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Autore: BrokenSmileSmoke    12/11/2014    3 recensioni
Sequel de "L'Amore È Una Lotta".
Dopo l'incidente, Yumi ed Ulrich hanno voglia di tornare ad una vita normale, cercando di dimenticare tutto quello che è successo fino a quel momento.
Ma è solo l'inizio dei loro problemi: il ritorno di una delle maggiori cause delle paure e dei traumi di Yumi mette a dura prova il loro rapporto, assieme ai fantasmi del passato di Ulrich.
"«Cosa significa?»
«Tranquilla, Yumi. Noi staremo sempre insieme, perché il nostro Amore non è destinato a finire.»
"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
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Capitolo 1
L'Amore È Per Sempre
Capitolo 1
Come home.
«La seguiamo?» chiese la piccola, emozionata dopo aver visto lo zio baciare quella ragazza.
«No, andiamo a casa.»

«Io devo vederlo! Non può essere che lui morirà così, che io non possa dirgli addio! Devo vederlo.»

«Pronto?»
«È lei la signora Yumi Ishiyama? Sono la proprietaria del monolocale che è andato a fuoco, abbiamo trovato colui che ha appiccato l'incendio.»

La ragazza si svegliò di soprassalto, la fronte sudata e il respiro affannato, l'ennesimo incubo.
L'abbaiare di Devil, il quale rimbombava per tutto il corridoio dell'appartamento, l'aveva svegliata bruscamente, eppure lei era ugualmente felice.
Il cucciolino era cresciuto parecchio, tant'è vero che per leccare la faccia a Yumi, oramai bastava si alzasse solo sulle zampe posteriori.
Non era più quel cagnolino tranquillo che avevano preso alla fiera lei ed Ulrich, era diventato un bestione che terrorizzava i vicini al solo sapere che era tornato dalla passeggiata.
Sembrava se lo sentisse che quel giorno Ulrich avrebbe fatto finalmente ritorno a casa.
Erano trascorse quasi tre settimane dall'incidente, nelle quali Yumi doveva fare i suoi turni al lavoro, passeggiare il cagnolone e andare a trovare Ulrich.
«Sì, Devil, sono sveglia. Contento?» chiese sorridente sperando che almeno quella volta il cane potesse risponderle. «Dovrei iniziare a somministrarti dei tranquillanti, almeno Ulrich non rischierebbe di dover tornare all'ospedale per colpa tua.» detto questo strofinò la mano sulla testa del cane, adagiata sul bordo del letto, mentre con la grossa coda scodinzolante faceva cadere tutte le poche cose che c'erano sui mobiletti, fin quando non cadde pure il cellulare.
«Oh, riecco il Devil-Mambo.» sbuffò rialzandosi dal letto e posando il cellulare sul comodino, per poi dirigersi in cucina.
Il cagnolone la seguì scodinzolando, non prima di riprendere il cellulare della ragazza tra i denti e portarselo in giro per la casa orgogliosamente.

Nel primo pomeriggio Yumi dovette andare in ospedale con Sissi, Ulrich sarebbe stato dimesso.
Il silenzio regnava sovrano in quella macchina.
«E così.. Tu e William?» chiese incerta Yumi.
Dal giorno dell'incidente non avevano più parlato di quell'argomento, ma sapevano che prima o poi sarebbe tornato a galla.
E forse era il momento giusto.
Sissi la fissò per pochi secondi, per poi tornare a guardare la strada davanti a loro.
«Sono felice per voi, siete.. Una bella coppia.»
«Se è così, anche tu e Ulrich lo siete.»
«Sissi, quello che è successo tra me e William..»
«Ora che va tutto sereno e tranquillo, perché non te lo godi? Non crearti problemi da sola.» disse Sissi chiudendo il discorso.
Magari li creassi io, si disse Yumi.
«Ma.. Poi? Per l'incendio del monolocale? Mi hai detto che ti avevano chiamato.»
«Oh.. Sì.» disse Yumi come se si fosse risvegliata «Ancora non sono potuta andare a constatare nulla, troppi impegni.»
Sissi annuì, in segno di comprensione.
«Con William avevamo pensato che per il cenone di Natale tu ed Ulrich potreste venire a casa mia, poi magari dirò lo stesso ad Odd e Aelita.»
«Beh, non vedo perché no.»
I minuti che seguirono furono impregnati da un silenzio imbarazzante, fin quando non arrivarono all'ospedale.

