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Autore: Klaina    13/11/2014    0 recensioni
Dopo un attacco di un alieno fuggitivo Ianto perde la vista e starà al suo team aiutarlo ad adattarsi alla situazione. Mentre Jack non si arrende alla situazione e cerca l'aiuto del Dottore. Come finirà la storia?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ianto Jones, Jack Harkness, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLIND

-IANTO!!!!- Jack vide la scena al rallentatore. L’alieno che stavano inseguendo, capendo di essere in trappola si era girato per affrontarli e solo allora Jack lo aveva riconosciuto. Xyfat, razza ostile che per difendersi sputava acido. Si diede dello stupido per non aver fatto più attenzione alla descrizione di Tosh che gli avrebbe permesso di evitare tutto questo casino. Non ebbe il tempo di fare altro se non urlare il nome del suo collega, ma Ianto era troppo vicino e la sfortuna volle che lo Xyfat lo colpisse direttamente sugli occhi. La pallottola di Owen arrivò una frazione di secondo troppo tardi, Ianto era già a terra urlante.
-OWEN, presto, dobbiamo pulirgli gli occhi, quella roba è corrosiva!- Ianto registrò solo che delle mani si affrettavano a toglierli quella roba verde dagli occhi prima che tutto diventasse buio.

-Ianto? Ianto, mi senti? I dottori hanno detto che stai riprendendo conoscenza. Ianto?- la voce leggera e preoccupata di Tosh lo svegliò. Ianto tentò di aprire gli occhi ma tutto rimase buio, ci provò una seconda volta ma niente cambiò.
-T-Toshhhh.- fu tutto ciò che riuscì a produrre.
-IANTO! Si, sono io. Finalmente ti stai svegliando. Owen! Gwen!-
-Toshh, n-non ci v-v-ed-do. Non riesco a v-vede-re – Ianto si impegnò a schiarire la sua voce così da farsi capire meglio ma uscì comunque sbiascicante e tremula.
- Lo sappiamo Teaboy. Ti ricordi qualcosa di quello che è successo?-
- Owen?-
-Si, sono qui. Tra poco il rintontimento passerà insieme all’effetto degli antidolorifici per cui se ti servissero dimmelo, ok?-
Ianto annuì
-bene. Ti ricordi niente?-
-Sta-Stavamo inseguendo un alieno, l’abbiamo incastrato ma poi si è girato e mi ha sputato qualcosa addosso. Da allora è tutto nero-
-Ok. Bhe, la cosa positiva è che non hai danni celebrali. La tua ricostruzione è esatta. L’alieno è della razza Xyfat, a quanto pare sputano acido, e questo ti ha preso sugli occhi. La cosa positiva è che Jack lo sapeva per cui te l’abbiamo tolto subito, quindi, se tutto va bene, potresti riacquistare la vista-
-COSA?! Potrei NON riacquistare la vista? Potrei rimanere cieco? No!-Ianto aveva iniziato a piangere.
-No, Ianto, calmati, così peggiori a situazione. Cerca di tranquillizzarti tesoro- la voce di Toshiko era calma ma Ianto la conosceva talmente bene da sentire il leggero tremolio indicante che anche lei era terrorizzata dalla prospettiva.
-Qualunque cosa succeda noi siamo qui, e non ti lasceremo. Vero?-
Ianto sentì un’altra mano prendere la sua prima che Gwen dicesse un tremolante “Certo”. In un disperato tentativo di calmarsi Ianto provò a classificare i suoni che sentiva tutt’intorno.
C’era il bip regolare che segnava il suo battito cardiaco ed essendocene solo uno Ianto dedusse che si trovava in camera da solo o più probabilmente in una camera privata, ma sempre di un ospedale perché l’odore di antisettico era inconfondibile. Facendo un rapido conto ipotizzò di trovarsi al St.Mary hospital, l’ospedale più vicino al magazzino nel quale avevano inseguito lo Xyfat. Mancava qualcosa, ma cosa?
-Jack. Dov’è Jack?-
Tosh guardò Owen, pregandolo di inventare una scusa, sapendo che non sarebbe mai riuscita a mentire al suo miglior amico.
