Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Alexiel Mihawk    13/11/2014    9 recensioni
Hans ha imparato che le due grandi certezze della sua vita sono la morte e l’amore (e a volte anche la morte dell’amore, ma a questo preferisce non pensare). Ha imparato anche che Anna prima o poi ricorda sempre ogni cosa, e che, forse, questa volta sarà quella giusta, questa volta forse lo perdonerà.
[...]
«Ti amo, Anna. Ogni vita precedente l’ho vissuta con la consapevolezza che prima o poi ti avrei trovata, ti ho cercata sempre e a volte non ti ho trovata mai. Ma non era importante, perché sapevo che per quanto lontana tu fossi, per quanto distante, magari legata ad un altro, sapevo che ti avrei trovata e sapevo che avresti scelto me. Ma ora, ora non sono sicuro di volerti imporre questa scelta, perché è sinonimo di morte».

[Hans/Anna, Reincarnation!ModernAU, in cui Hans ha finalmente una seconda possibilità, ma più Anna si innamora di lui, più si ricorda del ciclo di reincarnazione e morte che li ha condotti a quel punto]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: lo so che il Fandom italiano di Frozen è quasi solo composto di shipper accanite di Helsa (vi invidio tanto, avete un sacco di belle fic da leggere), ma io la mia OTP proprio non riesco a mollarla. Questa è una Hans/Anna reincarnation!Modern AU; non so se in futuro ci farò un seguito o meno, dipenderà dai miei impegni e dall'ispirazione, per ora rimane questo, uno spiraglio di luce e una possibilità perché c'è sempre la possibilità di rimediare ai propri errori.
Questa storia doveva essere una One Shot, ma poi mi sono accorta che non era mai vero e ora è una long in sette capitoli. Prima che vi ci inoltriate ho tre cose da dirvi:
1) leggete sempre le note, le lnote sono belle (lunghe) e chiariscono i dubbi (e ci ho messo un sacco a scriverle)
2) la colonna sonora di questa storia è Chances, degli Athlete, se leggete con la canzone in sottofondo, magari piazzata a ripetizione, la lettura ne gioverà. Tanto. (Scusatemi Doctor Who fans, per tutti questi Vincent feels)
3) Se non avete visto Cloud Atlas potrebbero esserci degli spoiler sul film che viene spesso citato nelle quote a inizio capitoli e che i protagonisti si mettono a vedere (perché sì, angst).


 
If I had the chance to start again
Then you would be the one I'd come and find
Like the poster of Berlin on my wall
Maybe there's a chance our walls might fall
Chaches – Athlete
 
 
Chances
 
 
È così impegnata a farsi una selfie da mandare a sua cugina che non si accorge di andare a sbattere contro qualcuno; il mocaccino, nel bicchiere di cartone di Starbucks, ondeggia pericolosamente tra le sue mani, minacciando di rovesciarsi, ma la ragazza riesce miracolosamente a non farlo cadere.
«Vuoi guardare dove vai?» un ragazzo dall’aria piccata la guarda da dietro un paio di spessi occhiali scuri, non riesce a vederne lo sguardo, ma capisce che la sta rimproverando; forse le importerebbe di meno se non fosse che si tratta di un ragazzo incredibilmente affascinante, alto e con una chioma di capelli rossicci che culmina in due lunghe basette.
«Scusami, scusami, mi dispiace tantissimo! Che cosa imbarazzante, cioè io sono imbarazzante, tu non sei imbarazzante, tu sei bellissimo. Aspetta, cosa? Ti sei fatto male?» domanda Anna ricomponendosi, infila il cellulare nella borsa e osserva preoccupata il giovane.
Lui scuote la testa e aggrotta la fronte, quindi lentamente si toglie gli occhiali e sbatte un paio di volte le palpebre. La conosce? Perché non riesce a togliersi di dosso una strana sensazione di déjà-vu.
«Sicuro di stare bene? Hai l’aria un po’ persa» esclama la ragazza prendendolo per un braccio e conducendolo fino a una panchina «Non volevo venirti addosso, ma sai alle volte non so proprio dove io abbia la testa, mia sorella dice che sono la quint’essenza della goffaggine. Comunque io sono Anna, piacere».
Lui si passa una mano sul volto, senza capire cosa gli stia succedendo, stringe le palpebre e davanti ai suoi occhi, serrati come una morsa, sfilano una serie di immagini, una più assurda dell’altra, una più sgradevole dell’altra: un castello in un arcipelago del sud, un ballo durante un’incoronazione, un vestito verde, una risata, ciocche di capelli arancioni che si tingono di bianco, una sensazione alla bocca dello stomaco, come di rimorso? Oh, Anna, se solo qualcuno ti amasse davvero. Sussulta, ma ovviamente lei non se ne accorge; la sente parlare in sottofondo, ma non la sta davvero ascoltando. Quando riapre gli occhi, dopo un tempo che a lui è parso infinito, fissa il suo sguardo in quello della ragazza.
«Anna?» mormora con stupore, lei annuisce perplessa, non è che il suo nome sia così originale dopo tutto «Io sono Hans».
Gli stringe la mano con foga e sorride, perdendosi un attimo in quegli occhi verde smeraldo, le sembra una sensazione nota, ma non ci fa caso. Hans d’altra parte non sa cosa fare, continua a sovrapporre la figura di quella ragazza in jeans e canotta a quella di un’altra donna, di un’altra Anna, qualcuno che lui sa di non conoscere, ma con cui, allo stesso tempo, sente di avere condiviso qualcosa di estremamente importante; la giovane sorride e nelle sue orecchie rimbomba una eco, posso dire una follia?
«Hans è un bellissimo nome!» esclama lei lasciandosi cadere sulla panchina al suo fianco e sorseggiando il suo mocaccino «Ti senti meglio?»
«Sì, credo di sì» sorride il ragazzo osservandola. La stessa naturalezza nei movimenti, la stessa adorabile goffaggine, lo stesso entusiasmo, ma in aggiunta, questa volta, una benedizione: l’oblio del passato. Un oblio che in qualche modo a lui non è stato concesso e Hans si chiede perché? Perché a lui, perché adesso.
Magari, sente una vocina sussurragli, per avere una seconda occasione, per avere l’opportunità di sistemare le cose, di chiedere scusa, sia maledetta la sua coscienza, lei e i suoi consigli di redenzione.
In quel momento lei si alza dalla panchina e gli dà una pacca amichevole sulla spalla.
«Fantastico! Allora io vado, ci si vede in giro, Hans» fa per incamminarsi quando la sua voce calda e gentile la richiama indietro.
«Anna, aspetta!»
«Sì?»
Lo vede arrossire leggermente e dentro di sé trova che sia adorabile.
«Ecco» inizia lui titubante «Me lo daresti il tuo numero?»






   
 
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