«È la camera n' 206, secondo piano. Lì ci sarà un medico che vi farà firmare le dimissioni del paziente.» disse gentilmente un'infermiera.
Yumi ringraziò la donna e, insieme a Sissi, salirono al secondo piano.
«Lei sarebbe..?» chiese un infermiere.
«La sorella del paziente.» rispose calma Sissi.
«È maggiorenne? Perché altrimenti dovrebbe esserci un genitore o tutore legale..»

«Ma ti rendi conto di cosa stavi per fare? Farti investire per quella lì, ma è troppo? E a me, cosa avrebbero detto? "Il figlio dell'avvocato Stern si suicida a causa di una ragazza che lo ha mollato", ma te ne rendi conto? Non sei nemmeno degno di avere questo cognome!»
«E tu, invece? Ho rischiato la vita, possibile che non provi nemmeno un briciolo di compassione?» Ulrich era visibilmente ferito dalle parole del padre «E poi, perché  sei venuto a trovarmi? Prima mi cacci di casa, mi tagli i liquidi, e addirittura mi rimproveri perché sono quasi-morto? Ma che padre sei? Ora capisco perché la mamma se ne è andata di casa, nemmeno io vorrei passare il resto della mia vita con una persona come te!»
Il padre era parecchio incazzato, avendo sentito le parole del figlio. Avrebbe voluto ammazzarlo lui stesso, nonostante Ulrich avesse appena rischiato di morire.
"Ma cosa penseranno se uccido mio figlio?"
Queste erano le uniche spiegazioni perché non lo fece, non avrebbe mai voluto rovinarsi la reputazione. Ma non avere più un figlio, sì, questo lo avrebbe sicuramente voluto.
Yumi era dietro la porta della stanza, avrebbe voluto intervenire ma non poteva fare niente, se non peggiorare la situazione.
Arrivarono Sissi e William, che si tenevano mano nella mano.
«Stanno di nuovo litigando, non è vero?» chiese Sissi.
Yumi annuì.
«Ah, mai una volta in cui vadano d'accordo quei due.»

«Sì, sono maggiorenne.»
L'infermiere la guardò sospetto, indeciso se fargli firmare i fogli della dimissione.
«Firmi qui e il paziente è libero di andarsene.» le disse alla fine porgendogli un foglio e indicando un punto.
Sissi, senza farselo ripetere due volte, firmò; nel mentre Yumi era entrata in camera di Ulrich.
«Ehi, oggi te ne torni a casa.» disse sorridendogli.
«Finalmente.»
Dalla parte opposta della stanza in un lettino c'era un ragazzo, biondo, occhi azzurri ed una cicatrice sulla guancia.
«Sei fortunato ad avere una ragazza che ti Ama.» disse quel tipo.
Yumi si girò, guardando il tipo confusa.
«La mia mi ha lasciato appena ha saputo che ero qui, effettivamente.. Non era Amore.»
«Mi spiace, amico.» gli disse Ulrich.
«Stern, puoi andartene.» disse l'infermiere entrando nella stanza e togliendoli le flebo che ancora teneva.
«Non può fare sforzi fino alla prossima settimana, e le auguro di non tornare più qui.»
Che ospitalità, pensò Ulrich.
Yumi prese il borsone con tutte le cose di Ulrich e le stampelle, per porgergliele.
Il ragazzo sibilò un "Grazie", per poi dirigersi verso la porta.
Si voltò, per salutare il suo compagno di stanza.
«Ci si rivede.»
«Spero non di nuovo qui!» lo salutò l'altro.