-Non è qui. Ha detto che doveva trovare un dottore ma non si è più fatto vedere da ore. Mi dispiace Ianto-
-È andato a cercare IL dottore o UN dottore?-
-Fa differenza?- Owen pareva particolarmente infastidito dal comportamento del loro capitano. Di certo non era uno dei migliori amici del Teaboy, non aveva un rapporto con lui stretto come quello di Tosh ma ci teneva, anche se non lo avrebbe ammesso neanche morto.
-Si, se è andato a cercare IL Dottore potremmo non rivederlo più per mesi. Se invece sta cercando UN dottore magari vuole rintracciare uno specialista che conosce lui-
-Non ne ho idea. Comunque anche io ho chiamato un paio dei miei vecchi colleghi, ma essendo per lo più di Londra riusciranno a venire non prima di domani. Per ora l’unica cosa da fare è farti riposare.-
-Grazie mille Owen- Ianto strinse le mani delle due donne al suo capezzale –Andate ora. Di sicuro c’è del lavoro da fare e comunque qui non potete fare nient’altro. Il medico mi ha ordinato di riposare e non vorrei farlo arrabbiare visto il suo caratteraccio-
Tosh e Gwen risero tra le lacrime mentre Owen sbuffava, poi a turno si piegarono per lasciare un bacio sulle sue guance prima di alzarsi e uscire.
-Owen. Aspetta- quando sentì la porta chiudersi dietro alle due donne continuò –Quante possibilità ci sono che io rimanga completamente cieco? Sii sincero per favore-
-Non lo so Ian. Spero poche ma non lo so. Non ho mai visto una cosa così. Al momento non sei per niente un bello spettacolo. L’acido ti ha corroso parte della retina e della palpebra, per cui in ogni caso ti toccheranno una serie di operazioni e un lungo tempo di ricovero. Anche nella migliore delle ipotesi non riuscirai a vedere per almeno sette mesi-
Ianto lottò con tutte le sue forze per non rimettersi a piangere.
-Mi dispiace così tanto Ianto. Se fossi stato più veloce o attento o non lo so- anche se non poteva vederlo sapeva che stava andando avanti e indietro nella stanza, con ogni probabilità con le mani nei capelli. –Se ci fossi stato io al tuo posto tu staresti bene-
-Ma al mio posto ci saresti stato tu e il problema non sarebbe cambiato. Almeno tu conosci dei medici che mi possono aiutare e puoi analizzare l’acido per capire se esiste un antidoto, io sarei stato inutile- con fatica alzò la mano e l’altro subito gliela strinse.
-Prenditi cura di Tosh e Gwen. Jack potrebbe non tornare e io sono fuori gioco. Sta a te controllarle-
-Certo. Ma sappi che lo farò solo fino a che tu non riprenderai a vedere- Owen non lo avrebbe mai ammesso ma stava piangendo.
-Ora è meglio se anche tu vai. Sono ancora abbastanza intontito per cui credo dormirò-
-ok. Buonanotte-
Owen in realtà tornò dopo dieci minuti e Ianto, che faceva solo finta di dormire, lo sentì trafficare con carte e barattoli. Owen stava cercando un modo per sistemare tutto questo casino e tenendosi occupato cercava anche di calmarsi. Jack aveva riconosciuto l’alieno ma non aveva detto niente fino a che non era stato troppo tardi, e poi era sparito. Questa volta neanche il suo essere immortale poteva salvarlo dall’ira del dottore.
Diverse ore dopo Ianto si svegliò quando sentì inspirare bruscamente, si aspettava il commento di uno dei dottori dell’ospedale ma il profumo che lo raggiunse gli fece capire che il suo capitano era appena rimasto scioccato davanti al suo letto.
-Jack- sussurrò per far capire all’altro di essere sveglio senza svegliare Owen che dormiva al suo fianco.
-Ian…- la voce dell’uomo era spezzata e appena prese la mano di Ianto per portarsela al viso e baciarla il gallese si rese conto che stava piangendo e gli venne voglia di fare lo stesso.
