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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    11/11/2014    1 recensioni
[SpinellaxArty][Post TLG]
Artemis è tornato.
Ora deve riappropriarsi della sua vita, la sua famiglia umana lo sta aspettando...
Ma sarà in grado di riprendersi del tutto?
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Domovoi Leale, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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RIPORTANDO TUTTO A CASA

CAPITOLO 2

E' TEMPO PER LA FAMIGLIA

Era mattina, la luce del Sole entrava dalla finestra della stanza di Artemis ma per il giovane genio era ancora buio: la sua mente era immersa in una placida oscurità, un sonno privo di sogni e riposante per la prima volta dopo molto tempo.

Niente corse contro il tempo per salvare il mondo, niente morti davanti ai suoi occhi, niente di niente.

Solo pace e solitudine.

E la sensazione di stare galleggiando su di una nuvola mentre tutto attorno il tempo continua a scorrere senza fretta.

Artemis non voleva svegliarsi, non ancora almeno: quel tepore era piacevole e non si sentiva ancora pronto per tornare nella vita reale.

Con un lento cigolio, la porta si aprì quel tanto che bastava per far entrare due piccoli esserini zompettanti, coi piedini avvolti in un paio di vecchi ma caldi calzini; il basso bisbiglio dei due non sarebbe stato sufficiente per svegliare il ragazzo più grande ma loro volevano solo sincerarsi di una cosa.

Sicuro che il fratellone Artemis stia bene?” borbottò Beckett, sporgendosi al di là della spalla del gemello; Myles restò in silenzio, praticamente immobile, per alcuni secondi poi annuì: “Papà dice di sì.”.

E la signora fatina?” continuò Beckett preoccupato.

Il fratello scosse la testa, della fatina non avevano più avuto notizie da qualche ora, neppure Leale – che montava la guardia fuori dalla stanza senza sosta – l'aveva vista.

Mentre Myles era perso nei propri pensieri, però, Beckett non sembrava intenzionato a stare fermo e, rapido e silenzioso, il piccolo si arrampicò sul letto del fratello maggiore, sfruttando le lenzuola e le coperte come liane.

Quando Myles se ne accorse, era però troppo tardi: appollaiato sul petto di Artemis, il bimbo lo fissava nella penombra con un'aria frustrata: “Artemis sempliciotto!” bisbigliò dalla sua posizione, “Artemis sempliciotto!” ripeté, accompagnando il tutto ad un colpetto sulla fronte.

Beckett, scendi da lì!” esclamò l'altro, cercando di imitarlo per raggiungerlo e tirarlo giù da lì: “Lascialo stare, dorme!” aggiunse.

Ma Beckett non si scompose e continuò a chiamare Artemis, con le lacrime che minacciavano di scendere ad ogni lettera appena mormorata: “Non vuoi vedere i fiori della mamma?” lo sentì sussurrare Myles.

Con un sospiro, il più giudizioso dei due bimbi imitò il fratellino e si arrampicò a propria volta, restando in ginocchio nel fazzoletto di spazio lasciato libero dal corpo mingherlino del primogenito dei Fowl; spiando il volto del maggiore con un'aria addolorata, lo punzecchiò col dito sul braccio: “Artemis.” lo chiamò, “Ci manchi, fratellone.” disse con un filo di voce.

Da sopra le loro teste, a Spinella sfuggì un singhiozzo.

Era rimasta tutto il tempo appollaiata tra le travi di legno del soffitto, intenta a vegliare il suo Fangosetto preferito, ma non era pronta ad una simile tempesta emotiva da parte di quei due scriccioli, copie in miniatura del suo caro amico.

Avrebbe voluto scendere e rassicurarli ma neppure lei sapeva bene cosa avrebbe potuto dire loro: era certa, però, che l'unica persona in grado di rassicurarli sarebbe stato lo stesso Artemis, una volta svegliatosi.

Sì, ma quando?

Era già da una giornata intera che dormiva, così profondamente che neppure gli scanner cerebrali di Polledro erano in grado di rilevare qualcosa e cominciava a preoccuparsi alquanto: che fosse...

