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Autore: ScarletObsession    13/11/2014    2 recensioni
Ho polsi e caviglie legate da pesanti catene che ostacolano i miei movimenti e stringono la mia carne. Provo ad allungare un braccio, la catena si tende e mi blocca. La testa mi fa male, sento ogni centimetro del mio corpo dolorante.Ho fame, ho sete. Ma credi davvero che tutto questo basterà a fermarmi ? credi davvero di riuscire ad arrestare la mia corsa ?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kingdom of Cards


Dove sono ? Non lo so.
Chi sono ? Non lo so.
I miei pensieri fanno rumore, mi svegliano dal torpore che ha impigrito il mio corpo e annebbiato la mia mente.
Socchiudo lentamente le palpebre, l’oscurità intorno a me ostacola i miei occhi. Sento il pavimento marmoreo sotto la pelle, raffredda il mio corpo disteso sotto questo manto di tenebre. Mi siedo lentamente, il tintinnio di catene risuona piano nella mia testa. Ho polsi e caviglie legate da pesanti catene che ostacolano i miei movimenti e stringono la mia carne. Provo ad allungare un braccio, la catena si tende e mi blocca. La testa mi fa male, sento ogni centimetro del mio corpo dolorante. Ho fame, ho sete. L’aria malsana entra a fatica nei miei polmoni, mi fa desiderare quasi di non respirare più. Sono sola, nel buio della cella dove mi hai rinchiusa, senza via d’uscita, debole. Non ho speranza, la luce del mio cuore si è spenta da tanto tempo ormai, strangolata dalle ombre.
Ma credi davvero che tutto questo basterà a fermarmi ? credi davvero di riuscire ad arrestare la mia corsa ?
Mi hai strappato le ali, legato ad una parete con pesanti vincoli metallici. Mi hai fatta prigioniera nel tuo piccolo mondo di egoismo, così effimero, così fragile che non ti accorgi quanto sia simile ad un castello di carte. E proprio come un castello di carte vinto da un soffio di vento improvviso, anche il tuo regno andrà in pezzi, troppo lentamente perché tu possa accorgertene ma troppo in fretta perché tu possa fare qualcosa per salvarlo.
Guarda sulle mie scapole. Le vedi ? le ali che mi avevi strappato,  stanno ricrescendo. Guarda nei miei occhi. La vedi ? La forza che credevi di avermi sottratto, è ancora lì. Guarda nel mio cuore. Lo vedi ? Il desiderio della libertà di cui mi avevi privato, è più forte che mai. Guarda la mia anima. Lo vedi ? Il futuro che pensavi di avermi rubato, io l’ho recuperato. Non mi arrenderò a te, mai. Puoi strapparmi le ali quante volte vuoi, loro ricresceranno sempre. Puoi accecare i miei occhi, io continuerò a guardare avanti. Puoi lacerarmi il cuore, io continuerò a lottare anche senza di lui. Puoi spegnere la mia anima, io continuerò a brillare sempre.
Sei stupito ? arrabbiato ? pronto a fermarmi ? Accomodati. Provaci pure, ma ricorda che io riderò della tua sconfitta. Perché è questo che accadrà. Nella tua assurda arroganza credi di avermi in pugno, di potermi rendere docile come hai fatto con tutti gli altri privandomi dei miei appigli e sfruttando le mie debolezze. Ma io sono diversa. Sarò una sorpresa per te. Perché io non ho appigli né debolezze. Niente sogni, niente speranze, niente di cui tu mi possa privare.
La mia forza sta nel non avere nulla, niente che potrebbe rendermi debole. Perché qualsiasi cosa tu abbia quando ti viene portata via fa male, ti lacera lentamente, lasciando che le tue ferite sanguinino. E così diventi debole, preda di paura e rassegnazione.  Ci sei riuscito con tutti, con me non la vincerai.
Sento le catene stringersi sempre di più intorno al mio corpo, scivolano e si avvinghiano come serpenti velenosi. Tiro, faccio forza con le braccia cercando di strappare via i miei vincoli. Sento gli anelli allentarsi, spaccarsi e tintinnare a terra uno dopo l’altro, mentre risuona nell’oscurità il suono della libertà. Mi sento forte, ho voglia di volare con le ali che tu stesso mi hai lacerato. Non riuscirai a rendermi come gli altri, perfette bambole di porcellana dagli occhi vitrei, pezzi di una collezione senza valore. Arranco nel buio, fendo le tenebre con le mani come una bestia in gabbia fende l’aria con le zanne e con gli artigli. Squarcio le tenebre, infliggo all’aria mute ferite che non sanguinano. Rompo le sbarre della mia cella, il suono della loro morte echeggia, il loro grido di dolore si spande e si disperde. Cammino a fatica, non so dove sto andando, ma presto arriverò da te. Mi vedi ora ? come un fantasma dalle bianche ali cammino in silenzio nei putridi corridoi, la melma che tenta di sporcarmi scivola via, procedo nell’ignoto senza aver paura. Perchè io voglio incontrarti, voglio guardarti in faccia, specchiare i miei occhi nei tuoi e dimostrarti chi sono. E a quel punto, tutto inizierà a crollare, il tuo regno di carte perderà il suo equilibrio e pezzo dopo pezzo svanirà nel nulla, non lasciando alcun ricordo della sua misera esistenza.
Dove sono ? Non lo so.
Chi sono ? Me stessa. Ora e sempre.  

 
§§§
Ciao a tutti ^_^ Ecco una storiella nata in una tranquilla sera di novembre mentre la mia mente vagava chissà dove. Sinceramente non so come sia venuta, non l'ho fatta leggere a nessuno prima di pubblicarla. Spero quindi che vi piaccia almeno un pochino e che abbiate un minuto per lasciare un commento. Grazie davvero a tutti quelli che la leggeranno
   
 
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