-Mi dispiace così tanto. Se solo avessi prestato più attenzione a quello che diceva Tosh forse avrei potuto salvarti. Sarebbe bastato che ci fossi io al tuo posto. Avrei potuto sparare al posto che chiamarti ma quando l’ho visto in faccia mi sono bloccato e tu ci hai rimesso. Sono un pessimo leader-
-Vedo che ci hai pensato su- nonostante i suoi sforzi non era riuscito a impedire a delle lacrime di scendere. Parte di quelle erano anche di sollievo. Jack non li aveva abbandonati, non LO aveva abbandonato. -Il dottore?-
-Non mi ha ancora risposto, ma giuro che troverò una soluzione, a costo di girare per tutto il tempo e lo spazio. Tu tornerai a vedere, Ianto Jones. Questa è una promessa-
Ianto sentì un tonfo sordo e la mano di Jack perse la presa sulla sua.
-JACK! JACK! Che succede? Owen!-
- Questo stronzo se n’è andato, ecco che succede, teaboy. Non ci ha neanche aiutati a portarti qui. Ti ha guardato ed è andato via!- a quanto pare Owen aveva tirato un pugno a Jack.
-È andato a cercare il dottore per aiutarmi-
-Avrebbe potuto informarci!-
Il monitor cardiaco segnalò quanto tutto il litigio stesse agitando il malato quindi Owen scelse di allontanarsi dal suo capitano per andare a calmare Ianto.
-Tranquillo, mi sono allontanato. Ora però devi calmarti Ian, se ti aumenta la pressione rischi un’emorragia-
-Okey- Owen lanciò uno sguardo di fuoco a Jack ma per il bene del suo amico si rimise a cercare tra i suoi file, mentre l’altro riprendeva posto.
Otto settimane e quindici interventi dopo Ianto fu dimesso. Per altre otto settimane avrebbe dovuto portare la benda sugli occhi per proteggere i nuovi impianti epiteliali. Era stato dimesso solo dopo che Owen aveva garantito che si sarebbe preso cura di lui, soprattutto dal punto di vista medico.
Visto la lunga convalescenza che gli sarebbe toccata e data l’entità del danno, anche Rhiannon, sua sorella, era stata avvertita e lo stava aspettando insieme ai suoi colleghi. Appena mise il piede fuori dall’ospedale le braccia di Rhiannon e suo marito lo avvolsero, strappandolo dalla presa di Owen
-Hey! Andateci piano! Ricordatevi che non vede se vi state avvicinando e quindi non può prevedere il colpo!-
-Giusto, scusa Ianny-
-Non ti preoccupare Rhi. Questi mesi mi hanno insegnato a fare affidamento sugli altri sensi per cui sono riuscito a sentire che vi stavate spostando verso di me- gli sorrise tenendola stretta –Il traffico, però, mi destabilizza un po’. Non sono più abituato a tutti questi rumori insieme-
-Andiamo, ti portiamo a casa- intervenne Toshiko, prendendolo per mano.
-Alla mia spero-
-No, vivrai da me. Devo tenere sotto controllo le tue bende-
-Allora puoi venire a vivere Tu da me. Ho vissuto nel mio appartamento abbastanza da saperlo letteralmente a memoria, muovermi in un ambente familiare mi aiuterà ad ambientarmi meglio. Essere inserito in un ambiente completamente nuovo e sconosciuto mi creerebbe solo più confusione e frustrazione-
-A volte odio la tua intelligenza, teaboy- grugnì il dottore, obbligato a dargli ragione.

-PORCAVACCA!- Owen accorse all’urlo dell’altro
-Che cosa è successo? Ianto stai bene?- il dottore lo trovò accasciato per terra.
