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Autore: Francy_Kid    12/11/2014    4 recensioni
Death the Kid, il nuovo Sommo Shinigami. Come Dio della Morte ha il compito di raccogliere le anime di tutti coloro che muoiono, anche quelle dei suoi amici.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Spirit Albarn, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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NON SARAI MAI SOLO

 

Cammini lungo le strade di Death City, portando in mano sei bouquet, composti da otto fiori per ognuno. Sei vestito del mantello e della maschera da Shinigami. Quegli stessi abiti che portava tuo padre prima che tu prendessi il suo posto. Quelle tre Linee di Sanzu, ormai collegate, sono simmetriche, ma non sei più orgoglioso di mostrarle in giro. Quelle stesse linee che, qualche anno fa, erano la distruzione del tuo equilibrio, ora sono il marchio della morte. Erano l'ultima cosa che vedevano le persone prima di morire, insieme hai tuoi bellissimi occhi dorati.

Intanto, sei arrivato al cimitero. Per primo, visiti la tomba di un tuo caro amico. Colui che diceva di voler superare gli Dei e che non perdeva mai una battaglia, ma aveva perso quella più importante: Black Star, morto a nove anni fa per un tumore. Quando gliel'hanno diagnosticato era allo stadio finale e non si poteva far più niente per salvarlo. Aveva solo due mesi di vita. Ti ricordi ancora ciò che ti disse prima che tu prendessi la sua anima:

Era sdraiato, immobile, in un letto d'ospedale. Era incarne e aveva delle borse sotto due occhi spenti e stanchi. Non ce la facevi a vederlo così.

“Anche se mi sono sforzato molto, non sono riuscito a battere Dio...”

Tu non parlasti. Ma volevi confortarlo, volevi dirgli qualcosa, ma le parole non ti si bloccarono in gola.

“Lo so perchè sei qui. Questa non è una normale visita tra amici...” disse guardandoti. “Sembra che questa, sarà l'ultima volta che ci vedremo. Avanti. Metti fine alla mia agonia.” disse chiudendo gli occhi.

“Sei sempre stato impaziente.” scherzasti avvicinandoti a lui.

“Almeno, dove andrò, supererò Dio una volta per tutte...”

“Mi dispiace...” sussurrasti socchiudendo gli occhi.

“Non devi dispiacerti. È il tuo lavoro e la mia ora è ormai giunta. Mi sono rotto di restare fermo qua anzichè esser fuori a spaccare il muso a qualche Kishin.” rispose guardandoti con occhi privi di luce. Tu sorridesti, lasciandoti scappare una lacrima. Poi, poggiasti una mano sul suo petto, lo guardasti dritto negli occhi e disti: “Addio amico mio. Mostra agli angeli come si lotta.”

Detto ciò, lui ti sorrise e chiuse gli occhi. Tu prendesti la sua anima e vidi il suo volto felice mentre la vita lo lasciava.

 

Ti ricordi ancora di lui come il pazzoide che battevi in tutte le lotte, uno dei tuoi più cari amici. Lasci un bouquet sulla tomba, salutandolo, e ti dirigi verso quella dopo. Sulla lapide c'è scritto: ''Tsubaki Nakatsukasa. La dimostrazione che anche le camelie hanno profumo.'' Lei morì otto anni fa per una rapina a mano armata, mentre tornava dalla festa di compleanno di Kim. Era ancora distrutta per via del suo meister, ma decise comunque di andare a quella serata tra amici. Mentre tornava a casa, uno scippatore le si presentò davanti, rubandole la borsetta, sparandole un colpo nello stomaco e lasciandola morente in un vicolo. Quella sera, tu la trovasti in una pozza di sangue. Prima di andarsene, lei ti disse: “A-Almeno... P-Potrò rivedere Black Star...” sussurrò, in lacrime, prima di chiudere gli occhi e lasciadoti prendere la sua anima che aveva abbandonato il suo corpo..

 

Poggi un altro bouquet sulla tomba e cammini verso le prossime: quelle delle Sorelle Thompson. La prima a morire fu Patty sei anni fa, per un incendio causato da una fuga di gas nell'appartamento suo e della sorella, mentre la maggiore era a far compere. Quando prendesti la sua anima, era ancora sprizzante di energia e allegra, ma anche triste per aver lasciato la sorella e te. La sua famiglia. Quando lo venne a sapere, Liz cadde in depressione e si suicidò tre giorni dopo, tagliandosi le vene.

Rimpiangi ancora i momenti felici: quando erano ancora le tue armi, quando dovevi riordinare casa perchè non era simmetrica e tutte le battaglie vinte. Poggi i mazzi di fiori sulle loro fredde tombe e ti dirigi verso quella dell'ultima Death Scythe: Soul "Eater" Evans. Dopo la battaglia sulla luna, anche la rivalità tra le streghe e Death City finì. Soul divenne un pianista famoso e i biglietti per i suoi concerti andavano a ruba. Ma il successo gli diede alla testa. Quattro anni fa iniziò a bere e a far uso di droghe. Un giorno, il suo manager lo trovò disteso sul pavimento, privo di sensi e, sul tavolo, varie pillole e delle strisce di Polvere d'Angelo. Chiamò subito l'ambulanza, ma quando arrivò all'ospedale, tu gli avevi già preso l'anima.

