Prologo
L’oscurità
era
già calata a Domino City. Quella notte l’afa
estenuante aveva costretto i suoi
abitanti a rintanarsi nelle case o in luoghi freddi e asciutti o,
quantomeno,
dotati di un climatizzatore.
Ma
c’era
qualcuno che quella notte non dormiva affatto. Tre nere figure
incappucciate
camminavano silenziose come un alito di vento inesistente in quella
notte.
La
figura al
centro si fermò osservando il mare davanti a se.
-
C’era
proprio bisogno di venire qui a quest’ora della notte?
– sbuffò contrariata una
delle figure rimaste in dietro, rivelando una voce maschile.
-
Ti sei forse
dimenticato il piano, eh Charlie? – rispose continuando ad
osservare la distesa
scura di fronte a se. Chiuse gli occhi scuri domandandosi per
l’ennesima volta
se sarebbe riuscita a portare a termine la missione. Li
riaprì di scatto dandosi
mentalmente della sciocca. Ce l’avrebbe fatta! Doveva
farcela!
Charlie
sbuffò
di nuovo infastidito: - Io avrei preferito starmene a letto...Magari in
dolce
compagnia... – lanciò uno sguardo ammiccante alla
terza figura che fino a quel
momento gli era rimasta accanto silenziosa. Questa si limitò
a voltare la testa
dalla parte opposta.
-
Eddai Chris!
Non sarai ancora arrabbiata? – chiese mostrando il
più innocuo sorriso del
mondo.
La
ragazza,
Chris, si levò il cappuccio pronta a fronteggiarlo. Aveva
circa quattordici
anni, i capelli lunghi di un rosa scuro legati in una coda alta, mentre
gli
occhi rossi lo osservavano irosi: - Arrabbiata? ARRABBIATA?? SEI UN
IDIOTA
CHARLIE!! –
-
Ma... –
-
STATE ZITTI!
– tuonò dando ancora le spalle agli altri due: -
Se continuate ad urlare non
riesco a concentrarmi! –
-
Ma...sorella... – mormorò Charlie impaurito. Sua
sorella diventava isterica
quando non riusciva a fare le cose come voleva, il che, purtroppo,
accadeva
molto spesso. Decise quindi di assecondarla, meglio non svegliare il
can che
dorme, o meglio la maga che dorme. Anche se in
questo preciso caso, la
suddetta maga non dormiva affatto, al contrario di alcuni suoi poteri,
ma di
questo avremo modo di parlare più avanti...
-
Sta
arrivando. – mormorò la maga voltandosi verso
Chris e Charlie e guardando oltre
le loro spalle. I due la imitarono e attesero.
Pochi
istanti
dopo un forte vento fece sollevare il cappuccio del ragazzo mostrando
la
capigliatura corta e bianca e gli occhi rossi, un po’
più chiari di quelli di
Chris.
Davanti
a loro
in un turbine di polvere rossa come il sangue apparve una creatura. Era
alto
circa tre metri, la pelle squamosa e verde petrolio, gli occhi erano
privi di
orbite e due enormi corna sbucavano dal capo.
La
maga,
l’unica ancora col cappuccio nero a celarle il volto, si
avvicinò alla creatura
con passo sicuro.
-
Sorella, fai
attenzione. – l’avvertì Charlie: - Non
ci si può mai fidare dei demoni! – il
ragazzo pronunciò l’ultima parola con enorme
disgusto. Demoni. Non c’erano
esseri peggiori di quelli.
La
maga
sorrise fermandosi a pochi passi dalla creatura: - Tranquillo Chachi!
L’abbiamo
evocato noi. Non può farci nulla. –
-
Tecnicamente
il semplice fatto che noi lo abbiamo evocato non ci assicura un emerito
cazzo!
E secondo: non chiamarmi in quel modo!! – ringhiò.
La
sorella lo
ignorò tornando ad occuparsi del demone: - Allora?
L’hai trovato? – chiese
impaziente. Nonostante avesse ostentato tutta quella sicurezza lei era
una
persona fondamentalmente insicura; e l’avere lì,
davanti a se, un demone,
seppur di basso livello, la metteva in agitazione.
Il
demone
ghignò frugando nello scialbo mantello marrone che aveva
estraendone un piccolo
oggetto d’oro di forma sferica.
-
Ecco mia
signora. – glielo porse inchinandosi dinnanzi a lei in un
moto reverenziale del
tutto fasullo.
