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Autore: MayaNp994    12/11/2014    3 recensioni
*Seguito di "Accettami per quello che sono"*
Sono passati dieci anni da quando Bella e suo figlio Edward hanno lasciato Forks. A Phoenix hanno una bella vita stabile e organizzata. Ma tutto si sgretola quando una chiamata dall'ospedale di Forks gli comunica che Charlie ha avuto un malessere ed ha bisogno di lei.
Come influirà questa faccenda con la vita dei due protagonisti? e Bella riuscirà a risolvere le questioni in sospeso?
Leggete e scopritelo!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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TI ACCETTO PER COME SEI

Capitolo 6. Mille vittorie e una sconfitta. (EDWARD JAY POV)

 

Entrai nella stanza dei giochi di Emmett. Era la cosa più spettacolare dell'universo.

-Benvenuto nel mio regno.- disse lui orgoglioso.

Sembrava un negozio di videogiochi. Aveva Wii, Nintendo DS, PS4, Xbox 360 e tutte le console che avevo sempre desiderato.

Superato lo stupore iniziale per tutta la meraviglia che poteva esserci in una stanza sola, una parete in particolare attirò la mia attenzione.

Era tappezzata di foto. Mi avvicinai e notai tutte le persone che avevo appena incontrato e la mia mamma, mentre giocavano ad un gioco, se non ad un altro.

Le brillavano gli occhi per quanto era felice.

Sentii una mano sulla spalla. -Tua madre è proprio una donna speciale, Edward.- disse Emmett, guardando fisso le foto. -Ci è mancata molto.- sorrise.

Forks sembrava rimasta bloccata nel tempo. Come poteva un luogo conservare foto, oggetti e pettegolezzi di dieci anni prima, senza mutamenti. Senza evoluzioni.

-Vuoi vedere una cosa divertente?- rise Emmett all'improvviso.

Annuii.

Prese una chiavetta e la inserì nel televisore. Aprì un file chiamato “Ed&Bella”.

Sulla tv apparirono le immagini girate palesemente da un telefonino. Eravamo io e la mamma che ballavamo su una canzone di Britney spears. Eravamo ridicoli. Risi anche io insieme allo scimmione.

 

Quando fu pronto da mangiare, scendemmo e ci sedemmo a tavola.

Riconobbi il medico dell'ospedale che ci aveva accolto quando andammo a trovarlo all'ospedale.

Mia madre mi presentò tutti. Alice, Carlisle e Esme, eppure mancava qualcuno. Mancava Edward Cullen. Colui che volevo conoscere a tutti i costi.

Mia nonno mi sorrise.

-Alice, dov è Edward?- chiese mamma con un sorriso.

-E' andato a prendermi il caffè..- Tutti risero. Perchè ridevano?

-Non ti farebbe male un po' di astinenza da caffeina, Alice cara.- Disse una voce dall'entrata della casa. -E non ti farebbe male avvisare del tuo ritorno in città, Bella!-

-Jasper! Da quanto tempo!!- Oh madonna. Non ne potevo più di convenevoli.

 

Dopo una cena a dir poco divina, avevo bisogno del bagno.

-Scusami, Esme, dove posso trovare il bagno?- sorrisi caldamente.

-Tesoro caro, al piano di sopra, in fondo al corridoio- mi rispose con un sorriso che poteva eguagliare un angelo.

Salii al piano di sopra ma in fondo al corridoio c'erano tre porte.

Entrai nella prima, e l'unica cosa che saltava all'occhio era una grande letto a baldacchino tutto rosa.

Chiusi subito.

Aprii la seconda e capii subito di chi era la stanza.

C'erano libri di medicina impilati in un angolo ed una gigantografia dei fratelli Cullen attaccata alla parete.

Non era la stanza di Emmett, visto che faceva il pugile, ed ero quasi sicuro che la camera in rosa fosse di Alice. Per logica quella era la camera di Edward Cullen.

Guardai con espressione assorta il viso di quell'uomo. Quell'uomo era colui che aveva fatto innamorare mia madre. Era l'unica persona dopo mio padre ad averle fatto provare un sentimento simile.

-Ehi.. questo non è il bagno..- disse una voce mascolina e decisa alle mie spalle.

Mi voltai e finalmente lo vidi.

-Scusami tanto. Ho sbagliato stanza.-

-Tranquillo.- sorrise. Tutti in questa famiglia erano propensi a sorridermi.

-Tu.. sei Edward, giusto?- chiesi abbassando lo sguardo.

-Si.- spalancò gli occhi per la sorpresa. Forse non si aspettava che lo conoscessi. In effetti neanche mamma si aspetterebbe una cosa simile.

-Nonno Charlie mi ha parlato di te e la mamma.-

-Ah..- sembrava deluso. -Vieni dentro..-

Entrammo nella sua camera. Non mi interessava del bagno in quel momento. Volevo conoscere la verità. Volevo sapere il perchè non si parlavano più.

-Cosa vuoi sapere Edward?- mi chiese mentre andava verso la libreria.

-Tutto..-

Rise. -Sei uguale a tua madre per certi versi.- prese un libro e me lo porse. -Questo è il diario che tenevo quando andavo alle superiori. Leggilo e capirai tutto.- abbassò lo sguardo. -Comincia dal Settembre del 2004..- Poi entrò nel bagno e si chiuse dentro.

La serata andò avanti come da programma. Si erano incontrati tutti di nuovo, si mangiò benissimo e mia madre sotto supervisione di Alice, che a quanto pare è mezza pazza, fece una sfilata. Edward Cullen rimase a bocca aperta un vestito dopo l'altro.

 

Quando tornai a casa iniziai a leggere il diario che mi aveva dato e capii subito il cambiamento nel suo carattere. Lui amava la mia mamma.

Era tormentato, era felice, era triste, era assolutamente preso.

La cosa interessante era l'ultima pagina del quaderno...

 

20 Settembre 2013

Oggi comincio l'università. Sono cambiato in tutto questo tempo, me ne sono accorto.

Ho raggiunto tutti i miei obbiettivi. Mi sono diplomato con il massimo dei voti, ho una famiglia amorevole che non mi fa mai pesare nulla quando sbaglio, ho così tante ragazze intorno che ne sono quasi annoiato, ho un'intelligenza fuori dal comune, sono bello per quello che dicono...

Eppure non mi sento completo.

Lo devo ammettere una volta per tutte. Dopo dieci anni ancora non sono riuscito a provare nulla di quello che riusciva a farmi provare Lei.

Non riesco ancora a pronunciare il suo nome. Non riesco ancora ad andare nella stanza dei giochi di Emmett. Non riesco ancora ad accendere il mio vecchio computer portatile.

Continuo a scriverle e a chiamarla anche se so che non è possibile che lei risponda.

Penso che sia il caso di finire con questo diario e cominciarne uno nuovo.

Rileggendolo mi sono accorto che in tutta a mia adolescenza ho accumulato un considerevole numero di vittorie.. ma una sola sconfitta. Una sconfitta che mi sono provocato da solo. Una sconfitta che cancella tutte le mie vittorie.

Mi manca e mi manca il suo bambino che ormai sarà diventato un ometto.

Di sicuro Lei avrà qualcun altro di cui prendersi cura.. magari un marito o un altro figlio..

tante cose cambiano in dieci anni. Eppure sogno ancora che quel marito sia proprio io.

 

 

   
 
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