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Autore: BebaTaylor    12/11/2014    0 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Undici
Epilogo


Venerdì 22 Giugno 2012, Dublino.
«Dov'è Veronica?»
Rebecca sorrise a Shane, «La piccola o la grande?» chiese e ridacchiò vedendo Shane alzare gli occhi al cielo — lo faceva sempre ogni volta che lui le faceva quella domanda e lei gli dava quella risposta.
«La grande.» rispose lui, «Quella mezza matta della tua amica.» spiegò e sorrise.
Rebecca guardò l'orologio appeso alla parete alla sua sinistra, «Mmh... sono le due, credo che sia in fila.» rispose.
«Non ho capito perché non ha fatto come al solito.» disse Shane.
Rebecca alzò le spalle, «Dice che vuole godersi un concerto come una persona normale e fare la fila.»
«Come se fosse la prima volta.» sussurrò Shane all'orecchio di lei e Rebecca ridacchiò, posò le mani sulle spalle e gli sfiorò il collo con la punta delle dita; Shane le posò le mani sui fianchi e la baciò con dolcezza sulle labbra.
«Comunque verrà dopo nel backstage e anche domani farà la stessa cosa.» disse lei.
«I piccoli come stanno?» domandò Shane.
Rebecca sorrise, «Bene, le piccole pesti sono con i tuoi genitori.» rispose, «Sai, credo che li stiano viziando un po' troppo.» aggiunse.
Shane sorrise e le strinse i fianchi, «Ma non è vero!» disse, «Okay, forse li viziano un pochino...» si corresse, «Sono i loro nipotini, è giusto che li vizino!»
Rebecca ridacchiò, «Okay, come vuoi.» sussurrò e avvicinò il viso a quello di Shane, desiderando che lui la baciasse e Shane esaudì il suo desiderio, le prese il viso fra le mani e la baciò.
«Mi chiedo quando riuscirò a togliere quest'immagine dalla mia mente.»
Shane e Rebecca si scostarono, le guance rosse per il bacio e l'imbarazzo causato da Nicky.
«Uffa.» sbuffò Rebecca, «Nico... sono ormai quasi cinque anni che ci vedi baciare, dovresti ormai essere abituato.»
«Non lo sarà mai.» replicò Georgina, apparendo dietro Nicky.
«Dovrà rassegnarsi, prima o poi.» disse Shane e afferrò la vita di Rebecca che scoppiò a ridere.
Nicky alzò gli occhi al cielo e sbuffò mentre incrociava le braccia, «Voi tre vi divertite sempre a prendermi in giro.» borbottò, «Sono anni che vi siete coalizzati contro di me!» brontolò.
Georgina rise, «Oh, povero piccolo!» cinguettò abbracciandolo, «Su, non fare così, lo sai che ti vogliamo bene.»
Nicky sorrise alla moglie e la baciò velocemente sulle labbra. «Lo spero proprio.» mormorò, «Comunque,» aggiunse e si girò verso gli altri due, «siamo qui per dirvi che i bambini vi cercano.»
Rebecca e Shane annuirono e li ringraziarono, li seguirono in un'altra stanza del Croke Park Stadium.
«Ma ma ma ma.» parlottò Veronica quando vide Rebecca, lei la prese delle braccia di Mae e le baciò il viso prima di sistemarla sul fianco sinistro.
Shane prese in braccio il piccolo Nicky che gli spinse la mano sul viso, toccandogli il naso, Shane rise e lo sollevò in aria ridendo.
«Guarda che lo farai vomitare.» disse Nicky — quello grande.
«Ma non è vero.» esclamò Shane e abbracciò il figlio, «Non mi ha mai vomitato addosso.» disse, «Bhe... non dopo che gli ho fatto fare l'aeroplanino, comunque.» si corresse dopo aver scambiato un occhiata con Rebecca.
I loro genitori — quelli Shane, Yvonne, la madre di Kian e il padre e la madre di Mark si spostarono dalla porte opposta della stanza, su altri due divanetti.
