Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: _amortentia_    11/11/2014    1 recensioni
Desdemona è una giovane e intraprendente giornalista del Times, ama il suo lavoro e la sua vita. Tutto va al meglio, finché non viene assegnata come guida di un giornalista proveniente da un' altra sezione del giornale.
Dal testo: "Una ragazzina. Lei vuole che collabori con una ragazzina alle prime armi?" lo sento dire prima che si metta a ridere in maniera anche piuttosto forzata. Lentamente riprendo coscienza di me "Come mi hai chiamato? Ma chi diavolo ti credi di essere per chiamarmi 'ragazzina alle prime armi'? Io lavoro qui da due anni ormai, e ho dietro di me una più che rispettabile carriera universitaria, razza di borioso, retrograde, figlio di…".
Tra un litigio e un intervista scopriremo chi sono veramente i protagonisti di questa storia, che spero non vi annoierà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sento l’odore del caffè che mi pizzica il naso, mentre qualcosa di umido si struscia sul mio collo. Non voglio svegliarmi, è ancora presto e la mia sveglia non ha nemmeno suonato ancora.
Il rumore della coda del labrador color miele della mia coinquilina che sbatte sulle mie lenzuola pulite però mi convince ad aprire gli occhi e ad affrontare un altro lungo Lunedi in redazione. Appena mi alzo vado ad aprire le tende della finestra in camere mia e mi accorgo che un tiepido sole illumina una Londra già in pieno ritmo, con gente che corre a destra e a manca per raggiungere il proprio ufficio, o la scuola o la fermata del bus.  Mi piace guardare i passanti e immaginare la loro vita, lo facevo spesso anche da piccola.
Distolgo lo sguardo dalla strada per dirigermi in cucina, dove so che troverò Evangeline in procinto di fare colazione, e infatti la raggiungo mentre sta per mettere in bocca un pezzo della torta di mele che ho preparato ieri.
“Buongiorno” mugugno,  mentre Eve ride sotto i baffi per il mio cattivo umore già evidente di prima mattina, finché non la fulmino con un’ occhiataccia.
“Buongiorno anche a te, Des! Come mai già sveglia? Di solito non ti scolli dal letto neanche per andare a fare pipi”  risponde, quando finalmente è riuscita a calmarsi un po’. Ha sempre avuto l’irritante tendenza a ridere per qualunque cosa, ma infondo le voglio bene anche per questo. In fondo.
Dopo aver preso la mia quotidiana tazza di caffè tra le mani decido di risponderle “Ricky si è svegliato per il rumore della doccia, e per mia somma felicità, è venuto in camera mia e ha iniziato a leccarmi e a scodinzolare sbattendo la sua adorabile codina sulle lenzuola pulite. In ogni caso oggi devo essere in redazione pesto, ho una riunione con tutto lo staff alle 9.30”.
La mia coinquilina sembra felice, e noto che i suoi lunghi capelli biondi sono costretti in uno chignon e che il suo viso pallido è più truccato del solito, quindi la domanda sorge spontanea  “C’è qualcosa che dovrei sapere? Vai a lavoro o esci con qualcuno?”. Vedo le sue labbra stendersi in un sorriso che illumina i sui occhi azzurri mentre risponde “Entrambi. Esco a pranzo con Eric, il tipo del pub”.
Il tizio in questione è un ragazzo di circa trent’anni che sta facendo una corte spietata alla mia amica da circa due settimane, ma lei è troppo timida per lasciarsi andare e ha sempre risposto ai suoi complimenti con sorrisi e poche parole, quindi devo dirmi piuttosto stupita del fatto che ora vadano a pranzo insieme. Tuttavia sono preoccupata per lei, è appena uscita da una relazione durata fin troppo a lungo per i miei gusti, per di più con un ragazzo che le ha frantumato il cuore in mille piccolissimi pezzettini, quindi mi limito a fare le solite raccomandazioni da brava mamma chioccia e poi filo in bagno per fare anche io una doccia bollente.
 
Amo l’acqua calda, mi fa rilassare anche più di un massaggio, infatti non ci rinuncio neanche durante le calde giornate estive. Che poi non sono manco tanto calde qui in Inghilterra, anche perché venendo dal caldo e umido Kansas, i venti gradi stentati delle tipiche estati inglesi, mi fanno più pensare alla primavera.
 
