Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: tanky    13/11/2014    1 recensioni
"Non sono riuscito ad inventarmi una scusa decente questa volta con Ginny." Harry si prende la testa fra le mani, è piegato con i gomiti appoggiati alle ginocchia e nonostante questo per te resta invincibile.
"Astoria ha smesso di fare domande, ormai."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Quando il sole bruciava ancora.
 
 
 
 

 
 
Skinny Love, Birdy
Come on skinny love just last the year,
Pour a little salt you were never here,
My my my, my my my, my-my my-my…
Staring at the sink of blood and crushed
veneer.
I tell my love to wreck it all,
Cut out all the ropes and let me fall,
My my my, my my my, my-my my-my…
Right in the moment this order’s tall.

-Consiglio di ascoltare la canzone come sottofondo alla lettura_
 
 
 
 
La testa girata di scatto e il vento scomposto in mille diversi brividi.
Lo puoi sentire sulla pelle, toccare ogni lembo scoperto e poi il suo collo...
Il tuo sguardo a cercare...
Lui non sorride ma resta. Implacabile.
 
"Fermati." sembra dire, "Arriverò da te fra un momento, solo un momento..."
 
Harry è vicino alla finestra e guarda fuori, guarda oltre quello che c'è, oltre il cielo e la strada e vede la vostra battaglia senza combattere, che si consuma stanca e sfinita senza di voi, senza di voi ancora una volta che siete sul ciglio a cercare di non perdervi, a toccarvi da lontano senza porgere le mani...
 
La stanza dell'hotel di questa volta è più costosa del solito e  questo fa più male. Ogni centimetro in più aumenta il tuo dolore, ogni soldo che hai speso senza che lui te l'abbia chiesto ti opprime all'altezza di dove si trova tutto ciò che non riesci a colmare, vicino alle tue mancanze, ai baci che gli hai sempre negato.
 
<<  Guarda che mi sei mancato, idiota, sciocco, ingenuo, spericolato... Al di là di questa guerra e questa porta mezza aperta...  >> pensi e senti di aver avuto sempre bisogno di lui per non essere te stesso.
 
"Portami a casa Harry, solo...Portami a casa." parole messe l'una in fila all'altra come soldatini. Tanti sussurri. Tante gocce di pioggia.
Tutto qui e ti senti lontano da te stesso Draco.
 
<<  Riprenditi tutto ciò che sei stato  >> pensi << e poi ritorna con i resti che ci rimangono per essere ancora sinceri.  >> vorresti dirglielo davvero ma il silenzio ti ruba spazio e i suoi occhi non ti sfiorano.
 
"Non ancora..." la voce di Harry ti arriva lontana.
 
Tu gli sei seduto di fronte, su quel letto arredato male, che lo guardi e aspetti.
Lui si avvicina, si piega su di te e sfiora le tue labbra delicatamente, i vostri fiati si toccano, tu respiri nella sua bocca e questo contatto ti conferma solo che hai bisogno di lui più di quanto ti ostini ad ammettere.
 
Tu chiudi gli occhi Draco, e Potter ti prende il viso fra le mani approfondendo il bacio. Le sue dita scorrono fra i tuoi capelli e tu ti aggrappi alle sue spalle come un grido. I suoi occhi rimangono aperti e tu li senti scavare dentro di te come solchi, orme incancellabili, cicatrici.
 
Il bacio muore da sé e Harry si mette a sedere sul letto al tuo fianco.
"Non sono riuscito ad inventarmi una scusa decente questa volta con Ginny." Si prende la testa fra le mani, è piegato con i gomiti appoggiati alle ginocchia e nonostante questo per te resta invincibile.
"Astoria ha smesso di fare domande, ormai."
 