Rebecca fissò la sua bambina e si sedette accanto a Shane, sfiorò con la mano sinistra la testolina di Veronica e sorrise nel vedere la fede all'anulare sinistro; guardò il solitario e ripensò, per un breve istante, al giorno in cui si era sposata con Shane. Erano passati una manciata di giorni da quando avevano festeggiato il loro terzo anniversario e, dopo la nascita dei gemelli Veronica e Nicholas, Rebecca sentiva che la sua vita era completa, anche se le sarebbe piaciuto avere un altro bambino ma era quasi terrorizzata dall'idea di poter aver un'altra gravidanza gemellare.
Ricordava ancora quando Shane le aveva chiesto di sposarlo; la chiamata che aveva fatto a Veronica per comunicarglielo e le sue urla di gioia, ricordava Tommy che le diceva di aver fatto impazzire la sua ragazza che non faceva altro che parlare del vestito che avrebbe indossato, dei fiori e di tutto ciò che era legato al matrimonio — poi le aveva fatto le congratulazioni, ridendo e dicendo che era molto felice per lei.
Mentre guardava i suoi bambini ripensò a quando aveva detto a Shane che forse era incinta, la sua gioia quando aveva scoperto che sarebbe diventato padre, la sorpresa e lo sgomento quando l'ecografia aveva rivelato che erano due i bambini, e la gioia di avere fra le braccia quei due fagottini che ormai avevano dieci mesi e due giorni.
«A cosa pensi?»
Rebecca guardò Shane e sorrise, «A nulla di particolare.» rispose, guardò la bambina che si agitava fra le sue braccia e la fece scendere a terra, dove la bimba si sedette e iniziò a giocare con le sue scarpine, cercando si staccare le linguette con il velcro.
Il piccolo Nicky vide la sorella e volle scendere anche lui dalle braccia di Shane e iniziò a dimenarsi e lanciare piccoli urletti, Shane sorrise e posò il bambino accanto alla sorella. «Non vi picchiate.» mormorò.
«Ehm... non ti stanno ascoltando.» fece Mark seduto di fronte a loro, indicando i gemellini.
Rebecca e Shane abbassarono la testa e fecero in tempo a vedere Veronica che dava uno spintone a Nicky, il bambino cadde all'indietro e Shane lo afferrò prima che sbattesse la testa. «Veronica... non devi picchiare tuo fratello!» esclamò Rebecca prendendo in braccio la bambina, «Oh, piccolo Nicky.» mormorò guardando il bambino che piagnucolava sulla spalla di Shane. Veronica si guardò attorno e si strinse alla collo di Rebecca.
Un assistente entrò e li chiamò, informandoli che dovevano registrare le interviste per quello che sarebbe stato il contenuto speciale “The last weekend – behind the scenes -” del dvd del concerto — lo avrebbero registrato il giorno dopo —; Shane baciò le teste dei bambini e diede Nicky a Rebecca, baciò anche lei e andò via con gli altri.
«Ehm... qualcuno mi da una mano?» disse lei vedendo che Nicky aveva tutta l'intenzione di vendicarsi della spinta di prima — stava cercando di afferrare i capelli della sorellina ma, invece, prese quelli della madre e li tirò.
Georgina rise e la raggiunse, le liberò i capelli e prese in braccio il bambino, «Sei un vero monello!» disse e gli solleticò la pancia, il bambino rise e lanciò un urletto di gioia.
Jodi le raggiunse — era andata a cambiare il pannolino di Koa — e si sedette accanto a loro con il bambino in braccio. Rocco e Jay erano con la nonna e giocavano con delle macchinine.

***

Nicky era rimasto sul palco mentre Kian, Shane e Mark erano ritornati dietro le quinte.
La piccola Veronica si dimenò fra le braccia di Rebecca e protese le manine paffute verso Shane, che la prese in braccio e baciò velocemente Rebecca sulle labbra. Il piccolo Nicky era in braccio a Mae e si succhiava il pollice destro, ignorando la confusione attorno a lui.
Kian tornò sul palco insieme a sua madre, Koa era in braccio a lui; poi fu la volta di Shane insieme ai suoi genitori e ai gemelli. Uscirono anche Yvonne con Rocco e Jay e, infine, Mark, insieme a sua madre e suo padre.
Rebecca, Jodi e Georgina si spostarono, in modo da poter vedere anche loro il palco.