Spinella, a quel pensiero oscuro, scosse vigorosamente la testa: non doveva essere pessimista, Artemis si sarebbe svegliato e lei lo avrebbe preso a calci dove non batte il Sole, e se Leale si fosse opposto... avrebbe preso a calci anche lui!

Calma,” si disse subito dopo, inspirando profondamente: “Non è una reazione corretta...” continuò, sbirciando poi nella stanza sottostante.

I due bambini erano usciti senza che lei se ne fosse minimamente accorta: stava perdendo colpi, e tutto per colpa di quel dannato Fangosetto!

Planando silenziosamente, atterrò in ginocchio sul letto ormai disfatto per il continuo passaggio e si avvicinò al corpo di Artemis, ne osservò il volto da vicino, poteva quasi contare i capillari sotto la pelle traslucida, e gli occhi chiusi, cerchiati di nero, poteva sentirne il respiro fievole sul viso, tanto erano vicini: era praticamente poggiata sul suo petto.

Spinella... Non per dire... Ma mi stai facendo male...”

La voce arrochita che le giunse improvvisamente alle orecchie la fece sobbalzare e Spinella si alzò di scatto, librandosi quel tanto che bastava per spiare il viso del Fangoso.

L'occhio azzurro era aperto e la guardava confuso.

A-Artemis...” balbettò lei.

Il ragazzo annuì, scuotendo la testa e muovendosi faticosamente sotto le coperte: “Ho la testa che sembra voler scoppiare...” grugnì, massaggiandosi le tempie: “Tu cosa... fai qui...?” riuscì a chiedere, anche parlare gli risultava estremamente difficoltoso.

Spinella atterrò e si sedette infine nel piccolo spazio vuoto dove già Myles si era accomodato: “Da solo non sei molto affidabile, vorrei evitare di doverti nuovamente venire a recuperare all'inferno.” disse, pentendosi subito dopo delle proprie parole, era evidente che Artemis fosse provato e riesumare così repentinamente l'esperienza vissuta non era stata la più grandiosa delle idee.

Non esiste l'Inferno...” sussurrò lui, aprendo piano anche il secondo occhio: “Solo tanto buio... E tanta solitudine.”.

Cosa vuoi dire...?” chiese l'elfa.

Dico... che l'Inferno non esiste. Spinella, c'era solo buio e nient'altro. Nessuna anima, nulla di nulla. Una solitudine perenne e un gelo che ti penetra nelle ossa prima dell'oblio definitivo. Quando poi il tempo è tornato a scorrere anche per me, ero talmente stanco...” Artemis sembrava confuso, tremava al punto che Spinella – istintivamente – gli drappeggiò una coperta sulle spalle, coperta rivenuta in fondo al letto e lasciata lì abbandonata.

Vuoi che vada a chiamare Leale?” tentò lei ma il ragazzo scosse la testa: “N-non sono ancora pronto...” bisbigliò, tremando come una foglia.

Rimasero per alcuni minuti in silenzio, durante i quali l'elfa non smise un attimo di sfregare le mani piccine sul corpo dell'amico per cercare di riattivarne la circolazione, poi alla fine si decise a lasciare andare il peso che le gravava sul cuore: “Ricordi... quello che è successo, quindi?”.

Lui annuì: “Non tutto ma in gran parte... E' stato un piano... avventato. Ma era la sola possibilità.” confessò a mezza voce, “Ma il dopo... è stato doloroso. Non ho mai provato una cosa del genere... Quando sono... è stata una liberazione. E poi, di nuovo la luce e vi.. vi ho visti...” ella non aveva mai visto Artemis così fragile, così indifeso e non aveva la più pallida idea di come comportarsi: riusciva solo a stargli vicino, in silenzio, conscia che tutte le parole sarebbero state superflue se non dannose.

Mi dispiace.”.

Quelle parole ebbero l'effetto di una bomba per Spinella, la quale sobbalzò, prima di guardare l'amico con aria confusa: “Mi dispiace... per avervi fatti preoccupare.” ammise con un filo di voce.