-Si, sto bene. Ho solo cercato di far funzionare la macchina del caffè ma il vapore mi ha bruciato la mano e la tazzina mi è caduta-
-Ian, non puoi cercare di fare tutto da solo- cercò di farlo ragionare l’altro
-È da quando ho 10 anni che sono abituato a fare tutto da solo e a pensare agli altri. Non sono arrivato a 27 anni per farmi dire cosa posso fare o non fare da un medico che non ha altro divertimento se non torturare psicologicamente gli altri trattandoli male! E poi non volevo fare chissà che cosa, volevo farmi un fottutissimo caffè!!!-
-Hai ragione Ian e mi dispiace. Se mi dici come fare ti aiuto-
-Sono fottutamente stanco dell’aiuto degli altri! Non posso fare più niente da solo, devi aiutarmi a vestirmi, a lavarmi, a mangiare! Non posso neanche più pulirmi il culo da solo!-
Ianto scoppiò a piangere frustrato e Owen rimase semplicemente lì, tenendolo stretto.

-È frustrato e ha buoni motivi per esserlo. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo solo tu puoi davvero aiutarlo. Solo stai più attento rispetto all’ultima volta-
-Te lo prometto Owen. Grazie di avermi chiamato-
-Glielo devo. Buona fortuna Jack. Chiamami subito se c’è qualche problema-
-Ok. Ciao e grazie-

Jack chiuse la porta dietro di sé e andò nella camera dove Ianto fingeva di dormire.
-Owen è uscito e io so per certo che tu non stai dormendo- Jack moriva dalla voglia di sdraiarsi vicino al suo amato e stringerlo fino al giorno dopo, ma temeva la reazione di Ianto. In più dall’incidente non avevano più avuto modo di rimanere soli, né tantomeno baciarsi o altro.
-Hanno mandato il più bravo. Cos’è? Owen aveva paura che potessi ucciderlo quindi ha mandato te per non correre rischi?-
-In realtà era una settimana che lo pregavo di farmi entrare ma non voleva. Era convinto che tu stessi molto  meglio senza di me, e forse aveva ragione, ma sa anche lui che io sono l’unico che può sperare di aiutarti-
-E cosa te lo fa pensare?-
-Owen ti aiutava a spogliarti per necessità, io ho intenzione di spogliarti per piacere. Gli altri dormirebbero sul divano per non disturbarti mentre io dormirò con te, per tenerti compagnia. Ma prima di tutto. Come sta Jones, Ianto Jones?-
-Al momento è terribilmente incazzato con il suo capo-amante-non-so-più-come-definirti perché non l’ha salvato ma soprattutto perché se n’è completamente fregato del post-operatorio –
Immediatamente sentì il letto abbassarsi e dopo un attimo le forti braccia di Jack erano intorno al suo corpo. Ianto non si era reso conto di quanto gli mancassero fino a che non si fece stringere, respirando i profumati ferormoni dell’altro e piangendo. Diverse ore dopo si svegliò e sorrise nel trovarsi ancora stretto al suo capitano.
-Va meglio?-
-Quasi- Ianto portò la sua mano fino al viso di Jack e una volta individuate le sue labbra lo avvicinò al suo per baciarlo. Jack non fece niente per aiutare il gallese, capendo che era una cosa che doveva riuscire a fare da solo, si godette semplicemente il momento, riassaggiando quelle labbra che gli erano tanto mancate.
-Mi fai vedere le stelle, come ogni volta- sussurrò Ianto
-Magari se vado avanti a baciarti riuscirò  farti recuperare del tutto la vista- rispose il capitano con il suo solito tono flirtoso, come se nulla fosse cambiato.
-Forse. Ma per ora mi devi accompagnare in bagno. Devo fare pipì-
-Ecco come rovinare un momento- rise l’altro. –Forza andiamo- Jack si alzò, senza dare segno di voler aiutare Ianto a fare lo stesso. Il gallese lo capì e si portò al bordo del letto per poi tirarsi su. Quando barcollò le braccia di Jack lo presero subito per stabilizzarlo ma una volta fatto lo lasciarono, mettendogli in mano il suo bastone. Ianto alzò il sopracciglio stupito ma iniziò, traballante a camminare. Giunto alla porta del bagno, cercò la maniglia a tatto e si spostò verso il fondo del bagno, dove si trovava il water. Posò il bastone e, iniziando ad abbassarsi i pantaloni del pigiama disse in direzione del capitano
-Puoi anche uscire dal bagno, ti chiamo quando ho finito-
-Vero, posso uscire ma preferisco godermi lo spettacolo, e in ogni caso non ti servo io per tirare uno sciacquone-  Ianto rimase stupito dal tono di ovvietà dall’altro e quasi mancò la tazza. Sentì la risata dei Jack e d’istinto gli fece la linguaccia e anche se era fisicamente impossibile, vista la benda, gli sembrò di vedere il sorriso che il capitano faceva sempre quando era intenerito da qualcosa.  Una volta finito Jack lo aiutò a lavare le mani ma mascherò il gesto con un abbraccio da dietro.