La
ragazza
prese il piccolo oggetto che subito brillo fra le sue mani: -
Sì. E’ lui! –
sussurrò: - L’Occhio del Millennio! –
-
Mia, signora
e la mia ricompensa? – chiese titubante il demone che
già pregustava la gustosa
carne umana nella sua bocca. Perché questa era la ricompensa
che gli era stata
promessa se avesse portato a quella strana figura quello che lei
chiedeva. Non
aveva preteso il pagamento in anticipo solo perché lei lo
aveva torturato per ore
portandolo a un passo dalla morte, ma non oltrepassando mai il limite,
e lui,
alla fine, aveva ceduto credendo che la sua aguzzina avrebbe rispettato
il
patto.
-
La tua
ricompensa? – sulle labbra della ragazza si dipinse un
sorriso tra il malvagio
e lo strafottente: - Ah già! – esclamò
battendosi la mano sulla fronte, come se
se ne fosse appena ricordata: - La fornitura di carne umana per un
anno. –
-
Esatto mia
signora. –
Ripose
l’oggetto d’orato, l’Occhio del
Millennio, in una delle tasche dei jeans alzando
poi una mano a scoprire il viso. La sua pelle era bianca come il latte,
i
capelli rossi lisci e corti fino alle spalle con una frangia che le
ricopriva
la fronte; gli occhi di un marrone così scuro da essere
quasi neri nella notte
osservavano con scherno il mostro dinnanzi a se: - Ecco la tua
ricompensa. –
mormorò prima di allungare una mano e far comparire come
niente fosse una sfera
rossa, la temperatura di quella sfera era bollente come il Sole.
-
M-ma... Mia
signora... Cosa significa? – il demone
indietreggiò istintivamente non
riuscendo tuttavia, a staccare gli occhi da quella sfera di fuoco e
nemmeno
dalla maga che aveva evocato entrambi.
-
Sai cos’è
questo? – chiese, la ragazza, sempre con lo stesso sorriso
strafottente dipinto
in volto.
Il
demone
osservò l’oggetto che aveva appena estratto dal
mantello: una catenina d’oro
con un ciondolo a forma di mezza luna, anch’esso
d’oro. Il demone osservò quel
curioso, ma apparentemente normale oggetto pendere dall’esile
collo della
giovane quando capì. E questa comprensione fu la sua
condanna. La maga avvertì
il terrore nel suo avversario. Lui sapeva chi era. Beh meglio
così!, si ritrovò
a pensare.
-
Salutami
Zarkos e Oku! – disse prima di lanciare la sfera verso il
demone che si
disintegrò senza nemmeno accorgersene.
-
Zarkos e
Oku? E chi diavolo sono? – chiese confuso Charlie, mentre la
sorella tornava
verso di loro.
-
Erano i due
demoni che hanno preceduto questo. Quelli che abbiamo evocato per
trovare gli
altri Oggetti. –
-
Ah! Quelli
che hai eliminato come hai fatto con questo. – rispose con un
leggero tono
accusatorio.
-
Non mi
rimproverare, Charlie. Infondo erano demoni, li avremmo dovuti
eliminare
comunque. – rispose non curante.
-
Si, ma c’è
modo e modo. – replicò il ragazzo.
-
Charlie! –
fu Chris a parlare o meglio a far zittire il ragazzo: - Lo sai che
nemmeno a
lei piace uccidere, ma è il nostro compito. – lo
ammonì severa.
Charlie
si
grattò distratto la nuca prima di mugugnare un “va
bene” in risposta.
Intanto
la
nostra maga si era rimessa a fissare il mare notturno. Era giunta
l’ora, pensò.
Fece schioccare le dita e davanti a se comparve una scatola dorata. La
prese in
mano aprendone il coperchio e osservando il contenuto. A prima vista
poteva
sembrare come se un lingotto d’oro fosse stato tagliato a
casaccio in molte
parti, ma ad un occhio più esperto questo appariva come
l’Oggetto più
importante di tutti. Senza di quello la loro missione sarebbe fallita;
per
questo, per recuperare quell’oggetto, si era messa lei stessa
in marcia. Prese
un pezzo, quello centrale, il pezzo con inciso l’Occhio di
Horus. Sorrise. Ora
arrivava la parte più complicata del piano. E mentre lei
rimaneva immersa nei
suoi pensieri, ri-studiando per la milionesima volta il fantomatico
piano, una
leggera brezza, la prima dopo molti giorni di afa torrida,
portò via con se,
per pochi attimi, un po’ della calura estiva e le ceneri del
demone.
Inizio
subito
presentandomi. Sono Himi87 e chi frequenta la sezione di Sousei no
Aquarion di
sicuro mi ha già sentita nominare. Questa è la
mia prima fanfic su Yu-Gi-Oh! dopo
una valanga su Aquarion. Spero vi piaccia e aspetto mooolti commenti!
A
presto!^^
Himi