Mentre esco dalla doccia sento Eve che mi urla un saluto dall’ingresso per poi sbattere la porta di casa. Mi allaccio un asciugamano sotto le ascelle e guardandomi allo specchio vedo che gli ultimi lividi intono al collo stanno svanendo, così come si stanno rimarginando le ferite sulle spalle e sul petto. Per fortuna i miei capelli ondulati color cioccolato sono abbastanza lunghi da poter coprire i segni sul collo. Fisso i miei occhi ambrati sul riflesso dello specchio e mi convinco a dirigermi in camera mia per finire di prepararmi.
Dopo venti minuti circa sono sull’uscio di casa pronta per uscire, quando il suono del mio cellulare mi fa sobbalzare per lo spavento. Ovviamente è mia madre, che puntuale come un orologio svizzero mi chiama ogni Lunedi mattina per sapere come è andata la settimana precedente. La liquido in pochi minuti, oggi non sono in vena di chiacchiere, e nel frattempo mi dirigo in ufficio, che si trova a pochi passi dal palazzo in cui vivo.
Appena metto  piede in ufficio sento qualcuno urlare “Desdemona Richards, vieni nel mio ufficio. ORA!” fantastico, non ho fatto in tempo poggiare il mio sedere sulla mia sedia che il capo mi richiama nel suo ufficio.
Busso delicatamente alla porta di colui che ha osato chiamarmi col mio nome intero, nonostante sappia che io lo odi. Samuel ed io siamo amici in realtà, anche perché lui ha 36 anni, e non ha mai avuto fare la parte del capo rigido e irreprensibile. Quando sento che mi dice di entrare apro lentamente la porta di legno chiaro e mi accorgo che non è solo, ma con lui c’è un uomo che avrà poco più di trent’anni. È alto, un corpo possente e muscoloso al punto giusto, il viso duro con mascelle marcate e un filo di barba che lo rende dannatamente sexy. I suoi occhi azzurri mi scrutano dal basso verso l’alto, quasi mi stesse facendo una radiografia, e noto che la sua bocca si piega in un sorriso a metà tra il disgustato e l’ironico. “Una ragazzina. Lei vuole che collabori con una ragazzina alle prime armi?” lo sento dire prima che si metta a ridere in maniera anche piuttosto forzata. Lentamente riprendo coscienza di me “Come mi hai chiamato? Ma chi diavolo ti credi di essere per chiamarmi ‘ragazzina alle prime armi’? Io lavoro qui da due anni ormai, e ho dietro di me una più che rispettabile carriera universitaria, razza di borioso, retrograde, figlio di…” non riesco a finire la lista di insulti che avevo mentalmente stilato, perché la voce di Sam mi interrompe “Des, calma, tranquilla. Taci e lasciami spiegare. Lui è William Redcliff, ed è stato appena trasferito qui dalla sezione economica del giornale. Pensavo che tu potresti aiutarlo ad ambientarsi, magari lui potrebbe accompagnarti a fare le interviste per un mesetto, cose cosi, tanto per abituarsi al nostro modo di lavorare”.
Guardo negli occhi quell’idiota che mi ha insultato mentre il mio capo mi spiega cosa ci faccia lì quel tipo, e quando digerisco le parole appena uscite dalla sua bocca, guardo con aria sconvolta il mio capo. “Se pensi che io abbia anche solo la vaga intenzione di passare un minuto di più in presenza di questo… questo … questo coso, ti sbagli di grosso. Ora,  se vuoi scusarmi, ho del lavoro da svolgere. Addio” e detto questo mi accingo ad aprire la porta, ma vengo nuovamente fermata dalla voce di Sam che mi annuncia con tono funebre “Des, devi farlo per forza tu”. Mi giro di scatto, facendo sobbalzare i due uomini di fronte a me “E perché mai, di grazia?” ribatto sarcastica. Mi guarda con occhi stanchi e risponde “Non è stata una mia decisione, ma del grande capo. Secondo lui potete imparare molto l’uno dall’altro, e non guardarmi cosi. Ho provato a convincerlo che sarebbe meglio affidarlo a Lauren o Gerry, ma non ha voluto sentire storie. Non hai scelta Des, è cosi e basta”.
Per un attimo mi sembra di non riuscire a respirare, inizio a vedere tutto sfocato e la testa mi sembra pesante. Prontamente mi siedo sulla prima sedia che trovo, che è anche la più vicina all’oggetto delle mie disgrazie, e mi trovo a inspirare il suo profumo: muschio bianco e pino. Ha qualcosa di familiare, ma spingo questa strana sensazione in un angolo recondito della mia testolina provata.  Quando mi riprendo analizzo con lucidità la situazione, e arrivo ad una sola conclusione : “D’accordo, ma alla prima mossa falsa, al primo insulto o mancanza di rispetto, andrò personalmente a parlare col grande capo, e giuro che ti farò pentire di essere venuto al mondo” dico a William fissandolo con uno sguardo assassino che farebbe invidia a Slevin*.  A quel punto mi defilo con un secco  “A domani” e subito prima di chiudere la porta dell’ufficio di Sam sento la voce profonda di William dire divertito “Non vedo l’ora”.  A quel punto chiudo con uno scatto la porta, e con una smorfia contrariata vado verso la mia scrivania per finire l’articolo del giorno precedente, dato che tra meno di un ora dovrà essere pronto per essere esaminato in riunione.
 
 
 
NdA
*Slevin è il protagonista del film “Slevin-patto criminale”. È uno dei miei film preferiti, vi consiglio di vederlo
 
È la prima storia che scrivo, e onestamente non so dove andrà a finire. Ho alcune scene ben fisse in mente, ma non so quanto sarà lunga né cosa succederà capitolo per capitolo. Spero che qualcuno legga la mia storia e  deciderà di recensirmi. A prestissimo _amortentia_

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _amortentia_