«Come sono carini!» squittì Rebecca, prese il cellulare e iniziò a fare foto. «Koa è un vero pasticcino, me lo mangerei di baci.» disse indicando il bambino che stringeva l'indice di Kian.
Rebecca si commosse quando vide la piccola Veronica che si stringeva a Shane mentre osservava con curiosità e anche un po' di paura la folla.
Sul suo cellulare arrivò un SMS di Veronica: “La tua bambina è bellissima!”
Rebecca sorrise mentre lo leggeva e riprese a guardare Shane che cantava, riprese a fare foto a lui e ai bambini, sorridendo fra le lacrime di commozione, anche Georgina e Jodi erano commosse, piangevano e sorridevano mentre facevano foto e filmati.
La canzone finì e i bambini rientrarono insieme ai nonni, Rebecca approfittò di quell'istante per dare un bacio veloce a Shane e sussurrargli che lo amava prima di riprendere in braccio la bambina.

«Ti amo.» mormorò Rebecca all'orecchio di Shane, stringendosi a lui, fregandosene del fatto che lui fosse sudato.
«Ti amo.» le disse lui e la baciò sulle labbra, «I bambini?»
«Sono con i tuoi.» rispose lei, «Sono super eccitati e non hanno un briciolo di sonno.» disse, «Sarà dura farli addormentare...» sospirò.
Shane le sorrise e le strinse la mano mentre la guardava negli occhi, «Non preoccuparti, una ninna nanna, un po' di coccole e dormiranno come angioletti.»
Rebecca alzò un sopracciglio, dubbiosa sul fatto che si sarebbero addormentati con una ninna nanna, come minimo avrebbe dovuto passeggiare su e giù per la camera d'albergo per una buona mezz'ora prima che uno di loro chiudesse gli occhi, vinto dal sonno, «Se lo dici tu.» borbottò.
«Becky!»
Rebecca si girò verso Veronica e le andò in contro, felice di rivedere la sua migliore amica. In quei quattro anni si erano viste spesso — una cosa che Shane aveva imparato in fretta era che, nel cuore di Rebecca, Veronica aveva un posto di rilievo —, e ogni volta che s'incontravano erano sempre felici. Le due amiche si abbracciarono, ridendo.
«Vi siete viste ieri pomeriggio.» disse Nicky, «Sembra che non vi vedete da anni!»
«Oh, Nico, taci!» borbottò Rebecca.
«I miei nipotini?» domandò Veronica che aveva ignorato le parole di Nicky.
Rebecca sorrise, «Sono con Mae e Peter.» rispose, «Andiamo che voglio vederli.» disse e lanciò una breve occhiata al cugino, per vedere se avesse qualcosa da ridire anche su quello. Nicky, però, stava parlando con Shane. «CI vediamo fra poco.» disse a suo marito.
Insieme a Jodi e Georgina raggiunsero i genitori dei ragazzi; «Oh, come sono carini!» squittì guardando i bambini. Si avvicinò alla sua omonima e le prese la manina paffuta fra le dita. «Ti ruberei e ti porterei sempre con me!» le disse e le fece il solletico sul pancino. La piccola ridacchiò e si agitò fra le braccia della nonna, per poi sporgersi verso la “zia” per farsi prendere in braccio.
Rebecca prese Nicky e si sedettero su uno dei divanetti, dall'altra parte della stanza, insieme a Georgina e Jodi che cullava Koa.
«Perché lui dorme e loro no?» borbottò Rebecca fissando i figli che avevano l'aria di quelli che avrebbero voluto rimanere svegli tutta la notte.
Jodi le sorrise, «È solo stanco.» rispose.
Rebecca sistemò Nicky sulle ginocchia, tenendolo contro il suo corpo per evitare che il bambino si buttasse per terra — era già successo una volta e non voleva rivivere l'esperienza di passare due ore al pronto soccorso e guardare il suo bambino che subiva esami medici —, «Spero che si stanchino anche loro.» disse, «In fretta, magari.»
«Veronica potrebbe sempre cullarli.»
Rebecca sorrise nel sentire la voce del marito — non si era accorta che lei e le altre avessero chiacchierato così tanto da dare il tempo ai ragazzi di farsi una doccia veloce e cambiarsi. «Eh già.» disse, «La brava zietta deve far addormentare i bambini... altrimenti che zietta è?» aggiunse guardando Veronica.
