Anime & Manga > Vocaloid
Segui la storia  |       
Autore: Lady Stark    11/11/2014    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non c'è posto per la pietà ~ Chapter IX 

-Qualcosa deve essere andato storto nell'organizzazione geniale del mio piano di fuga.- sibilò Kaito arretrando con lentezza mentre le sue dita si serravano attorno alla fondina di cuoio allacciata alla sua coscia.

-Non ti facevo così perspicace.- borbottò di rimando Len, mentre l'acciaio strideva nel fodero in un acuto coro di determinazione e subdola paura. Il giovane premette la schiena contro le spalle del mago e della guerriera dei capelli castani; il sudore gocciolò sulle sue tempie imbrattandogli i capelli già mostruosamente sporchi.

Sei armati vestiti di maglia di ferro e pettorine di cuoio scesero di corsa le ripide scalinate che conducevano alle segrete, costringendo i quattro compagni ad arretrare.

-Non fare lo spiritoso, amico. Combatti piuttosto.- grugnì il mago colpendo il primo soldato che aveva osato troppo avvicinarsi.

Il tafferuglio fu più violento di quanto Len si sarebbe potuto immaginare; i sei armati sfondarono in un istante la loro gracile difesa sparpagliandoli nella stanza.

Il fracasso delle lame che scivolavano le une sulle altre divenne ben presto assordante nel pesante silenzio della stanza; la puzza del sudore si mescolò a quello della frustrazione e dell'ansia in un composto acido ed insopportabile.

Un vecchio veterano di guerra incrociò la sua pesante lama a due mani con il giovane dai capelli dorati; i due si squadrarono per un lunghissimo istante, prima di scagliarsi l'uno contro l'altro in un conciato grido di reciproco odio.

Len ed il soldato iniziarono a danzare; il trapestio febbrile dei loro passi presto si fuse a quello letale dei metalli che cozzavano alla famelica ricerca di sangue.

Il dissonante canto della morte si sollevò nella stanza, incollandosi alle pareti delle celle, testimoni di scempi ben peggiori.

Il veterano approfittò subdolamente dell'inesperienza del ragazzo, forando con qualche rapida stoccata la sua fragile difesa.

Len arretrò cercando di difendersi al meglio con le poche basi di scherma che nel corso della sua adolescenza si era divertito ad imparare da autodidatta.

Come poteva davvero sperare di vincere contro un soldato avventuratosi sui veri, desolati campi di battaglia!?

La frustrazione e la rabbia era tale che il ragazzo non si accorse d'essere stato spinto in un angolo coperto da tante ragnatele traslucide.

Len sgranò gli occhi terrorizzato quando il ruvido muro escoriò la pelle nuda delle sue spalle.

Era in trappola; non poteva davvero credere d'essersi fatto ingannare così facilmente.

-Mer..- imprecò a mezza voce cercando accanitamente di far arretrare almeno un po' il furbo armato dalla lunga barba brizzolata.

-LEN!- gridò Kaito indietreggiando per schivare un rapido colpo del suo avversario.

-Sei morto, ragazzino.- tuonò l'armigero in un crudele sorriso sollevando la pesante spada a due mani.

Il tempo sembrò improvvisamente fermarsi.
Len vide alle spalle dell'uomo lo scarlatto colore del sangue imbrattare gli abiti del mago dell'Est; vide il viso arrossato di Meiko e l'espressione concentrata dell'austero consigliere che appena avevano liberato.

Il lezzo dolciastro della morte aveva ormai soppiantato quello della muffa, trasformando quella stanza di controllo in una sorta di piccola, macabra cripta.

Qualcosa nel profondo dell'animo del giovane si frantumò, lasciando nel suo cuore una indelebile, profonda cicatrice.

Non può esserci speranza per un mondo così crudele.” pensò mentre una patina gelata ricopriva i suoi sentimenti, cristallizzando la sua paura, l'orrore ed il disgusto.

E' inutile avere pietà. Il sangue permea ogni singolo granello di questa terra; ciascun sottile filo d'erba.”.

La spada sembrò alzarsi da sola, i muscoli si flessero, tendendosi nervosamente sotto alla sua pallida pelle.

Le stelle, la luna, questo infinito cielo brucia dei sanguigni riflessi di un dolore che mai avrà fine.” pensò tra lacrime segrete mentre la punta della sua spada cozzava contro al rivestimento di cuoio che avvolgeva il petto del soldato.