Harry alza di scatto la testa e ti guarda con apprensione, nei suoi occhi si scorge il bambino che non si è mai concesso di essere davvero.
"Non vuoi andare a casa, vero? Possiamo stare un'altro po'?" dice Harry come a ricordarsi una domanda importante e un pezzo di te, ti muore dentro piano, piano.
"Si, restiamo ancora." ti limiti a dire e fissi le lenzuola bianche sotto di voi.
 
***
Non sai se siete amanti, non sai come maledizione è nata questa cosa fra voi, che vi fa mentire e scappare dalle vostre vite, dalle vostre famiglie, per scegliere ogni volta un hotel un po' più scadente, per sentirvi meno miserabili voi, a confronto con l'arredamento.
 
Sai solo che ha distanza di cinque anni da Hogwarts, dalla guerra, hai visto i suoi occhiali riflessi in una delle tante vetrine a Diagon Alley e non sei più riuscito a tornare indietro.
A dimenticarti di lui.
A fare finta di niente.
Un cenno di saluto con il capo, in segno che vi eravate riconosciuti, è bastato questo per riprendere le fila di un discorso che avevate lasciato in sospeso dai tempi della scuola: la vostra vita, le vostre scelte, fatte sempre per rincorrervi senza mai toccarvi davvero. Tutte sbagliate.
Lui teneva Ginevra Weasley sotto braccio e tu l'hai guardato intensamente.
Due giorni dopo l'hai ritrovato al tavolo dei Tre manici di scopa, a bere da solo davanti al balcone, gli hai offerto un'altro giro senza dire nulla e hai iniziato a pizzicarlo con il bastone delle tue frecciate, per tastare un terreno famigliare, dove riconoscerti, che potevi gestire.
Lui aveva riso stancamente, tenendo fisso lo sguardo sul bicchiere...
"Sei sempre il solito, eh Malfoy?" Potter aveva detto solo questo ed era stato come tornare a casa,  a Hogwarts, fra quei banchi scomodi e quei corridoi vuoti.
Eravate ancora voi.
Tu, solo un respiro, per far uscire i ricordi polverosi che ti legavano troppo stretto a quel ragazzo sopravvissuto, da sempre.
Era iniziata così.
Poi c'era stata una seconda volta e una terza: vi siete rivisti, e rivisti e rivisti...Sempre allo stesso posto, alla stessa ora.
Non è mai stato semplice fra di voi, nemmeno in quella consuetudine che sanciva un patto non dichiarato:
da allora non avete iniziato  a capirvi magicamente, Potter non è  diventato il ragazzo perfetto per te e non si sono cancellati improvvisamente gli sguardi lanciati a sedici anni.
Probabilmente sono stati i suoi occhi  ad incastrati, il fatto che nel bene o nel male fosse un vento gelido che ti attraversava ogni volta da parte a parte, brividi e pelle d'oca.
Che fosse ancora lui, mentre tutto il resto aveva deciso di cambiare.
In quel periodo neanche ti riconoscevi, eh Draco? Andavi al lavoro e sentivi la frenesia nel pensarlo, nel sapere di rivederlo anche solo per condividere il silenzio.
La verità è che eravate due superstiti della stessa guerra, e vi eravate salvati la pelle a vicenda in uno strano modo che non si può cancellare per poi scomparire per anni.
I vostri incontri erano diventati la vera e unica via di fuga ad una vita che non vi apparteneva.
Ti sentivi molto più legato ai giochetti che avevi fatto da ragazzo per rendere la vita di Harry un inferno rispetto a ciò che avevi costruito con quella donna così lontana, che poi era diventata tua moglie senza mai avvicinarsi davvero: era questa l'unica risposta che avevi il coraggio di darti quando tornando a casa da Astoria e facendo l'amore con lei, avevi iniziato a pensare a Harry: la sua faccia si sovrapponeva a quella della donna.
 
