Osservando l'acqua scorrere, Bianca pensava che forse non avrebbe dovuto farlo. Insomma, i Campi Elisi non erano mica un brutto posto e per lei, la figlia di Ade, erano ancora meglio. Non eguagliavano l'Hotel Lotus, certo, ma anche lì era palpabile quella spensierata allegria, data dalla serenità delle anime soddisfatte del loro destino. Prima di arrivare nella sua nuova dimora nei Campi Elisi (simile a una casetta per bamboline greche, con tanto di mini-tempio e piscina), era passata per le Praterie degli Asfodeli e aveva visto da lontano i Campi della Pena, quindi sapeva quanto era fortunata. O meglio, fortumorta. Ma sentiva comunque una specie di mancanza, un vuoto all'altezza dello stomaco, come se avesse perso qualcosa di essenziale. All'inizio pensava fosse una normale conseguenza dell'essere morta, ma col passare dei mesi aveva sviluppato un'altra teoria: era stata privata della vita troppo prematuramente. Cioè, nessuno è mai pronto a morire, ma quando era stata schiacciata da quello stupido meccano gigante, non era ancora arrivato il momento in cui avrebbe potuto lasciare in pace la terra dei viventi. In pratica, non aveva concluso il suo tempo. E a causa di questa morte "non regolare" non riusciva a godersi la sua beatitudine eterna, continuando invece a sentire un' "attrazione" verso la vita, una sorta di richiamo. Aveva discusso con suo padre a proposito ed erano giunti a una conclusione: doveva reincarnarsi in un nuovo corpo mortale, dopo aver fatto un bel bagnetto nel Lete. E ora era lì, sulla riva del fiume infernale, a un passo dal dimenticarsi di tutto e di tutti, perfino di sé stessa. Ma ora esitava. Esitava e pensava. Nico, il suo amato fratellino, aveva ancora bisogno di lei, aveva bisogno di qualcuno che gli volesse veramente bene. E se lei perdeva la memoria... lui sarebbe rimasto solo.
-Bianca, se non vuoi non devi.-
Suo padre era lì, con la mano sulla spalla fumosa di lei. In qualità di dio e Re degli Inferi, riusciva a toccarla e, da quando era un'anima , sembrava anche capirla e, strano a dirlo, volerle bene. Ma forse, proprio come suo figlio minore, Ade aveva più dimestichezza con i morti che con i vivi.
-No, voglio farlo. Solo che... sai, Nico... credo abbia ancora bisogno di me.-
L'espressione del Re degli Inferi si addolcì: -Forse. Anzi, probabilmente tuo fratello penserà sempre di avere bisogno di te. Ed è proprio per questo che devi farlo, per non renderlo dipendente da qualcosa che non appartiene nemmeno al suo mondo. E poi ormai è grande. E forte. Può accettare la tua scelta.-
Bianca annuì: sapeva che suo padre aveva ragione. Prese un respiro tremante e fece un passo avanti. Un attimo prima di immergersi si girò e disse: -Papà, se Nico chiede... gli voglio bene, e facendo questo non lo sto abbandonando. Okay?-
Ade annuì gravemente e lei si voltò verso le acque fosche del fiume.
"Io sono Bianca di Angelo" pensò “ figlia di Ade e Principessa degli Inferi. Sorella di Nico di Angelo, Re dei Fantasmi. Sono una semidea e questo non può essere dimenticato."
E si immerse tra i flutti.