L'acciaio si fece facilmente strada nella carne morbida del petto; l'uomo, osservò con incredulo terrore la firma scarlatta della morte allargarsi sulla sua tunica color sabbia.

-Tu..-. L'ultimo respiro dell'uomo gli accarezzò il viso, dolciastro ed amaro al tempo stesso.

-Va all'inferno.- sibilò il giovane ritirando di scatto la lama, una miriade di stille viscide piombarono ai suoi piedi.

Il vecchio soldato crollò esanime a terra in un soffice tonfo.

La battaglia era finita.

La morte aveva ormai reclamato i vinti, lasciando i vincitori sporchi e stanchi ad osservare il loro desolato premio. L'austero consigliere si volse in direzione di Len corrugando appena le sopracciglia violette; i suoi occhi si accesero di una dolorosa consapevolezza.

-Un altro ragazzo è stato costretto a crescere troppo in fretta.- mormorò a fior di labbra quando notò nelle sue iridi azzurre il peculiare gelo di chi ha scoperto la crudeltà insita dietro al sorriso del mondo.

-Andiamocene prima che possa arrivare qualcun altro.- sussurrò Kaito volgendo debolmente le spalle alle scale vuote.

-Consigliere, potresti forse indicarci una strada più veloce per raggiungere in segreto l'esterno del palazzo?- chiese raccogliendo dalla tasca posteriore dei jeans l'acciuffata mappa che li aveva condotti sin lì.

-Non chiamarmi più “consigliere”, mago. Il mio nome è Gakupo.- ribatté stizzito l'uomo dai capelli viola prima di chinare il capo per ben ragionare su un eventuale passaggio secondario.

-Andrebbe bene qualsiasi cosa, è sufficiente che non sia la grande porta aurea d'ingresso.- commentò lo stregone studiando velocemente la carta per cavarne qualche utile informazione.

Con il favore del buio però, nessuno si accorse della silenziosa figura che era rimasta sino a quel momento acquattata nell'ombra profonda della tromba delle scale.

Questa si avvicinò con studiata lentezza alle spalle del principe, stringendo tra le mani scivolose di sudore l'impugnatura del suo rozzo pugnale.

Sarebbe bastato un solo secondo in più e quella lama avrebbe tranciato la vita dell'uomo chino sulla cartina sgualcita; fu Meiko ad accorgersi dello scintillio sinistro dell'acciaio nell'ombra.

-NO!- gridò lanciandosi in avanti per bloccare l'avanzata nemica; il piccolo, esile armigero si scagliò fuori dall'ombra gridando come un ossesso. Kaito spalancò gli occhi ma prima ancora che potesse alzare un braccio per difendersi, la guerriera dai capelli castani si mise di mezzo.

La lama del pugnale le incise la spalla priva di protezione, affondando in profondità nella carne cedevole.

-Lurido verme, Hai appena cercato d'attaccare alle spalle un uomo incosciente. Ora la pagherai.- minacciò la donna colpendolo allo sterno con un calcio; il rumore delle ossa che si frantumavano riecheggiò nella stanza.

Il sangue colò lungo tutto l'avambraccio della guerriera, arricciandosi attorno alle falangi coperte di calli; il codardo rantolò cercando di trascinarsi lontano dalla furia omicida della donna.

-Quelli come te non avrebbero neanche il diritto di portare un'armatura.- sputò lei.

Quelle furono le ultime, definitive parole che segnarono l'epitaffio di quel vile armigero.

Meiko afferrò la lama arrugginita del pugnale sfilandoselo dalla carne; con disgusto gettò lontano l'oggetto facendolo tintinnare.

-Dannato bastardo.- ringhiò appoggiando la schiena al muro nella speranza di placare l'inferno che le avvogeva la spalla.

Kaito era rimasto immobile, paralizzato dalla consapevolezza che la donna di cui più non si fidava, gli aveva appena salvato la vita.

-Io..-

-Non dire niente, mago. Portaci fuori di qui.- ringhiò lei serrando tanto forte gli occhi che piccole rughe si arrampicarono su per il viso pallido e sudato. Kaito mi morse a sangue le labbra per poi tornare a rivolgere uno sguardo supplicante nei confronti del consigliere che ora, oppresso anch'egli dalla scomoda situazione, arrotolò nervosamente una ciocca attorno alle dita affusolate.