***
 
 
"Ti... ti ricordi quella notte d'inverno che mi hai chiamato? Eri  al parco, e io sono corso da te..." Harry indugia, sorride triste fissando il pavimento, la sua voce è un sussurro e ha le mani sudate. Cammina lento sul terreno instabile della memoria, ha paura che tutto crolli e con dolcezza e cautela richiama a sé i ricordi, in quella stanza stretta e fredda il suo è solo un modo per versare del sale su delle ferite squarciate che non hanno intenzione di rimarginarsi.
Un modo come un'altro per farsi del male.
"Non essere stupido Potter." lo rimproveri senza una vera ragione e ti senti così stanco, lontano da lui e da qualsiasi appiglio.
Il tuo sguardo si poggia risentito sul suo braccio e noti che Harry ha la pelle d'oca, ma la barriere fra di voi sono così invalicabili ora, che anche se lo stringessi a te, lui non sentirebbe il calore.
Ti investe prepotentemente il bisogno incontrollabile di avere Harry addosso, come se questa fosse l'unica possibilità di uscire ancora lucido dalla stanza d'albergo. Ma lui già ti precede, come se potesse leggere ogni tua mossa e calcolare il tuo dolore, silenziosamente si lascia cadere su di te e posa la sua testa sulle tue gambe.
Non ti abituerai mai alla sua dolcezza imprevedibile e disarmante, che rivela luminosa la sua semplicità.
"Mi ricordo che..."continua Harry sereno "Era una sera di dicembre e il freddo era particolarmente pungente, fortunatamente ero in camera da solo quando il tuo patronus mi ha raggiunto, quella volpe* ha fatto un bel baccano, come sempre del resto, ma i ragazzi  grazie al cielo erano in sala e Ginny stava preparando la cena..." Lui si mise a ridere leggermente mentre ripercorreva quegli istanti che a distanza di tempo sembravano quasi comici, mentre tu odiavi come si perdeva in dettagli così precisi e superflui che ti ferivano come un miliardo di spine, odiavi quando ti parlava della sua quotidianità: una persona al suo fianco che non eri tu, con dei figli che non erano i tuoi, in un letto che non condividevate, in un silenzio che non rispettavi, dei tempi che non conoscevi...
Harry si fece improvvisamente serio.
"Ricorderò per sempre la tua voce spaventata che usciva sconnessa da quella luce abbagliante, ricordo ancora il tono della tua voce mentre ripeteva il mio nome, mi era sembrato che dicesse solo quello... Solo tu che dicevi il mio nome e tutto il resto sembrava ovattato, mi è bastato solo questo..."
"Basta Harry. Davvero" lo interrompi e la tua voce è ferma ma senti gli occhi un po' più gonfi e le labbra incrinarsi.
Potter non si lascia spaventare e forse ha ragione lui.
Si rimette a sedere accanto a te, dritto, senza guardarti, perché probabilmente non è così forte, ma continua lo stesso a ricordare.
