Rin.
Il mio nome sussurrato dalle tue labbra mi riporta indietro nel tempo…
Insieme a te ho potuto vedere il mondo… abbiamo fatto dei viaggi pieni di pericoli e bellissimi momenti, e anche se la tua era una ricerca di potere, di nuovi nemici sempre più forti, oppure vagabondavamo per poter sconfiggere Naraku o per chissà quale altro motivo, a me non importava: mi bastava poter vivere una vita libera, piena di fascino e soprattutto vicino a te. Tu eri la mia salvezza, il mio protettore, la mia fonte di vita, la mia stella polare…
Ma nessuna di queste definizioni potrà mai esprimere i miei sentimenti che, adesso come allora, sono forti ed incontrollabili quanto la tua furia cieca. Perché si anche tu, perfetto ed infinito, avevi un lato oscuro: la tua forza era una benedizione ma anche una maledizione, che ti permetteva di proteggere chiunque tu volessi, ma costantemente correvi il rischio di uccidere con le tue stesse mani ciò che ti stava più a cuore.
Per tutti eri il gelido principe dei demoni, ma non sapevano quanto si sbagliavano, non sapevano che nel tuo cuore arde un fuoco inestinguibile e che irrefrenabile continua a bruciare dentro di te. E questo calore non era dovuto alla tua brama di potere come si potrebbe pensare, no. Io che ti conosco bene so che non è così, ma so anche che tu non lo ammetteresti mai a causa del tuo orgoglio.
La tua superbia aveva allontanato tutti, tranne me. Grazie a te ho conosciuto il mondo ed ogni sua faccia durante le stagioni che si alternano: dalla neve bianca e cristallina come te, ai fiori colorati e il leggero tepore della primavera, con le quali io mi identificavo. Tu mi dicevi che ero come l’estate, impetuosa come i profumi di quella stagione e che ero splendente come quella stella che brucia il cielo azzurro e la terra col suo calore. In realtà io non sono mai stata così… tu eri il mio Sole, che niente e nessuno avrebbe mai potuto oscurare, ed io ero solamente la Luna che brilla della tua luce riflessa.
Ma quei tempi sono finiti. Oramai sono come una rosa che piano piano appassisce e perde tutti i suoi colori ed il suo profumo.
Sesshomaru mi amerai ancora quando non sarò più giovane e bella?
Questa domanda continua a tormentarmi e per quanto io possa provarci non riesco a pensare allo scorrere del tempo. Tu non sei come me: io sono solo un’umana fragile e vulnerabile, che potrebbe morire da un momento all’altro… cosa vedi in me? In me stessa non vedo altro che debolezza, non c’è altro. Ma allora perché tu continui a starmi accanto? Perché resti con una misera umana che non può fare altro che ammirarti? Oh, se potessi essere come te! La tua grazia, la tua bellezza non sfioriranno mai e tu resterai congelato nella tua perfezione.
Allora te lo chiedo di nuovo: mi amerai quando non sarò più giovane?
Già immagino il tuo volto quando queste parole usciranno dalle mie labbra. Solo i tuoi occhi mostreranno ciò che hai dentro, e non tutti riescono a vederlo. Sicuramente li sgranerai impercettibilmente, perché non ti saresti aspettato che ti ponessi una domanda del genere. Una volta sola era accaduto: ti avevo chiesto se tu ti saresti ricordato di me, dopo che fossi morta.
“Non dire sciocchezze, Rin”
Ecco la tua risposta. Conciso e quasi irritato avevi dissipato la nebbia di dubbi nella mia mente. Sicuramente farai così anche questa volta… si, so che lo farai.
Mi risponderai soprattutto con lo sguardo, non lascerai tutto alle parole. Anzi alle parole affiderai solo una minima parte dei tuoi pensieri, del resto hai sempre fatto così. Ho fiducia in ciò che mi risponderai e non ho dubbi su di te.
So che mi amerai ancora.