-Inizi a puzzare. Credo sia giunta l’ora di lavarsi-
-Grazie per la tua delicatezza, Jack. Non so se te ne sei reso conto ma non mi riesce proprio facilissimo lavarmi-
-Ed è per questo che io sono qui. Forza, andiamo-
Giunti in bagno Ianto sentì l’acqua della vasca aprirsi.
-Owen ha detto di non bagnare le bende per cui ora ci laveremo il corpo, quando poi arriva lui faremo i capelli-
-CI laveremo?-
-Ovvio, non credevi mica che ti avrei lasciato solo in quella grande vasca, vero?-
-Ovviamente- Ianto scosse la testa, iniziando a togliersi la casacca del pigiama. Appena il suo busto fu libero sentì le mani calde di Jack accarezzarlo.
-Spogliami- gli sussurrò il capitano all’orecchio
-Non posso, lo sai-
-Non hai mai avuto bisogno di vedermi per togliermi i vestiti. Spegni il cervello e fai agire il tuo corpo-
Detto questo Jack chiuse la distanza tra i loro corpi e iniziò a baciarlo. Come se non fosse cambiato assolutamente niente il corpo di Ianto rispose allo stimolo e in modo automatico iniziò a privarlo dei vestiti. Quando furono entrambi nudi Jack entrò nella vasca e guidò Ianto al suo interno. Rimasero semplicemente abbracciati nell’acqua calda per quello che sembrava un secolo poi lentamente ENTRAMBI iniziarono a lavarsi.
-Grazie-
-E di cosa Ian?-
-Di tutto questo, del fatto che non mi fai sentire un handicappato, del fatto che non hai cambiato il tuo atteggiamento nei miei confronti e per non fare tutte le cose al posto mio. Owen mi trattava come un paziente, faceva le cose al posto mio e mi spingeva a guarire. Con te è come se anche questa condizione fosse accettabile-
-Non lo è. Continuo a sperare che tu possa guarire ma di certo non ti abbandonerò se questo non accadrà- dal tono di Jack, tutto ciò sembrava assolutamente scontato e normale.
Continuarono così per tutta settimana e Ianto divenne via via più indipendente.
La settimana dopo fecero l’amore per la prima volta dopo l’incidente. Jack lasciò a Ianto il comando, gli permise di riscoprire il suo corpo e di prendersi i suoi tempi. Quando entrambi furono appagati a dovere si addormentarono abbracciati, come avevano preso l’abitudine di fare da quando Jack viveva lì.
-Ianto, credo di amarti-
-Credi?!- gli rispose ridendo
-Si, bhe. Io sono stato innamorato altre volte prima di te, come ben sai. Ma mai ho provato un sentimento tanto forte. Per cui o non ho mai amato veramente fino a che non sei arrivato tu, oppure non so-
-Sai, questa è decisamente la dichiarazione più strana che ci sia mai stata- nonostante cercasse di sembrare disinvolto la gioia gli usciva da tutti i pori.

Mancava meno di una settimana al giorno in cui avrebbe potuto finalmente togliere la benda per “vedere” se le operazioni avevano sortito l’effetto voluto e i due uomini si stavano godendo il pomeriggio sul divano scambiandosi dolci effusioni. La mattina Rhiannon e la sua famiglia erano andati a trovarli, e per quanto non fosse più un segreto per nessuno che i due stavano insieme, preferivano sempre evitare di dare spettacolo, specialmente davanti ai bambini.