"...Sono corso fuori dalla mia stanza, ho aperto la porta con un colpo secco, la mia mente era completamente svuotata, volevo solo arrivare da te il prima possibile...Ginny era così spaventata dalla mia determinazione che è uscita veloce dalla cucina e mentre stavo attraversando a grandi passi il salotto continuava a chiedermi cosa stesse  succedendo, mi ricordo di averla calcolata appena, questioni di lavoro le ho risposto...Se ci ripenso mi sento così vigliacco nei suoi confronti, nei confronti dei bambini..." Harry si concede un sospiro e chiude gli occhi piano, piano, stringendo impercettibilmente il pugno. "Ma c'eri tu e io non potevo, non potevo..." la voce gli si spezza e tu, Draco, senti come una coltellata in pieno petto.
"Non avrei dovuto allarmarti così tanto, lo so, sono stato sciocco." ammetti improvvisamente per scacciare la forte sensazione di disagio che provi, ti senti in colpa e non ti riconosci.
Harry allora si convince a guardarti negli occhi, in un modo così intenso che ogni volta ti sconvolge. E sai, nel tuo profondo, che anche lui si sta perdendo nel tuo stesso sguardo.
"Non dirlo nemmeno, non devi giustificarti. Tu sei più importante."
Come un flash si sovrappongono nelle vostre menti, all'unisono, i volti dei vostri figli e vi sentite tremendamente inadeguati a tutto.
Li amate, è logico, come un riflesso involontario del cuore. Li amerete per sempre. Ma capisci perfettamente cosa vuole dire Harry con le sue parole: perché avete sentito la stessa fragilità nell'accompagnarli al primo giorno di scuola e sapete che i vostri dolori sovrapposti coincidono alla perfezione, come delle voglie identiche sulla pelle all'altezza delle vostre bugie.
Le vostre paure, le stesse solitudini, le stesse rughe sotto gli occhi e al contempo siete così diversi da rendere dannatamente complicato il vostro rapporto, insomma...Capisci cosa vuole dire Harry, quando afferma che sei più importante, perché anche tu sai che non c'è la faresti mai ad affrontare questo, senza di lui. Non riusciresti a sopportare le serate con Scorpius passate a correggere i compiti, le notti di silenzio nel letto con Astoria...Non c'è la faresti ad affrontare la vita senza Potter, senza questi momenti.
Ricordi improvvisamente quando il bisogno delle mani di Harry ti atterra, ti invade inesorabile come una tempesta, in ufficio durante le riunioni.
La sensazione implacabile, che sembra non volersi mai attenuare, di essere sempre piccolo lontano dallo sguardo di Harry.
Ti ritorna alla mente quando tua moglie ti guarda a fine giornata, tornando a casa, e lontana mille miglia, con finto interesse ti chiede "Come è andata oggi tesoro..." e tu vorresti solo sputargli in faccia che la scopata con Harry è stata una meraviglia, che ti ha fatto sentire vivo, che hai pianto al pensiero di tornare in queste mura e ti sei incazzato con lui senza una ragione, l'hai preso a pugni e poi ti sei avventato contro la porta... Che non avevi nessun impegno con Blaise, che l'unico impegno che vorresti avere fino alla fine della tua vita è guardare Harry negli occhi e prenderlo in giro per quei dannati occhiali che si ostina a portare da quando avevate undici anni, vorresti studiare ogni lembo di pelle scoperta, perderti fra quelle spalle e morirci, per Dio, morirci davvero fra le sue gambe.
Quindi sai con una chiara certezza che Potter ha ragione: hai bisogno di lui. Lui è più importante.
 
