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Autore: NathalieKheel    13/11/2014    0 recensioni
I’m addicted to you,
Hooked on your love,
Like a powerful drug
I can’t get enough of.
Lost in your eyes,
Drowning in blue
I’m outta control,
What can I do?
I’m addicted to you!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ADDICTED TO YOU
I don’t know just how it happened,
I let down my guard.
Swore I’d never fall in love again but I fell hard.
Guess I should have seen it coming,
Caught me by surprise.
I wasn’t looking where i was going,
I fell into your eyes.
You came into my crazy world,
Like a cool and cleansing grace.
Before I knew what hit me baby,
You were flowing though my veins.
 

 
Sherlock strinse gli occhi dal dolore. La sua pelle bruciava in una maniera insopportabile.
Le sue orecchie ronzavano, e percepiva un mormorio sommesso dalle persone davanti a lui.
Aveva perso ogni sensibilità nelle dita. Aveva stretto troppo a lungo il fazzoletto.
Il fazzoletto di John.
Prima di andarsene, ovvero di fingere la sua morte, Sherlock aveva rubato quel piccolo quadratino di stoffa con le iniziali del suo migliore amica.
Un’altra frustata.
Sherlock contò che era la quarantesima. Bene, ancora dieci e sarebbe potuto andarsene.
Il dolore era insopportabile, Sherlock credeva che la sua pelle si stesse per disintegrare sotto quei colpi di stiletto, che gli perforavano l’epidermide e che gli mozzavano il fiato.
-John- sussurrò facendosi forza, infondo ancora dieci.
Il suo unico pensiero, era quello rivolto a John Watson, fidato amico,  e ultimamente Sherlock aveva capito, qualcosa di più.
Un’altra frustata.
Sherlock pensò che ormai la sua pelle sarebbe stata soltanto un’intrico di segni rossi e linee indistinte.
Un rivolo di sangue.
Sherlock lo sentì provenire da sopra la sua fronte, causato dalla quarantatresima sferzata di bacchetta.
Il suo cuore batteva e si gonfiava di rabbia e impotenza. Avrebbe potuto ribellarsi, ma per amore di John, pativa e soffriva a occhi chiusi, ignorando e cercando di eliminare il dolore dal suo mind palace.
Quarantaquattro.
La schiena gli bruciava. John era solamente a distanza di sei frustate.
Quarantacinque.
Ancora cinque, e finalmente avrebbe rivisto John. Erano quasi otto mesi che non lo vedeva, e il pensiero di ascoltare di nuovo la sua risata gli diede forza per sopportare la quarantaseiesima frustata sul ginocchio.
Quella fu fatale.
Sherlock cadde sul nudo pavimento.
La sua mente registrò che il pavimento era freddo, pieno di sassolini e crepe.
Continuò a tenere gli occhi chiusi mentre l’uomo gli ordinò e gridò di alzarsi.
Sherlock con molta fatica lo fece, -John sto arrivando- e il pensiero gli si morì nella mente quando la penultima frustata gli arrivò sulla testa.
Lo schiocco fu fortissimo, e lui per dieci secondi credette di morire, mentre l’uomo gli urlava insulti e strepiti.
L’ultima.
Sangue.
Un ghigno si disegnò sulla bocca di Sherlock, mentre udiva il segnale di Mycroft.
Boom.



 
I’m addicted to you,
Hooked on your love,
Like a powerful drug
I can’t get enough of.
Lost in your eyes,
Drowning in blue
I’m outta control,
What can I do?
I’m addicted to you!

 
 
Dopo che Sherlock si infilò il suo amato cappotto nero, ricevette un’occhiata di Mycroft.
-Beh fratellino? Sei contento di tornare a Baker Street, a risolvere i tuoi amati casi-
Sherlock sorrise apertamente- Molto Mycroft, molto. E sai perché?-
Mycroft assunse un’aria leggermente compita- A questo proposito… C’è qualcosa di cui ti devo parlare-
Sherlock sbarrò gli occhi e lo invitò a parlare.
-Allora?-
-John… Dopo la tua morte diciamo che non è stato proprio benissimo, e non lo troverai nelle sue migliori condizioni-
Sherlock scosse la testa- Ma chiamare uno psicologo o un medico?-
Mycroft scoppiò in una risatina –Come sei ingenuo. Ci sono cose che non si possono curare con una semplice medicina-
Sherlock guardò il suo interlocutore con aria affranta- Io ho causato il suo male e io sarò la sua medicina-
Mycroft pensò che a suo fratello fosse andato in pappa il cervello.
-Vuoi veramente bene a John vero?-
-Per lui tutto-
-E’ per questo che sei andato in quel covo Giapponese a farti frustare vero?-
Sherlock si massaggiò l’epidermide dolorante nella schiena- Li c’era il cecchino che aveva sotto controllo John. E doveva morire, a costo della mia pelle-
Mycroft si domandò fino a che punto Sherlock fosse disposto ad arrivare con John.  Un relazione? Troppo normale per uno come Sherlock.
Fosse avrebbero continuato a vivere assieme, come facevano una volta, risolvendo casi e litigando.
Anche se poi facevano la pace.
Se John si fosse ripreso.