Le prime volte Rhi era tutta tesa e non sapeva come comportarsi ma poi vedendo come Jack si muoveva tranquillo si era rilassata. Suo fratello non poteva essere in mani migliori. Suo malgrado anche Owen dovette ammettere  che la presenza di Jack aveva giovato al gallese e, anche nel caso in cui le cure non avessero funzionato, poteva contare sul fatto che Jack non avrebbe più abbandonato il suo amico.
-Come stai Ianto? Dov’è Jack?-
-Ciao Tosh. Jack è sotto la doccia, entra pure-
-Ti ho portato un po’ di pollo al curry- Toshiko posò il sacchetto e abbracciò l’amico.
-Grazie mille, sei sempre la migliore-
-Hey ciao Tosh, non ti aspettavamo. Credo sia meglio che vada a mettermi qualcosa addosso- Nonostante Jack si fosse presentato il sala completamente nudo non dimostrò neanche un po’ di vergogna, abbracciando la sua amica prima di dirigersi in camera.
-Scusalo, ma come sai approfitta di ogni occasione per provarci-
-Si, sembra una cosa che farebbe Jack. Allora, sei nervoso per la visita?-
-Decisamente. Mi sono abituato al buio ma a volte mi mancano così tanto i colori-
-Sono sicura che tutto andrà per il meglio-

-Mi dispiace Ianto ma l’operazione non ha funzionato.-
Ianto sentì che il mondo gli stava crollando addosso e, come per dimostrarlo, si lasciò andare, per poi essere preso al volo da Jack, il quale lo fece sedere di fianco a sé.
-Sei proprio sicuro Owen? Non c’è nient’altro che si può fare?- Ianto ringraziò mentalmente il fidanzato per aver dato voce alle sue domande
-Non che io o qualunque altro medico non abbiamo già provato. Non hai più avuto notizie dal tuo dottore-
-No. Ma direi che è giunta l’ora di avere delle risposte- poi guardando Ianto che tremava come una foglia tra le sue braccia – Ma anche quelle dovranno aspettare. Ora devo solo prendermi cura di lui-
Due giorni dopo Ianto aveva smesso di piangere, rifugiandosi in uno stato di apatia totale.
-Sei sicuro di quello che fai Jack? Se tu non tornassi non credo che Ianto riuscirebbe a sopravvivere. Non a tutto questo-
-Tornerò. Presto. E spero con una cura. Ora vado a salutarlo- Jack si diresse verso il letto nel quale ormai Ianto vegetava da giorni. –Amore, io vado. Tornerò il prima possibile e ti giuro che porterò con me la cura. Ti amo- Ianto non rispose né diede segno di aver udito le parole del suo amato, quindi Jack si allontanò, diretto dal suo dottore.
Owen fece appena in tempo a chiudere la porta prima di sentire un forte rumore e un forte vento provenire dalla sala. Improvvisamente una cabina della polizia blu si materializzò e d’istinto il medico sfoderò la sua pistola. Quando vide Jack uscirne di corsa sgranò gli occhi.
-È il tempo giusto? Da quanto me ne sono andato? Owen! Rispondi-
-J-Jack? S-sei uscito da quella porta non più di un minuto fa-
-Perfetto. In realtà sono stato via più o meno 3 anni. Ci ho messo più del previsto a trovare il dottore, e una volta trovato lui, a trovare un antidoto, ma questo dovrebbe funzionare-
-Non lo sappiamo Jack. Non ne puoi avere la certezza. Potrebbe peggiorare la situazione-
Il Dottore seguì il capitano fuori dalla cabina blu e vedendo Owen si presentò. –Hi, I’m the Doctor-
Owen si limitò a guardarlo allibito, questo dottore era poco più che un ragazzo, tutto stropicciato e con un cravattino davvero imbarazzante. Come poteva Jack riporre tanta fiducia in un personaggio del genere?
-Non esiste una situazione peggiore! Guarda!- Jack trascinò il dottore verso la camera del gallese e aprendo la porta gli mostrò lo stato semi-catatonico di Ianto.
-Ti sei già arreso? Non ci è voluto molto- fu appena un sussurro ma risuonò come una cannonata nelle orecchie di Jack.