Ma l'elfa scosse la testa, sorridendo appena: “Fangosetto, non è da te dire certe cose, non vorrei che la Terra saltasse per aria perchè Artemis Fowl ha chiesto pubblicamente scusa per un suo piano bislacco.” e poi si lasciò scappare una risatina sollevata.

Il giovane uomo sospirò, cercando di imitarla ma ottenendo solo un gorgoglio affaticato: “Ci vorrà ancora un po' di tempo prima di riprendermi... Ma vorrei... vorrei vedere mia madre... Se possibile...” rantolò, i pugni stretti attorno ad un lembo del lenzuolo, la nostalgia per la sua famiglia era fortissima: sapeva dove si trovava e l'idea che fossero così vicini lo lancinava nel profondo.

Spinella annuì e balzò giù dal letto: “Leale è qui fuori, vado a chiamarlo, d'accordo? Non posso farmi vedere dai tuoi genitori, non ancora almeno.” concluse, allontanandosi verso la porta.

Poco prima di aprirla, però, si voltò verso il letto: “E comunque, sono contenta di rivederti. La vita senza di te è piuttosto noiosa da queste parti.” disse solo, uscendo nel corridoio.

§§§

Quando la porta della stanza a cui faceva la guardia da più di 24 ore si aprì cigolando, per un attimo a Leale mancò la terra sotto i piedi.

D'istinto, estrasse la pistola che riposava nella fondina, maledicendosi un attimo dopo: non poteva che essere Artemis, era l'unico lì dentro e i gemelli erano già usciti da qualche minuto.

Quando infine Spinella Tappo emerse dall'oscurità, la prima cosa che ella vide fu la canna della pistola lucente puntata contro il proprio petto, elevatosi all'altezza di quest'ultima per via del librarsi in volo dell'elfa.

Scusa.” disse soltanto l'eurasiatico, rifoderandola.

Nervi tesi, scommetto.” disse lei, planando a terra senza fare rumore.

Non sapevo fossi lì dentro.” ammise lui.

Volevo solo assicurarmi che le cose andassero bene.”.

Leale sospirò, poi le fece un po' di spazio e lei poté nascondersi nell'ombra proiettata dal massiccio guardiano: “E allora?” chiese questi, squadrandola da capo a piedi.

Artemis è sveglio. Sta bene.” precisò subito: “Vuole vedere i suoi genitori... E credo anche i due Fangosetti.”.

Il cuore di Leale minacciò seriamente di fermarsi.

Era indeciso se lasciarsi cadere in ginocchio, nella solitudine di quel corridoio deserto, o se precipitarsi all'interno della stanza.

Artemis era sveglio, finalmente.

Non gli sembrava vero.

Grand'uomo, se vuoi piangere, io certo non te lo impedirò” ribatté lei con espressione amichevole: “Solo, ti chiedo di andare a chiamare in fretta chi di dovere. Il piccolo Arty sembra parecchio stanco e non vorrei che si facesse un altro pisolino lungo qualche decina di ore.”.

L'ironia di Spinella nascondeva un'emozione palpabile per ciò che stava accadendo ma Leale fu abbastanza delicato da soprassedere e non infierire: “D'accordo. Me ne occuperò io. Tu potresti restare qui fino a quando non sarò tornato?”.

L'elfa annuì e assistette all'allontanarsi dell'amico con nel cuore la segreta speranza di una vita finalmente normale.

Leale, da parte sua, corse lungo i corridoi deserti, ignorando le persone che di quando in quando incrociavano la sua strada, in testa un solo obiettivo.

E fu solo quando giunse infine nella serra di Angeline Fowl che si fermò, col cuore in gola, sulla soglia.

Dentro, in una bolla di pace e tranquillità, c'erano i due coniugi e i gemelli, accompagnati da una Juliet dai capelli cortissimi: il maggiore dei due fratelli non aveva approvato del tutto la decisione della sorella di tagliarseli, seppur anche per evitare che si impigliassero durante i numerosi tornei di lotta libera a cui partecipava di frequente, ma era contento di rivederla a casa.