 

When night blows in through the window,
Dances ’round the room.
Got me hypnotized,
I’m getting high on the perfume.
I couldn’t live without you now,
Oh, I know I’d go insane,
I wouldn’t last one night alone baby,
I couldn’t stand the pain!

 



-Signorina cerco John Watson-
Sherlock non aveva idea di aver causato un tale disastro nella vita del suo amico.
Era venuto a sapere, da Greg, che John era andato in una casa di recupero psichiatrico per depressi.
John era depresso.
John sempre solare, sorridente aperto a tutti, si era quasi ucciso con una lama per raggiungere lui, Sherlock Holmes.
Quando Sherlock lo era venuto a sapere, si era rinchiuso in una stanza buia e aveva mormorato e cercato una soluzione nel suo mind palace, per recuperare il suo amico dalle tenebre.
E ce l’avrebbe messa tutta.
L’infermiera sorrise. Aveva un bel sorriso, chiaro, luminoso. Le ricordava quello di John- Lei deve essere il Signor Sherlock Holmes, immagino. John la sta aspettando… Da tanto-
Lo pregò di seguirla, e insieme percorsero quel corridoio bianco e luminoso, Ogni porta er contrassegnata da numeri e lettere.
La ragazza si fermò alla numero 12° e bussò.
A Sherlock batteva fortissimo il cuore.
Boom. Boom.Boom.
-Chi è?- chiese la voce chiaramente del suo migliore amico.
-Sono Clare, e ho una visita per te-
John aprii piano piano la porta.
Quando Sherlock lo vide il suo cuore andò a farsi fottere.
Era dimagrito.
Aveva le borse sotto gli occhi.
Aveva perso dei capelli.
Nei suoi occhi si leggevano, sofferenza, tristezza e abbandono.
Ma era ancora John Watson.
Sherlock sorrise apertamente e disse- Ciao John. –
Watson spalancò gli occhi e urlò di gioia fiondandosi nelle braccia di quello più alto.
Le lacrime scendevano a fiotti dagli occhi di Sherlock.
-Sherlock da quanto tempo… Da troppo-
E l’altro – Ora sono qua John. Per sempre-
L’infermiera capii che era meglio lasciarli soli.
Sherlock si liberò dell’abbraccio ed entrò nella stanza.
-Non sei morto quindi?- sussurrò John stupito, anzi di più, strabiliato dall’apparsa dell’amico.
-No sono vivo. E sto bene fidati, ti dirò ogni cosa quando torneremo a Baker Street. Se tu vuoi tornare ovvio- ammise con incertezza.
-Io ci torno con gioia- balbettò –Ancora non posso crederci che tu sia qua, vivo.-
-Sono tornato per te- rise Sherlock.
John si avvicinò all’amico titubante.
-Non è che sei un fantasma. Sai da quando sono in clinica ti sogno tutte le notti. E non voglio che sia un sogno-
Sherlock decise subito di farlo. Voleva aspettare, ma il suo cuore ( ciao ciao cervello) prese il comando.
Avvicinò il viso a quello di John. Fissò quegli occhi blu, che lo stregavano ogni volta, sentii l’odore del dopobarba, e la morbidezza della pelle.
E baciò John.
Fu un bacio casto, leggero, quasi impercettibile.
Sherlock si scostò e sorrise a malgrazia- I fantasmi non fanno questo-
John sorrise- Sono pronto a guarire per te Sherlock-
Sherlock lo abbracciò di nuovo- Guariremo insieme tutte le nostre ferite John. Ricordati che io sono assuefatto da te.
 

 
 
 
   
 
 
     
 
 
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I’m addicted to you!
 

 
 
 
Angolo dell’autrice: Grazie a tutti che sono arrivati in fondo a questa roba uscita dopo aver consegnato la verifica di grammatica in anticipo. Spero che vi sia piaciuta. La canzone è di Avcii e mi sembrava molto adatta J
Anyway mi lasciate un commentino di incoraggiamento? Su su ho bisogno di sapere il vostro parere. Un bacione
 
  
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