Metti un bouquet anche sulla sua tomba e cammini verso l'ultima. Quella persona era molto speciale per te. Ti capiva e ti sosteneva; anche per questo, ti eri innamorato di lei. Maka Albarn. Una meister eccezionale e una moglie splendida. Pochi giorni prima della sua morte, aveva deciso di diventare immortale per passare la vita con te e vostro figlio. Avevi solo ventinove anni quando ti ha lasciato e il vostro bambino ne aveva solo tre. Quel maledetto giorno di due anni fa, lei stava tornando dal supermercato, quando, attraversando la strada, un'auto la investì. L'uomo alla guida del veicolo, fermato poco dopo dalla polizia, era ubriaco. Le persone accorsero ad aiutare Maka e quando l'ambulanza arrivò in ospedale fu sottoposta a un'operazione d'emergenza. Aveva perso parecchio sangue e i medici non poterono fare molto.

Ti ricordi ancora quel maledetto giorno. Lei era sdraiata in un letto d'ospedale, piena di lividi e attaccata ad una macchinetta per il battito cardiaco. Era debole. Troppo debole.

“Maka. Non voglio prendere la tua anima. Ti prego: riprenditi.” piangesti stringendole la mano.

“Kid... Mi dispiace...” ti sussurrò attraverso la mascherina.

“No, non è colpa tua. Ti rimetterai. Ne sono certo.” dissi cercando di rassicurarla. Non riuscivi a fermare le lacrime che sgorgavano dai tuoi occhi dorati.

“Non piangere...” esclamò accarezzandoti la guancia. “È buffo: proprio oggi che dovevo diventare uno Shinigami...” sussurrò dandoti un lieve sorriso.

“E così sarà. Maka... Non mi lasciare... Non voglio restare solo... Io ti amo.” piangesti di nuovo stringendole la mano sulla tua guancia, sentendo la fede d'oro che portava al dito anulare.

“Kid, c'è nostro figlio, mio padre e gli insegnanti della Shibusen... Ricordati: tu non sarai mai solo.” ti disse cercando di confortarti. “Prenditi cura di nostro figlio e digli che la mamma gli vuole bene...” sorrise facendo cadere una lacrima.

“No!”

“Ti... A-Amo...” disse prima di chiudere gli occhi e lasciare che la mano cadde senza vita. Dalla macchina sentisti un segnale piatto. Rimasi lì, a sperare che tutto questo fosse solo un incubo, finchè non vidi la sua piccola e fragile anima lasciare il suo corpo e dirigersi verso di te. Non volevi prendere quell'anima con ali d'angelo. Non volevi prendere la vita di tua moglie. No. Non volevi.

 

Quei ricordi riaffiorano nella tua mente. Sollevi la maschera, lasciando il viso scoperto e ti chini verso la tomba di Maka, posando l'ultimo mazzo di fiori.

“Ciao Maka. Nostro figlio sta crescendo molto e, dall'anno prossimo, inizierà a frequentare la Shibusen. Sono certo che diventerà uno Shinigami fantastico... e un meister perfetto. Proprio come te.” parli facendo cadere una lacrima sul marmo bianco. Ti fermi a dire ancora qualche frase davanti a quella pietra un altro po', non accorgendoti dei minuti che passavano. Vorresti che fosse ancora lì con te, ma alla morte non si comanda.

“Tornerò a farti visita. Ciao amore..." dici con gli occhi lucidi, rialzandoti.

"Papà!" senti una voce provenire da fuori il cimitero. Ti volti per vedere chi fosse e vedi un bambino di cinque anni che si dirige verso di te, mano nella mano con Spirit. Quando tu e la tua dolce amata avete avuto un bambino, l'ex Death Scythe si fece più presente e non frequentò quasi mai il Chupa Cabra's, soprattutto dopo la morte della sua adorata figlia per passare più tempo con suo nipote.

"Ciao piccolino." lo saluti prendendolo in braccio. Aveva i capelli corvini e tre strisce bianche sul lato sinistro come te e due occhi verdi simili a due smeraldi come Maka.

"Papà. Sei venuto a far visita alla mamma?" ti chiese guardandoti incuriosito.

"Sì."

"Sai, voglio andare alla Shibusen e diventare forte come lei." esclamò mostrando un sorriso a trentadue denti. Era proprio come quello della tua dolce Maka. Spirit vi guardava, anche lui sorridendo, a pochi metri di distanza.

"Sono sicuro che diventerai come lei." dissi scompigliandogli i capelli. Esci dal cimitero, seguito dal padre di tua moglie, ridendo con tuo figlio che tenevi sulle spalle, mentre ti dirigevi verso Villa Patibolo.

 

La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere.
-Paulo Coelho


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ANGOLO AUTRICE:

Salve a tutti :)
Questa piccola storiella mi era venuta in mente durante il periodo ti tempo che ho passato a Berlino per il 25° anniversario della caduta del muro che separava la città tedesca. Sono stati tre giorni che mi hanno fatto pensare e ricordare la sofferenza che hanno provato le persone quando si sono separati dai loro cari. In più, avevo visitato alcuni musei in onore degli ebrei morti nei campi di sterminio. Altra cosa che mi ha fatto riflettere.
Mi dispiace tornare con una storia così triste, ma dovevo pubblicarla...
Spero vi sia piaciuta allo stesso :')

Francy_Kid

  
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