-No, amore. Certo che no. Anzi, credo di aver trovato la cura. Owen, portami un panno bagnato, una bacinella di acqua calda e dei guanti-
Il medico obbedì e Jack rovesciò il contenuto di una fiaschetta nella bacinella, facendo poi l’impacco agli occhi di Ianto.
Dopo un giorno di impacchi era giunto il momento della verità.
Tutto il team di Torchwood era presente mentre Rhiannon e famiglia erano stati tenuti all’oscuro più che altro per non dovergli spiegare il perché della cabina blu più grande all’interno parcheggiata nel loro salotto.
-Forza amore, apri gli occhi-
-No-
-Cosa?! E perché? Ho fatto tutta questa strada per trovare la cura!-
-Appunto! E se non funzionasse? Se sei tornato vuol dire che non hai trovato altro e ti ho sentito mentre il dottore diceva che non era sicuro il suo funzionamento. E se non funzionasse? Non voglio essere un’altra fonte di delusione per te. Non potrei sopportarlo-
-Delusione? Perché dovresti esserlo? Tu sei l’uomo più forte, coraggioso e sexy che conosca, e fidati, ne conosco di gente, come mai potresti deludermi? Ora per favore apri gli occhi. Farlo per me, Ian-
-Tu promettimi che comunque vada continuerai ad amarmi e che non te ne andrai più. Promettimi che ti arrenderai e rimarrai qui a combattere con me, adattandoti alla mia cecità-
-Te lo prometto. E tu prometti di non arrenderti e di sposarmi in ogni caso-
-Oddio! Vi sposate! Glielo stai proponendo così?- Gwen urlò eccitata
-No, ovviamente. Gliel’ho proposto tempo fa, dopo una cena romantica e tutto il resto, era un modo per dimostrargli che lo avrei voluto sposare in ogni caso e condizione, ma ora, ti prego, apri gli occhi-
-Ok- Ianto si sporse per baciare Jack e provò a sollevare le palpebre.
Trattenne il fiato quando vide ancora tutto scuro. Ma piano piano si rese conto che dei pallini bianchi si affollavano fino a disperdersi e lasciare al loro posto i colori.
La prima cosa che Ianto vide furono gli occhi blu di Jack. Occhi pieni di lacrime dal momento in cui videro il sorriso apparire sul suo volto, un guizzo che gli testimoniava la riacquistata visione.
Improvvisamente tutti i componenti della combriccola si lanciarono sui due uomini abbracciati, tutti piangendo.
Il dottore vedendo l’amore che c’era in quella stanza si sentì di troppo e silenziosamente ripartì con il TARDIS, dopo aver lasciato un biglietto a Jack con su scritto come contattarlo nuovamente.
Nel giro di una settimana Ianto recuperò tutta la capacità visiva e solo una paio di occhiali rimanevano a dimostrazione della sua passata cecità. Il Dottore prima di andarsene decise di chiudere la frattura temporale, lasciando a Torchwood il compito di tenere sotto controllo ciò che era già passato.  Essendo diminuito l’ammontare dei loro impegni l’intero team ebbe l’occasione di sviluppare i propri hobby.
Tosh divenne una referente informatica della UNIT e riuscì finalmente a farsi notare da Owen.
Owen iniziò a lavorare in ospedale mentre Gwen tornò alla sua vecchia stazione di polizia, dopo aver sfornato un paio di bambini con Rhys.
Ianto, invece, dopo l’insegnamento datogli dalla sua cecità, si diede come missione quella di fotografare le cose più belle del mondo, creandone modellini 3D affinché anche i non vedenti potessero sentirne la bellezza. Jack in tutto questo rimase fedelmente al suo fianco, diventando il soggetto prediletto delle foto dell’amato, tant’è che la loro casa ormai ne era piena a dimostrazione della loro felicità.


Klaina space:
spero che a qualcuno sia piaciuta questa storia. L’idea mi girava in testa da un po’ ma non avevo mai abbastanza voglia di scrivere. Una volta presa la decisione ho buttato giù il tutto il 3 ore e spero che il risultato sia apprezzabile. So che faccio schifo nei finali ma proprio non mi riescono. Non è stata betata per cui avvisatemi per gli eventuali errori.
Xoxo

   
 
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