Fu proprio lei ad accorgersi della presenza di Leale, balzando in piedi per accoglierlo: “Ho saputo della notizia. Come sta?!” chiese subito, non dandogli manco il tempo di salutarla.

Sono venuto qui proprio per questo.” replicò, muovendo un passo in avanti: “Artemis è sveglio e vuole vedervi.” aggiunse, il viso rivolto verso la famiglia riunita, famiglia che era un po' anche la sua.

Angeline si portò le mani alla bocca, commossa, mentre i gemelli, scapicollandosi, corsero oltre Leale e sparirono nel corridoio.

Vi accompagno.” si offrì subito.

Fowl senior e consorte annuirono e, seguiti a brevissima distanza da Juliet, i tre uscirono dietro i gemelli in fuga.

§§§

Spinella stava seduta a gambe incrociate sul pavimento quando sentì distintamente il suono di piedi in corsa, fu lesta quindi ad attivare la schermatura ma subito si pentì di averlo fatto: non erano i signori Fowl ma piuttosto i Fangosetti esagitati come mai li aveva visti.

Fratellone!” gridò Beckett, battendo i pugnetti sulla porta: “Fratellone!” ripetè.

Calmati.” lo rimbrottò Myles: “Aspettiamo mamma e papà.”.

Ma voglio vederlo!” si lamentò Beckett, con una lacrima che minacciava di scendere e il labbro inferiore che tremava: “Mi manca il fratellone...”.

Bambini, calmatevi.”

L'elfa riapparì dal nulla, facendo sobbalzare i due bambini: “La fatina!” esclamò Beckett, con la bocca aperta a formare una piccola O.

Shhh!” lo rimproverò Myles per la seconda volta in pochi minuti: “Sta arrivando la mamma, loro non sanno delle fatine.” disse lui.

Ho poco tempo, quindi. Ascoltatemi, Artemis è sveglio ma non sta ancora bene. Se ve lo affido, voi siete in grado di occuparvene?”.

Certamente. Non abbiamo più tre anni, siamo perfettamente in grado di prenderci cura di Artemis-sempliciotto.” Myles sembrava irremovibile.

Allora d'accordo. E ricordate, voi non mi avete vista.” concluse Spinella, sparendo di nuovo, schermata.

MYLES! BECKETT!”.

Angeline Fowl comparve pochi istanti dopo, seguita dal marito e dai due fratelli Leale: “Bambini, non dovete scappare così.” li rimproverò il padre, inginocchiandosi alla loro altezza, “Scusa...” borbottarono in coro i due, allungando le manine a stringere quelle dell'uomo.

Il massiccio eurasiatico si fece avanti e bussò due volte, col cuore in gola.

In un angolo, non vista, Spinella li osservava spasmodicamente, tendendo l'orecchio.

Avanti...”.

Una voce fievole si udì dall'altra parte, presto coperta dal tramestio dei bambini che si affannavano a cercare di arrivare alla maniglia.

Furono preceduti da Leale, che la abbassò cautamente prima di spingere la porta, che si aprì con un lento cigolio.

Juliet, agguantando Beckett per il colletto, lo fermò prima che facesse il suo solito chiasso, e al contempo offrì il braccio ad Angeline per eventualmente sorreggerla.

Ma seppur pallida, la donna declinò gentilmente l'offerta e si mosse sulle proprie gambe, dando la mano al figlio più tranquillo per entrare.

Leale senior entrò dietro la sorella e, nel corridoio deserto, restò soltanto Fowl senior, osservato curiosamente da Spinella stessa.

So che sei qui. E ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per la mia famiglia.” disse improvvisamente lui con tono criptico mentre guardava insistentemente verso il punto dove l'elfa si trovava, in aria.

Ma non poteva vederla, vero?

L'uomo non disse altro: entrò soltanto, lasciandola preoccupata e confusa.

   
 
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