Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Clementine Kruczynski    11/11/2014    0 recensioni
Jack si sveglia nel giardino della casa dove è cresciuto. Ha solo vaghi ricordi di ciò che gli è capitato in passato, ricordi sfuocati, echi di una vita lontana.
Intorno a lui tutto è immobile, non c'è traccia di anima viva.
Che gli è successo? Perché è lì? Dove sono tutti?
Nella sua mente le immagini si susseguono l'una all'altra, alla velocità della luce, come lampi senza senso.
Perché essere in quel posto non ha senso.
O invece sì?
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo essersi ripreso dall'aver udito quella strana voce nella sua testa, Jack si decise a esplorare la sua vecchia casa.

In mente aveva solo ricordi confusi, ma che quella era stata casa sua se lo ricordava perfettamente. Se chiudeva gli occhi poteva vedere con estrema precisione ogni stanza, ogni oggetto di quella casa. Ricordava tutto.

Sì avvicinò alla porta-finestra che dava sul giardino e si accorse che era socchiusa. Vi entrò dentro arrivando nell'ampio salone: era sempre stato la sua stanza preferita per via della luminosità, dei bellissimi quadri che raffiguravano grandi spazi aperti, campi di fiori, ma soprattutto per via del gigantesco pianoforte a coda che si trovava accanto alle scale, di un legno nero come la notte.

Jack suonava da sempre. Anche questo era uno di quei pochi e offuscati ricordi che aveva, sapeva che amava suonare e che era così da sempre.

Così come sapeva di essere anche piuttosto bravo.

Si sedette al pianoforte, sul piccolo sgabello scuro col cuscino color oro. Solo all'ora notò lo spartito. Se ne stava lì a fissarlo, immobile, un foglio perfettamente stirato, bianco con note le nere.

Jack lo fissò per qualche istante e poi si decise che doveva suonare. Non che lo volesse particolarmente, ma qualcosa dentro di lui gli dissi che doveva assolutamente iniziare a suonare quella melodia.

Così iniziò, dapprima incerto, titubante, come se avesse paura di sbagliare, poi sempre più veloce e deciso.

Arrivò a metà della melodia, e capì. O meglio, si ricordò.

Amava quella musica, era la sua preferita. Come poteva non averla riconosciuta prima?

La suonava ogni volta che poteva, faceva impazzire tutta la famiglia a furia di suonarla di continuo. Solo a Natale gli veniva chiesto di farlo, quando tutti i parenti si riunivano a casa loro, per dar sfoggio della sua bravura, per metterlo in mostra come un trofeo.

"Mia madre", pensò Jack.

"Il suo nome è Marie. No, era Marie".

Si alzò di scatto dallo sgabello, infastidito, come se un insetto gli avesse punzecchiato la mente e continuasse a ronzargli nelle orecchie in modo incessante.

"Cosa mi è successo? Cosa ci faccio qui?".

Aveva troppe domande per la testa, non riusciva a ricordare come fosse arrivato nel giardino di quella casa, ricordava i suoi genitori, qualcosa sulla sua vita da insegnante, che gli piacesse leggere e suonare il pianoforte, ma non molto altro.

"Forse ho sbattuto la testa e sto avendo un'amnesia, capita di frequente. Ma questo non spiega il perché io mi trovi qui".

All'improvviso si sentì un forte rumore di vetri infranti provenire dalla cucina, la stanza accanto al salone.

Jack si precipitò sul posto e vide, accanto al lavandino, un grosso sasso bianco, liscio, dalle striature argentate.

Sopra vi erano delle parole, probabilmente incise grazie a un altro sasso.

La calligrafia era esile, minuta. Le parole erano state scritte di fretta, si capivano appena.

Jack le lesse.

"Vieni alla libreria", c'era scritto.

E così decise di andare.

Questo perché sapeva esattamente di quale libreria si trattasse, come sapeva esattamente chi avesse scritto quelle parole.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Clementine Kruczynski