«Bhe... io ci provo ma non assicuro nulla.» disse l'altra, «Non sono esperta, lo sai.»
«Sarebbe anche ora che lo diventassi.» replicò Rebecca.
Veronica arrossì e abbassò lo sguardo, «Ehm.. potrei avere una Coca?» domandò guardando Mark che le aveva messo davanti una birra.
«Una Coca?» fece Rebecca perplessa, era la prima volta che Veronica rifiutava una birra. «Stai bene?» domandò.
Veronica accarezzò i capelli della bambina, passando le dita fra i capelli biondo-rossicci e non rispose mentre le sue guance si colorarono di rosso.
«Veronica?» la chiamò Rebecca, ignara che gli altri le stessero guardando, «Ronnie? Nica?»
«Non chiamarmi Nica!» sbottò l'altra.
«E tu dimmi cosa ti prende per rifiutare una birra!» esclamò Rebecca.
«Sembri lei quando era incinta!» commentò Shane, «L'odore la faceva vomitare.»
Veronica arrossì ancora di più.
«Veronica...» fece Rebecca, «Sei incinta?» squittì.
«Cosa?» esclamò Kian.
Veronica alzò il viso, ormai completamente rosso dall'imbarazzo. «Ehm... sì.» sussurrò in risposta.
«E quando avevi intenzione di dirmelo?» domandò Rebecca e diede Nicky a Shane, «Al momento del parto?»
Veronica la guardò, mordendosi il labbro inferiore, «Domani?» mormorò, «Ho fatto il test ieri sera solo perché Tommy ha insistito... e l'ho ripetuto stamattina.» disse, «È positivo.»
Rebecca sorrise, un sorriso che le illuminò il volto stanco e abbracciò l'amica. «Oh, mio Dio.» mormorò, «Sono così felice!» disse, «I nostri bambini cresceranno insieme!» esclamò, felice per quella notizia, ancora di più di quella che l'amica le aveva detto il giorno precedente, ovvero che lei e Tommy si sarebbero trasferiti a Dublino — Tommy aveva ricevuto una promozione con conseguente trasferimento e, fra Roma e Dublino, aveva scelto quest'ultima.
«Oh mio Dio.» disse Kian, «Avremo un'altra baby Veronica.»
«Non so ancora se è femmina!» protestò l'interessata.
«È lo stesso.» disse Kian, «Ci sarà un altro matto come te.» esclamò, «Non credo che l'Irlanda sia pronta per tre persone come voi.» disse indicando Rebecca e Veronica.
«Ehi!» protestò Shane, «I miei bambini non sono matti!»
«Uno sarà paranoico e protettivo come Nicky, l'altra fuori di testa come Veronica...» ridacchiò Jodi, «Una bella coppia.»
«Io non sono paranoico!» squittì Nicky.
«Ah no?» fece Rebecca e sorseggiò la sua birra, «Ti preoccupi ancora del tatuaggio.»
«Metà è sulla tua chiappa destra!»
«Solo un pezzetto.» lo corresse lei.
Nicky sbuffò e incrociò le braccia al petto mentre borbottava che ce l'avevano tutti con lui.
«Per fortuna non sa tutto.» disse Veronica.
«Tutto cosa?» chiese Shane, «C'è qualcosa che non so e dovrei sapere?»
«Ma no!» rise Veronica, «Non preoccuparti.» disse e prese un sorso di Coca, «Sono solo alcune cose che abbiamo fatto al liceo...»
«Quali?» chiese Mark, curiosi di saperne di più.
«Niente.» mugugnò Rebecca e guardò Veronica, «Non dire nulla.» le disse in italiano.
«Perché non dovrebbe dire nulla?» chiese Shane e Rebecca maledì se stessa per avergli voluto insegnare qualche parola in italiano. «Io sono curioso.»
«Sono solo stupidate, nulla d'interessante!» squittì lei.
«Ma siamo curiosi.» replicò Shane, «Tutti quanti.» Rebecca sospirò e diede un pizzicotto alla mano di Veronica, una piccola vendetta. «In seconda liceo Veronica mi ha costretto a saltare la scuola per andare davanti al liceo classico dall'altra parte del quartiere perché c'era un ragazzo che le piaceva.» raccontò.
