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Autore: Arya Tata Montrose    13/11/2014    5 recensioni
Breve one-shot Nejiten, scritta per un'amica, sperando che le piaccia.
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Neji viene trascinato in un locale da Naruto, in attesa delle ragazze in arrivo da Kiri e Neji riflette. Riflette su quanto Tenten gli sia mancata, in quei mesi.
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Buona lettura :)
[670 words] [Neji|Centric] [Accenni SasuSaku; ShikaIno]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi sei mancata


Si guardò intorno infastidito. Quell’orribile musica elettronica veniva sparata dalle casse sparse per il locale a tutto volume e le colorate luci stroboscopiche gli infastidivano gli occhi bianchi. 
 
Si domandò come quel cretino di Naruto fosse riuscito a convincerlo a partecipare a quella stupida serata in discoteca. Ah, giusto: gli aveva assicurato che, in occasione delle vacanze, anche le ragazze sarebbero tornare da Kiri. 
Guardò Sasuke e Shikamaru, certo che anche loro fossero lì per lo stesso identico motivo. 
 
Si fece servire un bicchiere di scotch e si bagnò le labbra. 
«Hyuga, vieni fuori?» gli chiese Sasuke mentre si accingeva a seguire il Nara al di fuori del locale. 
Neji fece un cenno d'assenso e li seguì, fregandosene altamente del liquore. 
 
«Mendok'se. Cosa diavolo ci troverà mai Naruto in un posto del genere?»
«È un Dobe, Nara, che ti aspetti?»
«Un Dobe furbo, Sasuke.» 
ribatté Shikamaru accendendosi una sigaretta « Ha sfruttato le nostre fidanzate per convincerci a passare con lui una serata qui.»
 
Neji guardò oltre il cornicione del palazzo, verso la strada. 
«Credo che siano arrivate.» disse «Quella è la macchina di Ino.» 
Indicò una Porche color prugna parcheggiare con movimenti fluidi. Sicuramente era Sakura a guidare. 
 
«Io vado incontro a Sakura, magari la convinco ad andarcene.» disse Sasuke. 
«Io lo seguo. Dico a Tenten di raggiungerti?» chiese il Nara, soffiando fumo grigio fuori dalle labbra. 
Neji fece un cenno d'assenso e rimase in attesa. 
 
Gli era mancata, in quei mesi. Certo, ogni giorno si sentivano o tramite Skype o tramite telefono, ma non era la stessa cosa. A lui mancava il poterla sfiorare, il poterla osservare di sfuggita. Gli mancava la sua presenza assillante e allegra nella sua vita. 
Oh, Tenten non era affatto come Ino, che assillava il Nara da mattina a sera per qualsiasi cosa, no. Tenten era molto più discreta. Tenten gli portava luce piano piano, scostando una nube alla volta, con non troppa irruenza o insistenza. Tenten era capace di capire cosa celavano i suoi occhi di ghiaccio, che parevano a chiunque imperscrutabili. Tranne che a lei.
 
Sorrise, Neji, perché se ora aveva la fortuna di averla come fidanzata, lui aveva fatto ben poco. Lei si era premurata di capire ogni sfumatura dei suoi tratti quando rimanevano soli, o quando c'era un contatto, uno scambio di opinioni oppure semplici convenevoli. Lei aveva percepito ogni sua emozione, l'aveva interpretata e capita. 
Era stata sempre Tenten ad essersi fatta avanti, ad essersi dichiarata una volta interpretati i suoi movimenti come conferma dei suoi sentimenti; e lui, povero sciocco, era rimasto un attimo a fissarla, incredulo; poi aveva annuito e, goffamente, le loro labbra si erano unite. 
 
«Ehi, signor Fatality!» lo richiamò quella voce allegra che tanto amava.
Tenten gli si avvicinò, con il rumore dei bassi tacchi che echeggiava sul piano del tetto; e ridendo gli chiese a quali coincidenze dettate dal destino stesse pensando.
 
«Veramente...», ammise, «Pensavo a quanto tu sia speciale.».
La ragazza arrossì e sussurrò in risposta che lo era anche lui. 
Neji allora le indicò il firmamento, pieno di stelle come la sera in cui si erano fidanzati, in cima ad una verde collina. Anche quella sera, la luna troneggiava nel blu del cielo e le stelle le facevano un baffo. 
 
 «Sei un brontolone, antipatico, fatalista e noioso, ma ti amo lo stesso.» ridacchiò Tenten. Era la seconda volta c'è glielo diceva.
«Anche io» ed era la seconda volta che lui glielo confermava. 
Lei lo attirò a sé, saggiando le sue labbra con un sorriso negli occhi.
 
«Mi sei mancata.», si lasciò sfuggire sotto voce, a pochi centimetri dalle sue labbra piene e morbide.
«Anche tu.» disse lei, sorridendogli lievemente, con una luce felice e sincera negli occhi color cioccolato.
 
Sopra al tetto di quell'odioso e rumoroso locale, gli pareva di stare di nuovo su quella collina dove per la prima volta aveva ammesso di provare qualcosa.
E per la seconda volta, si ritrovarono bagnati dalla testa ai piedi, perché anche quella volta, sul più bello aveva piovuto. 

 
Angolo autrice
Nejiten senza pretese, scritta per la mia amica Patrizia. 
Il suo prompt era Locale e non sono sicura di averlo centrato troppo. Spero che comunque la storia piaccia a lei e a tutti voi.
A presto, 
Tata

 
   
 
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