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Autore: MoiSelf    11/11/2014    1 recensioni
Edward, malinconico socio di una galleria d'arte, incontra Anna, una commessa di una gioielleria che è identica (tranne per il colore dei capelli) al suo unico vero amore, Isabella.
Un amore contrastato, proibito, che dura da secoli.
Chi è Edward?
Chi è Anna?
Chi è Isabella?
Cosa è successo in passato?
- Sono aperte le ipotesi! -
- Sono gradite le recensioni -
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Per quanto fossero passati secoli, il ricordo di lei non era svanito.

Ripensava ai momenti passati insieme, ai suoi sorrisi, ai suoi bellissimi occhi scuri e profondi, alle sue manine di bimba che lo accarezzavano piano, quasi timorosa di fargli male, ai suoi lunghissimi capelli ondulati che, sovente, lui le tirava per scherzare, quando li acconciava con le treccine.

Anche adesso, mentre era seduto ad uno dei tavolini del suo cafè parigino preferito intento a sorseggiare del thè verde senza zucchero, ripensava a lei, mentre guardava fuori dall'immensa vetrata accanto al suo tavolino.

- ...quindi gli ho detto che era una stronza! Ehi, ma mi stai ascoltando? -
- Si, era una..ragazza poco incline ai tuoi modi "gentili", Emmett. Non puoi pretendere che tutte le ragazze che incontri ci stiano..non funziona così. - disse lui, con pazienza, puntando gli occhi verdi smeraldo sull'amico.
- Come mi supporti bene, Edward! Io ti chiamo per lamentarmi e tu, con quella calma che hai, riesci sempre a spiazzarmi con risposte odiose! -
- Se per "odiose" intendi che ti metto sotto gli occhi la verità allora si, condivido il tuo pensiero. E poi lo sai, per quanto male faccia la verità, non ti dirò mai una bugia. - e riprese a bere.
 - Non ho mai capito come tu riesca a bere quello schifo! - esclamò Emmett, indicando la tazza fumante.
- Ed io non ho mai capito come ancora tu non abbia incontrato una ragazza che si faccia rispettare. - rispose lui, calmo.
- Metti i brividi, amico... -
- Lo so. - un lieve accenno di sorriso e poi tornò a guardare fuori dalla vetrata.
- C'è qualcosa di interessante lì fuori? - chiese Emmett, il tono di chi sta perdendo la pazienza.
- Si, il mondo. -
- Edward, cielo! Sei insopportabile! Dimmi: com'è che siamo diventati amici? -
- Nell'altra vita, ricordi? -
- Si, benissimo..e ti dirò di più: nonostante eri un ... -
- Ti prego, smettila. -
- Sto solo dicendo la verità Edward: non eri palloso, quando eri un... -
- Io ti uccido, Emmett. - il suo sguardo penetrante era di nuovo sull'amico e non prometteva nulla di buono.
- Non puoi. -
- Non sono più...quello che ero. -
- Allora significa che puoi fare ciò che vuoi? Rinunci per questo alla rigida disciplina che ti hanno imposto nell'altra vita? -
- Basta Emmett! Tu non sai nulla! -
- E allora perchè non mi racconti? Siamo amici, noi! -
- Non posso. Perdonami. - e, detto questo, si alzò, lasciò gli spicci sul tavolo ed andò via.
 
***
 
Aveva scelto Parigi perchè lei adorava quella città.
C'erano stati una volta sola, quando erano fuggiti dal..no, non voleva ricordare, gli odiosi dettagli del loro amore. Quei dettagli che avevano rovinato tutto.

Ripassò davanti a quel delizioso albergo dove si erano nascosti, cercando di escludere il mondo dietro la porta della loro camera. Al suo posto, adesso, c'era un centro commerciale.

Ripensò al corpo di lei che si stringeva a lui durante il temporale, mentre varcava la soglia di quello che una volta era il vecchio hotel. Vagò per un po', poi si soffermò a guardare le vetrine della profumeria: adorava guardare la nube di goccioline che si sprigionava dai flaconi che le ragazze si spruzzavano addosso, estasiate dalla nuova fragranza appena scoperta. Questo lo metteva di buon umore, così come guardare le persone dalla vetrata del cafè: dimenticava i suoi drammi per minuti interi per pensare alla vita degli altri.

Ma il suo fantasma del passato preferito era sempre in agguato e, dopo cinque minuti, si ritrovò a cambiare destinazione in cerca di altri diversivi alla sua disperazione.

Percorse il corridoio e svoltò per salire sulle scale mobili. Aveva visto un cartello pubblicitario di una nuova apertura al piano superiore, una gioielleria. Mentre mise piede sul tappeto semovente, il suo cellulare cominciò a squillare.

- Cullen. - rispose.
- Socio, dov'eri finito? La trattativa per il quadro di Monet è fatta: la ragazza l'ha comprato! - era il suo socio. Insieme avevano una galleria d'arte ed avevano appena piazzato un Monet. Erano ricchi e lui non riusciva neanche a sorridere.
- Fantastico, Jasper. Grazie. -
- Non sembri felice.. -
- Non lo sarò mai..ma grazie di avermi avvisato. - disse lui, affranto, mentre cercava la gioielleria.
- Se posso fare qualcosa.. -
- Grazie davvero ma no, non c'è nulla da fare..tranne che..oddio, scusami. Ti richiamo. - concluse in fretta lui.
Aveva trovato il negozio, ma non si sarebbe mai aspettato questo.

 

Nota Autrice

Ed eccoci qui con una nuova storia!

Chi è Edward, cosa ha combinato?
Dov'è la sua Isabella?

Commentate in tanti, voglio sapere fin da ora le vostre opinioni!
E' già quasi finito il prossimo capitolo..quindi non aspetterete molto per leggerlo!

Mi raccomando, recensioni a gogò!

Un bacione, Giuly :D



 
   
 
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