«E tu mi hai portato direttamente dall'altra parte della città!» protestò Veronica, «E mi hai quasi fatto cadere!»
«Perché avevo visto il professore di storia!»
«Ti era sembrato di averlo visto, non ne eri sicura.»
«A me sembrava lui.»
«Non era lui.»
«Sì che era lui.»
«Anche se fosse... dovevi proprio spingermi in mezzo all'aiuola?»
«Meglio in mezzo lì che nella stanza del preside!»
«Ehm... resettate la lingua.» disse Mark.
«È colpa sua!» si difese Rebecca, «Come quella volta che siamo andate in un pub e per poco non ci sbattevano fuori perché avevamo quindici anni e non diciotto.»
«Sei andata in un pub a quindici anni?» squittì Nicky, «Ma... Bex!»
«E quella volta che dopo l'addio al nubilato di Anna sei andata a sbattere contro un cestino della spazzatura e ti sei scusata?» fece Veronica.
«Credevo di essere andata contro una persona!» si difese Rebecca.
«Alta un metro e dieci?»
«Poteva essere un bambino!»
«In giro da solo, alle due di notte, per le strade di Milano?»
«E allora poteva essere un nano!»
«Un nano? Di forma cilindrica e con una gamba sola?»
«Ragazze... parlate in inglese...» disse Shane, «Ho capito solo che sei andata contro un nano dentro un cestino della spazzatura.» si rivolse a Rebecca, lei guardò Veronica e scoppiò a ridere.
«No!» squittì fra una risata e l'altra, «Ho detto che sono andata a sbattere contro un cestino e mi sono scusata perché pensavo che fosse una persona.»
«Quanto eri ubriaca?» domandò Mark.
«Mai tanto come quando Veronica ha bacia-»
«Rebecca!»
«Ha baciato il padre di Ricky pensando che fosse il figlio.» finì Rebecca.
«Almeno io non ho scambiato un cestino per una persona!»
Rebecca alzò gli occhi al cielo, «Okay.» disse, «Ma io non ho baciato il padre del ragazzo che mi veniva dietro, eh.» esclamò e riprese in braccio la bambina, che si appoggiò contro di lei e infilò il pollice destro in bocca, «Ricky c'è rimasto male, poverino.»
«Tutti ci sarebbero rimasti male.» commentò Georgina, seduta accanto a Nicky, che si teneva la testa fra le mani, mormorando che lui certe cos non voleva saperle, soprattutto se riguardavano sua cugina.
Veronica sorseggiò la sua bevanda, «Non è colpa mia.» disse, «La colpa è degli altri che avevano corretto la coca con l'Avana!» esclamò, «E del padre di Ricky che è apparso all'improvviso.»
«Sì, ma Ricky era accanto a lui!» squittì Rebecca e gli altri risero, «Cinquanta centimetri più a destra e avresti baciato il ragazzo giusto!»
«Ricky il brufoloso?» domandò Veronica. «Molto meglio suo padre.»
«Ma Ricky si è messo a piangere e lo hanno preso in giro per tutto l'anno!» disse Rebecca.
«E la colpa è tua che sei voluta andare alla sua festa solo per vedere Filippo!» esclamò Veronica «E mi hai lasciato sola mentre tu e lui vi baciavate nel sottoscala!»
«Chi è questa persona?» domandò Shane, «E perché non ne sapevo nulla?»
Rebecca lo fissò e abbassò il viso, imbarazzata. «Avevo quindici anni.» mormorò. «E Filippo era uno che mi piaceva.»
«E dovevi baciarlo nel sottoscala?» chiese Nicky, «Più vengo a sapere certe cose più vorrei tanto non averle sapute!»
«Non ascoltarci, allora.» disse Veronica e sorrise. «E comunque non è successo nulla di grave.»
«Nulla di grave?» squittì Rebecca, «Abbiamo avuto due mesi di punizione!»
«Mi pare giusto.» esclamò Nicky, «Anzi, mi pare troppo poco.» si corresse, «Sei mesi mi sembrano più adatti.»
«Sei mesi di punizione per aver baciato un ragazzo?» fece Shane, «Non ti pare di esagerare?»
