzaluna dorata, simbolo
della famiglia reale.
Link: http://lucisettembre.tumblr.com/post/102371024357