Erano usciti dall'ospedale ed entrati nella macchina di Sissi, quando a Yumi squillò il cellulare.
«Sì?»
-È lei Yumi Ishiyama?-
«Sì, sono io.»
-La stiamo aspettando alla centrale di polizia di Sceaux, ci raggiunga presto.-
Yumi sbiancò, Ulrich la guardò interrogativo.
«È successo qualcosa?»
Ci fu un segnale acustico, segno che la chiamata era stata chiusa.
«Che succede?» chiese Sissi guardandola nello specchietto retrovisore dell'auto.
«Non lo so, dov'è la centrale di polizia?»
«In periferia, perché?»
«Mi ci puoi portare?»

La macchina di Sissi si parcheggiò davanti alla centrale di polizia, mentre Yumi si chiedeva il motivo della chiamata.
Scese, dirigendosi verso la porta d'entrata.
Appena entrata alcuni uomini rigorosamente in divisa la guardarono interrogativi, altri invece fecero come se nulla fosse.
Yumi si guardò intorno, prima che una donna, anch'ella in divisa, le si avvicinò chiedendole «Ha bisogno di qualcosa, signorina?»
«Mi hanno chiamato per dirmi di essere qui il più presto possibile, sono Ishiyama.»
«Ah, certo. Subito. Può andare nella stanza infondo a destra»

Appena entrata nella piccola sala, un commissario la invitò a sedersi davanti a una scrivania, informandola che a poco avrebbero portato il "ragazzo di cui aspettiamo prove concrete all'incendio avvenuto al monolocale".
La ragazza attese pochi minuti nei quali il commissario, un uomo alto, bruno e un po' sovrappeso, le fece delle domande per farla stare un po' a suo agio.
Finiti quei minuti di puro silenzio, entrò un ragazzo.
Aveva occhi azzurri e dei capelli neri, era alto e un po' muscoloso.
Yumi sbiancò alla vista del tipo.
Lo conosceva fin troppo bene, e non poteva di certo dire che non se lo sarebbe mai aspettato da parte sua.
«Signorina Ishiyama, lui è Joseph Blanker. Il responsabile dell'incendio nell'appartamento, o almeno è quello che crediamo.» disse il commissario, un uomo alto, bruno e un po' sovrappeso.
«Scusi se mi intrometto» iniziò a parlare il ragazzo «ma se questo è solo una supposizione non vedo il motivo per cui io debba stare qui.»
Yumi non parlò. Sapeva già dove Joe sarebbe andato a parare.
Si sentì bussare alla porta.
«Avanti.» invitò a entrare il commissario.
Una donna, la stessa che Yumi incontrò all'entrata della centrale, varcò la soglia della porta.
«Signore» iniziò a parlare «le prove di Blanker sono al completo, ma l'udienza nella sala del giudice è stata appena rimandata al mese prossimo.»
Finito di parlare, la donna uscì.
Yumi spalancò gli occhi.
Sapere che Joe sarebbe stato a piede libero per un mese non era una buona cosa e, visto che aveva già saputo dove si trovava il monolocale in cui lei alloggiava, non aveva dubbi sul fatto che probabilmente era già al corrente del luogo del suo trasferimento.
«Signor Blanker, fino al giorno dell'udienza lei sarà in libertà vigilata. Signorina Ishiyama, lei può andare.»
La mora uscì dalla stanza, nel mentre Joseph le sorrideva.
Ma non era di certo un sorriso rassicurante.

Uscita dalla centrale trovò ancora la macchina di Sissi lì davanti.
«Mi avete aspettata?» domandò meravigliata.
Sissi sospirò «Ulrich voleva aspettare che tu saresti uscita.»
«Beh.. Andiamo?» chiese Yumi.
«Sì, dove?» chiese Sissi di rimando.
Non avevano ancora parlato di dove Ulrich si sarebbe sistemato.
«Stavo pensando che potevi stare da me, l'appartamento è abbastanza grande.» ragionò Yumi.
Certo, la sua abitazione era un po' lontana dall'accademia, ma Ulrich per la settimana seguente non avrebbe dovuto far sforzi ne tanto meno andare all'università.

***

Buonasera!
Innanzitutto volevo scusarmi per avervi fatto aspettare per ben un anno e mezzo!
Spero che questo, sequel de "L'Amore È Una Lotta", riesca a raggiungere il successo della prima parte.
Beh, spero ci sia qualche recensione! 😊
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