«Voglio vedere cosa farai quando sarà tua figlia a baciare un ragazzo.» replicò Nicky.
«Oh, ma io le impedirò direttamente di uscire.» disse Shane, «Così sarà al riparo da qualsiasi tentazione.»
«Shane!» squittì Rebecca, «Non farla uscire? Vuoi segregare i nostri bambini?»
«Nicky no, solo Veronica.» rispose lui, «E mi sembra giusto, con tutto quello che avete combinato tu e Veronica...» sospirò e sorrise mentre sfiorava la schiena del piccolo Nicky che era tranquillo, come se si stesse per addormentare.
Rebecca sorseggiò la sua birra. «Non abbiamo fatto così tanti danni, dopotutto.» mormorò, «Siamo brave ragazze, in fondo.» disse e Veronica — quella grande — annuì.
«Molto in fondo.» le prese in giro Kian.
Rebecca chinò il viso e si dipinse un finto broncio sulle labbra, e baciò la testolina della figlia.
«Io ti amo per come sei.» le sussurrò Shane prima di baciarla velocemente sulle labbra.
Lei sorrise e guardò Shane, «Uh, meglio così.» disse.
«Bhe, io sono curioso di sentire altre storie.» esclamò Mark.
«Io no.» replicò Nicky, «Non oggi, almeno.»
«Dopo domani va bene?» esclamò Shane mentre gli altri risero divertiti.

***

Rebecca fissò i bambini che dormivano insieme nello stesso lettino che aveva fornito l'hotel; si erano addormentai due minuti dopo essere saliti in auto e avevano continuato a dormire per tutto il tragitto. Adesso erano tranquilli, con indosso pannolini e pigiamini puliti, che succhiavano il ciuccio.
«Li consumerai.»
Rebecca si voltò verso Shane e gli sorrise, ricordando che lei gli aveva detto le stesse parole quando i bambini avevano poche ore di vita. «Li stavo solo guardando.» disse e sfiorò i capelli legati in una morbida treccia.
«Hai visto che dormono come angioletti?» mormorò lui abbracciando da dietro Rebecca e posandole le mani sulla pancia, «E tu che non ti fidavi di me!»
«Ma io mi fidavo di te!» squittì lei e reclinò la testa, posando contro la spalla di Shane.
«A me sembra di no.» ridacchiò lui e le baciò la spalla, «Avevi l'aria scettica.»
Rebecca sorrise, si chinò sopra i bambini e baciò le loro fronti, si spostò e andò verso il letto.
Shane si chinò e baciò i bambini, «Vi amo.» sussurrò, alzò la spondina del lettino e si assicurò che fosse incastrata bene, raggiunse Rebecca e si sdraiò accanto a lei.
Rebecca lo fissò prendere il cellulare e digitare alcuni messaggio. «A chi scrivi?» domandò, curiosa e anche un pizzico gelosa.
«A Fred.» rispose lui, riferendosi a un suo amico che viveva a Dublino; Rebecca non disse nulla e si limitò a fissarlo, continuando a ripetersi che era stata fortunata a trovare un uomo come lui, anche se ci avevano messo un po' di tempo a capire che erano fatti l'una per l'altro ma, ormai, non le importava più: erano sposati, si amavano e avevano due bei bambini, che ora dormivano tranquilli a due metri da loro. Non poteva chiedere di meglio: aveva una famiglia meravigliosa, tanti amici, un cugino paranoico e ansioso, che le voleva bene e che avrebbe fatto di tutto per lei — ne era certa, Nicky era stato come un fratello maggiore, per lei — una migliore amica, la stessa da ormai ventitré anni , che presto sarebbe diventata madre anche lei, che avrebbe abitato nel suo stesso Stato — era felicissima al pensiero di poterla vedere più spesso di quanto aveva fatto in quei quattro anni, dove si erano viste ogni due-tre mesi —; la sua vita era splendida e si sentiva costantemente su una nuvoletta rosa, dove volavano unicorni.
«A cosa pensi?»
Rebecca sorrise e abbracciò Shane, posò la testa sul suo torace e gli strinse la mano, intrecciando le dita con le sue. «Sono felice.» rispose.