-Ci sarebbe un passaggio.. Le fogne..- esclamò alla fine rivolgendo un'occhiata trionfante all'uomo dai capelli blu che, di rimando, storse nauseato il naso.

-Non c'è altro modo?-

-No.- commentò Gakupo accostandosi alla guerriera ferita; strappò con i denti una larga striscia del tessuto della ricamata manica del suo vestito viola per poi stringerla attorno alla ferita sanguinolenta.

-Cerca di non muovere troppo quell'arto, questo dovrebbe fermare per un po' l'emorragia. Rimani al centro del gruppo, non potrai fare granché con una spalla ridotta a quel modo.- disse severamente mentre la donna annuiva con lenta frustrazione; sapeva benissimo che la ferita era profonda e pericolosa ma malgrado ciò, la sola idea d'essere di peso opprimeva il suo animo impetuoso.

Gakupo si avviò con circospezione nella stanza scavalcando con rispetto i corpi svenuti dei militari; uno di loro si era messo sommessamente a russare e dalla sua bocca socchiusa colava un po' di bavetta.

Gakupo aprì la strada ed i tre compagni si affidarono ciecamente alla sua conoscenza dei passaggi segreti meglio occultati; lo stregone dell'Est chiudeva la fila tenendosi ben a distanza dalla ragazza che l'aveva salvato, forse per vergogna o semplicemente a causa del divorante senso di colpa che gli rodeva le viscere.

-Siamo arrivati.- disse l'uomo tastando velocemente il muro alla ricerca di uno specifico meccanismo segreto; dopo neanche un paio di secondi il congegno scattò lasciando che l'ennesimo passaggio umido e puzzolente si spalancasse di fronte a loro.

-Questo palazzo è dannatamente complesso.-

-Presta rispetto per gli onorevoli architetti che hanno saputo costruire una tanto geniale opera architettonica.- lo rimproverò acidamente Gakupo prima di avviarsi sui gradini viscidi di muschio con la pietra runica ben alta sopra la testa per indicare la strada ai suoi inesperti compagni.

-Devo stargli antipatico, non fa che rispondermi sgarbatamente.- commentò sovrappensiero il mago mentre scendevano; Len trattenne a stento una risata rischiando di scivolare su uno degli smussati bordi di pietra.

L'odore disgustoso delle fogne non tardò a raggiungerli, serpeggiando su per la tromba delle scale. I quattro rimasero per un attimo paralizzati ai loro posti, le narici in fiamme e gli occhi pungenti di lacrime.

-Dobbiamo davvero scendere lì sotto?- chiese Len premendosi l'avambraccio contro al naso nella vana speranza di attenuare quel terribile fetore.

Gakupo, quasi a rispondergli, tornò a discendere le scale premendosi il bordo del mantello contro al viso cereo.

Il rumore sciabordante dell'acqua torbida delle cloaca annunciò la fine della sinuosa serie di gradini; prima ancora che potessero psicologicamente prepararsi ad arrancare nell'acqua sporca, i loro piedi affondarono per venti buoni centimetri nel canale di scolo.

-E' ripugnante...- imprecò Kaito sollevando di scatto la sciarpa prima che i suoi lembi potessero intingersi nel liquido melmoso. Len cercò con tutto sé stesso di non pensare a cosa si stesse aggirando sotto il pelo della superficie, avanzando attentamente sul fondo tra i miasmi sgradevoli.

-Avanzate ancora.- ordinò Gakupo controllando con una rapida occhiata che tutti i compagni fossero presenti all'appello. Il gruppo avanzò con lentezza nella medesima direzione delo scorrere del canale per quella che sembrò loro una vera e propria eternità; ma alla fine, l'apertura che confluiva all'esterno apparve loro come una sorta di arrugginito miraggio.

Sfortunatamente però, il varco verso la loro libertà era bloccato da una serie di grosse sbarre di metallo conficcate in profondità nella roccia.

-Perfetto.. e adesso?- chiese Len appoggiando i palmi delle mani contro ai fianchi per osservare la breve discesa terrosa che conduceva al fossato sottostante.

-Scansatevi. Mi sono stufato di questa puzza orrenda.- ringhiò Kaito congiungendo le mani in un secco movimento dei polsi; la sua lingua articolò un paio di parole in una sibilante lingua sconosciuta. Il vento cominciò a fischiare innalzando nel canale turbini di stille color melma; i capelli di Kaito si sollevarono, rivelando il tatuaggio che decorava la sua pelle d'alabastro.