Ti avvicini lentamente al suo viso e tieni i tuoi occhi fissi sulle sue labbra.
Lui schiude leggermente la bocca e respira piano.
Vi baciate ancora, dolcemente.
Harry sorride sulla tua bocca e dice :"Mi ero anche dimenticato della giacca, quando mi sono smaterializzato  fuori da casa, dalla fretta che avevo di vederti, che stupido..."
 
Il tempo passa silenzioso senza chiedere il conto, poi tu, come risvegliato da un sogno, ti scosti appena e chiedi ingenuamente: "Avevi detto che c'era qualcosa di cui dovevi parlarmi con urgenza." Spezzando la voglia di ricordare e lasciando gli istanti già passati sulla soglia della vostra memoria, senza riportarli a galla, lasciarli lì e non sciuparli.
Vedi Potter irrigidirsi e tutto prende forma nella tua testa lentamente. Capisci perché ha voluto ricordare.
Ti alzi di scatto, Draco, e ti dirigi verso la finestra. Senti improvvisamente caldo e ti accorgi che il soffitto è troppo basso per contenere le tue emozioni.
Il tuo respiro accelera ma cerchi di non scomporti, di non scoprirti.
Sei sempre stato dannatamente bravo a mascherare le tue emozioni, ma sai benissimo che Harry è sempre stato un nervo scoperto per te e quando si tratta di lui tutto sale in superficie.
Harry reagisce ad ogni tuo movimento e le sue espressioni ti seguono senza mancare un colpo, ti conosce perfettamente ormai e sa che potresti scattare da un momento all'altro, come una un animale nato in cattività che esteriormente sembra mansueto ma che non riesce a contenere la sua natura.
"Ginny probabilmente è incita del nostro terzo figlio." Potter lo dice tutto d'un colpo e questa nuova realtà è come uno strappo fra voi che percuote l'aria.
Harry non addolcisce la pillola, sa che peggiorerebbe solo la situazione, allora lo sputa fuori e basta e questa verità si accascia sola al pavimento, troppo debole per affrontarvi a muso duro.
Potter cerca i tuoi occhi e il dolore non vi trova preparati.
Cerchi dentro di te la freddezza per colpire Harry a morte, per difenderti.
Guardi fuori con fare casuale e la tua voce è un sibilo.
"Forse capita al momento giusto, viene per ricordarci che è ora di smettere questa pagliacciata." Le parole escono dalle tue labbra ma non ci credi neanche tu.
Potter aspetta pazientemente che il tuo monologo finisca, studiato appositamente per fargli del male e Harry è lì, esposto, che non si difende se non cercando il tuo sguardo che è l'unico appiglio. I tuoi occhi sono sempre stati sinceri Malfoy e Harry crede a loro.
Continui a recitare una parte che ti si addice. Che hai imparato a memoria ma Potter non risponde e così ti dice la verità, quella che fa più male.
Prendi i pezzetti che riesci a recuperare mentalmente di quello che siete stati e li accartocci, grovigli di situazioni, respiri sconnessi e esitazioni ti immergono in un labirinto di cui conosci a memoria le pareti e sai che non c'è via d'uscita per te.
"Di quanti mesi è?"
Harry incespica e concede parecchi secondi di vantaggio alla quiete, ma c'è una buca e neanche se ne accorge.
"Crediamo che sia di poche settimane..." la voce cade nel vuoto.
E tu precipiti sul bordo della tua vita e non trovi nessuno a cui aggrapparti.
Ti passi una mano fra i capelli Draco, poi stringi le tempie e sospiri, la voce ti esce dalle labbra più indifesa di quel che vorresti.
"Io e Astoria non facciamo l'amore da mesi..."
Improvvisamente tutto quello che ti circonda ti sembra inconsistente e Harry non ti risponde ancora, desolato.
Perdi improvvisamente la pazienza dal silenzio di Harry che svela la sua impreparazione.
"Lasciami, Harry, lasciami per Dio. Lasciami andare...Liberaci."
Lui ti guarda, atterrito. Incapace di fare altro se non di amarti come può, non come meriti.
"Non sono così coraggioso Draco, lo sai." adesso Harry piega il capo, lo sguardo volto a terra e puoi vederlo chiaramente scomparire.
Guardi oltre la finestra, il crepuscolo che esplode. Senti di essere ad un punto di non ritorno, vorresti aprirti il petto, lì davanti allo sguardo attento di Harry per mostrargli che non c'è più niente da fare, che è tutto vuoto, che non senti più niente, e non hai più niente da riparare e come una coltellata in mezzo alle costole pensi a quando il sole bruciava ancora, a quando ancora ti faceva male.
"Non abbiamo mai combattuto per noi." un sussurro. Una corda di violino si spezza.
Potter non parla, ma ti guarda.
Tutto in lui sembrava dire che non importava più quanto avrebbero vissuto, nulla avrebbe avuto valore se fossero rimasti lontani.
 
Fine...?
 
 
Autrice:
Scusate in anticipo gli errori di distrazione che mi saranno sfuggiti. *Ho scritto che il patronus di Draco è una volpe come citazione (e omaggio) a Stateira, che adoro :) e in effetti trovo anche io che sia assolutamente azzeccato per Malfoy ;)....lasciatemi un commento,un abbraccio!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: tanky