Shane le baciò la testa, «Anche io.» mormorò e le posò la mano sulla spalla, stringendola con delicatezza, «Ti amo.» disse dopo qualche secondo di silenzio.
Rebecca alzò il viso e lo guardò, nella semi oscurità e sorrise, felice come ogni volta che lui le diceva quelle due parole. «Ti amo.» mormorò e chiuse gli occhi mentre avvicinava il viso a quello di lui, gli sfiorò le labbra con le proprie, apprezzando come sempre il sapore e la morbidezza delle labbra di suo marito. «Sempre.» aggiunse socchiudendo gli occhi, «Ogni secondo, anche quando i bimbi piangono e tu fai finta di dormire...»
«Io non faccio finta di dormire!» replicò Shane e sorrise, «Io dormo sul serio.» disse e sfiorò i capelli di lei, «E comunque ogni tanto mi sveglio anche io.»
Rebecca ridacchiò e posò le fronte contro la tempia di Shane e si sdraiò sul fianco sinistro per stare più comoda, «Lo so, sciocco.» disse, «Ti stavo prendendo in giro.» mormorò e strinse la mano che teneva quella di Shane, rimase in silenzio, fissando il viso di Shane, il suo profilo, sorrise ancora e sbadigliò.
Shane le baciò la fronte, «Dormi, piccola.» mormorò al suo orecchio, «Buona notte.»
«'notte.» sbadigliò lei, si sistemò su di lui, posando la testa sul suo torace e chiuse gli occhi.
Shane le sfiorò la schiena, sentendosi fortunato ad avere Rebecca nella sua vita, che loro due avessero avuto due splendidi bambini. Un capitolo della sua vita si stava chiudendo e se ne sarebbe aperto un altro, ancora più felice, ne era certo.
Sorrise e chiuse per un attimo gli occhi, mentre nella sua mente iniziavano a farsi strada quelle domande che, ogni tanto, saltavano fuori dal nulla.
“E se non avessi chiesto a Gillian di sposarmi?”
“E se, quella mattina del ventotto giugno del 2003 le avessi detto la verità? Se le avessi detto che ero innamorato di lei?”
“Se avessi annullato il matrimonio quando sono tornato dall'Asia, quello stesso anno?”
“Se non avessi smesso di chiamarla?”
“Se le fossi stato accanto quando è morto suo padre?”
“E se...”
Respirò a fondo, scacciando quei pensieri: non poteva tornare indietro e cambiare qualcosa, perché, comunque, lei era lì, con lui, fra le sue braccia.
Ascoltò per qualche istante il respiro di Rebecca e si tranquillizzò. L'unica cosa di cui non si perdonava era non essere stato vicino a lei quando Shawn era morto, avrebbe voluto esser lì con lei, per starle vicino, consolarla e aiutarla. Purtroppo, però, neanche quella cosa si poteva cambiare, anche se era stato quell'avvenimento che gli aveva fatto capire cosa dovesse fare, anche se poi gli ci era voluto un anno e mezzo per farla. Accarezzò la spalla di Rebecca e le scostò una ciocca che gli stava per finire in bocca.
Sbadigliò e chiuse gli occhi, ascoltando distrattamente i rumori che provenivano dall'esterno della stanza; si concentrò su quelli che provenivano dall'interno, pensando, ancora una volta, che era fortunato ad avere Rebecca, Nicholas Shawn e Veronica Tracy nella sua vita.
Cullato dai respiri dei suoi figli e da quello di sua moglie si addormentò.



Scusate il ritardo con cui posto il capitolo, l'epilogo di questa storia... se avessi aspettato ancora un po' avrebbe compiuto un anno! xD
Comunque... bhe, non ho nulla da dire, tranne che ho adorato scrivere questa storia, anche se ogni tanto mi ha causato qualche problemuccio... *picchia Shane e Rebecca*.
Ringrazio tutte le persone che hanno commentato, messo la storia in una delle liste e chiunque l'abbia letta. Grazie di cuore *sparge amore*
Naturalmente ringrazio i miei amorzzi, i Westlife, che da quindici anni e mezzo rallegrano le mie giornate con le loro voci.
P.S: ho scalettato i missing moments di questa storia e inizierò a pubblicarli appena sarà a metà della mia nuova storia “Burn”.

   
 
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