La magia sfrecciò avanti avvolgendosi attorno alle sbarre come tanti piccoli tentacoli evanescenti; il mago distese le dita delle mani di modo che l'incantesimo si allargasse ancora di più poi, di scatto, chiuse il pugno.

Il vento sibilò accartocciando tra le sue spire le barre di ferro, il sudore gocciolò lungo il mento dell'uomo mentre lo sforzo prosciugava le sue energie.

Kaito aprì nuovamente le dita, la sua magia rispose stridendo mentre il vento apriva un contorto varco tra le sbarre ossidate.

Quando finalmente il sortilegio si dissipò, Kaito ondeggiò stremato rischiando di scivolare nelle acque della cloaca; Len l'afferrò prima che potesse definitivamente cadere, portandosi una delle sue braccia dietro al collo.

-Ehi! Tutto bene?!-

-Sì, usciamo di qui.- sussurrò lui con il fiato grosso appoggiandosi di peso al giovane amico; le sue ginocchia tremavano come se fossero fatte d'argilla e scendere la china fu un vero dramma. Quando però, coperti di fango arrivarono ai suoi piedi, le condizioni di Kaito erano se peggiorate; il suo viso era una maschera cerea coperta di un velo di appiccicoso sudore freddo.

-Principe.. sicuro di star bene?-

-Mi sento..- la sua voce solitamente così spavalda si spense di colpo, lasciandolo esanime nelle braccia di Len. Il ragazzo barcollò indietro sbilanciato dall'improvviso mancamento dell'uomo; cercò di riprendersi al meglio ma alla fine cadde a terra con Kaito steso sul petto.

-E' svenuto..La magia deve aver prosciugato le sue energie.- Gakupo si chinò in ginocchio passando una mano sulla sua fronte madida di sudore.

-Come facciamo ad andarcene?- domandò Meiko in un gemito reggendosi la spalla zuppa di sangue; il consigliere si guardò desolatamente intorno sollevando di peso il corpo del mago.

-Dobbiamo allontanarci subito.-

-A piedi? Ci avvisteranno in meno che non si dica.-

Un rumore di passi pesanti sul terreno interruppe l'avvilimento dei presenti, diffondendo nel loro cuore la fiammella leggera di una nuova speranza.

-Scusate, voi chi siete? Ma..quello è sangue?- domandò con titubanza la giovane voce di un garzone dai capelli neri; il suoi due ronzini grigi stavano trasportando su un carretto coperto una catasta di legna da ardere. Len lo squadrò con attenzione sorridendogli con delicatezza nella speranza di non spaventarlo, alzò le mani avvicinandosi di un paio di passi.

-Siamo delle sentinelle di sua Maestà Luka.. siamo appena tornati da un lungo viaggio di ricognizione nelle terre vicine..-

-Capisco..- il garzone sorrise smontando da cavallo per avvicinarsi al suo collega, l'innocenza dell'adolescenza ancora decorava il suo viso coperto di piccole bolle.

-Len, che vuoi fare?- chiese in un sussurro impaurito Meiko mentre il giovane si accostava ancora di più allo sconosciuto dagli intrecciati capelli corvini.

-Come posso aiutarvi, miei valorosi amici?- chiese porgendo con premura la sua sacca gonfia d'acqua al ragazzo più grande; lui l'accettò senza battere ciglio percependo contro le dita la piacevole frescura del liquido.

-Sei davvero un bravo bambino.- disse appoggiando una mano contro alla sua spalla, poi senza dargli tempo di replicare, lo colpì al collo con un rapido gesto del polso. Il ragazzino spalancò le iridi crollando a terra privo di sensi; Len lo afferrò prima che potesse toccare terra, depositandolo con attenzione all'ombra del grande palazzo.

-Perché l'hai fatto? Avresti potuto spezzargli il collo!-

-Ora abbiamo due ronzini. Uscire sarà molto più veloce.. Non rendere le cose più difficili di quello che sono, Meiko.- commentò bruscamente afferrando le redini dei due animali tranquilli; le loro criniere ondeggiarono sotto alla leggera brezza spirante da Nord.

Meiko sospirò osservando con desolante tristezza il garzone svenuto.

-Montiamo in sella ed andiamocene da questo posto maledetto.- ringhiò voltando di scatto le spalle al senso di colpa.

Sfortunatamente, la compassione era un lusso che in quel momento nessuno di loro poteva permettersi. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Lady Stark